Credo che la Fiat non voglia andare via (altrimenti avrebbe fatto a Pomigliano e a Mirafiori quel che ha fatto a Termini Imerese, ossia dire "Signori si chiude").
E' verissimo per anni e anni FIAT a socializzato le perdite e privatizzato gli utili, ma c'era un'altra situazione politica (quella che ha fatto i danni che oggi stiamo pagando e che i giovani pagheranno ancor di più in futuro). Gli Agnelli erano ossequiati e riveriti da TUTTI (destra, centro, sinistra, intellettuali, giornalisti, eccetera). Per fortuna (o purtroppo) quei tempi sono finiti per sempre. Oggi abbiamo una nuova dirigenza che non vuole continuare ad andare a Roma con il cappello in mano, va dato atto a Marchionne di non aver chiesto altre "rottamazioni" perchè ha capito che sarebbero stati dei paliativi inutili e dannosi. Ha deciso di prendere il toro per le corna e sta facendo quello che in altre nazioni hanno fatto non gli imprenditori ma i politici, quello di riformare il lavoro e le sue regole. Piacerà o meno però dobbiamo entrare in questa logica, è la globalizzazione che ce lo chiede. Tempo ne abbiamo perso anche troppo, oggi si deve decidere; o restare ancorati al passato in nome di un solo apparente diritto all'esistente, o accettare la sfida e cercare di stare al passo del resto del mondo. Gli altri corrono sta a noi decidere se correre con loro o continuare a camminare.
Saluti