the who
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Il grafico postato da Wolfbalck è piuttosto eloquente, questo ETF esce con le ossa rotte da qualsiasi confronto pluriennale con ETF replicanti indici World o S&P 500
( ma sarebbe lo stesso per quasi tutti gli altri ETF..)
Si tratta di un settoriale sulle infrastrutture energetiche del nord america ( gasdotti, oleodotti, impianti di stoccaggio) piuttosto correlato con
l’andamento del prezzo del petrolio ( scende quando scende l’oil, risale parzialmente o di botto quando risale la materia prima).
E’ estremamente volatile ( volatilità a 1 anno 24%, a 3 anni 41%..), stacca cedole quadrimestrali dell’ordine del 6,7,8% ( a seconda del prezzo nella data di stacco)
ma generalmente quanto si guadagna con il dividendo si perde nel valore della quotazione ( rendimenti: 2021 49%, ma nel 2020: -36,74; 2019 9,92% ma nel 2018 ha fatto il – 10,45%)
mentre l’etf SP500 che dovrebbe essere quello postato nel grafico ha fatto – rispettivamente negli stessi anni : + 39%, +8,04%, +33%, -0,20 ..circa l’80% in 4 anni con dividendi trattenuti e reinvestiti.
Se averlo in portafoglio o no dipende dalla motivazione per la quale lo stai considerando, se è per il “ grasso “ dividendo, ti direi di lasciare perdere; se è per l’apprezzamento nel lungo periodo, il consiglio è lo stesso..il grafico postato parla da sé, considera anche che l’industria che “ rappresenta” è dichiarate morente o in forte declino nei prossimi anni ( probabilmente decenni) anche se sulla scomparsa dei combustibili fossili ci sono diverse opinioni e discuterne viene lunga…
Puo’ avere un senso prenderlo in ottica meramente speculativa, entrando su forti ribassi del greggio cercando un eventuale rimbalzo ( il 50% del 2021 è anche e soprattutto frutto della risalita della materia prima, scesa a zero nella Primavera 2020..) e mantenendolo solo per brevi periodi ( anche se questo presuppone voler fare " market timing" sulla cui efficacia ci sarebbe molto da discutere..)
I volumi sono il male minore di questo ETF, piccoli ( 218 MLN) ma non abbastanza ( per ora) per un eventuale pericolo di delisting da parte di Invesco- insomma…maneggiare con cura..!
( ma sarebbe lo stesso per quasi tutti gli altri ETF..)
Si tratta di un settoriale sulle infrastrutture energetiche del nord america ( gasdotti, oleodotti, impianti di stoccaggio) piuttosto correlato con
l’andamento del prezzo del petrolio ( scende quando scende l’oil, risale parzialmente o di botto quando risale la materia prima).
E’ estremamente volatile ( volatilità a 1 anno 24%, a 3 anni 41%..), stacca cedole quadrimestrali dell’ordine del 6,7,8% ( a seconda del prezzo nella data di stacco)
ma generalmente quanto si guadagna con il dividendo si perde nel valore della quotazione ( rendimenti: 2021 49%, ma nel 2020: -36,74; 2019 9,92% ma nel 2018 ha fatto il – 10,45%)
mentre l’etf SP500 che dovrebbe essere quello postato nel grafico ha fatto – rispettivamente negli stessi anni : + 39%, +8,04%, +33%, -0,20 ..circa l’80% in 4 anni con dividendi trattenuti e reinvestiti.
Se averlo in portafoglio o no dipende dalla motivazione per la quale lo stai considerando, se è per il “ grasso “ dividendo, ti direi di lasciare perdere; se è per l’apprezzamento nel lungo periodo, il consiglio è lo stesso..il grafico postato parla da sé, considera anche che l’industria che “ rappresenta” è dichiarate morente o in forte declino nei prossimi anni ( probabilmente decenni) anche se sulla scomparsa dei combustibili fossili ci sono diverse opinioni e discuterne viene lunga…
Puo’ avere un senso prenderlo in ottica meramente speculativa, entrando su forti ribassi del greggio cercando un eventuale rimbalzo ( il 50% del 2021 è anche e soprattutto frutto della risalita della materia prima, scesa a zero nella Primavera 2020..) e mantenendolo solo per brevi periodi ( anche se questo presuppone voler fare " market timing" sulla cui efficacia ci sarebbe molto da discutere..)
I volumi sono il male minore di questo ETF, piccoli ( 218 MLN) ma non abbastanza ( per ora) per un eventuale pericolo di delisting da parte di Invesco- insomma…maneggiare con cura..!