altri 800 posti di lavoro andati in fumo

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

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Il caso Pini: “Non volete la fabbrica? Vado a Est” | La nuvola del lavoro

:wall::wall::wall:
Il caso Pini: “Non volete la fabbrica? Vado a Est”

di Claudio Del Frate

MANERBIO (Brescia) — Storia di 800 posti di lavoro andati in fumo prima ancora che la fabbrica aprisse. Nella Lombardia che in un anno — secondo dati della Cgil — ha visto scomparire oltre 60 mila posti di lavoro nell’industria, sarà difficile non soffermarsi sul caso di Manerbio, nella Bassa Bresciana.

Qui il gruppo alimentare valtellinese Pini aveva deciso di allestire un impianto per la lavorazione delle carni suine (una fabbrica di hamburger, in altri termini), ma dopo l’ennesima richiesta di adempimenti burocratici chiesta dagli enti locali, il titolare Roberto Pini ha annunciato che dirotterà altrove, quasi certamente all’estero, i 50 milioni inizialmente destinati a Manerbio.

Il dietrofront deciso dall’imprenditore ha nel frattempo già dato il «la» a una polemica politica: Pini ha infatti indicato come principale responsabile della sua decisione Pietro Bisinella, sindaco di Leno (comune confinante con Manerbio) nonché segretario provinciale del Pd.

Ciò che ha convinto Pini a ritirare il suo investimento è stata però una richiesta arrivata dall’amministrazione provinciale: una valutazione dell’impatto che l’apertura dello stabilimento avrebbe avuto sul traffico della zona, l’ennesimo ostacolo «cartaceo» in un tira e molla appresso al quale se ne era già andato un anno di tempo.

Tra le altre cose all’azienda era stata chiesta anche una valutazione di impatto strategico sul territorio e una di impatto ambientale, da presentare entro la primavera di quest’anno. Le dimensioni annunciate dell’impianto erano considerevoli: l’area avrebbe occupato 100 mila metri quadrati, lì sarebbero stati macellati 4 milioni di suini all’anno (il 16% dell’intera produzione italiana) e l’impianto avrebbe lavorato a ciclo continuo. Sull’altro piatto della bilancia c’erano però 800 posti di lavoro, oltre a quelli dell’indotto.

A Manerbio e dintorni era subito nato un compatto e agguerrito fronte «no polpetta»: chi contestava il consumo di suolo, chi quello di acqua, chi l’uccisione degli animali. «Ma io ho fuori della mia porta ogni giorno decine di persone in cerca di lavoro» replicava il sindaco di centrodestra di Manerbio, Cesare Meletti.

Nel frattempo è però successo che Meletti è caduto, a Manerbio è arrivato il commissario prefettizio e il progetto si è trovato privo di «sponda» politica. Anche perché, come detto, è emersa con più forza la posizione del comune di Leno, guidato dal segretario del Pd Bisinella, contrario all’insediamento.

Quest’ultimo, dal canto suo, fino a martedì non ha voluto replicare alle accuse di Roberto Pini, rimandando tutto a una conferenza stampa che si terra nei prossimi giorni e in cui promette di dimostrare con i numeri quanto sarebbe stato dannoso lo sbarco dell’azienda valtellinese.

La decisione del gruppo appare adesso difficilmente modificabile; Gabriella Mucci, nominata commissario del comune di Manerbio da parte della Prefettura, ha invitato Pini a tornare sui suoi passi, ma il municipio in questo momento ha poteri solo di ordinaria amministrazione.

Renato Zaltieri, ex segretario della Cisl di Brescia e ora candidato alle Regionali nella lista civica di Umberto Ambrosoli, si è detto sconcertato: «Fare le barricate contro chi vuole creare opportunità di lavoro è inconcepibile. Si mettano da parte i fanatismi e si torni a discutere del progetto».
 
Il maggior oppositore e' del PD :o
 
Ma i 4 milioni, :eek:, di politici...opsss...maiali che avrebbero macellato all' anno che utilizzo hanno tutt' ora ? :mmmm:
 
Se ne va perchè lo hanno sbranato.
Ecco come si fa a creare "un po' di lavoro"
 
Il caso Pini: “Non volete la fabbrica? Vado a Est” | La nuvola del lavoro

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Il caso Pini: “Non volete la fabbrica? Vado a Est”

di Claudio Del Frate

MANERBIO (Brescia) — Storia di 800 posti di lavoro andati in fumo prima ancora che la fabbrica aprisse. Nella Lombardia che in un anno — secondo dati della Cgil — ha visto scomparire oltre 60 mila posti di lavoro nell’industria, sarà difficile non soffermarsi sul caso di Manerbio, nella Bassa Bresciana.

Qui il gruppo alimentare valtellinese Pini aveva deciso di allestire un impianto per la lavorazione delle carni suine (una fabbrica di hamburger, in altri termini), ma dopo l’ennesima richiesta di adempimenti burocratici chiesta dagli enti locali, il titolare Roberto Pini ha annunciato che dirotterà altrove, quasi certamente all’estero, i 50 milioni inizialmente destinati a Manerbio.

Il dietrofront deciso dall’imprenditore ha nel frattempo già dato il «la» a una polemica politica: Pini ha infatti indicato come principale responsabile della sua decisione Pietro Bisinella, sindaco di Leno (comune confinante con Manerbio) nonché segretario provinciale del Pd.

Ciò che ha convinto Pini a ritirare il suo investimento è stata però una richiesta arrivata dall’amministrazione provinciale: una valutazione dell’impatto che l’apertura dello stabilimento avrebbe avuto sul traffico della zona, l’ennesimo ostacolo «cartaceo» in un tira e molla appresso al quale se ne era già andato un anno di tempo.

Tra le altre cose all’azienda era stata chiesta anche una valutazione di impatto strategico sul territorio e una di impatto ambientale, da presentare entro la primavera di quest’anno. Le dimensioni annunciate dell’impianto erano considerevoli: l’area avrebbe occupato 100 mila metri quadrati, lì sarebbero stati macellati 4 milioni di suini all’anno (il 16% dell’intera produzione italiana) e l’impianto avrebbe lavorato a ciclo continuo. Sull’altro piatto della bilancia c’erano però 800 posti di lavoro, oltre a quelli dell’indotto.

A Manerbio e dintorni era subito nato un compatto e agguerrito fronte «no polpetta»: chi contestava il consumo di suolo, chi quello di acqua, chi l’uccisione degli animali. «Ma io ho fuori della mia porta ogni giorno decine di persone in cerca di lavoro» replicava il sindaco di centrodestra di Manerbio, Cesare Meletti.

Nel frattempo è però successo che Meletti è caduto, a Manerbio è arrivato il commissario prefettizio e il progetto si è trovato privo di «sponda» politica. Anche perché, come detto, è emersa con più forza la posizione del comune di Leno, guidato dal segretario del Pd Bisinella, contrario all’insediamento.

Quest’ultimo, dal canto suo, fino a martedì non ha voluto replicare alle accuse di Roberto Pini, rimandando tutto a una conferenza stampa che si terra nei prossimi giorni e in cui promette di dimostrare con i numeri quanto sarebbe stato dannoso lo sbarco dell’azienda valtellinese.

La decisione del gruppo appare adesso difficilmente modificabile; Gabriella Mucci, nominata commissario del comune di Manerbio da parte della Prefettura, ha invitato Pini a tornare sui suoi passi, ma il municipio in questo momento ha poteri solo di ordinaria amministrazione.

Renato Zaltieri, ex segretario della Cisl di Brescia e ora candidato alle Regionali nella lista civica di Umberto Ambrosoli, si è detto sconcertato: «Fare le barricate contro chi vuole creare opportunità di lavoro è inconcepibile. Si mettano da parte i fanatismi e si torni a discutere del progetto».

poche @@...il tizio nn avrà capito o voluto capire l'antifona e nn ha sgangiato tangenti,ergo per cui ti facciamo trovare lungo finche campi.........:bye:
 
Il caso Pini: “Non volete la fabbrica? Vado a Est” | La nuvola del lavoro

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Il caso Pini: “Non volete la fabbrica? Vado a Est”

di Claudio Del Frate

MANERBIO (Brescia) — Storia di 800 posti di lavoro andati in fumo prima ancora che la fabbrica aprisse. Nella Lombardia che in un anno — secondo dati della Cgil — ha visto scomparire oltre 60 mila posti di lavoro nell’industria, sarà difficile non soffermarsi sul caso di Manerbio, nella Bassa Bresciana.

Qui il gruppo alimentare valtellinese Pini aveva deciso di allestire un impianto per la lavorazione delle carni suine (una fabbrica di hamburger, in altri termini), ma dopo l’ennesima richiesta di adempimenti burocratici chiesta dagli enti locali, il titolare Roberto Pini ha annunciato che dirotterà altrove, quasi certamente all’estero, i 50 milioni inizialmente destinati a Manerbio.

Il dietrofront deciso dall’imprenditore ha nel frattempo già dato il «la» a una polemica politica: Pini ha infatti indicato come principale responsabile della sua decisione Pietro Bisinella, sindaco di Leno (comune confinante con Manerbio) nonché segretario provinciale del Pd.

Ciò che ha convinto Pini a ritirare il suo investimento è stata però una richiesta arrivata dall’amministrazione provinciale: una valutazione dell’impatto che l’apertura dello stabilimento avrebbe avuto sul traffico della zona, l’ennesimo ostacolo «cartaceo» in un tira e molla appresso al quale se ne era già andato un anno di tempo.

Tra le altre cose all’azienda era stata chiesta anche una valutazione di impatto strategico sul territorio e una di impatto ambientale, da presentare entro la primavera di quest’anno. Le dimensioni annunciate dell’impianto erano considerevoli: l’area avrebbe occupato 100 mila metri quadrati, lì sarebbero stati macellati 4 milioni di suini all’anno (il 16% dell’intera produzione italiana) e l’impianto avrebbe lavorato a ciclo continuo. Sull’altro piatto della bilancia c’erano però 800 posti di lavoro, oltre a quelli dell’indotto.

A Manerbio e dintorni era subito nato un compatto e agguerrito fronte «no polpetta»: chi contestava il consumo di suolo, chi quello di acqua, chi l’uccisione degli animali. «Ma io ho fuori della mia porta ogni giorno decine di persone in cerca di lavoro» replicava il sindaco di centrodestra di Manerbio, Cesare Meletti.

Nel frattempo è però successo che Meletti è caduto, a Manerbio è arrivato il commissario prefettizio e il progetto si è trovato privo di «sponda» politica. Anche perché, come detto, è emersa con più forza la posizione del comune di Leno, guidato dal segretario del Pd Bisinella, contrario all’insediamento.

Quest’ultimo, dal canto suo, fino a martedì non ha voluto replicare alle accuse di Roberto Pini, rimandando tutto a una conferenza stampa che si terra nei prossimi giorni e in cui promette di dimostrare con i numeri quanto sarebbe stato dannoso lo sbarco dell’azienda valtellinese.

La decisione del gruppo appare adesso difficilmente modificabile; Gabriella Mucci, nominata commissario del comune di Manerbio da parte della Prefettura, ha invitato Pini a tornare sui suoi passi, ma il municipio in questo momento ha poteri solo di ordinaria amministrazione.

Renato Zaltieri, ex segretario della Cisl di Brescia e ora candidato alle Regionali nella lista civica di Umberto Ambrosoli, si è detto sconcertato: «Fare le barricate contro chi vuole creare opportunità di lavoro è inconcepibile. Si mettano da parte i fanatismi e si torni a discutere del progetto».

leggi anche questo:

"Salumi Beretta": in Cina non c'è questa burocrazia - Cronaca - La Provincia di Lecco - Notizie di Lecco e Provincia


:rolleyes:


e poi vai a vedere dove ..............hanno inaugurato il nuovo stabilimento:bye:
 
cazzabubbulari................... guardano límpatto ambientale e del traffico..............


e 800 famiglie con la pancia piena che pagano le tasse fann oschifo......... e non contiamo l´indotto..............
 
il porto turistico di Stresa (lago maggiore) è bloccato dal 2001 per cause burocratiche
viva i burocrati:rolleyes:
 
Comunque mi sembra strano che un unico stabilimento da un giorno all' altro assorba il 16 % della produzione nazionale di maiali. :mmmm:
 
cazzabubbulari................... guardano límpatto ambientale e del traffico..............


e 800 famiglie con la pancia piena che pagano le tasse fann oschifo......... e non contiamo l´indotto..............

non dico che sia questo il caso, probabilmente è come dicono ed è la classica urocrazia all'italiana, però non si può costruire e fare quel casso che si vuole per in cambio dei posti di lavoro...
 
Comunque mi sembra strano che un unico stabilimento da un giorno all' altro assorba il 16 % della produzione nazionale di maiali. :mmmm:


mica ci fanno solo i prosciutti a parma........... e dintorni....... il resto qualcosa si deve produrre..... e cioé polpette per hamburgher............:cool:
 
scusate se passo per precisino dell' ostrega, ma l' amburger non è di maiale, è di carne bovina. :o
 
Se non ci liberiamo dei parassiti della politica alla svelta, la Grecia sara' un Bengodi rispetto a quello che accadra' in Italia.
Ma i babbei motorizzati che ancora difendono i partiti credono che si possa andare avanti per l'eternita' a pompare 10-20 miliari di debito al mese.:rolleyes:
 
Ma per fare "lo studio sull'impatto ambientale" erano necessari dei tecnici...

e questi tecnici dovevano sapere di cosa si parlava...

e per sapere di cosa si parlava bisognava essere introdotti nel sistema...

ergo... lo studio lo dovevano far fare o ai tecnici comunali stessi, o agli amici o agli amici degli amici...


funziona così in ogni amministrazione, non c'è bisogno che nessuno te lo dica, lo capisci quando entri in quelle stanze...
 
mica ci fanno solo i prosciutti a parma........... e dintorni....... il resto qualcosa si deve produrre..... e cioé polpette per hamburgher............:cool:

Dei maiali viene sprecato ben poco, dato che probabilmente l' attuale produzione nazionale viene totalmente utilizzata mi domandavo dove trovano ulteriori 4 milioni di maiali da macellare da un anno all' altro e far aumentare la produzione di 4 milioni in un paio d' anni mi sempra impegnativo a dir poco.
 
Ma per fare "lo studio sull'impatto ambientale" erano necessari dei tecnici...

e questi tecnici dovevano sapere di cosa si parlava...

e per sapere di cosa si parlava bisognava essere introdotti nel sistema...

ergo... lo studio lo dovevano far fare o ai tecnici comunali stessi, o agli amici o agli amici degli amici...


funziona così in ogni amministrazione, non c'è bisogno che nessuno te lo dica, lo capisci quando entri in quelle stanze...

In italia si allevano e macellano decine di milioni di maiali i cui allevamenti vengono costantemente monitorati dato che le deiezioni di porco sono particolarmente inquinanti quindi se possono farlo tanti altri lo potevano fare anche in quel posto, i problemi e le soluzioni si conoscono da una vita, a quanto pare non avevano bisogno di 800 posti di lavoro.
 
  • valutazione dell’impatto che l’apertura dello stabilimento avrebbe avuto sul traffico della zona
  • valutazione di impatto strategico sul territorio e una di impatto ambientale, da presentare entro la primavera di quest’anno.
Ma 'ste qazzo di valutazioni perchè non se le fa autonomamente la provincia rapidamente ed altrettanto rapidamente non sforna un responso?

Andiamo avanti così, prima o poi ci sarà una reazione violenta.
 
sarà tutto vero ma ci vedo parecchie incoerenze:

il blocco viene dalla provincia ma la colpa è del sindaco che, ovviamente, ci si premura precisare essere del PD. nulla si dice del responsabile effettivo, daniele molgora, lega nord.

uno stabilimento di 10 ettari da usare come macello di 4 milioni di suini???????? mi pare di sognare:censored::clap:

gli hamburger sono di carne bovina, non suina.

un gruppo così ha le spalle per fare un investimento del genere???
Bresaole Pini S.r.l.
 
di sicuro qualche scribacchino seduto dietro una scrivania a pensare come arrotondare lo stipendio, in nero, ha pensato che quell'olezzo lo avrebbe infastidito, ergo burocraziaaaaa
figli di pu t t ana, arrivera il momento anche per voi.
bastardiKO!
 
pensa al momento non al futuro, hai visto che è successo per pensare al futuro?????????????
accetta tutto , adesso non è il momento di pensare e dubitare.

sarà tutto vero ma ci vedo parecchie incoerenze:

il blocco viene dalla provincia ma la colpa è del sindaco che, ovviamente, ci si premura precisare essere del PD. nulla si dice del responsabile effettivo, daniele molgora, lega nord.

uno stabilimento di 10 ettari da usare come macello di 4 milioni di suini???????? mi pare di sognare:censored::clap:

gli hamburger sono di carne bovina, non suina.

un gruppo così ha le spalle per fare un investimento del genere???
Bresaole Pini S.r.l.
 
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