Anni '60: bastavano cinque anni per comprare casa. Ora ne servono 30. Perche'?

ragazzi ai tempi di craxi gli attuali 40enni ..
 
Ci si mette di piu ad acquistare casa che negli anni '60?

Due considerazioni:

qual'è la differenza qualitativa e, soprattutto, qual'è il monte debiti odierno rispetto agli anni '60? Se consideriamo gli interessi da pagare e le tasse (interessi che paga lo Stato) ogni anno che gravano su attività produttive sempre calanti in proporzione all'occupazione generale (basti considerare quant'è aumentato l'occupazione nel settore pubblico dagli anni '60 ad oggi) forse si capisce perchè in proporzione oggi le case costano di più?
 
non è piuttosto che prima si comprava casa prevalentemente per viverci e poi causa debito e diminuzione impiego produttivo è prevalsa, pr chi poteva, la rendita e quindi l'investimento immobiliare?
 
Ci si mette di piu ad acquistare casa che negli anni '60?

Due considerazioni:

qual'è la differenza qualitativa e, soprattutto, qual'è il monte debiti odierno rispetto agli anni '60? Se consideriamo gli interessi da pagare e le tasse (interessi che paga lo Stato) ogni anno che gravano su attività produttive sempre calanti in proporzione all'occupazione generale (basti considerare quant'è aumentato l'occupazione nel settore pubblico dagli anni '60 ad oggi) forse si capisce perchè in proporzione oggi le case costano di più?




non è piuttosto che prima si comprava casa prevalentemente per viverci e poi causa debito e diminuzione impiego produttivo è prevalsa, pr chi poteva, la rendita e quindi l'investimento immobiliare?

Ecco... queste sono considerazioni che a me, neanche sforzandomi, mi sarebbero mai venute.
Secondo me le case si compravano prima con lo stesso spirito con cui si comprano oggi e io non vedo nessi tra il buy to let o il debito pubblico italiano e il costo delle case.
Ma sarà sicuramente perchè sono superficiale! :D
 
io avevo fatto il confronto tra mio padre, operaio alfa romeo da 1 milione al mese nel 1984 e un operaio attuale di pari anzianità da 1100 euro al mese, veniva 84 stipendi per un casa nuova + box vs 200 stipendi per una casa di 25 anni senza box. Mica male eh ?

io ritengo che anche il mercato immobiliare sia particolarmente legato ai cicli economici che regolano il funzionamento del mondo dal momento in cui i nostri antenati decisero di abbandonare il sistema economico basato sul baratto..
per quanto possa contare il mio piccolo parere, ritengo che, attualmente, diciamo da circa 20 anni o poco più, ci troviamo all'interno della più grande bolla speculativa che si sia mai verificata da quando esiste l'uomo..
insomma, le borse sono salite dagli anni 80 in poi a ritmi vertiginosi, gli immobili hanno subito lo stesso processo, il mercato obbligazionario idem e, di conseguenza anche i debiti pubblici, nonchè quelli privati ( se qualcuno volesse contraddirmi per favore non tirate in mezzo la balla dell'inflazione perchè l'inflazione c'era anche prima)..
il rapporto costo della vita / reddito invece ha registrato prima una flessione, negli anni 90, e poi un graduale stop, o cmq una crescita minore rispetto all'inflazione a partire dall'avvento dell'euro, nel 2002..eppure il mercato immobiliare è continuato a crescere per altri 6 anni in molte zone anche raddoppiando..
inoltre, se, come sostiene colui che ha aperto il post, negli anni 60 una casa si poteva pagare in 5 anni, negli anni 80, si riusciva in 10/15 anni..e non erano di certo mono o bilocali!!!!
ora, mi spiegate perchè ca..o oggi, per un bilocale, bisogna lavorare 20 anni.
:wall::wall::wall::wall:

I miei comprarono casa nel 1967 per 11 milioni circa. Mio padre a quel tempo guadagnava circa 130000 lire al mese.
11 milioni diviso 130mila lire fa circa 90 stipendi che non sono 5 anni ma 7 e mezzo.
La stessa casa oggi potrebbe avere una valutazione di 550000 euro, mentre lo stipendio di mio padre (all'epoca funzionario in una compagnia di assicurazioni) potrebbe essere paragonato a un 2000 euro di oggi.
550mila diviso 2000 fa 225 mesi, che non sono 30 anni ma meno di 20.
In ogni caso che oggi sia diventato più difficile comprare casa, non lo scopriamo noi...

L'ho scritto altre volte, mio padre ha fatto l'ultimo acquisto immobiliare nel 1998 alla periferia di un paesino di 15k abitanti (1km stazione FS, 1km centro, 1km primo supermercato).
Ora io, che faccio il suo stesso lavoro (proprio il suo, ne ho migliorato anche la performance :D), per comprare quello stesso immobile dovrei lavorare due vite.
Non sono passati 40 anni, solo 10.
:eek: :eek::eek:

Alla luce di queste esperienze, tenendo i piedi ben saldi a terra, come immaginate le quotazioni future degli immobili?
 
Alla luce di queste esperienze, tenendo i piedi ben saldi a terra, come immaginate le quotazioni future degli immobili?

Io sono del parere che difficilmente nelle cose della vita si torna indietro!
 
Alla luce di queste esperienze, tenendo i piedi ben saldi a terra, come immaginate le quotazioni future degli immobili?

personalmente ritengo debbano scendere di almeno un 10% entro la fine del 2010..poi non so..anche se la mia idea rimane ribassista x il prossimo decennio..ma questa e' solo la mia idea....:censored:
 
Io sono del parere che difficilmente nelle cose della vita si torna indietro!

Se fosse come dici, saremmo a prezzi ben più lontani da quelli attuali. Poi, negli ultimi 2 anni si è tornati indietro del 15% ;)

personalmente ritengo debbano scendere di almeno un 10% entro la fine del 2010..poi non so..anche se la mia idea rimane ribassista x il prossimo decennio..ma questa e' solo la mia idea....:censored:

Secondo me il prossimo anno sarà molto di più del 10% :yes:
 
Se fosse come dici, saremmo a prezzi ben più lontani da quelli attuali. Poi, negli ultimi 2 anni si è tornati indietro del 15% ;)



Secondo me il prossimo anno sarà molto di più del 10% :yes:

Il mercato immobiliare italiano e' diverso da quello dei paesi anglofoni o spagnoli o giapponesi..siamo più attacati alla proprieta rispetto a questi ultimi..per cui credo in una discesa non troppo ripida ma più lunga.
 
Il mercato immobiliare italiano e' diverso da quello dei paesi anglofoni o spagnoli o giapponesi..siamo più attacati alla proprieta rispetto a questi ultimi..per cui credo in una discesa non troppo ripida ma più lunga.

Credimi, ho girato parecchio per l'Europa (sia anglofona che non) e i discorsi che ho sentito non sono tanto diversi da quelli che si sentono in Italia riguardo al mattone ;)
 
Negli anni 60 bastavano cinque anni di stipendi per comprare casa. Ora ne servono TRENTA. Quali sono secondo voi le cause?

Io additerei le seguenti cause:

1) Boom economico (anni '60), crisi reale (attuale)

2) Politica contro il ceto medio basso

3) Globalizzazione e conseguente impoverimento dell'Italia che non ha investito in ricerca e tecnologie

Le cause non le conosco. In ogni modo per un lungo periodo di tempo l'inflazione dei beni d'investimento (asset inflation) è stata più veloce di quella dei beni di consumo (consumer inflation - alias costo della vita).

Penso per per un periodo di tempo potrebbe accadere il contrario.
 
Quindi bando ai catastrofismi ed alle semplificazioni; chi e' stato prudente probabilmente la sfanghera', chi ha agito d'instinto (da gregge) soffrira'.

La conoscenza (conseguente alla liberta' di informazione ed espressione) e' l'unica vera arma di difesa che ha la persona comune in questi frangenti.

Stiamo imparando ed un giorno, forse, scriveremo e spiegheremo agli altri com'e' andata.

beh certo questo è proprio un ragionamento da persona al sicuro dietro il suo monitor....

Non credo che si risolverà tutto come nella favoletta della cicala e della formica...guarda la Grecia..:cool:
 
questa fase non passerà, perchè si sono create condizioni stabili per l'impoverimento sistematico dei ceti medi e medio bassi


stanno cercando di fare qualcosa (vedi probabile revisione del mercato del lavoro e delle indennità di disoccupazione),

Guarda mi interessano molto questi accenni sulle ultime manipolazioni nel mondo del lavoro, perchè si avvicinano molto ad una ricerca che sto facendo.

Personalmente sono d'accordo con te al punto uno, ma dubito che ci sia l'intenzione di migliorare le cose. Non mi ha stupito infatti il discorso di Treconti che sembrava tanto una boutade, e invece era un messaggio molto importante.
Mi riferisco all'apologia del "lavoro sicuro" . Per molti è sembrato che parlasse contro il precariato e difendesse la sicurezza economica delle famiglie, in realtà denuncia la vera intenzione delle classi sociali dirigenti di tenere in scacco larga parte dei lavoratori. Da un lato bloccando le carriere vietando di fatto l'accesso a tutti quelli sprovvisti della "sponsorizzazione" (diciamo così) dall'altro distruggendo la vera mobilità ed elasticità del lavoro (così come forse la intendeva Biagi) che dovrebbe però basarsi su una società meritocratica (ed ecco perchè ha fallito).

Dovremmo stare molto attenti a queste manipolazioni perchè in realtà una volta passate riescono a modificare molto profondamente il tessuto sociale e le abitudini di un paese. Non sembrerebbe ma se pensiamo al mondo del lavoro prima della legge Maroni (Biagi) ci rendiamo conto di quale cambiamento antropologico stiamo parlando.

Sono convinto che i grandi cambiamenti non sono mai quelli più spettacolari. Se chiedete a me come vedo l'Italia tra dieci anni io vi rispondo senza tema "fascista" . Non molto più di quanto non lo sia oggi, forse semplicemente in modo più esplicito. Ma è un processo che non si è mai interrotto. E' stato svelato da Pasolini, sottovalutato poi, ed è stato raccolto (come il programma di propaganda 2) da Berlusconi. Credo nemmeno tanto segretamente. Il populismo, il potere monopolistico, l'insofferenza per le istituzioni e il parlamento, il personalismo, il manicheismo, la violenza verbale, la demagogia, la propaganda, il servilismo, l'autocensura, l'immunità, quale di questi inquietanti aspetti manca oggi in Italia?

Secondo me ci saranno quindi iniziative tese a tranquilizzare molto gli Italiani, appunto col "posto fisso" e "sicuro", con opere grandiose.....mi spingo oltre: forse suggellando definitivamente quella trattativa con l'antistato MAFIA che potrebbe imporre un suo sistema economico. Non sappiamo infatti a che punto si sia infiltrata ormai, visto che per anni hanno fatto finta che non esistesse più. Potrebbe essere a un passo dal sostituire lo Stato.

Per finire questa mia lunghissima, direi che se un giorno l'uomo arriverà a colonizzare altri pianeti, sarà l'uomo bianco e ricco a farlo, lasciando a Terra quel 99% di popolazione che resterà a respirare aria avariata...
 
dubito che ci sia l'intenzione di migliorare le cose. Non mi ha stupito infatti il discorso di Treconti che sembrava tanto una boutade, e invece era un messaggio molto importante. Mi riferisco all'apologia del "lavoro sicuro" . Per molti è sembrato che parlasse contro il precariato e difendesse la sicurezza economica delle famiglie, in realtà denuncia la vera intenzione delle classi sociali dirigenti di tenere in scacco larga parte dei lavoratori.

lo penso anch'io, come ho scritto gli interventi saranno insufficienti e tardivi... dovremo stare anche molto attenti alle polpette avvelenate, se decideranno di estendere la disoccupazione anche alle partite iva e ai lavoratori a progetto sarà solo un incentivo ad entrare nel mercato del lavoro con contratti più precarizzanti e con zero garanzie...

Dovremmo stare molto attenti a queste manipolazioni perchè in realtà una volta passate riescono a modificare molto profondamente il tessuto sociale e le abitudini di un paese. Non sembrerebbe ma se pensiamo al mondo del lavoro prima della legge Maroni (Biagi) ci rendiamo conto di quale cambiamento antropologico stiamo parlando

basta guardare l'esperienza degli altri Paesi (es. USA), molto più avanzati di noi in fatto di meritocrazia ma...

Il populismo, il potere monopolistico, l'insofferenza per le istituzioni e il parlamento, il personalismo, il manicheismo, la violenza verbale, la demagogia, la propaganda, il servilismo, l'autocensura, l'immunità, quale di questi inquietanti aspetti manca oggi in Italia?

centro! OK!

Secondo me ci saranno quindi iniziative tese a tranquilizzare molto gli Italiani, appunto col "posto fisso" e "sicuro", con opere grandiose.....mi spingo oltre: forse suggellando definitivamente quella trattativa con l'antistato MAFIA che potrebbe imporre un suo sistema economico. Non sappiamo infatti a che punto si sia infiltrata ormai, visto che per anni hanno fatto finta che non esistesse più. Potrebbe essere a un passo dal sostituire lo Stato

secondo me per i primi tempi ci saranno solo palliativi per sostenere i consumi - che finalmente stanno iniziando a capire passano per il mantenimento del potere di spesa del ceto medio; sarà inevitabile (forse come scrivi tu, voluto) il crollo finanziario del ceto medio ed il suo scivolamento verso il basso (che in parte è già realtà). Se la crisi non dovesse sbloccarsi e l'economia ripartire in maniera corposa si arriverà all'aggressione violenta delle banche e dei patrimoni personali ed alla tassazione importante degli assi ereditari, ma non accadrà con questo governo ne' con un governo di sinistra

la mafia verrà molto ridimensionata, in compenso avrà "in appalto" la gestione forse di intere regioni ma a livello nazionale la lotta alla mafia è diventata una priorità assoluta perchè è diventata così forte da ricattare lo Stato e drenare potere da tutti i gangli della vita politica e sociale e questo non verrà più permesso
 
Alla luce di queste esperienze, tenendo i piedi ben saldi a terra, come immaginate le quotazioni future degli immobili?

Io monitoro gli annunci di un paesino di 15k abitanti. Nelle ultime settimane la media degli annunci è calata di 50/60 immobili, evidentemente parecchi entrano in stand-by una volta che scadono i mandati. Il futuro? Parlando con diverse persone che lavorano direttamente e indirettamente nell'immobiliare per il 2010 vedono nerissimo e si augurano una ripresa nel 2011, anche se non hanno dati che la possono prevedere. Staremo a vedere...
:yes::yes::yes:
 
Per esempio per la banca centrale norvegese l'aumento dei prezzi delle case è un male in sè e merita di essere combattuto...

http://www.fiaip.it/Ecostampa/documenti/OWL/OWLHC.PDF

Da "Il Sole 24 Ore" di domenica 20 dicembre 2009
LENTE D'INGRANDIMENTO
Continua la stretta di Oslo

La Norvegia dichiara guerra al rialzo dei prezzi delle case

di Riccardo Sorrentino

E' la più prevedibile delle banche centrali. Anche la più trasparente. Mercoledì però la Norges Bank di Oslo ha sorpreso i mercati e, invece di fermarsi un turno e aspettare febbraio, ha alzato per la seconda volta consecutiva i tassi ,portandoli all'1,75% dall'1,50.

Perché? Quasi niente nella situazione economica sembrava essere cambiato dopo la riunione di ottobre, quando è iniziato il ciclo restrittivo. Almeno non in modo da giustificare tutta questa fretta.

Il Governatore Svein Gjedrem ha parlato di una forte crescita dei consumi, di un impatto limitato dell'ultimo aumento dei tassi, e di un forte incremento dei prezzi delle case. Nulla, di questa analisi, ha impressionato gli analisti. «L'economia interna è stata descritta in rimbalzo, come previsto, ha per esempio notato un economista. In ogni caso, spiegano gli esperti, la stretta è ancora leggera, il costo del denaro resta a livelli espansivi. Anche se, si può forse aggiungere, le vicissitudini dell'Australia, che ha aumentato i tassi per tre volte prima di scoprire che la sua economia stava di nuovo rallentando per una domanda globale meno brillante del previsto, avrebbero potuto consigliare un po' di cautela.

Sarebbe un errore misurare la banca centrale norvegese con lo stesso metro delle altre: la Norges di Oslo è, insieme alla Riksbank di Stoccolma, una delle autorità monetarie più innovative al mondo, quasi un laboratorio per le più grandi. La chiave del rialzo di ieri sta nel forte aumento dei prezzi delle case.

Per gli analisti, soprattutto quelli di scuola americana, inseguire le quotazioni finanziarie e immobiliari con la politica monetaria è sbagliato, o impossibile, o comunque indesiderabile.

In Scandinavia - e alla Banca dei regolamenti internazionali di Basilea che segue con attenzione le esperienze di Oslo e Stoccolma - hanno un approccio totalmente diverso. Anche perché Norvegia e Svezia sono piccole economie, dove tutto è un po' più semplice. Per le due Banche centrali, tenere sotto controllo le quotazioni degli assets è dunque doveroso. «L'andamento di azioni, di bond, dei prezzi delle case, dei crediti e debiti può avere effetti sull'inflazione», spiegò Gjedrem nel lontano 2003, dopo due anni di "esperimenti". Si può esprimere lo stesso concetto in negativo: «Quando una bolla esplode, il risultato -disse - può essere una contrazione economica e la deflazione», la bestia nera delle banche centrali.

La Fed, nel 2003, ha invece abbassato i tassi fino al 1% per contrastare un rischio remoto di deflazione; ha creato una serie di bolle che sono esplose creando anche un calo generalizzato - e per fortuna non una spirale - dei prezzi. L'approccio di Oslo e quello di Washington - che interviene sulle quotazioni degli assets solo quando calano troppo, e non quando sono in eccessivo rialzo - sono quindi lontanissimi.

Il meccanismo grazie al quale un'inflazione finanziaria (e immobiliare) incide sui prezzi al consumo è semplice. «Azioni e immobili - spiegò Gjedrem - coprono una quota importante della ricchezza delle famiglie. Quotazioni più alte aumentano il valore di questa ricchezza, e l'incremento può rapidamente portare a più alti consumi». Non solo: «Quotazioni più alte per immobili commerciali possono essere "scaricati" sotto forma di prezzi più alti di beni e servizi: l'andamento degli assets può quindi influenzare l'inflazione in modo anche più diretto».

Non tutto è così semplice, naturalmente. A volte quotazioni e prezzi al consumo si muovono in senso opposto, e questo rende tutto molto complicato. Non è la prima volta, comunque, che la Norges Bank - e, quando è stato il caso, la Riksbank - tenta di tenere sotto controllo le quotazioni finanziarie e immobiliari. Senza dimenticare la valuta: pur avendo adottato un obiettivo di inflazione (2,5%), una strategia che in genere si accompagna a una valuta fluttuante, la Norges Bank pensa che anche la corona possa essere soggetta a bolle, proprio come un'attività finanziaria. Anche per questo, se il cambio dovesse apprezzarsi troppo, la stretta in corso potrebbe essere un po' rallentata.

riccardo.sorrentino@ilsole24ore.com
 
beh certo questo è proprio un ragionamento da persona al sicuro dietro il suo monitor....

:yes: Vero
Io, oggi, non ho motivo per scendere in piazza: altri, purtroppo, si.

Mi rendo conto di essere fortunato ma non devo niente a nessuno. Ho lasciato il nido a 23 anni spostandomi da tutt'altra parte e partendo da zero.

Come milioni di altri ragazzi in Italia che da almeno quattro generazioni quando capiscono che la zona natia non offre buone opportunita' di vita decidono di trasferrsi altrove in cerca di posti piu' appetibili.

Altri non lo fanno e decidono di investire le proprie risorse laddove sono nati nel tentativo di migliorare le cose con il proprio contributo; hanno tutta la mia stima :yes:.

Quelli che invece si adagiano nell'ovatta lamentandosi "piove governo ladro" li stimo lo stesso, ma un pochino di meno.
 
Per esempio per la banca centrale norvegese l'aumento dei prezzi delle case è un male in sè e merita di essere combattuto...

http://www.fiaip.it/Ecostampa/documenti/OWL/OWLHC.PDF

Da "Il Sole 24 Ore" di domenica 20 dicembre 2009
LENTE D'INGRANDIMENTO
Continua la stretta di Oslo

La Norvegia dichiara guerra al rialzo dei prezzi delle case

di Riccardo Sorrentino

E' la più prevedibile delle banche centrali. Anche la più trasparente. Mercoledì però la Norges Bank di Oslo ha sorpreso i mercati e, invece di fermarsi un turno e aspettare febbraio, ha alzato per la seconda volta consecutiva i tassi ,portandoli all'1,75% dall'1,50.

Perché? Quasi niente nella situazione economica sembrava essere cambiato dopo la riunione di ottobre, quando è iniziato il ciclo restrittivo. Almeno non in modo da giustificare tutta questa fretta.

Il Governatore Svein Gjedrem ha parlato di una forte crescita dei consumi, di un impatto limitato dell'ultimo aumento dei tassi, e di un forte incremento dei prezzi delle case. Nulla, di questa analisi, ha impressionato gli analisti. «L'economia interna è stata descritta in rimbalzo, come previsto, ha per esempio notato un economista. In ogni caso, spiegano gli esperti, la stretta è ancora leggera, il costo del denaro resta a livelli espansivi. Anche se, si può forse aggiungere, le vicissitudini dell'Australia, che ha aumentato i tassi per tre volte prima di scoprire che la sua economia stava di nuovo rallentando per una domanda globale meno brillante del previsto, avrebbero potuto consigliare un po' di cautela.

Sarebbe un errore misurare la banca centrale norvegese con lo stesso metro delle altre: la Norges di Oslo è, insieme alla Riksbank di Stoccolma, una delle autorità monetarie più innovative al mondo, quasi un laboratorio per le più grandi. La chiave del rialzo di ieri sta nel forte aumento dei prezzi delle case.

Per gli analisti, soprattutto quelli di scuola americana, inseguire le quotazioni finanziarie e immobiliari con la politica monetaria è sbagliato, o impossibile, o comunque indesiderabile.

In Scandinavia - e alla Banca dei regolamenti internazionali di Basilea che segue con attenzione le esperienze di Oslo e Stoccolma - hanno un approccio totalmente diverso. Anche perché Norvegia e Svezia sono piccole economie, dove tutto è un po' più semplice. Per le due Banche centrali, tenere sotto controllo le quotazioni degli assets è dunque doveroso. «L'andamento di azioni, di bond, dei prezzi delle case, dei crediti e debiti può avere effetti sull'inflazione», spiegò Gjedrem nel lontano 2003, dopo due anni di "esperimenti". Si può esprimere lo stesso concetto in negativo: «Quando una bolla esplode, il risultato -disse - può essere una contrazione economica e la deflazione», la bestia nera delle banche centrali.

La Fed, nel 2003, ha invece abbassato i tassi fino al 1% per contrastare un rischio remoto di deflazione; ha creato una serie di bolle che sono esplose creando anche un calo generalizzato - e per fortuna non una spirale - dei prezzi. L'approccio di Oslo e quello di Washington - che interviene sulle quotazioni degli assets solo quando calano troppo, e non quando sono in eccessivo rialzo - sono quindi lontanissimi.

Il meccanismo grazie al quale un'inflazione finanziaria (e immobiliare) incide sui prezzi al consumo è semplice. «Azioni e immobili - spiegò Gjedrem - coprono una quota importante della ricchezza delle famiglie. Quotazioni più alte aumentano il valore di questa ricchezza, e l'incremento può rapidamente portare a più alti consumi». Non solo: «Quotazioni più alte per immobili commerciali possono essere "scaricati" sotto forma di prezzi più alti di beni e servizi: l'andamento degli assets può quindi influenzare l'inflazione in modo anche più diretto».

Non tutto è così semplice, naturalmente. A volte quotazioni e prezzi al consumo si muovono in senso opposto, e questo rende tutto molto complicato. Non è la prima volta, comunque, che la Norges Bank - e, quando è stato il caso, la Riksbank - tenta di tenere sotto controllo le quotazioni finanziarie e immobiliari. Senza dimenticare la valuta: pur avendo adottato un obiettivo di inflazione (2,5%), una strategia che in genere si accompagna a una valuta fluttuante, la Norges Bank pensa che anche la corona possa essere soggetta a bolle, proprio come un'attività finanziaria. Anche per questo, se il cambio dovesse apprezzarsi troppo, la stretta in corso potrebbe essere un po' rallentata.

riccardo.sorrentino@ilsole24ore.com


che la Norvegia stia ennemila anni più avanti di noi (direi del resto del mondo) in fatto di economia è cosa nota; e pensare che è anche uno dei Paesi più ricchi d'Europa (possiede vasti giacimenti di petrolio nel Mare del Nord, e andate a vedere come ne gestisce i proventi OK!), roba da fantascienza per le menti sempliciotte, miopi ed arraffone italiotiche... :wall:
 
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