Di nuovo allarme debito pubblico, soffrono le banche. Cade Mediaset
Websim - 10/11/2010 18:09:34
Borse in netto ribasso in tutta Europa con gli investitori di nuovo allarmati dai conti pubblici dei Paesi "periferici", Grecia, Portogallo e Irlanda soprattutto. A Milano l'indice FtseMib è sceso del 2,4%, Londra ha perso lo 0,9%, Parigi -1,4%, Francoforte -1%.
I titoli più venduti sono le banche (Stoxx del settore -1,7%).
A Milano Unicredit (UCG.MI) ha perso il 4,6%, Intesa (ISP.MI) -5,2%, PopMilano (PMI.MI) -4,6%, Ubi (UBI.MI) -3,8%.
A Parigi il CreditAgricole (ACA.PAR) è caduta in ribasso del 4,6%, SociétéGénérale (GLE.PAR) -3%, anche la spagnola Santander (SAN.MC) ha perso il 3% e a Francoforte DeutscheBank (DBK.FRA) è scesa del 2,2%.
A fare scattare il nuovo allarme sulla tenuta della Zona euroè stata la decisione della London Clearing House LCH Clearnet che ha annunciato oggi un aumento dei margini di garanzia per le posizioni su titoli di Stato irlandesi al 15% dell'esposizione netta a partire da domani.
Come reazione, i rendimenti dei bond a 10 anni irlandesi e portoghesi sono schizzati verso l'alto. Lo spread di rendimento tra decennali irlandesi e il Bund tedesco ha rotto la soglia dei 600 punti base ed è salito fino a 606 punti, ennesimo massimo storico, dopo la decisione della clearing house.
L'analogo spread del Portogallo si è allargato di 17 pb fino a 468 punti base dopo il risultato dell'asta di oggi, che ha visto i rendimenti dei titoli di Lisbona salire al massimo dall'adozione dell'euro.
La tensione sui mercati è salita e nel pomeriggio il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha dovuto smentire che l'Irlanda avesse avviato la richiesta di sostegno finanziario da parte dell'Unione europea, dotata di un fondo d'emergenza in grado di intervenire in caso di necessità. Dublino ha fatto sapere di essere in grado di rispettare completamente gli oneri sul debito fino alla metà del 2011.
Come reazione a tutto questo l'euro si è indebolito e il dollaro è salito a 1,370.
Il petrolio è salito in serata a 87,2 dollari al barile. L'oro è in calo a 1.387 dollari in scia al rimbalzo del dollaro.
Alle preoccupazioni sulla Zona euro, si sono accompagnate quelle sul possibile rallentamento della Cina, dopo che la banca centrale di Pechino ha deciso l'innalzamento della riserva obbligatoria delle banche di mezzo punto percentuale. In Europa sono finiti in netto calo i titoli dell'auto (Stoxx del settore -2%). Fiat (F.MI) è scesa dell'1,2%, ma è rimasta sopra i 13 euro. Pirelli (PC.MI) è finita in calo del 2,2%.
In Piazza Affari la perdita maggiore è stata di Mediaset (MS.MI), precipitata del 6,4% dopo avere presentato ieri risultati del terzo trimestre in linea con le attese. Più dei conti, sul titolo pesano le incertezze della situazione politica italiana.
Finmeccanica (FNC.MI) +0,8% è l'unica blue chip italiana che ha chiuso in rialzo.
I risultati trimestrali hanno penalizzato Fondiaria-Sai (FSA.MI) che ha perso il 3,8%.
Fra le mid cap sono salite Tod's (TOD.MI) +1,3% e Yoox +2,3%. In calo Astaldi (AST.MI) -3,4%.
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