antelcat
HEAR THE MESSAGE
- Registrato
- 17/8/01
- Messaggi
- 33.938
- Punti reazioni
- 665
Buongiorno e Buon Trading a Tutti..!!!
Domani a Piazza Affari: necessario un ritorno degli acquirenti
In America la giornata sarà scandita da diversi importanti dati macro e da alcune timestrali societarie. Sotto i riflettori Enel.
Alberto Susic 30 gennaio 18:47
La nuova settimana è partita con il piede sbagliato per le Borse europee che si sono piegate tutte al volere dei ribassisti, terminando gli scambi in calo. Il Dax30 si è difeso meglio degli altri con una flessione dell‘1,06%, seguito a poca distanza dal Ftse100 che ha chiuso in rosso dell‘1,09%, mentre il Cac40 ha lasciato sul parterre l‘1,6%.
Le vendite hanno avuto la meglio anche a Piazza Affari dove il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni a 15.753 punti, con un calo dell‘1,21%, dopo aver toccato un massimo a 15.963 e un minimo a 15.624 punti.
L’indice non è riuscito a riconquistare l’area dei 16.000 punti, violando nell’intraday anche il supporto dei 15.700 che è stato però recuperato in chiusura di sessione. La riconquista del livello appena citato non basta a mettere al riparo da nuove vendite che potrebbero materializzarsi sin da subito.
Conferme in questa direzione arriveranno con la violazione dei 15.700, preludio ad un test di area 15.500/15.400. La perdita anche di questa fascia di prezzo aprirà le porte a flessioni più marcate in direzione dei 15.100/15.000, dove in prima battuta si dovrebbe assistere ad una ripresa degli acquisti.
Il mercato mette sempre più in evidenza una perdita di spinta che si sta materializzando con la mancata riconquista di area 16.000. Le difficoltà incontrate dal Ftse Mib a contatto con quest’area, hanno intiepidito il potenziale rialzista del mercato che dovrà mostrare i muscoli ora se vorrà proseguire lungo la via dei guadagni.
Con la tenuta di area 15.700 l’indice potrà tentare di dare vita ad un recupero che oltre i 16.000 punti lo porterà a confrontarsi nuovamente con l’ostacolo dei 16.150/16.200. Sarà questa l’ultima barriera da abbattere per poter ambire ad un recupero in direzione dei 16.500/16.600, oltre i quali l’attenzione si sposterà sui 17.000 punti nella migliore delle ipotesi.
Per le novità attese domani sul fronte macro si segnala l’indice Redbook relativo alle vendite al dettaglio nelle maggiori catene Usa, con riferimento alle prime quattro settimane di gennaio. In agenda anche l’indice S&P Case-Shiller che a novembre dovrebbe mostrare una variaione negativa del 3,2%, in recupero rispetto al calo del 3,4% precedente.
Per il costo unitario del lavoro riferito al quarto trimestre del 2011 si stima un rialzo dello 0,4% in confronto allo 0,3% dei tre mesi precedenti. In calendario anche l’indice Chicago PMI che a gennaio dovrebbe attestarsi a 63 punti dai 62,2 di dicembre. Infine, per la fiducia dei consumatori a gennaio si stima una lettura a 68 punti dai 64,5 di dicembre.
Sul versante societario, sempre per domani, si segnalano i risultati del quarto trimestre del 2011 di Eli Lilly, Exxon Mobil e Pfizer, mentre a mercati chiusi l’attenzione si sposterà su Amazon.com.
In Europa sarà diffuso l’aggiornamento relativo al tasso di disoccupazione che a dicembre dovrebbe salire al 10,4% rispetto al 10,3% precedente. In Germania si segnalano le vendite al dettaglio di dicembre, viste in rialzo dello 0,8% rispetto al calo dello 0,9% del mese di novembre.
A Piazza affari si guarderà tra le blue chips ad Enel che presenterà i dati preliminari dell’esercizio 2011 e allo stesso appuntamento sarano chiamati Benetton ed Emak. In agenda anche l’assemblea degli azionsiti di Screen Service per l’approvazione dei dati di bilancio dell’ultimo esercizio.
Wall Street: siamo alle solite, ancora piatta
Microsoft, Apple, Verisign e Ibm sostenuti dalle voci di un imminente sbarco in borsa per Facebook. Sul fondo bancari e petroliferi.
Giancarlo Marcotti 30 gennaio 23:39
Per info visita il sito: finanzainchiaro.it
Ennesima seduta poco mossa per gli indici statunitensi che ormai in questo 2012 sono abbonati a variazioni insignificanti, certamente, per come si era messa all’inizio, questo risultato è senza dubbio confortante e testimonia ancora una volta che non è la liquidità a mancare.
Dati macro poco significativi in uscita oggi, certo quello più atteso, non è stato entusiasmante, sono risultate infatti invariate le spese personali, mentre ci si attendeva una crescita dello 0,2%.
Il dollaro ha recuperato nei confronti della moneta unica zavorrata dalle preoccupazioni sulla situazione in Portogallo, i titoli decennali lusitani sono arrivati oggi a rendere oltre il 16%, testimoniando ancora una volta che la soluzione dei debiti sovrani è tutt’ora molto lontana.
Ma a nostro avviso è il cambio con lo yen che potrebbe diventare esplosivo, anche oggi la moneta nipponica si è apprezza in barba a tutti gli indicatori economici, ora la situazione, per il Paese del Sol Levante, rischia di diventare insostenibile, non si sganciano più le bombe atomiche ma i mercati valutari forse non son meno pericolosi.
L’economia nipponica rischia davvero la paralisi e per un Paese con un debito pubblico assolutamente fuori controllo le conseguenze sarebbero letali, speriamo che si possa arrivare ad un punto di compromesso, forse la decisione svizzera, che tante critiche aveva ricevuto, non pare del tutto sbagliata.
Ma torniamo agli Stati Uniti perché una notizia, o meglio un rumor (ma di quelli che fa molto rumor) oggi è uscita, e sarebbe la richiesta, che dovrebbe essere prossima, di quotazione per Facebook . Non è una novità, da tempo ad intervalli costanti si mette fuori la voce per, come diceva Jannacci, “vedere di nascosto l’effetto che fa”, le altre volte queste voci sono poi rientrate, ora, invece, sembra proprio che si voglia andare in fondo.
Valutazione del social network? 100 miliardi di dollari, mica male, tra quattro e cinque volte tanto quel che fu valutata Google nel 2004 (23 miliardi di dollari). Ovviamente non abbiamo alcun termine per fare una valutazione che abbia un minimo senso logico, speriamo solo che chi ha fatto i calcoli li abbia fatti a ragion veduta, altrimenti il botto sarebbe davvero grande.
Ma arriviamo come al solito ai nostri indici a stelle e strisce.
Dow Jones (-0,05%) è il titolo tecnologico per eccellenza a svettare in testa ai guadagni odierni, Microsoft (+1,30%) che si riprende immediatamente dopo un paio di sedute in cui aveva tirato il fiato. E’ arrivato anche il rimbalzo di Verizon (+1,07%) che interrompe una serie negativa che durava da sei sedute consecutive. Quindi IBM ( +1,07%).
Torna sul fondo di classifica Bank of America (-3,02%) giunto al terzo ribasso consecutivo. Procter & Gamble (-1,70%) che ha subito un taglio di rating da UBS e American Express (-1,46%) che in intraday era scesa anche sotto il livello dei 49 dollari.
S&P 500 (-0,25%) bella prova di Monsanto (+2,19%), per il colosso del settore agricolo una partenza di seduta in sofferenza, ma poi solo acquisti, ed alla fine chiusura sopra quota 82 dollari ai massimi degli ultimi due anni. A seguire solo titoli quotati al Nasdaq, come Qualcomm (+1,45%), Dell Computer (+1,43%) e Apple (+1,28%).
Settore bancario e petrolifero sul fondo della classifica, Capital One Financial (-2,71%), National-Oilwell (-2,52%) e Citigroup (-2,07%).
Nasdaq (-0,16%) torna vicinissima ai massimi dell’ultimo anno Verisign (+2,18%), a seguire troviamo Micron Technology (+1,75%) quindi Nuance Communications (+1,65%) che torna a salire dopo qualche presa di beneficio dovuta al superamento dei massimi assoluti.
Ribassi abbastanza pesanti per Ctrip.com (-5,68%) che invece torna a scendere dopo un discreto recupero, a seguire Staples (-4,87%) e First Solar (-3,82%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro.
Ultima modifica: