Argentina 39: holdouts, Griesa Pollack 30 luglio

Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l?Argentina - Formiche

Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l’Argentina
31 - 07 - 2014Rossana Miranda
Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l’ArgentinaLa stampa argentina ha definito quello di oggi un “default effimero”. Ma al di là delle definizioni, quello dell’Argentina è un vero fallimento finanziario, il secondo in 13 anni. Da oggi il Paese sudamericano ha cessato i pagamenti delle cedola dei bond Discount; un crollo economico atteso da mesi, spinto forse dai fondi hedge, impegnati in difendere i proprio interessi, e la testardaggine del governo argentino.CRONACA DELLA CRISI ANNUNCIATACristina Fernández de Kirchner aveva assicurato che il debito sarebbe stato ripagato. “Noi non fuggiamo dai nostri impegni. Pagheremmo il dovuto”, aveva assicurato. Il ministero dell’Economia aveva però chiesto altri 30 giorni per arrivare ad un accordo con gli hedge, “fondos buitres” (fondi avvoltoi), come vengono chiamati in Argentina. Ma nonostante il tempo sia stato concesso, la scadenza è arrivata senza grossi cambiamenti. L’Argentina non ha pagato gli interessi dovuti sui nuovi bond: 539 milioni di dollari.IL MANAGER CONTRO IL PRESIDENTEUno dei personaggi chiave nelle trattative è Jay Newman. A un primo sguardo sembrerebbe lo Steve Jobs della finanza: alto e magro, quasi fragile e timido. Ma Newman è tutt’altro che vulnerabile. Si è posto di traverso alle trattative tra il governo argentino e i fondi speculativi per difendere l’interesse della società che amministra, la Elliott Management, e non ha nessuna intenzione di togliere il disturbo.GLI INTERESSI DELLA ELLIOT MANAGEMENTDa un moderno grattacielo nella 40ª West della 57 street di New York, a pochi passi da Central Park, Newman ha cominciato a fare pressione. Secondo quanto riporta la stampa, gli uffici della Elliott Management sembrano la sala vip di un aeroporto. Sono passati 10 anni da quando questo fondo ha deciso di tenere il silenzio stampa sulla gestione della crisi in Argentina, ma visto l’atteggiamento del governo della vedova Kirchner a novembre dell’anno scorso ha scelto di parlare.L’ALLEANZA CON IL GIUDICEAlcune voci sostengono che è stata proprio la Elliot Management a convincere il giudice Thomas Griesa della Corte d’appello americana a non concedere un ulteriore rinvio all’Argentina. Secondo il quotidiano finanziario messicano Perfil, nel 2010 Newman è riuscito a far saldare all’Argentina circa 300 milioni di dollari dovuti all’Elliot e nel 2012 era dietro le quinte nel pignoramento della Fragata Libertad in Ghana. “In un solo pomeriggio tutto questo potrebbe risolversi – ha detto – ma manca la volontà del governo”.IMPARARE DAGLI ERRORIIn un editoriale pubblicato sul Financial Times, Newman ha scritto: “Quando un Paese sperimenta una crisi del debito, i suoi leader cercano di risolvere la questione al più presto. L’Argentina è diversa. Sono quasi 12 anni, ci sono più di 80 miliardi di dollari di debito e i problemi restano irrisolti. La nostra azienda, che gestisce soldi per fondi di pensioni, università e altri, è tra i detentori del debito in default”.IRRESPONSABILITÀ DEI LEADER“Anche se il Paese potrebbe facilmente permettersi di pagare tutto il suo debito domani, i suoi leader hanno scelto di sprecare tempo e denaro della nazione conducendo una battaglia legale inutile contro i suoi creditori non pagati”, ha aggiunto. E così, alla fine dei 30 giorni concessi al governo di Fernández de Kirchner, accompagnato da qualsiasi aggettivo, in Argentina è arrivato un nuovo default.

Concordo..
monica
 
Posible acuerdo de último minuto impulsa a mercados argentinos
Dinero en imagen-hace 1 hora

El índice bursátil Merval de Buenos Aires subía un fuerte 5.37% a 8,805.88 unidades

....

La bolsa porteña cae 3,7%; bonos hasta 5% y ADRs 12%
Ambito.com-hace 1 hora

El índice Merval desciende 3,7% a 8.579,45 unidades y así se aleja del récord alcanzado ayer antes de que se conozca la noticia. El plan original de los .

What else??
 
Godetevi l'intervallo argentino
perche' fra poco sui mercati ci saranno ben altre gatte da pelare.

Finanza e Mercati In primo piano
L'allarme di Greenspan: per le Borse prevedo una significativa correzione

di Enrico Marro31 luglio 2014


Una significativa correzione per le Borse. La prevede uno dei grandi vecchi della finanza americana, l'ex numero uno della Federal Reserve Alan Greenspan. L'arzillo 88enne, che guidò la banca centrale più potente del mondo per oltre 18 anni, negli ultimi tempi ci ha preso gusto a fare il gufo. Ieri, durante la trasmissione tv In the Loop with Betty Liu, uno dei format più famosi di Bloomberg...
 
Mi unisco a Querty....
E' una battuta..vero????
Non possono essere così..così...così..... non riesco neppure a trovare un termine:eek:
Monica

sono semplicemente degli estorsionisti professionali.. che non accettano l'idea di trovarsi dall'altro lato del tavolo, per una volta.
 
.. e si che è così!! .....

Solo resta la definición de Griesa - ARG Noticias - Volvé a creer en las Noticias
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NEGOCIACIONES PRIVADAS A CONTRARRELOJ

Una vez que se conoció la noticia del fracaso de la mediación encabezada por Daniel Pollack, la negociación entre los bancos nucleados en la Asociación de Bancos de Argentina (Adeba) y los fondos buitre pasó a un primer plano. La oferta de las entidades privadas argentinas -a la cual se sumaron otras extranjeras, como Citibank, JP Morgan y HSBC- es comprar la deuda en manos de los holdouts para luego negociar directamente con el Estado argentino. De este modo, se evitaría la sentencia del juez Griesa, que prohíbe pagar a los bonistas hasta tanto hayan cobrado los fondos buitre.

... prima compri e poi 'negozi' direttamente con il governo argentino che ti offre lo swap 2010.
 
La bolsa portea cae 6,4%; bonos hasta 7% y ADRs 12% - Ambito.com

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El plan original de los bancos liderados por ADEBA se cayó pero desde este jueves por la mañana se retomaron en simultáneo a las fallidas negociaciones con los fondos buitre, básicamente a través de entidades extranjeras entre las que se hallan Citibank, JP Morgan y el HSBC. Tras el cuarto intermedio, este jueves continúan las reuniones en Nueva York y en Buenos Aires para avanzar con el acuerdo.

Sobre los montos a pagar no hay discusión, dado que el número final para comprar a acreedores el reclamo contra la Argentina oscila en torno a los u$s 1.400 millones. Había pujas sobre las cuotas; los fondos buitre exigen contar con u$s 700 millones antes de fin de año.

Entre los títulos públicos, el Bonar 2017 desciende 4,5%; el Discount 7% y el Boden 2015 4,4%. Además, en la Bolsa de Nueva York los papeles argentinos se desploman con los bancos y energéticas a la cabeza.

Por su parte, el riesgo país asciende 13,9% a 622 puntos básicos luego de las fuertes bajas de las últimas ruedas y en especial en la de ayer cuando cayó 20%.
 
El 44 % de los argentinos culpa al Gobierno del cese de pagos, según sondeo

El 44 % de los argentinos culpa al Gobierno del cese de pagos, según sondeo - Terra Perú

El 44,2 por ciento de los argentinos responsabiliza al Gobierno de la presidenta Cristina Fernández de abocar al país al cese de pagos, tras el fracaso de las negociaciones con los fondos especulativos que litigaron en tribunales estadounidenses, según una encuesta difundida hoy.

De acuerdo a un sondeo realizado por la consultora Management & Fit, el 17,6 % de las personas culpan al juez estadounidense Thomas Griesa de la nueva suspensión de pagos que afronta Argentina, y sólo el 9 % afirma que los responsables son los fondos especulativos, denominados por el Gobierno argentino como "fondos buitre".

Según el estudio publicado hoy por el diario económico El Cronista Comercial, el 60 % de los argentinos valoró negativamente las gestiones llevadas adelante por el Gobierno para pagar a los tenedores de bonos reestructurados y evitar así que el país entrara en el quinto cese de pagos de su historia.
 
.. e si che è così!! .....

Solo resta la definición de Griesa - ARG Noticias - Volvé a creer en las Noticias
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NEGOCIACIONES PRIVADAS A CONTRARRELOJ

Una vez que se conoció la noticia del fracaso de la mediación encabezada por Daniel Pollack, la negociación entre los bancos nucleados en la Asociación de Bancos de Argentina (Adeba) y los fondos buitre pasó a un primer plano. La oferta de las entidades privadas argentinas -a la cual se sumaron otras extranjeras, como Citibank, JP Morgan y HSBC- es comprar la deuda en manos de los holdouts para luego negociar directamente con el Estado argentino. De este modo, se evitaría la sentencia del juez Griesa, que prohíbe pagar a los bonistas hasta tanto hayan cobrado los fondos buitre.

... prima compri e poi 'negozi' direttamente con il governo argentino che ti offre lo swap 2010.

Le banche private in questo caso farebbero da "mediatore" di facciata e col piffero che ci rimetteranno. Sicuramente riceveranno SOTTOBANCO dalla ratoladrona piu' di quanto versano agli HO americani.

Come gia' detto, questo e' banditismo di stato.
 
Argentina, il paese dai default seriali

Una lunga storia di boom e bolle economiche quella dell'Argentina: Buenos Aires ha fatto default sette volte sul suo debito estero e cinque volte su quello interno da quando ha conquistato l'indipendenza 200 anni fa. Alcuni la definiscono un paese che fa default in modo seriale.

Il primo default risale al 1827, solo 11 anni dopo la dichiarazione d'indipendenza dalla Spagna. Una transizione dal dominio spagnolo finanziata con bond emessi a Londra, entrati in crisi quando la Banca d'Inghilterra ha aumentato i tassi di interesse mentre le borse crollavano e l'Europa era in recessione. L'Argentina allora non riprese i pagamenti sui bond in default fino al 1857.

Una pace durata solo fino al 1890, quando si diffuse il panico sui mercati in seguito alle crisi della Baring Brothers, sull'orlo del collasso per i forti prestiti concessi all'Argentina che aveva acceso finanziamenti per costruire ferrovie e modernizzare Buenos Aires per trasformarla nella "Parigi del Sud America". L'Argentina fece default e ci vollero quattro prima che ricominciasse a pagare.

Nel 1915 e nel 1930 a fare default furono delle province argentine, anche se il governo federale continuò a pagare i debiti. L'ondata di nazionalizzazioni e protezionismo di Juan Domingo Peron spinsero l'economia dell'Argentina a una nuova crisi: Peron venne cacciato nel 1955 e Buenos Aires raggiunse un accordo con il Club di Parigi nel 1956 per evitare un nuovo default. Parte di quel debito è quello che è andato in default nel 2001: solo all'inizio di quest'anno il governo
argentino ha raggiunto un accordo per ripagare gli ultimi fondi che deve al Club di Parigi.

Negli anni 1980 una nuova crisi del debito ha spinto decine di paesi dell'America Latina e dell'Africa in default. Buenos Aires ha fermato i pagamenti sul debito estero nel 1982 e fatto default sul debito interno nel 1989. Ci sono voluti 10 anni per poi emergere dal default ed emettere i bond denominati in dollari Brady, dal nome del segretario al Tesoro americano Nicholas Brady.

Nel 2001 l'Argentina ha fatto default su quasi 100 miliardi di dollari, il maggior default di un paese nella storia.

(31 luglio 2014) © Riproduzione riservata



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QUESTI SONO I TITOLI CHE LE BANCHE ITALIOTE
RACCOMANDAVANO NEGLI ANNI 2000-2001
AD I LORO RISPARMIATORI,
BANCHE DI IPOCRITI VENDUTE ALLE COMMISSIONI DI VENDITA ARGENTINE,
ALTRO CHE TASK FORCE, ICISID E COMPAGNIA CANTANTE.
 
Ultima modifica:
:eek::eek::eek::eek:
All' ONU, all' Aia .... e poi alla SACRA ROTA ... lì ci contano su di un aiutino di Bergoglio :D:D:D:D

E se non bastasse faranno anche una seduta spiritica per chiedere al capo del pallone argentino appena deceduto di passare una bustarella a San Pietro perchè vada a chiedere al Sommo Capo di far organizzare a Suo Figlio una sessione straordinaria (sai ... aspettare la Fine del Mondo è un po' lunga: le prossime elezioni presidenziali di Ladronia dovrebbero arrivare prima ;););):D) del MASSIMO GIUDIZIO, da trasmettere in Cosmovisione (a pagamento anche già al Piano di Sotto ;)) per stabilire una volta per tutte che Griesa è brutto, cattivo e deve andare al Piano di Sotto e che la Faraona Rataladrona non ha fatto DEFAULT ma ha fatto RODOLFO :rotfl::rotfl:



Papa Bergoglio è neutrale.... :cool:


http://dockets.justia.com/docket/new-york/nysdce/1:2010cv01598/359144


images
 
domani mattina si riuinisce il comitato isda su richesta UBS.
 
oltre a ricorrere al tribunale dell'Aja, a quello del malato e all'ONU , l'argentina sta seriamente valutando anche se partecipare a forum.
 
Stasera invece squittisce ...ops...parla la rataladrona.
Io non dico sia i.d.i.o.t.a.
Dico solo che il suo cervello, appena si è reso conto di cosa era lei, è scappato di gran fretta.
Monica
 
INVIO SENZA COMMENTI UN ARTICOLO TROVATO SU UN SITO CATTOLICO
RIGUARDA L'ARGENTINO PAPA BERGOGLIO

Un Papato soggiogato


Siccome non sono addentro alle cose clericali, mi fido di quel che scrivono i vaticanisti. Ora, non so se sia vero quel che Margheriti Mastino e Sandro Magister scrivono sulla visita del Papa a Caserta. Ma se lo è, bisogna trarne conclusioni sullo stato psichico del successore di Pietro.

Comincio da Mastino: «Il papa, motu proprio, aveva annunciato di voler visitare Caserta per il 26 luglio. Ma non da capo della Chiesa, non per incontrare i cattolici del luogo, non per una visita pastorale. Bensì in visita privata, come un qualunque signor Rossi, al suo amico Giovanni Traettino, pastore di una denominazione protestante che sta costruendo alle porte di Caserta la sua chiesa, cosiddetta della Riconciliazione. Ma neppure un saluto ai cattolici, neppure un minuto di sosta in Duomo. I fedeli di Caserta non l’hanno mandata giù (...)», come era prevedibile. Ci sono stati vari tentativi di far ragionare Bergoglio sul fatto che «il giorno che il papa aveva scelto per rendere omaggio al leader protestante Traettino e alla sua chiesa in costruzione, il 26 luglio, era proprio il giorno di Sant’Anna, festa patronale a Caserta. Veramente incredibile che il Papa abbia scelto un giorno tanto improvvido».

Un’offesa ai fedeli cattolici casertani, di cui è padre. La spiegazione data è che il Papa « non desiderava contaminare di elementi troppo confessionali (sic) quell’appuntamento tutto teso all’ecumenismo per così come egli l’intende». Bergoglio ha pestato i piedi, ostinato. «Proprio non voleva saperne di visitare anche la diocesi di Caserta, dopo l’appuntamento con l’amico pentecostale Traettino». E «l’insistenza dei collaboratori, che ormai era disperazione, lo ha ulteriormente irritato».

Il Papa si irrita, il Papa non ascolta consigli, non accetta ragione; (come dicono a Roma) si intigna; l’abbiamo già visto – per esempio, rispondere alle critiche suscitate dalla sua seconda intervista a Scalfari facendo pubblicare come «magistero» vaticano la prima intervista, che aveva accettato di togliere: un rigurgito di rabbia cieca, che è benevolo definire puerile. Continuiamo il racconto secondo Margheriti Mastino:

«Il vescovo (di Caserta) D’Alise, sempre più pressato dai suoi fedeli, ha tentato il tutto per tutto, e per schivare ogni ulteriore rifiuto papale (...) ha preso carta e penna e ha scritto a nome di tutti i casertani e diocesani al segretario di Stato, Pietro Parolin, avendo premura di rendere pubblica la quasi straziante lettera, rivolta al papa: «Santità, incontri anche i miei concittadini», cioè i cattolici, che si accontenterebbero «di avere anche solo un abbraccio fugace». Gesto che al nuovo vescovo di Caserta, nominato pochi mesi fa proprio da Francesco, potrebbe costar caro: si dice che il Papa era irritato per essere stato così «incastrato». Voci di corridoio mormorano che Francesco se l’è legata al dito e, tempo un annetto, rimuoverà da Caserta il buon mons. D’Alife».

Il Papa se la lega al dito, il Papa si vendica, il Papa non perdona.

«Dopo mille trattative tremebonde della Segreteria di Stato, il Papa ha optato per la soluzione più complicata, dispendiosa e anche stravagante: accettava di fare una veloce visita per il 26 luglio a Caserta, in occasione della festa patronale, celebrare una messa in fretta e furia e di corsa tornare a Roma. Ma per poi ritornando a Caserta un giorno dopo, il 28, in «visita strettamente privata»: solo e solamente per il suo amico pentecostale Traettino. Senza «contaminazioni» cattoliche, che possano disturbare i protestanti.



Il motivo per questa ostinata volontà di Bergoglio di incontrare il predicatore protestante «Giovanni Traettino, conosciuto nel 2006 a Buenos Aires in occasione di un dibattito con l’allora arcivescovo della capitale argentina» senza contaminazioni cattoliche, secondo Sandro Magister, «fa parte di uno sforzo a più largo raggio che papa Francesco sta compiendo per catturare le simpatie dei leader mondiali di quei movimenti evangelical e pentecostali che soprattutto nell’America latina sono i più temibili concorrenti della Chiesa cattolica, alla quale strappano masse ingenti di fedeli.. I cristiani evangelical e pentecostali, sorti un secolo fa in ambito protestante, hanno avuto una espansione spettacolare. Si calcola che siano oggi quasi un terzo dei circa due miliardi di cristiani presenti nel mondo, e tre quarti dei protestanti.

È il successo di questi cristianisti ad affascinare il Papa. Il criterio del successo a cui Cristo non si mantenne fedele: morì da fallito e delinquente, i suoi dodici discepoli si squagliarono anziché difenderlo, e uno lo tradì.

Come racconta Magister, i cordiali incontri di Bergoglio coi telepredicatori si sono molto infittiti da quando è Papa: «Il 4 giugno, il papa ha incontrato a lungo nel residence di Santa Marta alcuni leader evangelical degli Stati Uniti, tra i quali il celebre televangelista Joel Osteen, il pastore californiano Tim Timmons e il presidente dell’Evangelical Westmont College Gayle D. Beebe. Il 24 giugno altro incontro. Questa volta con i televangelisti del Texas James Robinson e Kenneth Copeland, col vescovo Anthony Palmer della Communion of Evangelical Episcopal Churches, con i coniugi John e Carol Arnott di Toronto e altri leader religiosi di spicco. C’erano anche Geoff Tunnicliffe e Brian C. Stiller, rispettivamente segretario generale e “ambasciatore” della World Evangelical Alliance. L’incontro è durato tre ore ed è continuato a pranzo, nel refettorio di Santa Marta, dove il papa, tra grandi risate, ha battuto un cinque a palme aperte con il pastore Robinson (vedi foto).

Magister ci informa che due dei suddetti tele-pentecostali, «Copeland e Osteen sono sostenitori della teologia della prosperità, secondo cui più in ciascuno la fede cresce più cresce la ricchezza. Sono essi stessi molto ricchi e conducono uno stile di vita dispendioso. Ma Francesco ha loro risparmiato una predica sulla povertà».

Uno dei suddetti invitati, Brian C. Stiller, il cosiddetto ambasciatore della World Evangelical Alliance, ci ha lasciato un resoconto del ridanciano incontro, Lunch with the Pope.

«Stando a quanto riferito dall’ambasciatore Stiller, il papa ha loro assicurato: “Non sono interessato a convertire gli evangelical al cattolicesimo. Su molti punti di dottrina non ci troviamo d’accordo. Ci basta mostrare l’amore di Gesù».

Già avevamo appreso che il Papa considera la «dottrina» cattolica un mero ostacolo, un soma di cui i cattolici devono liberarci, sennò non riescono a «mostrare l’amore di Gesù». Agli amiconi pentecostali, inoltre, il Papa ««Ha anche detto d’aver imparato dalla sua amicizia con il pastore Traettino che la Chiesa cattolica, con la sua imponente presenza, fa troppo da ostacolo alla crescita e alla testimonianza di queste comunità. E anche per questo motivo aveva pensato di visitare la comunità pentecostale di Caserta: “per chiedere scusa per le difficoltà date alla comunità”».

Ancora a chiedere perdono

Allora, vediamo di capire: Bergoglio è stato eletto Papa dal Conclave per favorire l’espansione della comunità pentecostale (protestante ) di Caserta? Si duole che la Chiesa cattolica, «con la sua imponente presenza» impedisce la crescita e testimonianza dei protestanti. Abbiamo capito bene? Sì.

E infatti, ha dichiarato apertamente ai cattolici di Caserrta – da punire, visto che avevano avuto l’odiosa, inqualificabile pretesa dei ricevere anche loro la visita del loro Pontefice – «che lui ritorna (il giorno dopo) a Caserta lunedì per «chiedere perdono» a Traettino per i fastidi che gli produce la comunità cattolica – ossia tutta Caserta, in questo caso – e dunque per le difficoltà che la capillare presenza dei cattolici, con le loro chiese, crea alla diffusione e proliferazione della denominazione pentecostale di Traettino, sempre a Caserta. Mastino ricorda che, a Scalfari, Bergoglio ha detto di essere «assolutamente contrario alla “sciocchezza delle proselitismo” cattolico»; ma invece e palesemente, ma è «tutt’altro che sfavorevole al proselitismo pentecostale, anche se, come è dimostrato, va a tutto discapito della Chiesa Cattolica».

E non si è limitato a questo: ha dichiarato che domandava perdono agli evangelici (come ha scritto sabato Il Messaggero) per le presunte persecuzioni fasciste, per le «responsabilità», altrettanto presunte, di italiani, casertani e cattolici nell’emanazione delle leggi razziali che, a quanto dice il vescovo di Roma, hanno danneggiato principalmente la comunità evangelica. Cose che probabilmente, supponiamo, gli avrà suggerito per telefono lo stesso Traettino».

Perfetto: il Papa non ascolta i cattolici, rifiuta di prestare orecchio alle ragioni dei fedeli che perseguita (Francescani dell’Immacolata). Ma invece si beve le narrative di questo Treattino, che sragiona e gli racconta di responsabilità dei cattolici (e dei casertani in particolare) nelle persecuzioni fasciste e nelle leggi razziali che hanno colpito «soprattutto i protestanti»... Ed è andato a chiedere perdono a nome di tutta la Chiesa e di noi credenti, oltre che dei suddetti delitti immaginari, anche di questo: aver ostacolato, per il fatto di esistere, il fiorire dei protestanti a Caserta.

Il pastore Traettino
Il pastore Traettino
Occorre sùbito vedere chi è questo Giovanni Treattino, che racconta le palle che il Bergoglio si beve, questo amico da cui ardeva di andare «in visita privata» ma pubblicizzatissima. Da dove viene? Dal PCI. È vero che poi ha incontrato lo Spirito Santo, come tutti i cristianisti-rinati americani. E come loro, è diventato un antipapista anti-cattolico fanatico: inveisce contro il culto della Madonna e dei santi, odia la Presenza Reale che vede solo come superstizione. «Nel 2003 uscì l’enciclica Ecclesia de Eucharistia di Wojtyla, Traettino disse la sua e in una predica criticò il Papa accusandolo di “riportare la Chiesa al Tridentino”».

Però l’incontro con alcuni carismatici cattolici invasati dallo spirito (ecumenico), ha mutato le cose. Treattino infatti riceve disposizioni direttamente da Dio, come ha rivelato nel suo blog.

Scrive: «Allora il Signore mi disse: “Alzati! Va’ con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io”». La vigilia di Pentecoste, a Bari, Dio lo incontrò ancora, e gli parlò: «”Domani laverai i piedi a uno dei responsabili del Rinnovamento carismatico». «Signore – risposi – non è possibile! Tu lo sai che non è lecito a un evangelico conservatore nel nostro paese associarsi ai cattolici”». (...) Alla fine cede Traettino: «Cercai di resistere al Signore… ma Egli mi espugnò».

Su ordine di Dio, Traettino si dà alla missione: la «Riconciliazione» con i cattolici. Certi gruppi protestanti ostili, denunciano – cosa di cui siamo grati – che la comunicazione di Dio ricevuta dal pastore « è frutto della sua immaginazione e non un comando divino. Vediamo in quell’atto un gesto astuto per accaparrarsi le simpatie dei Cattolici. Gesto che gli è stato contraccambiato dai Cattolici alla XIX Convocazione Nazionale del RnS, col bacio dei piedi».

Si allude al fatto che a Bari nel 1992, davanti a centinaia di cattolici carismatici (Rinnovameno ì nello Spirito, RnS), durante un tipico raduno sincretista, Traettino lavò i piedi a un francescano pentecostalista, commosso fino alle lacrime. «Con quel gesto ci è sembrato cogliere come se il mondo evangelico perdonasse i propri persecutori». (I persecutori saremmo noi cattolici). Ai gruppuscoli protestanti che gli rimproverano questo ecumenismo coi papisti, Traettino «spiega che han capito male: semmai era il Papa a doversi «riconciliare con il vero Gesù Cristo». Abbandonando la dottrina della Chiesa, fonte di divisione.

Sic.

Il furbo pastore resta fermo nella sua missione: «La riconciliazione è possibile, purché la Chiesa di Roma metta via le sue dottrine umane». Cioè il Magistero... E beninteso la sorpassata, pagana credenza nella Presenza Reale eucaristica. Tolta questa superstizione dai cuori cattolici, essi potranno confluire da subalterni nella «chiesa» inventata da Traettino, onde sciogliersi nel protestantesimo da telepredicatori. Naturalmente dopo aver ricevuto da lui un secondo battesimo, non essendo quello cattolico valido.

È proprio lo Spirito Santo?

Questa prospettiva di fusione non manca di entusiasmare svaporati ancorché prestigiosi esponenti dei cattolico-carismatici. «Lo Spirito Santo è all’opera, per abbattere ogni settarismo e ogni barriera umana ed ecclesiale. Con l’unità godibile e osservabile di cui gode la Trinità. La Trinità è la chiesa prima della chiesa», s’è rallegrato frate Raniero Cantalamessa, predicatore apostolico del papa, su Rai1, rinnovando la richiesta di perdono dei cattolici (per cosa e a nome di cui non si sa)».

Ora, è impossbile non notare che il Papa che sta dirottando la Chiesa bimillenaria a questa fusione irenistica, rivela un carattere gravemente manchevole e uno stato mentale perturbato, preoccupante, per uno chiamato dal Cielo a tanto alta opera.

Come abbiamo visto, Bergoglio è uno che pesta i piedi, che fa le bizze; uno che i suoi collaboratori più vicini faticano a trattenere dal fare gesti offensivi o follemente impulsivi – come quello di andare a trovare l’amico di Caserta che lo ha infatuato, infischiandosene dei cattolici e del loro vescovo. È uno soggetto ad arrabbiature e a dar punizioni sotto l’impulso della rabbia; che agisce o perché gli salta il ticchio oppure per ripicca, per far dispetto; che se la lega al dito, che si vendica; uno soggetto a simpatie ed antipatie irrazionali, ma imperiose; è uno che finge malattie improvvise per mancare ad appuntamenti importanti con gruppi di credenti; un maleducato che mortifica il prossimo (se gli è antipatico) e che si assoggetta in modo umiliante a chi gli va a genio... in una parola, è uno, a dir poco, con gravi difetti di carattere. Che dà segni di squilibrio mentale, privo di senso delle proporzioni e di attenzione al prossimo, che non si vergogna di mostrare i suoi gravi difetti di carattere, o non sa né vuole moderarli. Uno che sovverte alla leggera l’insegnamento dei suoi predecessori, che mette tra parentesi come un fastidio la dottrina bimillenaria della Chiesa....

E sarebbe questo l’uomo in cui «lo Spirito Santo è all’opera, per abbattere ogni settarismo e ogni barriera umana ed ecclesiale»? Non pare proprio che mostri le virtù di chi lo Spirito Santo favorisce, sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio. Anzi mostra tutti i caratteri di una personalità sbilanciata e turbata, senza equilibrio, bisognosa di cure psichiatriche. O forse addirittura di cure più decisive.

Dico davvero e con dolore: quale tipo di «spirito» abita oggi Bergoglio, e lo rende smanioso di visitare l’amico protestante offendendo i figli suoi fedeli, anelante di fondere la Chiesa nelle sette dei telepredicatori? Circola sul web la famosa foto che mostra l’allora cardinal Bergoglio «mentre, in ginocchio, si fa imporre le mani da alcuni pastori pentecostali carismatici, con accanto un sorridente e soddisfatto Cantalamessa».





Se questa immagine «fa sensazione sul web», è perché suggerisce un’inversione satanica: il Papa che non s’inginocchia davanti al Santissimo, si inginocchia davanti a dei pastori del protestantesimo più losco; un vescovo cattolico, a testa china, si fa imporre le mani da un tizio, un laico che non ha nemmeno la pretesa di avere mani sacerdotali. Ora, o quella è una parodia blasfema dell’imposizione delle mani con cui gli Apostoli invocavano lo Spirito sui fedeli, senza alcun effetto reale e sacramentale sull’anima di Bergoglio; oppure è l’efficace trasmissione di uno «spirito», che ora abita il Pontefice.

Questi leader protestanti carismatici sono celebri per tenere affollate sedute in cui ottengono «guarigioni» dei loro fedeli precedentemente invasati e suggestionati, fusi nel collettivo con canti e cori; posseduti dallo spirito, essi «parlano le lingue» e sono pronti a vedere «prodigi e miracoli» compiuti dai loro capi. Naturalmente, prendono per buona qualunque manifestazione paranormale come proveniente dall’alto... un tempo, la Chiesa raccomandava la «discriminazione degli spiriti», e i sacerdoti erano istruiti ad operare il «discernimento degli spiriti», sapevano cioè giudicare se un determinato atto o serie di atti siano originati dallo Spirito Santo, dallo spirito diabolico o dallo spirito umano.

Non sembra che questa sapienza sia più insegnata, né che Bergoglio la coltivi, se si fa imporre le mani da un tizio nel mezzo di una di queste sedute che lorsignori chiamano «invocare lo Spirito», senza nemmeno sospettare che esse possano produrre invasameno e possessione.

Mi limito a ricordare in breve da quali segni la Chiesa riconosce(va) se a suggerire le azioni di un uomo è non uno spirito diabolico, ma quello Santo:

Verità
Se una persona continua a sostenere opinioni dichiaratamente contrarie alla verità rivelata, all’insegnamento infallibile della Chiesa o alla teologia comprovata, alla filosofia o alla scienza, bisogna dedurne che essa è ingannata dal diavolo o vittima di un’immaginazione eccessiva o di un ragionamento fallace.

Docilità
Chi è guidato dallo Spirito Santo accetta con pace profonda il consiglio e il parere dei fratelli che esercitano un’autorità su di lui, manifestando sentimenti di umiltà e di nascondimento.

Discrezione
Lo Spirito Santo rende la persona discreta, prudente e attenta in tutto ciò che intraprende. Nulla è precipitoso, frivolo, esagerato o impetuoso; tutto è ben equilibrato, edificante, calmo e pacifico.

Pace
La persona sperimenta una serenità profonda e stabile nella profondità del proprio spirito.

Semplicità
Assieme alla veridicità e alla sincerità, la semplicità non manca mai in chi è mosso dallo Spirito. Non vi è in lui alcuna duplicità, arroganza, ipocrisia o vanità, atteggiamenti questi suscitati dal diavolo.

Libertà di spirito
La persona non è attaccata a nessuna cosa creata, neanche ai doni di Dio, e riceve tutto dalle mani di Dio come dono, con gratitudine e umiltà, nella consolazione come nella prova. Chi invece dimostra una ostinata inflessibilità è animato solo dall’amor proprio e assume un atteggiamento contrario a quello appena esposto.

Ciascuno faccia il confronto con i comportamenti del Papa e provi a darsi una risposta: è lo Spirito Santo che Bergoglio ha ricevuto e che lo abita e ispira, guidandolo a fonder la Chiesa coi carismatici? Penso che dovrebbero chiederselo i cardinali che l’hanno eletto, e che ora – mi si dice – non sanno come tenerlo a freno. Io non sono un esperto, sono un semplice peccatore, che ha bisogno dell’Eucarestia e teme vicino il tempo in cui gli (ci) verrà tolta, come sta facendo Satana nel mondo, spegnendo chiese apostoliche in Medio Oriente e martirizzando credenti nelle periferie esistenziali, e come vogliono appunto gli «spirituali» alla Traettino, che lo Spirito dicono di poterlo infondere a comando...

Mi addolora vedere avvicinarsi l’apocalittica epoca del caos e del carnaio anticristico, che esigerebbe lucidità e fermezza, ed avere al posto di Pietro la Roccia, uno così:



Ricordo anzitutto a me stesso, e poi a chi – credente – mi legge: rafforziamo la nostra fede. Questo è il tempo in cui Satana ha portato l’attacco nel cuore della Chiesa, e vuole abbattere in noi la fede nella promessa di Cristo: «...su questa Pietra fonderò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa».

Preghiamo continuamente il Signore di mantenere questa fede anche nelle tenebre attuali, le tenebre finali che assalgono anche la Gerarchia, sapendo quel che ci è stato insegnato: che «sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti», e che «verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole».

L’aspetto parodistico

Mantenuta e rafforzata questa fede, possiamo persino essere grati a Papa Bergoglio: con la sua precipitazione carismatica esagerata e la sua furia ad abbracciare il più discutibile pentecostalismo protestante e a portarvi la chiesa tutta, egli sta mostrando con piena chiarezza quali sono gli esiti del modernismo compiuto, ormai trionfante.

Con la sua caricatura, egli porta all’estremo sviluppo le pulsioni, umori e paturnie sentimentaliste e «profetiche» del Concilio Vaticano II; la sua è una reductio ad abdsurdum, che ne svela la stravagante irragionevolezza – quella precisamente che i modernisti hanno voluto dissimulare, infiltrando la Chiesa fin da Pio IX.

I modernisti vollero espungere dai Vangeli i racconti di miracoli e guarigioni, in nome della «razionalità» dell’uomo d’oggi che non può credere a certe cose; ed eccoli finire a cantare e ballare nelle sedute dei telepredicatori anglo; dove costoro operano «guarigioni» sulla folla di creduloni che invasano, e che crede, in uno stato di coscienza sminuita, di «parlare le lingue» (emettendo borbottii insensati con gli occhi al cielo), e di aver ricevuto lo Spirito per imposizione delle mani dei marpioni.

Il rigetto dei «profeti di sventura» e l’adesione ottimistica al mondo così com’è, è finito nei comici colloqui mediatizzati, pieni di banalità e luoghi comuni laicisti, in cui è Eugenio Scalfari a dettare l’agenda. L’abbandono della dogmatica e della dottrina sbocca in un sentimentalismo fumoso ed equivoco verso chi piace; l’anti-autoritarismo proclamato dai conciliaristi, e il rifiuto papale di applicare agli erranti qualunque disciplina ecclesiastica, si è rovesciato nella brutalità verso i fedeli credenti, miti, i soli che sono tenuti santamente all’obbedienza.

L’ecumenismo entusiasticamente abbracciato da quattro Papi porta l’ultimo a fare il diavolo a quattro per stare col suo amicone di Caserta, e la Chiesa verso la fusione nemmeno con la setta evangelica luterana (che s’è sgretolata), ma con i ridicoli telepredicatori, i born-again christians all’americana, che attendono la «rapture» e sganciano fior di quattrini ai loro caporioni, di cui sono succubi. Anche Bergoglio ha mostrato la sua subalternità al pastore casertano che parla con Dio.

Il gennaio scorso, Papa Francesco ha inviato dallo smartphone un video-messaggio amoroso alla «Charismatic Evangelical Leadership Conference» capeggiata dal telepredicatore Kenneth Copeland per mezzo di un giovane «vescovo» anglicano suo amico, Tony Palmer, che ha chiamato «mio fratello vescovo». Nel messaggio, il Pontefice ha dichiarato che cattolici e carismatici devono unirsi, perché tanto basta «amare Dio e il prossimo perché è tuo fratello e sorella», e questo ci unisce semplicemente... L’incredibile tragi-comicità della faccenda non si può cogliere, se non guardando il video di quella adunata, con la grinta e lo «stile» di Campbell e l’avvenenza di Palmer (subito dopo morto in un incidente di moto).


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oltre a ricorrere al tribunale dell'Aja, a quello del malato e all'ONU , l'argentina sta seriamente valutando anche se partecipare a forum.

:D:D:D:D:D
Basta non partecipi a QUESTO forum:rolleyes:
Monica

p.s. e mandarla a C'è posta per te? Una carrambata da ladronia sarebbe il massimo del :censored:
 
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El juez neoyorquino recibirá en su despacho a los representantes de los fondos buitre que reclaman el pago del 100 por ciento de la deuda argentina. Horas antes, el jefe de Gabinete pidió a los tenedores de bonos que entraron en los canjes que exijan "la recepción de fondos ya depositados".

El juez del distrito de Nueva York Thomas Griesa convocó para mañana a los representantes de los fondos buitre que exigen el pago del 100 por ciento de la deuda argentina.
 
Cristina Fernández hablaría esta tarde por cadena nacional

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.... a si ... la question cerrada!
 
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