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Premesso che per me il vero “limite” sta nell’uso della parola, nella parola che non sempre “traduce”, certe cose. Ma davvero c’è bisogno di ricorrere alla biotecnologia e alla scienza per “sentire” certe cose?
Davvero i sensi si possono aumentare ed estendere con una “aggiunta” biotecnologica? Intendo per oltrepassare un limite, nel suo duplice significato. Che “limite” si oltrepassa qui?
Riporto le sue parole:
Preferisco operare nel liminale – dichiara Stelarc –La parola “limite” mina il suo stesso significato. Non c’è nessun limite, nessun punto di non ritorno, quelle sono solo scelte arbitrarie fatte per comodità o sicurezza.
E ancora:
Questo corpo che tu vedi è un corpo vuoto che agisce in modo esteso e involontariamente, ma questo vuoto che lo caratterizza non è un il vuoto generato da una mancanza, ma un vuoto generato da una estensione e una spinta verso l’esterno del sé attraverso la tecnologia, i media elettronici e internet. Non c’è niente in questo corpo, non ci sono immagini, nessuna idea, assolutamente niente c’è in questo corpo.
E ci vedo una differenza abissale tra l’utilizzo di certa tecnologia quale “protesi” esterna o interna (necessaria, o funzionale alla vita) e una “aggiunta” fatta per…. sopperire a una mancanza che non è mancanza vitale.
Perché trovo un grande implicito nell’arte di Sterlac nell’ammettere che un certo tipo di realtà “immanente e permanente” si sostituisca a quel “sé”, e possa pertanto essere costruita “a tavolino”. Scelta. Comprata. Poi con un po' di altra tecnologia si cambia ancora, e che problema c'è?
E che certi rischi si riducano, si trasformino, in rischi di infezione. Senza nessuna messa in gioco di quel “Sé”. Trovo l’implicito di “non esser altrimenti in grado di….”, e non è un bell'implicito quando si assume la finitezza ("finis" latino) del corpo quale criterio e causa di impossibilità. Quando si relega la limitatezza al corpo.
Si aprirebbero considerazioni mooolto delicate sull'interesse alla strada mostrata da Sterlac. Ringrazio il Cielo per il fatto di esser pigra. E anche per la fifa implicita che ho, quando penso al corpo come a un Tempio. Grandissimo deterrente anche verso il solo pensiero che possa esser cosa buona per me
Lo trovo molto provocatorio. Più che scabroso. Scabrosa può essere l'estetica non scelta (edit: dimenticavo la parte più importante. Scabrosa per chi? Scabrosa per chi guarda E un limite / non- limite / limite da superare / sfida per chi la vive, tanto di più se a una carenza di tipo estetico sono collegabili ben altre carenze e limitazioni). Un innesto di un terzo orecchio in un braccio lo faccio rientrare nella provocazione. Forse lo intendo anche come profanazione, ma so di essere abbastanza estrema.
Mi hai portato l’immagine dell’araba fenice tal quale una mia amica (che spesso me le ha “suonate”, in termini buoni ) e tu pensa che prima la stavo pensando . Lei vede la Vita come una continua Morte e resurrezione da quelle ceneri, con tanto di degna sepoltura alla precedente Sé. In parole povere, sapersi inchinare alla Morte
Le paure: sì. La riflessione su ciò che inquieta muove senz’altro domande.
L’Arte di Sterlac mi provoca per il modus, non per il tema.
E Ti ringrazio di permettermi quella che è una precisazione: non contesto tutte le forme della cd. “realtà aumentata”. Tempo fa parlavamo di una performance della Abramovich, The Life, che si avvale di un certo tipo di tecnologia (è stata anche parecchio controversa per i media eh, comunque, quella performance). Per me un conto è usare, quella realtà aumentata. Una specie di protesi (gli occhiali) e un “giro di giostra” (passami le parole ). Altro è indossare sempre quegli occhiali (non so se riesco a rendere meglio l’idea) pensando che quegli occhiali oramai siano parte integrante (e irreversibile) della nostra vita. Un conto è levarsi degli occhiali, al termine della performance. E magari farsi un altro “giro” quando va. Ben altro conto è avere quegli occhiali impiantati nel corpo. Non è altrettanto facile levarli, no? . Alcuni forse penseranno “ma dai, che fi - ga - ta !”. Senza nemmeno rendersi conto che non è un gioco (e che vuoi che sia? Basta non pigliarsi l’infezione….). Io non posso non pensarci, tutto qui
Forse portando la performance della Abramovich sono riuscita a rendere meglio l’idea.
La performance in rete non c'è (per ovvi motivi), qui però ne avevamo parlato
Marina Abramovic, "The Life", una performance con una nuova tecnologia
Arridaje ci si è già provato ma le risposte sono state che qua' siamo su arte e INVESTIMENTIstanco di leggere di mercato & speculazioni
riprendo questo 3D
per il piacere di Kiappo con Milo Moirè
Vedi l'allegato 2982640
Ciao,Ciao Artista! Come stai?? Non pubblichi più nulla??.. È vero che non ci fila nessuno, però..almeno divertirsi un po'..
CiaoCiao,
bene
posterò
Un po’ di arte verastanco di leggere di mercato & speculazioni
riprendo questo 3D
per il piacere di Kiappo con Milo Moirè