Art’è sulla rampa di lancio Ma pesa l’incognita Perna

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Art’è sulla rampa di lancio Ma pesa l’incognita Perna

L’azienda punta al recupero sui margini. Nel secondo trimestre 2005 batterà le stime. Le voci di collocamento del 14,9% di Pa Investments frenano il titolo

di Edoardo Montalbano - 30-07-2005

PIANETA SMALL CAP Per ben sei anni consecutivi Art’è ha potuto vantarsi di far parte del club delle 500 aziende europee con i più elevati tassi di crescita dei ricavi. Sembra passato un secolo da quel periodo d’oro, in realtà sono trascorsi solo diciotto mesi. Nel 2004, il gruppo presieduto da Marilena Ferrari ha dovuto affrontare l’esercizio più difficile dalla sua giovane storia, iniziata nel 1992: l’utile operativo è stato praticamente azzerato e la perdita netta ha raggiunto la cifra di 11,1 milioni di euro. Una situazione che ha costretto i vertici societari a ridimensionare gli ambiziosi obiettivi di sviluppo e a rinviare a tempi migliori l’ingresso nel TechStar. Il management ha impostato il 2005 sul recupero della redditività. A questo scopo l’opera di pulizia compiuta nell’ultimo bilancio, con 9,6 milioni di oneri straordinari e 2,8 milioni di svalutazioni di partecipazioni, ha permesso ad Art’è di eliminare dall’area di consolidamento oltre ad attività non profittevoli (Art’è Ragazzi e Gallerie) anche business non strategici (Petocchi). Inoltre, il positivo andamento degli ordini e le nuove iniziative editoriali dovrebbero consentire ad Art’è di battere le previsioni formulate nel budget di inizio anno. Già i numeri dei primi tre mesi 2005 hanno mostrato un’inversione di tendenza rispetto ai trimestri precedenti. I ricavi, pari a 9,8 milioni, sono cresciuti del 23% rispetto allo stesso periodo 2004. Mentre il margine operativo lordo è tornato positivo per 0,3 milioni, contro un rosso di 1,3 milioni. Superiori alle attese della stessa società dovrebbero essere i risultati del secondo trimestre, che saranno diffusi il prossimo 12 settembre, sia sul fronte dei ricavi e dei margini. Sulla scia di questi numeri, fonti di mercato suggeriscono che nel prossimo autunno Art’è possa decidere di anticipare di qualche mese la presentazione di un nuovo piano industriale con le linee guida per il 2006. Sotto il profilo borsistico un contributo importante alla ripresa del titolo a Piazza Affari potrebbe arrivare, secondo le stesse fonti, dalla decisione di Tonino Perna di cedere interamente la partecipazione del 14,9% nel capitale di Art’è, detenuta attraverso Pa Investments. La quota era stata acquisita, nel 2002, dall’imprenditore molisano in cambio della vendita del 100% della casa editrice Franco Maria Ricci al gruppo presieduto da Marilena Ferrari. Ora, però, Perna ha deciso di concentrare gli sforzi, anche finanziari, sul business della moda con It Holding (controllata al 65,2% proprio da Pa Investments) alla prese, peraltro, con la chiusura anticipata del contratto di licenza di D&G. E questa situazione potrebbe spingere Perna a cedere l’intero pacchetto di azioni Art’è, incassando 7,6 milioni di euro. Finora l’attesa del maxi-collocamento di azioni ha scoraggiato gli acquisti degli investitori, soprattutto di quelli istituzionali, impedendo al titolo di avviare un solido movimento rialzista. Tanto che da oltre cinque mesi il titolo, nonostante il sopracitato miglioramento dei conti, non riesce a sfondare la soglia di 15 euro. Si tratta di un valore che secondo l’ultimo report di Rasbank, pubblicato all’indomani dell’ultima trimestrale è ben inferiore al target price fissato a 20 euro. Un livello che, secondo gli analisti della banca milanese, potrebbe essere raggiungibile una volta chiusa la partita Perna. Per questo la loro indicazione su Art’è è buy.
 
Scommesse aperte sull’uscita di Perna

da Finanza&Mercati del 06-08-2005
[Nr. 154 pagina 7]

Art’è torna sotto i riflettori di Piazza Affari. Nella giornata di ieri il titolo della società presieduta da Marilena Ferrari ha segnato un balzo del 2,73%, chiudendo la seduta a 14,48 euro. Il rinnovato interesse degli investitori verso la società bolognese è confermato da volumi boom: sono passate di mano oltre 103mila azioni, contro una media giornaliera di circa 10mila pezzi. A trainare le quotazioni di Art’è sono state, anzitutto, le attese positive per i conti del primo semestre, che saranno diffusi dal consiglio di amministrazione il 12 settembre. Questi risultati, secondo alcuni operatori, potrebbero essere addirittura superiori alle previsioni fornite nelle settimane scorse dallo stesso management. In secondo luogo, i forti volumi sul titolo potrebbero essere collegati a cambiamenti nell’azionariato. Tonino Perna non ha mai smentito l’intenzione di cedere la partecipazione del 14,9% nel capitale di Art’è per concentrare gli sforzi, anche finanziari, sul business della moda con It Holding. Non a caso proprio quest’ultimo è stato il migliore titolo del listino milanese, con un balzo del 10,53% a 1,55 euro.
 
ad un titolo che vale quanto i propri mezzi ed ha fatto una straordinaria pulizia di bilancio nel 2004 non si può che attribuire uno strong buy.Io tengo duro da oltre un mese con una forte esposizione ed aspetterò almeno sino al 12 settembre quando saranno diffusi i dati trimestrali.
 
Ed io, nel mio piccolo, ti faccio compagnia.
Saluti
 
re

ciao Gigi :)
se riesce a staccarsi da quella zona il target è interessante (20 euro)
 

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Occhio Ad Art'è Che Sta Per Partireeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
 
iolicchio ha scritto:
Occhio Ad Art'è Che Sta Per Partireeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
a questi prezzi dovrebbe essere comprato alla grande....invece :mmmm: :mmmm:
 
baddy ha scritto:
a questi prezzi dovrebbe essere comprato alla grande....invece :mmmm: :mmmm:

ed invece è venduta da un grande
 
vz ha scritto:
ed invece è venduta da un grande

io sono un piccolo ma intanto ne ho acquistate qualcuna... tanto per vederle a 19 nel giro di 20 giorni...
 
vz me gusta art'è...
qualcosa me l'hanno servita
ti aspetto
 
vz sul tuo sito non vedo l'analisi su art'è :wall: :D
ciao
 
L'analisi di Ricucci su Art'è:
- l'azienda quota quanto i mezzi propri
- l'azienda non ha debiti
però il mercato è molto scettico sul business di Art'è che consiste nel proporre "opere" o pubblicazioni artistiche tramite una rete di "art promoter".
Si occupa, in sostanza, dell'arte dei poveri...
Chi è ricco non compra certamente un quadro dall'art promoter di Art'è
Chi è povero non compra certo una pubblicazione di arte che costa 200 euro
In sostanza, l'azienda offre un prodotto di fascia media ad un pubblico "medio" che in periodi di stagnazione è costretto a risparmiare un po' su tutto.

Se si cerca un titolo che quota come il patrimonio netto e non ha debiti--> DANIELI
 
E' da giorni che si registrano movimenti sospetti sul titolo.Credo che a breve potrà salire parecchio.Già scambiati 35000 pezzi a fronte di una media giornaliera di 5000.Occhio ragazzi che si parte!!!!!!!!!!!
 
Ricuccifansclub ha scritto:
L'analisi di Ricucci su Art'è:
- l'azienda quota quanto i mezzi propri
- l'azienda non ha debiti
però il mercato è molto scettico sul business di Art'è che consiste nel proporre "opere" o pubblicazioni artistiche tramite una rete di "art promoter".
Si occupa, in sostanza, dell'arte dei poveri...
Chi è ricco non compra certamente un quadro dall'art promoter di Art'è
Chi è povero non compra certo una pubblicazione di arte che costa 200 euro
In sostanza, l'azienda offre un prodotto di fascia media ad un pubblico "medio" che in periodi di stagnazione è costretto a risparmiare un po' su tutto.

Se si cerca un titolo che quota come il patrimonio netto e non ha debiti--> DANIELI

grazie del consiglio salsicciotto ....ora accendo la Tv e guardo il resto della pubblicità
 
è quasi uno scambio ai blocchi sul book.....ma affinchè totò le sganci tutte, ce ne vuole...
 
save02 ha scritto:
è quasi uno scambio ai blocchi sul book.....ma affinchè totò le sganci tutte, ce ne vuole...
è vero, qualcun'altro con le spalle grosse sta entrando
avrebbe avuto difficoltà Perna a scaricarle con quello che scambiava.
non un gran investimento cmq per lui; le ha in carico a prezzi superiori agli attuali

da seguire senza dubbio
 
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