Art’è sulla rampa di lancio Ma pesa l’incognita Perna

adesso vediamo se pullbeckka
 

Allegati

  • MWSnap320.jpg
    MWSnap320.jpg
    61,7 KB · Visite: 277
Qualcuno sa quando esce la trimestrale di art'è????
 
baddy ha scritto:
Qualcuno sa quando esce la trimestrale di art'è????

Non è ancora stato stabilita la data del Cda che cmq dovrebbe svolgersi alla fine del prossimo mese.
Lecito attendersi però una comunicazione circa l'andamento del IV Trimestre nei prossimi giorni.
 
Pecore nere 2005, leoni (forse) nel 2006

da Borsa&Finanza del 07-01-2006
[Nr. 609 pagina 19]

A caccia di occasioni tra le società che hanno perduto di più nel corso degli ultimi 12 mesi. Segnali di recupero da Art’è Data Service e Cell, due scommesse ad alta tensione

STRATEGIE DA TRADER Comprare sulla debolezza, quando il titolo è sceso parecchio e, giocoforza, le probabilità di rimbalzo sono maggiori. È una regola che, incrociata con altri strumenti di analisi, può offrire una ricetta vincente. Certo, la cattiva performance del titolo può essere l’indizio di un periodo di difficoltà per la società. Al contrario, non è raro il caso di titoli che hanno ormai toccato il fondo, pronti a rimbalzare al minimo cenno di inversione di tendenza (vedi l’esempio di Alitalia, in questi giorni). E così, setacciando il listino senza trascurare i fondamentali (come il price-book value o il price on sales) e le storie aziendali, si può trovare il titolo pronto per un rimbalzo.
Proviamo a scegliere tra le società che nel 2005 hanno segnato la peggiore performance: da Alitalia (-52,7%) a Kaitech (-39,1%); da De Longhi (-32,7%) a It Holding (-26,6%) fino ad Art’é. Quest’ultima ha lasciato sul terreno il 30,7 %: un andamento che, secondo le stime di bilancio, implica per il 2005 un price/book value di 0,85. Cioè, un dato inferiore all’unità , il valore soglia sotto cui si può parlare di sottovalutazione dell’azienda. Peraltro Art’é, grazie al processo di riorganizzazione già avviato, sembra in grado di recuperare efficienza. Nei primi mesi del 2005, il giro d’affari ha raggiunto 31,82 milioni di euro, in aumento del 10,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (28,89 milioni). L’ebitda, dal canto suo, si è assestato a quota 2,04 contro la perdita di oltre 2 milioni registrata nel 2004. Infine, il debt to equity (al 30 settembre 2005) era di 0,18, un segnale che il rapporto tra mezzi terzi e mezzi propri è sotto controllo. Un altro titolo che ha perso molto nel 2005 è stato Data Service. In questo caso la performance deludente è giustificata dall’andamento aziendale. Ma la società ha registrato segnali di ripresa nel terzo trimestre, con ricavi a 17,9 milioni, in crescita del 20% (a parità di perimetro) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso mentre il mol è cresciuto del 300%. Sui nove mesi il consuntivo, tuttavia, resta negativo: il fatturato è sceso a 66,7 milioni da 79,24 del 2004 (- 15,8%); l’ebitda è praticamente in pareggio (124mila euro) contro 4,85 milioni dell’esercizio precedente; il risultato ante imposte è negativo per 5,8 milioni a fronte del rosso di 5,4 del 2004. L’appeal di Data Service, quindi, non deriva dalle prospettive industriali ma è legato alla componente speculativa. Più volte il presidente Stefano Arvati ha sottolineato che le prospettive di Data Service sono legate alla possibilità di affrontare il mercato con dimesioni adeguate, nell’ordine dei 200 milioni di euro almeno. Ed è evidente che un salto del genere può essere concepito solo con una strategia di partnership industriali o di accordi finanziari. Senza escludere, come è stato ipotizzato in più occasioni dagli analisti, la possibilità di una cessione del controllo. Per ora le voci non si sono tradotte in nulla di concreto. Ma è probabile che il 2006 sia l’anno delle scelte: in tal caso, la scommessa potrebbe rivelarsi vincente.
Lo scettro di peggior performer spetta senz’altro a Cell Therapeutic: il titolo ha perso più di due terzi del valore (- 69,2%). In questo caso si tratta di una corsa contro il tempo. L’azienda biotecnologica ha attualmente in cassa circa 120 milioni di dollari (40 milioni era la posizione finanziaria netta al 30 settembre 2005, cui devono aggiungersi gli 82 del prestito obbligazionario convertibile, lanciato il primo novembre scorso e interamente sottoscritto). Ma la società, in attesa dei ricavi, brucia circa 30 milioni di cassa a trimestre. Il che significa, almeno secondo quanto affermano i manager dell’azienda, che esiste una copertura per finanziare l’attività dell’intero 2006. Si tratta di capire se questo lasso di tempo sarà sufficiente per arrivare al brevetto dei primi farmaci nella pipeline. Alla Cell confidano di sì: i due prodotti principali (Hyotax e Pixantrone) stanno per entrare nella fase finale dell’iter d’approvazione. O almeno, è questa la speranza dell’azienda che ha comunque già avviato la ricerca di un accordo di co-sviluppo e commercializzazione sul CT2106 e il Pixantrone.
 
Indietro