A giudicare dalla reazione di Bulgari e Luxottica al rimbalzo del dollaro, viene da dire che i due puledri del lusso sono in realtà due ottimi canali per speculare sull’andamento della valuta americana. Ma la situazione è più complessa. Bulgari esce da un anno di ripresa del settore ma, soprattutto, vede un 2005 «sparato» grazie alla domanda ancora sostenuta negli Stati Uniti, alla crescita del mercato asiatico e all’atteso e sospirato rimbalzo dell’Europa. La miscela dollaro e previsioni è così dirompente da far passare sotto silenzio la conferma, scontata, che i fratelli Bulgari ben si guardano dall’allentare la presa sulla società, controllata con una quota oltre il 50% dopo la cessione per beneficenza di un pacchetto attorno al 2 per cento. Anche Luxottica reagisce con euforia al rimbalzo del dollaro, un risultato che non stupisce nessuno data la forte esposizione (i due terzi del fatturato) della società di Leonardo Del Vecchio sul mercato americano. Ma dietro l’exploit della multinazionale di Agordo ci sono altre spiegazioni. Mister Leonardo, infatti, si conferma ogni giorno di più un grande negoziatore. Lo spezzatino di Cole National dopo l’Opa continua. Dopo avere ceduto con grande profitto (e sfruttando l’euro ai massimi) la rete europea agli ex rivali della Hal, ecco la cessione di Things remembered, una catena di oggettistica Usa, operazione che permetterà a Luxottica di incassare altri 100 milioni di dollari. A questo punto s’impongono alcuni conti: grazie allo spezzatino, Luxottica ha già recuperato il 40% dei quattrini spesi per l’acquisto di Cole National, garantendosi così un primato strategico sul mercato americano+. Una buona premessa per il piano strategico di Andrea Guerra che sarà presentato, probabilmente, tra poche settimane. La data già circola tra gli addetti ai lavori: il 14 febbraio, San Valentino.
fonte: F&M