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Autonomia del Veneto, faccia a faccia al Bo tra il ministro Stefani e il governatore Zaia
L’incontro lunedì 10 settembre all’Università di Padova
PADOVA. Autonomia del Veneto: lunedì prossimo il ministro delle Regioni Erika Stefani scoprirà le carte nel faccia a faccia con il governatore Luca Zaia. Conte, Salvini e Di Maio vogliono abbattere il muro del centralismo ministeriale, anche se al Sud sta montando la protesta contro la “secessione dolce” del “ricco Nord” con una raccolta di firme che ha visto l’adesione di 8.400 personalità del mondo universitario e della politica.
Il 10 settembre, nell’aula magna dell’ateneo di Padova, il ministro Stefani ribadirà invece che intende depositare prima del 22 ottobre la proposta d’intesa con la regione Veneto per trasferire le 23 materie chieste da Zaia in base al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione.
L’anniversario del referendum sarà quindi celebrato come una tappa fondamentale della devolution e Zaia vuole incassare la seconda vittoria e battere sul tempo Fontana, governatore della Lombardia e Bonaccini, suo alter ego dell’Emilia Romagna ma altre otto regioni hanno chiesto al ministro Stefani di avviare la procedura per l’autonomia differenziata. Insomma, il “big bang” porterà a una profonda revisione dello Stato, chiamato a fare i conti con l’efficienza degli enti locali che offrono gli stessi servizi a costi minori: valga per tutti la sanità.
Il primo passo della “devolution” va cercato nella firma del preaccordo tra Zaia e il sottosegretario Bressa, il 27 febbraio scorso, che ha gettato le basi per trasferire 5 materie al Veneto (Sanità, lavoro, ambiente, pubblica istruzione e rapporti con l’Unione europea). Dopo il cambio di governo, il ministro Stefani ha allargato il negoziato a tutte le 23 materie concorrenziali, previste dalla Costituzione, e si prepara a trasferirle al Veneto come ha anticipato il ministro degli Interni MaSalvini qualche giorno fa a Venezia. «Credo che ormai siamo ad un passo dall’intesa; per quanto mi riguarda sono pronto a firmare i protocolli con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna», ha detto il vicepremier alla Scuola Grande di San Rocco.
C’è quindi grande attesa per capire quali saranno i contenuti del protocollo: «Il consiglio dei ministri è pronto a firmare l’intesa, poi si procederà con i decreti legislativi su ogni singola materia» ha detto Erika Stefani. Ma non è da escludere che in queste settimane possa maturare un’altra strada per accorciare l’iter parlamentare, chiamato ad approvare con il voto di Camera e Senato il patto Stato-Regioni. Il tema centrale è quello delle risorse che, secondo Zaia, arriveranno dalla compartecipazione al “gettito dell’Iva” incassato dalla Regione e trasferito a Roma. Processo che andrà a regine nell’arco di 5 anni, sulla base dei costi standard. Lunedì prossimo sarà interessante capire quali proposte formulerà il costituzionalista Mario Bertolissi, che parteciperà al dibattito con il rettore Gaetano Rizzuto, il sindaco di Padova Sergio Giordani e l’avvocato Fabio Pinelli.
L’incontro lunedì 10 settembre all’Università di Padova
PADOVA. Autonomia del Veneto: lunedì prossimo il ministro delle Regioni Erika Stefani scoprirà le carte nel faccia a faccia con il governatore Luca Zaia. Conte, Salvini e Di Maio vogliono abbattere il muro del centralismo ministeriale, anche se al Sud sta montando la protesta contro la “secessione dolce” del “ricco Nord” con una raccolta di firme che ha visto l’adesione di 8.400 personalità del mondo universitario e della politica.
Il 10 settembre, nell’aula magna dell’ateneo di Padova, il ministro Stefani ribadirà invece che intende depositare prima del 22 ottobre la proposta d’intesa con la regione Veneto per trasferire le 23 materie chieste da Zaia in base al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione.
L’anniversario del referendum sarà quindi celebrato come una tappa fondamentale della devolution e Zaia vuole incassare la seconda vittoria e battere sul tempo Fontana, governatore della Lombardia e Bonaccini, suo alter ego dell’Emilia Romagna ma altre otto regioni hanno chiesto al ministro Stefani di avviare la procedura per l’autonomia differenziata. Insomma, il “big bang” porterà a una profonda revisione dello Stato, chiamato a fare i conti con l’efficienza degli enti locali che offrono gli stessi servizi a costi minori: valga per tutti la sanità.
Il primo passo della “devolution” va cercato nella firma del preaccordo tra Zaia e il sottosegretario Bressa, il 27 febbraio scorso, che ha gettato le basi per trasferire 5 materie al Veneto (Sanità, lavoro, ambiente, pubblica istruzione e rapporti con l’Unione europea). Dopo il cambio di governo, il ministro Stefani ha allargato il negoziato a tutte le 23 materie concorrenziali, previste dalla Costituzione, e si prepara a trasferirle al Veneto come ha anticipato il ministro degli Interni MaSalvini qualche giorno fa a Venezia. «Credo che ormai siamo ad un passo dall’intesa; per quanto mi riguarda sono pronto a firmare i protocolli con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna», ha detto il vicepremier alla Scuola Grande di San Rocco.
C’è quindi grande attesa per capire quali saranno i contenuti del protocollo: «Il consiglio dei ministri è pronto a firmare l’intesa, poi si procederà con i decreti legislativi su ogni singola materia» ha detto Erika Stefani. Ma non è da escludere che in queste settimane possa maturare un’altra strada per accorciare l’iter parlamentare, chiamato ad approvare con il voto di Camera e Senato il patto Stato-Regioni. Il tema centrale è quello delle risorse che, secondo Zaia, arriveranno dalla compartecipazione al “gettito dell’Iva” incassato dalla Regione e trasferito a Roma. Processo che andrà a regine nell’arco di 5 anni, sulla base dei costi standard. Lunedì prossimo sarà interessante capire quali proposte formulerà il costituzionalista Mario Bertolissi, che parteciperà al dibattito con il rettore Gaetano Rizzuto, il sindaco di Padova Sergio Giordani e l’avvocato Fabio Pinelli.