Ancona, 16 dicembre 2015 - «AVEVAMO cinquantamila euro di obbligazioni subordinate e una piccola quota di azioni, ora non ho più nulla. Durante il commissariamento non ho neppure chiesto di riavere i miei soldi perché i commissari, a nome di Banca d’Italia, soggetto deputato alla tutela dei nostri risparmi, tranquillizzavano pubblicamente e tramite i dipendenti in filiale».
A parlare è Mario (nome di fantasia per tutelarne la privacy), un imprenditore jesino cancellato dai creditori di Banca Marche per decreto il 22 novembre scorso. «Ci dicevano e lo dichiaravano pubblicamente a microfoni aperti – spiega ancora l’imprenditore – che la banca era sulla strada del risanamento. E che l’unico rischio era il fallimento della banca che invece era pressochè scongiurato. Poi invece di domenica, il 22 novembre scorso, abbiamo scoperto che la banca era stata messa in liquidazione coatta amministrativa e i nostri soldi erano svaniti».
«ERO TALMENTE rassicurato sulle obbligazioni sottoscritte sette anni prima, quando la banca andava bene – aggiunge – che il rischio non era affatto percepito. La percezione del rischio era prossima allo zero. Ero rassicurato dalle dichiarazioni sull’alba che, passata la notte, si intravvedeva per Banca Marche, dagli annunci sul rilancio avviato, l’ultima del commissario Federico Terrinoni, nel febbraio scorso. Si percepiva stabilità, se avessi avuto segnali contrari avrei quantomeno chiesto di venderle». Mario sta valutando le azioni da intraprendere ma ha mantenuto i conti nella Nuova Banca Marche. «Non ho chiuso nulla, tanto non ho più nulla – commenta – Sto elaborando il lutto, non so ancora bene come. Ma credo che mi muoverò seguendo le diverse azioni legali che si stanno avviando, ma partendo dalla convinzione che il soggetto a cui rivolgersi sia Banca d’Italia che dovrebbe tutelare il risparmio non cancellarlo».
«SONO 920 per Banca Marche – ha evidenziato il nuovo direttore commerciale di Nuova Banca Marche, Giordano Fulvio – oltre alle tre Fondazioni ex socie, i titolari delle obbligazioni subordinate, di questi ben 197 sono dipendenti della stessa banca. Il 62% di loro avevano meno del 30% delle proprie disponibilità finanziarie nelle obbligazioni cancellate. Il totale ammonta a 105 milioni di euro e delle 920 posizioni, tra le cento e le duecento sono quelle più delicate».
Banca Marche, un imprenditore: "Ho perso tutto, Bankitalia mi tranquillizzava" - Ancona - il Resto del Carlino
A parlare è Mario (nome di fantasia per tutelarne la privacy), un imprenditore jesino cancellato dai creditori di Banca Marche per decreto il 22 novembre scorso. «Ci dicevano e lo dichiaravano pubblicamente a microfoni aperti – spiega ancora l’imprenditore – che la banca era sulla strada del risanamento. E che l’unico rischio era il fallimento della banca che invece era pressochè scongiurato. Poi invece di domenica, il 22 novembre scorso, abbiamo scoperto che la banca era stata messa in liquidazione coatta amministrativa e i nostri soldi erano svaniti».
«ERO TALMENTE rassicurato sulle obbligazioni sottoscritte sette anni prima, quando la banca andava bene – aggiunge – che il rischio non era affatto percepito. La percezione del rischio era prossima allo zero. Ero rassicurato dalle dichiarazioni sull’alba che, passata la notte, si intravvedeva per Banca Marche, dagli annunci sul rilancio avviato, l’ultima del commissario Federico Terrinoni, nel febbraio scorso. Si percepiva stabilità, se avessi avuto segnali contrari avrei quantomeno chiesto di venderle». Mario sta valutando le azioni da intraprendere ma ha mantenuto i conti nella Nuova Banca Marche. «Non ho chiuso nulla, tanto non ho più nulla – commenta – Sto elaborando il lutto, non so ancora bene come. Ma credo che mi muoverò seguendo le diverse azioni legali che si stanno avviando, ma partendo dalla convinzione che il soggetto a cui rivolgersi sia Banca d’Italia che dovrebbe tutelare il risparmio non cancellarlo».
«SONO 920 per Banca Marche – ha evidenziato il nuovo direttore commerciale di Nuova Banca Marche, Giordano Fulvio – oltre alle tre Fondazioni ex socie, i titolari delle obbligazioni subordinate, di questi ben 197 sono dipendenti della stessa banca. Il 62% di loro avevano meno del 30% delle proprie disponibilità finanziarie nelle obbligazioni cancellate. Il totale ammonta a 105 milioni di euro e delle 920 posizioni, tra le cento e le duecento sono quelle più delicate».
Banca Marche, un imprenditore: "Ho perso tutto, Bankitalia mi tranquillizzava" - Ancona - il Resto del Carlino