Banca Marche LT2 2016 XS0257293828 2017 XS0302580880 RISOLUZIONE vol 16

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
non sindacavo i costi, ma i mezzi per raggiungere l'obiettivo

nel senso: forse questa costituzione non è sbagliata, vabbè, lo scopriremo poi
 
Non è un OT

Fidarsi del MEF?

Mps, slitta il rimborso degli obbligazionisti: manca il decreto
Non può prendere il via l'offerta di scambio riservata ai sottoscrittori del bond subordinato da 2,1 miliardi, che si sono visti convertire forzosamente l'investimento in azioni

29 Ottobre 2017

Mps, slitta il rimborso degli obbligazionisti: manca il decreto
Manca il decreto del Tesoro e gli ex obbligazionisti subordinati del Monte dei Paschi, che avevano sottoscritto 2,1 miliardi del titolo in scadenza nel 2018 e che se lo sono visto convertire forzosamente in azioni nell'ambito del salvataggio della banca, non possono ancora vendere i loro titoli al Mef per ottenerne in cambio nuove obbligazioni garantite.

Era questa la forma di "rimborso" prevista per il loro investimento andato in fumo, ma il Monte dei Paschi di Siena comunica che - non essendo ancora intervenuta l'emanazione del decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze relativo all'acquisto da parte dello stesso Ministero delle azioni oggetto di offerta - il periodo di adesione all'offerta (da parte dei risparmiatori che hanno visto convertire i bond subordinati in azioni) non potrà prendere avvio nella giornata di domani (lunedì 30 ottobre 2017).

La banca spiega che il nuovo calendario dell'offerta sarà reso noto non appena emanato il suddetto decreto.

Mps, slitta il rimborso degli obbligazionisti: manca il decreto - Repubblica.it
 
Potrebbe cambiare in corsa il finale della gara indetta per il miliardo di Non performing loan del portafoglio della Rev Gestione Crediti, la bad bank che ha raccolto i 10,3 miliardi di crediti in sofferenza di un gruppo di istituti di credito formato da Banca Etruria, Carichieti, Cariferrara e Banca Marche. Il portafoglio in vendita è stato battezzato «Project Rossini» ed è composto per il 65% dalle sofferenze della vecchia Banca Marche, con asset tanto residenziali quanto commerciali e direzionali.
In un primo momento all’apertura delle buste, secondo indiscrezioni, la vittoria è stata attribuita a Bain, finalista insieme a Cerberus dopo l’addio di Fortress, che ha presentato un’offerta economicamente meno interessante.
In un secondo momento, però, Rev insieme alla Banca d’Italia avrebbe scelto di cambiare il perimetro del portafoglio, in maniera anche consistente, e a questo punto il vincitore risulterebbe Cerberus. Con il team di Bain non proprio soddisfatto dell’esito della gara.
Il Sole 24 ore
 
Utente Balabiott78:
Bond delle banche fallite? Non tutto è perduto - Il Sole 24 ORE

Quella direttiva Ue dimenticata che tutela i piccoli
Non tutto, però, è perduto: anche chi ha comprato quei bond da solo, ha la possibilità di ottenere ragione. Perché, quelle obbligazioni rischiose non le avrebbe potute comprare. Eppure c’è una soluzione alternativa, che chiama in ballo una semisconosciuta normativa europea che in Italia si fa finta di non conoscere.

La questione ruota attorno a un’espressione inglese: «Execution Only» e indica i casi in cui un investitore compra un titolo senza passare da un intermediario ma con un semplice ordine passivo (per esempio il trading on line).

Piccola premessa: le obbligazioni subordinate sono un investimento insidioso e pericoloso. Perché sono un tipo di bond che danno una falsa sicurezza: siccome sono obbligazioni chi le compra pensa di avere la garanzia di restituzione del capitale e di essere tutelati in caso di default (al contrario delle azioni che invece si azzerano in caso di crack). Ma in realtà, comprando un bond subordinato, il risparmiatore non ha garanzie. In caso di default il rimborso è totalmente discrezionale. I titoli più rischiosi sono i subordinati «Upper Tier» 1 e «Lower Tier 1». Questi titoli, sebbene si chiamino obbligazioni, sono assimilabili a equity, cioè titoli azionari, e la discrezionalità di rimborso della banca è praticamente assoluta. Un po’ meno apocalittiche, ma sempre rischiose, sono i subordinati «Upper Tier 2» e «Lower Tier 2»: il capitale viene falcidiato, solo laddove le perdite dell'Intermediario non siano integralmente ripianate dalle Tier 1. Le uniche obbligazioni sicure sono quelle di tipo «Senior», per cui la perdita del capitale è ipotesi eccezionale. E infatti nel caso delle due banche venete, i bond senior si sono salvati, quelli subordinati no.

Cosa possono fare allora gli esclusi dai rimborsi? Possono tentare il recupero in sede giudiziaria. «A mio avviso - dichiara Pistilli - gli intermediari finanziari non avrebbero potuto negoziare le obbligazioni subordinate azzerate in modalità mera esecuzione d'ordini (appunto la cosiddetta Execution Only), presso i clienti al dettaglio».

Il dilemma giuridico
A febbraio del 2014, l’Esma, l’Autorità europea che regola gli strumenti finanziari, aveva emesso un parere ufficiale chiamato “Regole Mifid per operatori che collocano strumenti complessi”: il documento dice esplicitamnte che le obbligazioni subordinate sono da considerarsi strumenti finanziari complessi. L'Autorità non fa alcuna distinzione tra bond Tier 1 Tier 2 e senior. Chi vende investimenti (banche, piattaforme di trading, promotori finanziari) è tenuto a prestare la massima attenzione alla distribuzione delle obbligazioni subordinate nei confronti della clientela. Peraltro, fa notare l’avvocato Pistilli, «anche il 1° comma lettera c. dell’art. 44 Regolamento Intermediari n. 16190/07 esclude la negoziazione delle obbligazioni subordinate in modalità execution only, in quanto implica per l’investitore una potenziale passività che vada oltre il costo di acquisizione dello strumento».

Ostacolo Consob
Dunque, tutto risolto: quelle obbligazioni non si potevano vendere al piccolo risparmiatore, sportello o non sportello. No nproprio così perché la Consob ha ridotto il raggio di azione: la commissione italiana che regola i mercati ha deciso che solo le obbligazioni subordinate Upper/Lower Tier 1 sono strumenti complessi non negoziabili in modalità execution only. E’ scritto nella “Comunicazione CONSOB sulla distribuzione di prodotti finanziari complessi ai clienti retail” (n. 0097996/14 del 22 dicembre 2014). Gli sceriffi italiani sono stati meno severi di quelli europei e hann sdoganando di fatto l’acquisto, anche passivo, di bond subordinati Upper/Lower Tier 2 e di bond senior.

Ricapitalonando: per la normativa italiana, un singolo risparmiatore può comprare bond subordinati rischiosi da solo, in un qualsiasi sito di trading on line per esempio; per l’Unione Europea, invece, nessun strumento complesso, compresi tutti i bond subordinati, non possono essere acquistati in modo autonomo (execution only).

Che fare?
Per l’avvocato Pistilli, tuttavia, la comuncazione Consob «sembra, irrilevante». Quello che dice l’Autorità, pur autorevole, «non può essere considerato vincolante, in quanto contrasta con il disposto regolamentare del 1° comma lettera c. dell'art. 44 Regolamento Intermediari e della citata Opinion dell'ESMA». Infine, anche volendo concedere alla banca o intermediario il beneficio di poter vendere in modalità passiva pure le obbligazioni subordinate Upper/Lower Tier 2 , c’è già una giurisdprudenza che tutela il truffato. La Corte di Cassazione l’anno scorso (sentenza del 23.9.2016) ha stabilito che l’acquisto in modalità autonoma non esonera l’intermediario dagli obblighi di informazione specifica, di valutazione dell’adeguatezza delle singole operazioni che l'investitore esegue, e che l’intermediario è responsabile per la perdita dell’investimento. Anche chi ha in mano bond tossici delle banche fallite ma non avrebbe diritto a rimborsi, può giocarsi un’arma. Lo studio ILAdvice sta studiando una possibile causa collettiva per tutelare gli «esodati» del risparmio.
 
Macerata, 22 novembre 2017 - Si apre una nuova strada per i risparmiatori beffati dal crac Banca Marche. Una sentenza del tribunale di Milano, infatti, legittima la possibilità di fare ricorso contro l’istituto ponte che ha rimpiazzato la banca in liquidazione e, di conseguenza, contro Ubi. Una pronuncia analoga era arrivata nelle scorse settimane dal tribunale di Ferrara, dopo il ricorso di un azionista della vecchia Carife. Con una sentenza parziale dell’8 novembre, il tribunale di Milano ha riconosciuto la possibilità per tre azionisti di rivalersi nei confronti di Nuova Banca delle Marche (poi Banca Adriatica Spa) e di conseguenza nei confronti di Ubi Banca, che il 23 ottobre scorso ha incorporato il vecchio istituto di credito.

A rivolgersi al tribunale meneghino sono state due persone fisiche e una società, che avevano sottoscritto azioni rispettivamente per 40.722, 4.200 e 131.575 euro: tutti i tre soggetti avevano partecipato all’aumento di capitale del 2012. Ora la causa andrà avanti per l’accertamento delle eventuali responsabilità, ma si aprono nuovi scenari per i risparmiatori (azionisti e obbligazionisti subordinati) che hanno perso i loro soldi.

«Il fatto importante – commenta l’avvocato Marcello Pistilli, dello studio legale Iladvice di Milano – è che un secondo tribunale, dopo quello di Ferrara, riconosce la legittimazione passiva dell’ente ponte a determinate condizioni. Ciò è reso possibile dal fatto che nella legge con cui le quattro banche (Carife, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti) sono state poste in liquidazione coatta non è prevista alcuna limitazione circa il passaggio alla nuova banca delle pretese risarcitorie relative al danno derivato da un inadempimento della banca a obblighi informativi».

«Non a caso – continua l’avvocato Pistilli – , il legislatore si è comportato poi diversamente, introducendo nelle norme con le quali ha messo in liquidazione coatta amministrativa le banche venete una previsione che impedirebbe il passaggio a Intesa (che le ha acquisite) di tutte le controversie relative ad atti o fatti accaduti prima della cessione, sorte successivamente ad essa, e le relative passività. In ogni caso, i recenti provvedimenti con i quali si riconosce la legittimazione passiva in capo agli enti ponte e per gli effetti delle fusioni rispettivamente a Bper e Ubi aprono potenzialmente la strada a una vera e propria valanga di contenziosi».

La banca Popolare dell’Emilia Romagna, però, rispetto al provvedimento del tribunale di Ferrara, ha già chiarito che le cose starebbero diversamente. Con una comunicazione al mercato del 20 novembre, ha ribadito «la propria totale estraneità ai comportamenti che possono avere determinato danno in capo ad azionisti e obbligazionisti di Nuova Carife». Bper ribadisce che tra i presupposti dell’operazione di fusione sussisterebbe «una manleva del Fondo di risoluzione per le conseguenze negative dei contenziosi che coinvolgono Nuova Carife».

Banca Marche, gli azionisti sperano. "Possibile agire anche contro Ubi" - Economia - ilrestodelcarlino.it
 
Casini e la cultura finanziaria

Casini traccia poi un primo bilancio dei lavori svolti: "il sistema di controllo, le regole, vanno affinate; il tema della cultura finanziaria è una questione seria che abbiamo di fronte"

L'onorevole pone il tema della cultura finanziaria, evidentemente cadendo dalle nuvole: in altri Paesi europei il taglio minimo delle subordinate può essere superiore a Eur 100.000, con automatica esclusione da questo mercato della clientela retail! Sorge il dubbio che la cultura finanziaria manchi ai regolatori...

"Inutile convocare Draghi". Pier Ferdinando Casini contrario all'audizione del presidente Bce in Commissione Banche
 
una curiosità
chi ha fatto con lo studio Grimaldi ha avuto ad oggi qualche riscontro, sa a che punto sono ecc
 

quello della sottostima?
per me il parlamentare spara qattate tanto sa che nesuno + lo ascolterà.
Se parla dei crediti attivi in mano ad ubi...quelli li ha presi della bridge che non ha affatto la montagna di npl che invece sono stati passati prevalentemente alla rev..... quindi quanto prezzi UBI i suoi incagli di derivazione dalla bancheponte ha poca valenza.....sono chiacchiere. O vanno a vedere con la COMMISSIONE LE CARTE degli NPL, e scoporono che cosa "hanno regalato alla REV" prezzandolo prima 17.5% e poi 22% ....oppure sono le ennesime chiacchiere.......e dopo 2 anni esatti sono oltremodo stucchevoli....

Che si mettano a fare le somme degli NPL di BdM che sono al 60-70% coperti dai ipoteche immobiliari (contrariamente alla monnezza di NPL di etruria e carife), e ci dicano quanto li valuterebbe o li avrebbe valutati il mercato..... senza tante pugn ette verbali..... e poi giustifichino la voragine delle svalutazioni.
 
una curiosità
chi ha fatto con lo studio Grimaldi ha avuto ad oggi qualche riscontro, sa a che punto sono ecc

Ultima mail di Dezzani il 18/10.
Dice che sono stati individuati e contattati coloro che possono ricorrere all'arbitrato (pochi), e poi hanno cominciato a muoversi per gli altri.
 
Chiamiamole «vischiosità» informative, come fa qualcuno. Sta di fatto che la comunicazione tra Consob e Bankitalia evidentemente non ha funzionato. Dopo i casi di Popolare Vicenza (2009) e Veneto Banca (2013) c’è anche il caso di Banca Marche. Anche qui, il meccanismo (previsto dall’articolo 4 del Testo unico della finanza) si è inceppato.
Siamo nel dicembre del 2011, quando la Consob scrive alla Banca d’Italia per la consueta richiesta di scambio d’informazioni. Banca Marche ha appena depositato il prospetto informativo per un aumento di capitale da 180 milioni di euro e Consob chiede «ogni elemento utile ai fini dell’istruttoria». Nella lettera vengono forniti dati sul Tier1 e sul Total capital ratio, precisando che l’isitituto presenta una eccedenza di capitale consistente rispetto ai requisiti minimi. Poi si sottolinea che le ispezioni condotte nel 2010 hanno evidenziato una serie di carenze: tensioni di liquidità, carenze nel processo di concessione del credito e nel governo societario. «La banca - aggiunge Bankitalia nella sua risposta alla Consob - ha avviato una serie di iniziative volte a rimuovere le lacune sopra evidenziate. Sul punto sono in corso valutazioni da parte della Banca d’Italia». La lettera è datata 28 dicembre, un mercoledì. Poi c’è Capodanno, la Befana, un week-end e si arriva al 9 gennaio, lunedì. Quando il governatore scrive una lettera perentoria ai vertici di Banca Marche. Dove si dice che gli impegni presi vanno nella direzione giusta ma non sono soddisfacenti, che la banca «permane caratterizzata da elementi di anomalia» e che gli interventi di carattere finanziario «appaiono (...) difficilmente realizzabili». Infine pone una serie di condizioni, ponendo il termine per 30 settembre, quando verrà effettuata una verifica della esecuzione delle misure richieste. La banca verrà poi commissariata nell’estate del 2013.
Fonti di Bankitalia sostengono che non c’è contraddizione tra le due lettere. La vicenda è riportata nel sito di Bankitalia in questi termini: l’aumento viene chiesto da Bankitalia e «la Consob, che autorizzò la pubblicazione del relativo prospetto informativo, era stata sinteticamente informata a fine dicembre 2011 dell’esito delle tre ispezioni, sulla base del quale la Vigilanza chiese poi alla banca, ai primi di gennaio 2012, incisivi interventi correttivi».
La diversità delle comunicazioni a Consob (hanno preso impegni e li stiamo valutando) e alla banca (gli impegni non sono sufficienti e dovete fare altro) è evidente. Al punto che Consob sanziona gli ex vertici di Banca Marche per non aver comunicato alla Commissione la lettera di Visco, che conteneva «talune informazioni» che avrebbero dovuto essere inserite nel prospetto, come ha confermato la sentenza d’appello che ha rigettato il ricorso degli ex consiglieri. Cosa cambia tra Capodanno e la Befana non è affatto chiaro.
L’aumento andò in porto nei mesi successivi, con un ampia partecipazione dei soci grandi e piccoli che in 30 mila circa sottoscrissero le nuove azioni. Diventando, dopo la risoluzione, una delle pietre angolari delle accuse contro gli ex vertici. Oggi sarà proprio la procuratrice capo di Ancona, Elisabetta Melotti, ad essere audita dalla commissione d'inchiesta sul sistema bancario. Ieri è stata invece Barbara Cavalo, sostituta procuratrice di Ferrara, a parlare di «vuoto normativo» in relazione alle comunicazioni tra Consob e Bankitalia.
Banca Marche, nuovo pasticcio tra la Consob e Bankitalia La Stampa G. Paolucci
 
Titolo: 11:49 Banca Marche: pm Ancona, Consob ottenne tutti documenti chiesti

Testo:
ROMA (MF-DJ)--"Consob chiese e ottenne la documentazione" su Banca
Marche da parte di Bankitalia.

Lo ha detto la procuratrice del Tribunale di Ancona, Elisabetta Melotti,
nel corso di un'audizione su Banca Marche davanti alla Commissione di
inchiesta sulle banche. Melotti ha spiegato che Consob aveva anche
ricevuto "gli atti della precedente ispezione della Banca d'Italia".

Sollecitata piu' volte sul rapporto tra le Autorita', in particolare
sullo scambio di informazioni, la procuratrice ha messo in evidenza come
"non abbiamo la competenza per dare un giudizio sui comportamenti delle
autorita' anche perche' eventuali comportamenti di Bankitalia nella
vicenda sono di competenza della Procura di Roma".
vs

(fine)

MF-DJ NEWS
2911:48 nov 2017
 
Titolo: 12:11 Banca Marche: pm Ancona, carenza vigilanza ininfluente su reati

Testo:
ROMA (MF-DJ)--"Il fatto che ci sia stata carenza di vigilanza e'
ininfluente" ai fini della contestazione dei reati ai vertici di Banca
Marche.

Lo ha detto la procuratrice del Tribunale di Ancona, Elisabetta Melotti,
nel corso di un'audizione su Banca Marche davanti alla commissione di
inchiesta sulle banche.

Melotti ha quindi precisato come solo un eventuale "concorso doloso"
avrebbe potuto avere influenza, ma questo elemento dalle indagini "non e'
emerso".

"Nell'ambito dei reati fallimentari, di nostra competenza territoriale,
non c'e' nessun rilievo penale su Bankitalia e Consob", ha continuato
Melotti. "Allo stato -ha messo in evidenza il magistrato- non sono emersi
elementi penali a carico" neanche delle Fondazioni -Macerata, Pesaro, Jesi
e Fano- sul ruolo svoltoall'interno di Banca Marche.
vs

(fine)

MF-DJ NEWS
2912:11 nov 2017
 
Crac Banca Marche, ennesima beffa: "Rischio prescrizione per alcuni reati" - Cronaca - ilrestodelcarlino.it



Macerata, 29 novembre 2017 - «Se arriva al dibattimento, questo processo rischia di durare tanto e c’è un problema di prescrizione per alcuni reati». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Ancona, Elisabetta Melotti, nel corso di un’audizione su Banca Marche davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulle banche.

Un sostituto procuratore della stessa procura, intervenuto in seguito ha precisato: «L’articolo 2635 del codice civile, cioè quello sulla corruzione tra privati, è procedibile a querela e questo per noi è un ostacolo enorme. L’ipotesi principale di reato in questo procedimento su Banca Marche è l’appropriazione indebita bancaria, che non esiste nell’ordinamento ma che si è configurata nella giurisprudenza. Bisognerebbe quindi costruire questa fattispecie, prevedendola procedibile d’ufficio e con sanzioni molto piu’ elevate».


«Nella nostra ricostruzione – ha proseguito la Melotti – il dissesto c’era già nel 2013», al momento del commissariamento.
Il procuratore ha precisato che «non abbiamo alcun elemento di reato» sull’operato degli amministratori straordinari, citando la fase iniziale della svalutazione dei crediti che era iniziata già nel 2012 a seguito dell’ispezione della Banca d’Italia.


«Per una procura di medie dimensioni come la nostra, un’indagine di questo genere è devastante, nel senso che richiede l’impegno di una grande parte del personale, non soltanto della procura, ma anche per quanto riguarda il personale di polizia giudiziaria. Sarebbero quindi necessarie maggiori risorse», ha aggiunto Melotti. «Un altro problema è quello del coordinamento con le altre procure. Si tratta di un tema fondamentale», ha aggiunto il magistrato, precisando che «noi abbiamo fatto degli incontri di coordinamento con altre procure, come quella di Ferrara, perché ci sono dei problemi che sono gli stessi» nei casi riguardanti le banche.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
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