Il problema delle 'banche indipendenti' sta dal fatto che un governo non può e non deve finanziarsi in maniera troppo 'allegra', in quanto l'economia ne risentirebbe negativamente con un elevata inflazione.
Considerando i deficit cronici e i debiti fuori controllo un po' ovunque, si può tranquillamente affermare che il sistema non funziona.
La banca centrale non dovrebbe soltanto occuparsi di regolare la quantità di denaro in circolazione, ma anche di come viene immessa in circolazione la nuova moneta, in maniera equa e giusta.
Ci sono due problemi insormontabili.
Il primo è che chiunque tu metta al controllo di un tale potere finisce coll'approfittarsene, saluta pure l'idea di equità e giustizia.
Il secondo è che anche trovando qualcuno integerrimo, non avrebbe le conoscenze necessarie a stabilire quello che serve al mercato.
I risultati delle politiche degli onniscienti soloni delle banche centrali sono/dovrebbero essere evidenti a tutti: bolle speculative e crisi ricorrenti, bilanci statali fuori controllo.
Il sistema delle banche centrali è ormai talmente familiare e dato per scontato dalle nostre coscienze che pochi si rendono conto di cosa implica o riescono a concepire di farne a meno.
La moneta è un bene prodotto in monopolio, di uso imposto per legge e gestito da qualche burocrate che ha la presunzione di saper soddisfare un tessuto economico formato dall'interagire di milioni di imprese e miliardi di individui... un gran bell'ego.
L'assurdità di tale condizione salta all'occhio se si sostituisce il bene moneta con qualsiasi altro prodotto.
Prendiamo l'automobile e assoggettiamola alle stesse regole.
Avremmo un comitato centrale che fa produrre un solo modello, anche se in varie cilindrate; stabilisce quante unità produrne in un anno e il loro prezzo.
Non solo: l'acquisto e l'uso sono obbligatori.
Per ottenere un sistema monetario più efficace e resiliente si dovrebbe abolire la banca centrale e il corso forzoso.
Lasciare la possibilità a chiunque voglia di emettere moneta valida per acquisti, investimenti e pagamento delle tasse.
La moneta di stato, privata del privilegio garantito ora dalla legge, sarebbe in concorrenza con le emissioni private e tutte dovrebbero presentare sufficiente affidabilità, pena l'esclusione dal mercato per mancanza di domanda.
Lo stato non potrebbe esagerare con l'emissione della propria moneta, altrimenti la stessa verrebbe abbandonata in favore delle concorrenti( si ritroverebbe così a doversi finanziare principalmente attraverso le tasse, il che è solo apparentemente uno svantaggio. Infatti le tasse, diversamente dall'inflazione, hanno di buono che si può facilmente attribuirne la paternità. Un governo troppo incline al prelievo non durerebbe a lungo.).
Quantità e valore delle emissioni sarebbero regolate dalle leggi di mercato; come per l'automobile, i prodotti migliori sarebbero i più richiesti fintanto che rimanessero capaci di soddisfare le necessità della gente.
Il sistema sarebbe più sicuro dell'attuale, anche se non perfetto o immune da fallimenti.
Per continuare l'esempio dell'automobile: con decine di marche e modelli la circolazione non si blocca nell'eventualità che una casa fallisca o presenti un veicolo con un difetto di progettazione che deve essere ritirato dal mercato.
Naturalmente l'eventualità descritta è pura utopia.
Né lo Stato, né le banche rinunceranno mai spontaneamente al potere e alla rendita che controllare la moneta garantisce loro.