Banche Venete: Azione Legale obbligazioni subordinate - n.2

Ma per poter presentare la documentazione citata bisogna sempre rientrare nelle clausole presentate inizialmente (acquisto delle obbligazioni direttamente dalla banca, entro una certa data etc...) oppure no? :confused:

Qualcuno mi illumina? Più che altro, poi, non vi sembra strano che su un tema cosi delicato non ci sia un documento chiaro, anche solo in merito alla documentazione da fornire?
 
Qualcuno mi illumina? Più che altro, poi, non vi sembra strano che su un tema cosi delicato non ci sia un documento chiaro, anche solo in merito alla documentazione da fornire?
Se non sbaglio la richiesta di rimborso può essere effettuata solo da chi ha sottoscritto le sub nella banca stessa di emissione e cioè bpv o vb, NO ACQUISTI SUL MERCATO, PRESSO ALTRE BANCHE, ONLINE ETC
inoltre ci sono altri requisiti, tipo reddito portafoglio inv.etc, ti consiglio di digitare su google rimborso obbl.sub etc.
 
Qualcuno mi illumina? Più che altro, poi, non vi sembra strano che su un tema cosi delicato non ci sia un documento chiaro, anche solo in merito alla documentazione da fornire?

Qui si sta parlando di insinuazione al passivo e per fare quello basta essere attualmente possessori di un titolo di credito nei confronti di una delle 2 banche venete, non c'entrano niente i parametri del rimborso forfettario. Per certificare che sei titolare del credito basta una qualunque certificazione della tua banca depositaria che attesti l'attuale possesso del titolo o anche un estratto del dossier titoli in data successiva al 24/06/17 (io visti i tempi ancora lunghi aspetterò l'estratto conto titoli di fine anno come documento ufficiale, tanto ormai ci sarà tempo almeno fino alla metà di gennaio '18) e il modulo per i dati personali che anche in questa discussione è stato più volte postato.

Detto questo, l'insinuazione al passivo, viste le premesse è solo un gesto simbolico, perchè dalla LCA non ci sarà "trippa per gatti", quindi per chi ha poche migliaia di € è giusto per non lasciare nulla di intentato, visto che la causa legale sarebbe economicamente sconveniente, per chi ha cifre più consistenti deve fare anche altri ragionamenti.
 
Detto questo, l'insinuazione al passivo, viste le premesse è solo un gesto simbolico, perchè dalla LCA non ci sarà "trippa per gatti", quindi per chi ha poche migliaia di € è giusto per non lasciare nulla di intentato, visto che la causa legale sarebbe economicamente sconveniente, per chi ha cifre più consistenti deve fare anche altri ragionamenti.

Grazie del chiarimento ;) Lo farò sicuramente, proprio per non lasciare nulla di intentato :)
 
Salve volevo solo aggiornarvi che i Venetisti sub tutelati dal duo Calvetti/Profess.Falcon,hanno raggiunto le 40 unità circa....chiunque si voglia unire o ha bisogno di info...può contattare lo studio Calvetti di Treviso oppure può essere aggiunto in chat what s up dal sottoscritto fornendo prova di possesso di tali sub.
I tempi sono stringenti data la costituzione parte civile per il processo del 24 novembre.
 
Poi ditemi se Intesa non deve tirare fuori i soldi e risarcire subiti e azionisti!
Più passano i mesi, più tutto è assurdo.

Palazzi di Veneto Banca, Intesa si mangia 267 milioni di euro - Cronaca - Tribuna di Treviso

MONTEBELLUNA. Metti sul piatto un euro, anzi mezzo, e ti porti a casa: villa Spineda, valore 20,2 milioni di euro; mega centro direzionale in Feltrina, 29,7 milioni; sede storica in piazza Dall’Armi, 12 milioni di euro; palazzo milanese di via Cusani, 19,2 milioni; e poi altre sedi, filiali, sportelli vari e sparsi dalla Marca a Verbania fino alle Marche, valore complessivo 267,6 milioni di euro. Con l’acquisizione di Veneto Banca alla cifra di cinquanta centesimi, il gruppo Intesa Sanpaolo si è messo in pancia 116 immobili che erano nel portafoglio della fu Popolare di Asolo e Montebelluna. Ripetere aiuta: 267,6 milioni di euro.

Tre facciate stampate fitte fitte, si chiama “Prospetto dei beni ancora in patrimonio” messo a bilancio da Veneto Banca e ora inghiottito da Intesa Sanpaolo per quel simbolico mezzo euro. Solo nell’area montebellunese il malloppo immobiliare balla attorno agli ottanta milioni di euro. E ora si ha un bel dire a sperare che Intesa faccia il “beau geste” di donare alla popolazione montebellunese - a mo’ di risarcimento per il falò azionario che ha bruciato quasi sei miliardi di euro, qui - almeno il palazzo che ospitava la sede storica in piazza Dall’Armi. Che risposta vi aspettate alla domanda: scusa, mi regali dodici milioni di euro?

Che Intesa si sia presa un bel regalo, portandosi a casa i cocci di Veneto Banca per 50 cent, i vertici dell’istituto bancario milanese non vogliono nemmeno sentirlo dire: «Intesa Sanpaolo prende a suo carico depositi e obbligazioni senior delle due banche venete, parliamo di circa 20-30 miliardi – aveva detto all’indomani della chiusura dell’operazione il presidente Gian Maria Gros-Pietro, «Il prezzo di mezzo euro è un prezzo simbolico. In realtà, le attività che noi riceviamo non sono in grado di coprire l’impegno che prendiamo».

I numeri del patrimonio immobiliare, però, fanno impressione. Il “mostro” è il mega centro direzionale innalzato - totem della crescita bulimica sotto la direzione di Vincenzo Consoli - al confine tra Montebelluna e Signoressa: è iscritto a bilancio con un valore di 29.700.503 euro, al lordo di 8,6 milioni del fondo di ammortamento. Poche settimane dopo l’inglobamento di Veneto Banca, Intesa ha provveduto a issare lì il proprio pennone. Cambio di colore, come i carri armati di questo risiko sulle macerie finanziarie, anche per lo storico palazzo di piazza Dall’Armi, messo a bilancio (2015) per oltre dodici milioni di euro, 12.064.088 per la precisione: anch’esso è finito nella pancia di Intesa, perché alla liquidazione coatta della cosiddetta bad bank spettano solamente gli immobili non funzionali all’attività creditizia in senso stretto. Case e appartamenti di chi non ha pagato il mutuo, sostanzialmente. Sedi e filiali bancarie, invece, ora sono tutte di Intesa.

Il conto si impenna presto, anche lasciando da parte la sede centrale di Fabriano (dove Consoli e Trinca hanno fatto shopping con la Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana) del valore di 8,6 milioni di euro, oppure la sfilza di palazzi di Intra a Verbania - anch’essa mangiata da Veneto Banca - i due più di valore dei quali arrivano abbondantemente sopra i sette milioni di euro ciascuno. Restiamo in zona, dunque: detto di villa Spineda Gasparini-Loredan a Venegazzù (comprata dai Benetton nel 2008), del centro direzionale in Feltrina e della sede storica in piazza Dall’Armi, spiccano poi i quasi 2,3 milioni di euro di valore della sede di Asolo in via Dante, i 2,6 milioni della villetta dove alloggiavano storicamente i direttori generali a Mercato Vecchio, in vicolo Balestrieri, gli oltre tre milioni e mezzo della sede di Nervesa in piazzale Berti. Bandiera Veneto Banca ammainata pure lì: ora è Intesa, ma non chiamatelo regalo. E, visto che il boccone comprende anche l’ex Popolare di Vicenza, ora scatta il piano di accorpamenti e chiusure, propedeutiche certamente alla vendita degli immobili che resteranno vuoti. Sono 243 le filiali accorpate, a cui potrebbero aggiungersene altre 50 in corso di valutazione, e di queste 47 sono in Veneto.
 
Non passerà mai:o
Cmq ci provano.

RETE VENETA || 2017-10-27 - EX POPOLARI, UN EMENDAMENTO PER I RISPARMIATORI

11 righe di testo in cui si chiede la liquidazione coatta e l'erogazione a favore dei soggetti sottoposti a liquidazione ovvero BPVI e Veneto Banca di 2 miliardi di euro a testa, da poi utilizzare entro 6 mesi per il ristoro di azionisti, obbligazionisti che abbiano presentato istanza di ammissione al passivo. Ma il tutto come dovrebbe avvenire? Emendamento alla finanziaria che è stato presentato ai senatori di tutti gli schieramenti politici e ai quali l'associazione chiede di farsi portavoce in commissione bilancio Una strada quella dell'emendamento difficile da percorrere gli ostacoli sulla strada sono diversi tra cui le normative europee ma il senatore PD Girgio Santini apre uno spiraglio I tempi sono strettissimi, il 10 novembre la commissione bilancio si riunisce e per allora lo strumento dovrà essere individuato

Luigi Ugone ai senatori presenti: emendamento decreto banche >> VicenzaPiu

Pubblicato alle 13.07, aggiornato alle 17.02. Vari senatori del territorio (tutti invitati è stato detto meno Laura Puppato per precedenti dissensi) hanno aderito all’invito di Luigi Ugone, presidente di “Noi che credevamo nella BPVi”, per ascoltare la ratio e i dettagli dell’emendamento che l’associazione vuole far proporre, in sede di approvazione della legge di stabilità, ai decreti che, ponendo in LCA la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, hanno spuntato totalmente le armi dei soci, circa 30.000, che, pur rientrando nei perimetri definiti dalle due ex Popolari, non hanno aderito all’offerta pubblica di transazione e di altri soci che si ritenessero (e il condizionale è formale) danneggiati.

In sostanza, ma a breve pubblicheremo in esclusiva Vicenzapiu.tv il video integrale della conferenza stampa (c'erano i colleghi di Tva, Il Corriere del Veneto e Rete Veneta Antenna 3), l’associazione ha chiesto ai senatori presenti (Giorgio Santini e Rosanna Filippin del Pd, Enrico Cappelletti del M5S, Erika Stefani della Lega Nord e Raffaella Bellotto di Fare) di far proprio l’emendamento che di fatto chiede uno stanziamento a carico delle LCA di fino a 4 mld di euro.

A fine incontro tutti i senatori presenti si sono impegnati a un nuovo incontro per il 3 novembre prossimo per arrivare a una proposta magari condivisa anche in base alle osservazioni già fatte oggi e che, oltre al dovere etico verso i soci truffati, tenga conto delle compatibilità economiche con la legge di stabilità.
 
Sequestri Bpvi, la rabbia delle associazioni «La procura li doveva fare a maggio»
Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)28 Oct 2017
Inchiesta Bpvi: sequestri non fatti e sequestri che un nuovo giudice potrebbe ancora concedere dopo il pronunciamento della Cassazione. Tra tutti i risparmiatori che sperano di ottenere ancora un risarcimento rispetto all’azzeramento delle azioni. E che, per ora, polemizzano, contestando c’era stata la possibilità, nei mesi scorsi, di far scattare i sigilli, senza che lo si fosse fatto. Fatto che sembra ormai essersi dissolto, soprattutto dopo le parole del procuratore di Vicenza, Antonino Cappelleri, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta: «La banca è stata svuotata di qualunque sostanza effettiva e dunque qualunque richiesta di sequestro sarebbe vana».
Dichiarazioni che hanno rinfocolato la rabbia tra i soci. Portavoce l’avvocato vicentino Renato Bertelle, che tutela oltre duecento risparmiatori, già pronti a costituirsi parte civile nel maxi-processo che potrebbe iniziare a breve. «Se è vero che oggi non c’è più niente da sequestrare in banca, viene da chiedersi come mai il procuratore non abbia proceduto al sequestro, quando ancora non era già troppo tardi – dichiara il legale – . Il giudice per le indagini preliminari a maggio non aveva negato alla Procura il sequestro di 106 milioni di euro. Soldi che rappresentavano una forma di garanzia per un futuro risarcimento ai tanti risparmiatori che si sarebbero costituiti nel processo».
Allora era stato lo stesso procuratore a spiegare come la richiesta di sequestro fosse stata fatta «al fine di una tutela, pur parziale, delle ragioni dei numerosi danneggiati». Ma è anche vero che allora il gip avevo dato via libera al sequestro - solo il diretto, alla banca - in una forma che Cappelleri definì «provvisoria»: doveva essere avvallato entro venti giorni da un collega del capoluogo lombardo, visto che secondo il Gip, che aveva dichiarato competente Milano per una serie di fatti, lì toccava dare il via libera. «Anche sotto il profilo pratico – aveva spiegato allora il procuratore - non è possibile entro venti giorni dall’emissione del decreto, e seguire un sequestro di tale portata e trasferire gli atti alla sede competente (Milano, ndr) in tempo utile perché questa possa rinnovare il sequestro disposto da Vicenza, che altrimenti decade».
Quindi niente sigilli. E se anche questi dovessero esserci in futuro, dopo che si esprimerà la Cassazione, sul provvedimento e sulla competenza territoriale, potrebbero sì scattare, ma a questo punto solo nei confronti dell’ex dg Samuele Sorato e del vicedirettore generale Emanuele Giustini. «C’era la possibilità di fare una revocatoria e chiedere in sede civile il sequestro dei beni di cui si è spogliato l’ex presidente Gianni Zonin – spiega l’avvocato Bertelle – ma c’era il rischio, da parte dei risparmiatori, di perdere la causa e dover pagare costi alti. Per questo era importante eseguire quel sequestro penale già a maggio».
 
.... basta essere attualmente possessori di un titolo di credito nei confronti di una delle 2 banche venete. Per certificare che sei titolare del credito basta una qualunque certificazione della tua banca depositaria che attesti l'attuale possesso del titolo o anche un estratto del dossier titoli in data successiva al 24/06/17 (io visti i tempi ancora lunghi aspetterò l'estratto conto titoli di fine anno come documento ufficiale, tanto ormai ci sarà tempo almeno fino alla metà di gennaio '18) e il modulo per i dati personali che anche in questa discussione è stato più volte postato.

Ho cercato il modulo in questa discussione ma non sono riuscito a trovarlo. Hai per caso il file disponibile ? Grazie.

Inoltre volevo chiedervi: è sufficiente inviare la pec o è necessario anche inviare la raccomanda a/r ?
 
© ANSA
(Arv) Venezia 31 ott. 2017 - Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, informa “di aver presentato una Risoluzione, sottoscritta anche dai colleghi Finco, Rizzotto, Forcolin, Gidoni, Boron, Sandonà e Semenzato, con cui si invita il Presidente della Giunta regionale a esercitare ogni azione utile presso il Governo e il Parlamento nazionali per la tutela del risparmio e il ristoro degli azionisti, obbligazionisti e piccoli e medi risparmiatori di Banca Popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa”. “Fino a ora - esordisce il presidente del Consiglio regionale – non è stata posta in essere alcuna iniziativa legislativa per ristorare quanti hanno subito un danno ingiusto. D’altra parte, il Decreto del Ministro dell’Economia e della Finanza, con cui è stata disposta la liquidazione coatta amministrativa delle due Banche, non è stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, sicché deve ancora iniziare a decorrere il termine per la presentazione dell’istanza di ammissione al passivo da parte dei creditori delle procedure”. “Inoltre – continua Ciambetti - le ipotesi di reato contestate dalla Procura della Repubblica di Vicenza alle due Banche, in particolare quella di aggiotaggio, rendono verosimile il fatto che le domande di ammissione al passivo di azionisti ed obbligazionisti subordinati saranno migliaia, sicché i tempi prevedibili per il loro esame e la formazione dello Stato passivo richiederà tempi particolarmente lunghi”. “Dobbiamo altresì considerare - prosegue il presidente del Consiglio regionale - che azionisti e obbligazionisti subordinati, se ammessi allo Stato passivo, tuttavia, in quanto creditori chirografari, sarebbero gli ultimi a essere soddisfatti”. “Per questi motivi – conclude Roberto Ciambetti – con la Risoluzione presentata chiediamo a Governo e Parlamento di erogare quanto prima, a favore di ciascun soggetto sottoposto a liquidazione coatta amministrativa, l’ammontare massimo di 2000 milioni di Euro, per il soddisfacimento, in tutto o in parte e proporzionalmente, dei crediti risarcitori di azionisti e obbligazionisti subordinati che abbiano presentato istanza di ammissione al passivo”.
 
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