Col ridursi dell’inflazione e delle cedole pagate dai bond Inflation Linked, molti si stanno chiedendo se sia diminuita la convenienza di questi bond rispetto al tasso fisso.
Prendendo spunto da questo interrogativo, ecco un’analisi storica a livello europeo dei tassi reali, ossia il differenziale tra il tasso fisso ed inflazione.
L’analisi parte dell’anno 2000 e si basa sul tasso IRS a 7 anni nonché sull’inflazione annua HICP Area Euro. Si noti che il tasso IRS è quasi esente dai rischi emittente, mentre la durata a 7 anni corrisponde all’incirca alla durata media dei titoli di Stato europei (attuale durata media TDS italiani 7,67 anni).
Gli anni che beneficiarono dei maggiori tassi reali furono:
2000 tasso reale +3,2% (IRS 7y +5,3% - Inflazione +2,1%)
2001 tasso reale +2,5% (IRS 7y +4,8% - Inflazione +2,3%)
2002 tasso reale +2,3% (IRS 7y +4,6% - Inflazione +2,3%)
2007 tasso reale +2,4% (IRS 7y +4,5% - Inflazione +2,1%)
2009 tasso reale +2,6% (IRS 7y +2,9% - Inflazione +0,3%)
Gli anni che soffrirono di tassi reali negativi furono:
2011 tasso reale -0,2% (IRS 7y +2,6% - Inflazione +2,7%)
2012 tasso reale -1,0% (IRS 7y +1,5% - Inflazione +2,5%)
2017 tasso reale -1,1% (IRS 7y +0,5% - Inflazione +1,5%)
2018 tasso reale -1,2% (IRS 7y +0,5% - Inflazione +1,8%)
2019 tasso reale -1,2% (IRS 7y +0,0% - Inflazione +1,2%)
2020 tasso reale -0,5% (IRS 7y -0,3% - Inflazione +0,3%)
2021 tasso reale -2,7% (IRS 7y -0,1% - Inflazione +2,6%)
2022 tasso reale -6,4% (IRS 7y +1,6% - Inflazione +8,0%)
Valori medi dei 23 anni dal 2000 al 2022 (compresi):
2000-2022 tasso reale medio +0,2% (IRS 7y +2,3% - Inflazione +2,1%)
Si noti che per ben 8 anni su 23, i tassi reali sono stati negativi, non proteggendo il capitale investito dalla svalutazione inflazionistica.
Chi fosse sempre stato investito in tasso fisso a 7y per tutti i 23 anni, avrebbe beneficiato di un rendimento reale lordo di appena +0,2%. Però per effetto delle imposte, calcolate sul rendimento e non sul rendimento reale, il rendimento netto andrebbe leggermente in negativo!
In effetti, per un investitore italiano, le cose sarebbero andate leggermente meglio per un paio di motivi: Il rendimento dei titoli di stato italici si è mediamente mantenuto leggermente superiore per effetto del premio per il rischio emittente, viceversa l’inflazione italiana si è mediamente mantenuta leggermente sotto a quella europea.
Ma il premio per il rischio andrebbe scorporato dal rendimento reale, poiché trattasi comunque di un costo, per essersi accollati un rischio, quindi andrebbe considerato a parte.
Invece il differenziale tra inflazione italiana ed europea avrebbe poca importanza, poiché neutro per gli investitori italiani che investono e vivono in Italia.
In conclusione, dal punto di vista storico (evitando giudizi basati su inutili previsioni dei trend futuri), quando dovremmo considerare più conveniente e protettivo investire in bond inflation linked piuttosto che in bond a tasso fisso? Quando l’inflation linked avesse un rendimento reale superiore al rendimento reale storico del tasso fisso più l’attuale spread di rischio emittente, e/o quando l’inflation linked avesse un rendimento reale superiore al rendimento del tasso fisso meno meno la media storica d'inflazione (a parità d'emittente e durata).