di Simone Valesini - 30 aprile 2020
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un gruppo di ricerca cinese, che ha pubblicato su Nature Medicine i risultati di uno studio sierologico su 285 pazienti, in cui si dimostra per la prima volta che tutti i malati (almeno tra quelli analizzati dai ricercatori) sviluppano anticorpi, o più precisamente immunoglobuline specifiche, contro Sars-Cov-2 nel corso della malattia.
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In questo senso, la ricerca non è sufficiente per confermare che le persone che hanno incontrato il virus diventino realmente immuni a una seconda infezione. O tanto meno per capire quanto potrebbe durare questa immunità. Nel caso di virus simili a Sars-Cov-2, come Sars e Mers, i sopravvissuti ottengono un’immunità verso nuove infezioni che dura almeno 12-24 mesi. Lo stesso accade nei modelli animali di covid, ma anche questo non basta a confermare che i pazienti guariti dal nuovo coronavirus siano realmente immuni alla malattia. Con il nuovo studio si fa un passo ulteriore: avendo verificato la presenza in tutti i pazienti di immunoglobuline G le probabilità che sia possibile sviluppare immunità al virus crescono ulteriormente. Si tratta infatti di*anticorpi*prodotti prodotti nella fase più avanzata della*risposta*immunitaria*ai patogeni, e solitamente sono collegati allo sviluppo di una protezione a lungo termine.
Per quanti indizi si accumulino, comunque, difficilmente si otterrà una prova, fino a quando qualche ricerca riuscirà a dimostrare direttamente che la presenza di*anticorpi*nel sangue è collegata all’immunità*nei confronti di nuove infezioni. Non a caso, l’Oms negli scorsi giorni*ha deciso di prendere posizione, con un rapporto in cui si sottolinea che l’adozione di*patentini,*passaporti*o altre certificazioni di immunità verso*covid*è attualmente priva di basi scientifiche. I motivi citati dagli esperti dell’Organizzazione mondiale di sanità sono due. Per prima cosa, l’accuratezza dei test sierologici deve dimostrarsi estremamente alta prima di poter pensare di utilizzarli per decidere chi non rischia più di contrarre la malattia. I*falsi*positivi*sono sempre in agguato, e in questo caso sono particolarmente probabili visto che di*coronavirus*umani*ne esistono almeno sei, e in chi ha incontrato uno di questi virus in passato (eventualità comune visto che*quattro coronavirus*umani sono causa del comune raffreddore) ci sono alte possibilità che i test facciano confusione tra anticorpi per virus così simili tra loro (in inglese viene definita cross-reactivity).
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Tutti i pazienti con Covid-19 sviluppano anticorpi contro il coronavirus - Wired