Cell... Adesso basta 2! (la vendetta)

..........c'è il segno +
al momento io mi accontento........
 
Non fa male ricordare qualcosa:

Cell Therapeutics, Inc. (CTI) (NASDAQ e MTA: CTIC) ha annunciato la pubblicazione sul The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics dei risultati di uno studio preclinico su PixuvriTM (pixantrone) che dimostra i potenziali meccanismi per ridurre la cardiotossicità in pazienti trattati con Pixuvri che siano stati precedentemente sottoposti a trattamento con la doxorubicina. Mentre la terapia CHOP-R è considerata efficace ed è lo standard di cura nel trattamento di prima linea del linfoma non-Hodgkin (LNH) aggressivo a cellule B, l'esposizione a dosi cumulative della doxorubicina, un'antraciclina contenuta in questo regime, è associata all’aumento dell'incidenza di cardiotossicità irreversibile, severa e sintomatica. L'associazione con il danno cardiaco limita l'uso della doxorubicina e di altre antracicline oltre la terapia di prima linea e nei pazienti con malattia cardiaca preesistente.

Pixuvri è un nuovo aza-antrecenedione che manca delle proprietà strutturali che portano alla formazione di specie reattive dell'ossigeno o di idrossimetaboliti di lunga durata che si ritiene essere la causa del danno cardiaco. Anche se la cardiotossicità indotta dalle antracicline è un processo complesso e multi-fattoriale, questo studio dimostra i potenziali meccanismi attraverso i quali Pixuvri non induce questo grave effetto collaterale. Lo studio del Prof. Giorgio Minotti, MD presso il CIR e Scienze del Farmaco, Università Campus Bio-Medico di Roma, Italia, ha dimostrato che in un modello di tessuto cardiaco umano, trattato o non trattato in precedenza con la doxorubicina, Pixuvri non ha formato specie reattive dell'ossigeno nè idrossimetaboliti di lunga durata. Nei campioni cardiaci pretrattati con la doxorubicina, Pixuvri ha inoltre inibito la formazione dell’idrossimetabolita di lunga durata della doxorubicina. Questi risultati suggeriscono i meccanismi della bassa incidenza di cardiotossicità osservati negli studi clinici di Pixuvri in pazienti non pretrattati o già trattati con doxorubicina.

“Le antracicline sono una terapia efficace in pazienti con LNH aggressivo a cellule B ma il loro uso è limitato a causa dell’associazione al danno cardiaco” ha detto il Prof. Minotti. “La cardiotossicità complica la gestione clinica dei pazienti che recidivano dopo la terapia di prima linea, poiché i chemioterapici non antraciclinici usati in seconda o terza linea potrebbero far precipitare la cardiotossicità attraverso molteplici meccanismi. Questi dati forniscono un razionale biologico per il profilo di sicurezza di Pixuvri e supportano il ruolo di quest’ultimo nel trattamento del LNH aggressivo a cellule B refrattario oppure recidivato dopo antracicline o altre linee di trattamento”.
Le valutazioni di droga
Targeting della via JAK-STAT nel linfoma:
un focus su pacritinib

Giugno 2013, vol. 22, No. 6, Pages 775-785 (doi: 10.1517/13543784.2013.775244)
Enrico Derenzini † 1 MD & Anas Younes 2 MD


Università di Bologna, Istituto di Ematologia e Oncologia Medica LA Seragnoli,
Via Massarenti 9, 40138 Bologna
, Italia +390516363817, +390516364037; ederenzini@gmail.com
2 L'Università del Texas MD Anderson Cancer Center, Dipartimenti di Linfoma e Mieloma,
1515 Holcombe Blvd., Houston, TX 77030
, Stati Uniti d'America
Autore per la corrispondenza

Introduzione: Il Janus chinasi (JAK) / trasduttore di segnale e attivatore di trascrizione (STAT) media il percorso di segnalazione da citochine, chemochine e recettori di crescita sulla superficie cellulare al nucleo. JAK / STAT aberrante è attivato in una varietà di linfomi, con un duplice ruolo di promuovere la sopravvivenza cellulare / proliferazione e evasione immune

Aree coperte: Questa recensione descrive il razionale preclinico dietro lo sviluppo di inibitori JAK nel linfoma, alcuni dei quali sono in corso di valutazione in studi di Fase I / II, e riassume le caratteristiche ed i risultati clinici di differenti inibitori di JAK in sviluppo clinico. Dati preclinici e clinici disponibili circa JAK inibizione in neoplasie linfoidi sono stati esaminati utilizzando un accesso PubMed. Ad oggi, pacritinib (SB1518), un inibitore selettivo JAK2/FLT3 è il primo e unico inibitore JAK che è stato valutato in pazienti con linfoma recidivato


Opinione degli esperti: La logica dietro lo sviluppo preclinico di pacritinib nelle neoplasie linfoproliferative è forte, come la deregolamentazione del pathway JAK / STAT è coinvolto nella patogenesi di molteplici sottotipi di linfoma, anche se con meccanismi diversi. Pacritinib ha dimostrato sicurezza ed efficacia clinica precoce in una varietà di tipi istologici di linfoma, fornendo la prima prova di principio del potenziale valore clinico di ottimizzazione JAK / STAT nel linfoma

Linfomi, al via sperimentazione con farmaco made in Italy
12 settembre 2013

Un chemioterapico di nuova generazione, frutto della ricerca italiana, associato a un anticorpo monoclonale: è partita da poco la sperimentazione di una terapia a base di pixantrone e retuximab per verificare la disponibilità di un'arma in più contro il Linfoma Non Hodgkin (NHL), un tumore del sistema linfatico che in Italia colpisce da 2500 a 3000 persone ogni anno, con età media di 65 anni.

Ne ha parlato Pier Luigi Zinzani, dell'Istituto di Ematologia e Oncologia 'Seragnoli' dell'Università di Bologna a un incontro con i giornalisti, promosso in occasione della Giornata Mondiale di sensibilizzazione sul Linfoma, che cade il 15 settembre. Zinzani ha sottolineato che, nonostante i recenti successi della ricerca, che hanno portato alla guarigione del 50% dei casi di NHL di tipo aggressivo, attraverso terapie a base di retuximab in combinazione con chemioterapia tradizionale (laddove solo 10 anni fa le guarigioni non superavano il 5-10%) la ricerca continua a fornire nuove armi.

E' il caso del pixantrone, chemioterapico di nuova generazione 'cugino' delle antracicline ma meno cardiotossico, frutto della ricerca di Novuspharma, azienda italiana poi acquistata e incorporata nell'americana Cell Therapeutics.

''Del 50% di pazienti che non rispondono alla combinazione rituximab/chemio – spiega Zinzani – un 70% circa viene sottoposto a trapianto con le proprie staminali estratte dal midollo osseo, operazione che ne recupera il 50%, ma per coloro che non hanno beneficio e per il 30% che non può ricorrere al trapianto, entra in gioco il pixantrone, per il cui uso in monoterapia l'Aifa ha concesso l'indicazione come farmaco di terza linea, per coloro cioè che hanno già subito due tipi di trattamento''. Con questa terapia, ancora un 50% dei pazienti risponde positivamente, il 30% dei quali dà una risposta completa.

''E' proprio partendo da questi risultati, guardando ai pazienti 'non responders', che e' stato impostato un nuovo trial appena partito – conclude l'oncoematologo bolognese - che vede associato il pixantrone con il retuximab, i cui risultati saranno noti fra circa 18 mesi''.
IEFFERIES GLOBAL CONFERENCE 4 GIUGNO 2013

Pixuvri: POST MARKETING IMPEGNO studio di fase 3:
Attualmente reclutando i partecipanti al U. S. / E.U. siti previsti
_Potential Di estendere l'etichetta di impostazione della linea 2 °
_Considering PFS come endpoint primario
_Intended Per adempiere EMA impegno post-marketing
_Potrebbe ridurre la dimensione del campione di 220 pazienti
_POTREBBE, POTENZIALMENTE, SOSTENERE NDA negli Stati Uniti

Penetrazione di picco: 3 ° di ricerche di mercato partito supporta circa 8.125 pazienti / anno
PACRITINIB: Creare valore attraverso late-stage pipeline
Orale inibitore JAK2 / FLT3
Vantaggio rispetto ad altri mezzo inibitori JAK: minimo un trattamento di trombocitopenia e anemia
Due studi di fase 3 di registrazione in pazienti con mielofibrosi previsti per il 2013
Targeting Ex-U. S. sviluppo socio

REDDITIVITA 'TARGET
Incentrato sulla crescita delle vendite Pixuvri con un margine netto positivo contributo
Incentrato sulla non-equity entrate basata / generazione di capitale di esercizio attraverso il prodotto potenziale partnership e / o fuori licenze rights regionali


Pixuvri: rivolto ai pazienti che non hanno 2-3 precedenti linee di terapia - ALTA bisogno insoddisfatto
Tumore del sangue che rappresenta circa 37.000 nuovi casi nell'UE ogni anno
Prima linea di trattamento
Consiste tipicamente di antracicline limitate per lo più alla prima linea di utilizzo a causa di associazione con irreversibili, danni cardiaci cumulati
Trattamento di seconda linea:
Consiste intensiva non antraciclina terapia di salvataggio basata, + / - autologo di cellule staminali trapianto 95% dei pazienti avrà ricadute dopo la terapia 2a linea e hanno una prognosi infausta, con una sopravvivenza prevista di meno di un anno


__REIMBURSMENT: Recensione in corso in 5 principali paesi del mercato; attuale netto
franco fabbrica prezzo / flacone 680 € * Obiettivo corridoio prezzo medio netto di € 500
- € 525/vial
(Media 48 fiale / paziente / anno


Global Reach:
Iniziativa in corso per stabilire partnership commerciale ROW tutta l'Europa orientale, Rissia, India, Asia e America Latina nel 2013


Pixuvri: POST MARKETING IMPEGNO studio di fase 3:
Attualmente sta reclutando i partecipanti al U. S. / E.U. siti previsti
_Potential: estendere l'etichetta di impostazione della linea 2 °
_Considering PFS come endpoint primario
_Intended Per adempiere EMA impegno post-marketing
_Potrebbe Ridurre la dimensione del campione di 220 pazienti
_POTREBBE POTENZIALMENTE SOSTENERE NDA negli Stati Uniti

CTI presenterà dati clinici in occasione del 55° Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (American Society of Ematology - ASH)
- Avrà luogo una presentazione dei dati di fase 2 di pacritinib in malati di mielofibrosi, affetti da trombocitopenia (contapiastrinica bassa) -
Seattle, 7 novembre, 2013  Cell Therapeutics, Inc. (CTI) (NASDAQ e MTA: CTIC) rende noto che, in occasione del 55° Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (American Society of Ematology - ASH), che si terrà dal 7 al 10 dicembre 2013 a New Orleans (LA), presenterà dei dati che metteranno in luce pacritinib, un nuovo inibitore orale della JAK2/FLT3, e tosedostat, un inibitore dell’aminopeptidasi.
Le presentazioni includeranno dati relativi a pacritinib in pazienti affetti da mielofibrosi, provenienti da analisi addizionali condotte sugli studi di fase 2 già completati, e dati relativi a tosedostat, sia provenienti da studi sponsorizzati, in cui è stato somministrato come cura di prima linea in pazienti affetti da leucemia acuta mieloide (LAM) e sindrome mielodisplastica (SMD), sia provenienti da uno studio separato, in pazienti recidivati. Di seguito una sintesi delle presentazioni, mentre gli abstracts completi sono disponibili per la consultazione all’indirizzo web della ASH, The American Society of Hematology.
Presentazione Pacritinib, un duplice inibitore della JAK2/FLT3: un’analisi integrata del profilo di efficacia e di sicurezza dei dati clinici di Fase 2 in pazienti affetti da mielofibrosi primaria e secondaria (MF) e caratterizzati da una conta piastrinica ≤ 100.000 μ
• Autore principale: Dr. Srdan Verstovsek, MD Anderson Cancer Center, Houston, TX
• Data/Ora: Lunedi, 9 Dicembre 2013 alle 11:30 CT • Luogo: Teatro C
• Sessione Orale: 634, Sindromi mieloproliferative: Clinico • Abstract # 395
Presentazione dei Poster Uno studio di fase 1/2 su Citarabina o Azacitidina, in combinazione con Tosedostat in malati anziani affetti da leucemia mieloide acuta o sindrome mielodisplastica ad alto rischio • Autore principale: Dr. Courtney D. Dinardo, MD Anderson Cancer Center, Houston, TX
• Data/Ora: Domenica, 8 Dicembre 2013, 18:30-20:30 CT
• Luogo: Sala E
• Presentazione Poster: 615, Leucemia Mieloide Acuta: La Terapia, escludendo il Trapianto: Poster III
• Abstract # 2698
Uno studio di fase 2 su Tosedostat (TST) somministrato in combinazione con Citarabina o Decitabina in pazienti anziani a cui è stata appena diagnostica una leucemia mieloide acuta (LMA) o una sindrome mielodisplastica ad alto rischio (SMD)
• Autore principale: Dr. Raya Mawad, Fred Hutchinson Cancer Research Center, Università di Washington, Seattle, WA • Data/Ora: Lunedi, 9 Dicembre 2013, 18:00-20:00 CT
• Luogo: Sala E
• Presentazione Poster: 615, Leucemia Mieloide Acuta: La Terapia, escludendo il Trapianto: Poster III
• Abstract # 3926
Analisi del rapporto esposizione/risposta per Pacritinib (SB1518), un nuovo inibitore orale della JAK2/FLT3, in pazienti affetti da mielofibrosi
Autore principale: Dr. Suliman Al-Fayoumi, Cell Therapeutics, Inc., Seattle, WA
Data/Ora: Lunedi 9, Dicembre 2013, 18:00-20:00 CT
Luogo: Sala E
Presentazione Poster: 634, Sindromi Mieloproliferative: Clinico: Poster III
Abstract # 4080
Informazioni su Pacritinib
Pacritinib è un inibitore orale della tirosina chinasi (tyrosine kinase inhibitor -TKI) con duplice attività contro JAK2 e FLT3. Gli enzimi della famiglia JAK sono una componente centrale nei percorsi della trasduzione del segnale, i quali sono fondamentali per la normale crescita e lo sviluppo delle cellule del sangue, nonché della sintesi delle citochine infiammatorie e delle risposte immunitarie. E’ stato dimostrato che le mutazioni in queste chinasi sono direttamente legate allo sviluppo di una varietà di tumori nel sangue, comprese neoplasie mieloproliferative, la leucemia e il linfoma. Pacritinib può offrire un vantaggio rispetto ad altri inibitori della JAK attraverso un trattamento efficace dei sintomi e causando minor trombocitopenia e anemia rispetto agli inibitori JAK attualmente approvati e in sviluppo. Attraverso la svolgimento di due studi clinici di Fase 3, CTI sta seguendo un approccio ampio nel processo di sviluppo di pacritinib in pazienti con mielofibrosi: lo studio PERSIST-1 è condotto su un variegato campione di pazienti, senza limitazioni nella conta piastrinica, e lo studio PERSIST-2, condotto in pazienti con basso numero di piastrine, che dovrebbe iniziare nel quarto trimestre del 2013. Nello scorso mese di ottobre, CTI ha raggiunto un accordo con la US
Food and Drug Administration (FDA) su uno Special Protocol Assessment (SPA), per lo studio clinico pivotale
PERSIST-2. Uno SPA è un accordo scritto tra CTI e la FDA per quanto riguarda il disegno, gli endpoint e l’approccio previsto per l’analisi statistica dello studio clinico che sarà di supporto all’eventuale richiesta di New Drug Application (NDA).
Informazioni su Tosedostat
Tosedostat è un inibitore orale dell’aminopeptidasi che, nel corso di sperimentazioni cliniche di fase 1-2, ha evidenziato significative risposte antitumorali nei tumori del sangue e nei tumori solidi. CTI ha diritti esclusivi di marketing e co-sviluppo per il Nord, Centro e Sud America su tosedostat, un farmaco candidato di Chroma Therapeutics Ltd.
 
Non fa male ricordare qualcosa:

Cell Therapeutics, Inc. (CTI) (NASDAQ e MTA: CTIC) ha annunciato la pubblicazione sul The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics dei risultati di uno studio preclinico su PixuvriTM (pixantrone) che dimostra i potenziali meccanismi per ridurre la cardiotossicità in pazienti trattati con Pixuvri che siano stati precedentemente sottoposti a trattamento con la doxorubicina. Mentre la terapia CHOP-R è considerata efficace ed è lo standard di cura nel trattamento di prima linea del linfoma non-Hodgkin (LNH) aggressivo a cellule B, l'esposizione a dosi cumulative della doxorubicina, un'antraciclina contenuta in questo regime, è associata all’aumento dell'incidenza di cardiotossicità irreversibile, severa e sintomatica. L'associazione con il danno cardiaco limita l'uso della doxorubicina e di altre antracicline oltre la terapia di prima linea e nei pazienti con malattia cardiaca preesistente.

Pixuvri è un nuovo aza-antrecenedione che manca delle proprietà strutturali che portano alla formazione di specie reattive dell'ossigeno o di idrossimetaboliti di lunga durata che si ritiene essere la causa del danno cardiaco. Anche se la cardiotossicità indotta dalle antracicline è un processo complesso e multi-fattoriale, questo studio dimostra i potenziali meccanismi attraverso i quali Pixuvri non induce questo grave effetto collaterale. Lo studio del Prof. Giorgio Minotti, MD presso il CIR e Scienze del Farmaco, Università Campus Bio-Medico di Roma, Italia, ha dimostrato che in un modello di tessuto cardiaco umano, trattato o non trattato in precedenza con la doxorubicina, Pixuvri non ha formato specie reattive dell'ossigeno nè idrossimetaboliti di lunga durata. Nei campioni cardiaci pretrattati con la doxorubicina, Pixuvri ha inoltre inibito la formazione dell’idrossimetabolita di lunga durata della doxorubicina. Questi risultati suggeriscono i meccanismi della bassa incidenza di cardiotossicità osservati negli studi clinici di Pixuvri in pazienti non pretrattati o già trattati con doxorubicina.

“Le antracicline sono una terapia efficace in pazienti con LNH aggressivo a cellule B ma il loro uso è limitato a causa dell’associazione al danno cardiaco” ha detto il Prof. Minotti. “La cardiotossicità complica la gestione clinica dei pazienti che recidivano dopo la terapia di prima linea, poiché i chemioterapici non antraciclinici usati in seconda o terza linea potrebbero far precipitare la cardiotossicità attraverso molteplici meccanismi. Questi dati forniscono un razionale biologico per il profilo di sicurezza di Pixuvri e supportano il ruolo di quest’ultimo nel trattamento del LNH aggressivo a cellule B refrattario oppure recidivato dopo antracicline o altre linee di trattamento”.
Le valutazioni di droga
Targeting della via JAK-STAT nel linfoma:
un focus su pacritinib

Giugno 2013, vol. 22, No. 6, Pages 775-785 (doi: 10.1517/13543784.2013.775244)
Enrico Derenzini † 1 MD & Anas Younes 2 MD


Università di Bologna, Istituto di Ematologia e Oncologia Medica LA Seragnoli,
Via Massarenti 9, 40138 Bologna
, Italia +390516363817, +390516364037; ederenzini@gmail.com
2 L'Università del Texas MD Anderson Cancer Center, Dipartimenti di Linfoma e Mieloma,
1515 Holcombe Blvd., Houston, TX 77030
, Stati Uniti d'America
Autore per la corrispondenza

Introduzione: Il Janus chinasi (JAK) / trasduttore di segnale e attivatore di trascrizione (STAT) media il percorso di segnalazione da citochine, chemochine e recettori di crescita sulla superficie cellulare al nucleo. JAK / STAT aberrante è attivato in una varietà di linfomi, con un duplice ruolo di promuovere la sopravvivenza cellulare / proliferazione e evasione immune

Aree coperte: Questa recensione descrive il razionale preclinico dietro lo sviluppo di inibitori JAK nel linfoma, alcuni dei quali sono in corso di valutazione in studi di Fase I / II, e riassume le caratteristiche ed i risultati clinici di differenti inibitori di JAK in sviluppo clinico. Dati preclinici e clinici disponibili circa JAK inibizione in neoplasie linfoidi sono stati esaminati utilizzando un accesso PubMed. Ad oggi, pacritinib (SB1518), un inibitore selettivo JAK2/FLT3 è il primo e unico inibitore JAK che è stato valutato in pazienti con linfoma recidivato


Opinione degli esperti: La logica dietro lo sviluppo preclinico di pacritinib nelle neoplasie linfoproliferative è forte, come la deregolamentazione del pathway JAK / STAT è coinvolto nella patogenesi di molteplici sottotipi di linfoma, anche se con meccanismi diversi. Pacritinib ha dimostrato sicurezza ed efficacia clinica precoce in una varietà di tipi istologici di linfoma, fornendo la prima prova di principio del potenziale valore clinico di ottimizzazione JAK / STAT nel linfoma

Linfomi, al via sperimentazione con farmaco made in Italy
12 settembre 2013

Un chemioterapico di nuova generazione, frutto della ricerca italiana, associato a un anticorpo monoclonale: è partita da poco la sperimentazione di una terapia a base di pixantrone e retuximab per verificare la disponibilità di un'arma in più contro il Linfoma Non Hodgkin (NHL), un tumore del sistema linfatico che in Italia colpisce da 2500 a 3000 persone ogni anno, con età media di 65 anni.

Ne ha parlato Pier Luigi Zinzani, dell'Istituto di Ematologia e Oncologia 'Seragnoli' dell'Università di Bologna a un incontro con i giornalisti, promosso in occasione della Giornata Mondiale di sensibilizzazione sul Linfoma, che cade il 15 settembre. Zinzani ha sottolineato che, nonostante i recenti successi della ricerca, che hanno portato alla guarigione del 50% dei casi di NHL di tipo aggressivo, attraverso terapie a base di retuximab in combinazione con chemioterapia tradizionale (laddove solo 10 anni fa le guarigioni non superavano il 5-10%) la ricerca continua a fornire nuove armi.

E' il caso del pixantrone, chemioterapico di nuova generazione 'cugino' delle antracicline ma meno cardiotossico, frutto della ricerca di Novuspharma, azienda italiana poi acquistata e incorporata nell'americana Cell Therapeutics.

''Del 50% di pazienti che non rispondono alla combinazione rituximab/chemio – spiega Zinzani – un 70% circa viene sottoposto a trapianto con le proprie staminali estratte dal midollo osseo, operazione che ne recupera il 50%, ma per coloro che non hanno beneficio e per il 30% che non può ricorrere al trapianto, entra in gioco il pixantrone, per il cui uso in monoterapia l'Aifa ha concesso l'indicazione come farmaco di terza linea, per coloro cioè che hanno già subito due tipi di trattamento''. Con questa terapia, ancora un 50% dei pazienti risponde positivamente, il 30% dei quali dà una risposta completa.

''E' proprio partendo da questi risultati, guardando ai pazienti 'non responders', che e' stato impostato un nuovo trial appena partito – conclude l'oncoematologo bolognese - che vede associato il pixantrone con il retuximab, i cui risultati saranno noti fra circa 18 mesi''.
IEFFERIES GLOBAL CONFERENCE 4 GIUGNO 2013

Pixuvri: POST MARKETING IMPEGNO studio di fase 3:
Attualmente reclutando i partecipanti al U. S. / E.U. siti previsti
_Potential Di estendere l'etichetta di impostazione della linea 2 °
_Considering PFS come endpoint primario
_Intended Per adempiere EMA impegno post-marketing
_Potrebbe ridurre la dimensione del campione di 220 pazienti
_POTREBBE, POTENZIALMENTE, SOSTENERE NDA negli Stati Uniti

Penetrazione di picco: 3 ° di ricerche di mercato partito supporta circa 8.125 pazienti / anno
PACRITINIB: Creare valore attraverso late-stage pipeline
Orale inibitore JAK2 / FLT3
Vantaggio rispetto ad altri mezzo inibitori JAK: minimo un trattamento di trombocitopenia e anemia
Due studi di fase 3 di registrazione in pazienti con mielofibrosi previsti per il 2013
Targeting Ex-U. S. sviluppo socio

REDDITIVITA 'TARGET
Incentrato sulla crescita delle vendite Pixuvri con un margine netto positivo contributo
Incentrato sulla non-equity entrate basata / generazione di capitale di esercizio attraverso il prodotto potenziale partnership e / o fuori licenze rights regionali


Pixuvri: rivolto ai pazienti che non hanno 2-3 precedenti linee di terapia - ALTA bisogno insoddisfatto
Tumore del sangue che rappresenta circa 37.000 nuovi casi nell'UE ogni anno
Prima linea di trattamento
Consiste tipicamente di antracicline limitate per lo più alla prima linea di utilizzo a causa di associazione con irreversibili, danni cardiaci cumulati
Trattamento di seconda linea:
Consiste intensiva non antraciclina terapia di salvataggio basata, + / - autologo di cellule staminali trapianto 95% dei pazienti avrà ricadute dopo la terapia 2a linea e hanno una prognosi infausta, con una sopravvivenza prevista di meno di un anno


__REIMBURSMENT: Recensione in corso in 5 principali paesi del mercato; attuale netto
franco fabbrica prezzo / flacone 680 € * Obiettivo corridoio prezzo medio netto di € 500
- € 525/vial
(Media 48 fiale / paziente / anno


Global Reach:
Iniziativa in corso per stabilire partnership commerciale ROW tutta l'Europa orientale, Rissia, India, Asia e America Latina nel 2013


Pixuvri: POST MARKETING IMPEGNO studio di fase 3:
Attualmente sta reclutando i partecipanti al U. S. / E.U. siti previsti
_Potential: estendere l'etichetta di impostazione della linea 2 °
_Considering PFS come endpoint primario
_Intended Per adempiere EMA impegno post-marketing
_Potrebbe Ridurre la dimensione del campione di 220 pazienti
_POTREBBE POTENZIALMENTE SOSTENERE NDA negli Stati Uniti

CTI presenterà dati clinici in occasione del 55° Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (American Society of Ematology - ASH)
- Avrà luogo una presentazione dei dati di fase 2 di pacritinib in malati di mielofibrosi, affetti da trombocitopenia (contapiastrinica bassa) -
Seattle, 7 novembre, 2013  Cell Therapeutics, Inc. (CTI) (NASDAQ e MTA: CTIC) rende noto che, in occasione del 55° Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (American Society of Ematology - ASH), che si terrà dal 7 al 10 dicembre 2013 a New Orleans (LA), presenterà dei dati che metteranno in luce pacritinib, un nuovo inibitore orale della JAK2/FLT3, e tosedostat, un inibitore dell’aminopeptidasi.
Le presentazioni includeranno dati relativi a pacritinib in pazienti affetti da mielofibrosi, provenienti da analisi addizionali condotte sugli studi di fase 2 già completati, e dati relativi a tosedostat, sia provenienti da studi sponsorizzati, in cui è stato somministrato come cura di prima linea in pazienti affetti da leucemia acuta mieloide (LAM) e sindrome mielodisplastica (SMD), sia provenienti da uno studio separato, in pazienti recidivati. Di seguito una sintesi delle presentazioni, mentre gli abstracts completi sono disponibili per la consultazione all’indirizzo web della ASH, The American Society of Hematology.
Presentazione Pacritinib, un duplice inibitore della JAK2/FLT3: un’analisi integrata del profilo di efficacia e di sicurezza dei dati clinici di Fase 2 in pazienti affetti da mielofibrosi primaria e secondaria (MF) e caratterizzati da una conta piastrinica ≤ 100.000 μ
• Autore principale: Dr. Srdan Verstovsek, MD Anderson Cancer Center, Houston, TX
• Data/Ora: Lunedi, 9 Dicembre 2013 alle 11:30 CT • Luogo: Teatro C
• Sessione Orale: 634, Sindromi mieloproliferative: Clinico • Abstract # 395
Presentazione dei Poster Uno studio di fase 1/2 su Citarabina o Azacitidina, in combinazione con Tosedostat in malati anziani affetti da leucemia mieloide acuta o sindrome mielodisplastica ad alto rischio • Autore principale: Dr. Courtney D. Dinardo, MD Anderson Cancer Center, Houston, TX
• Data/Ora: Domenica, 8 Dicembre 2013, 18:30-20:30 CT
• Luogo: Sala E
• Presentazione Poster: 615, Leucemia Mieloide Acuta: La Terapia, escludendo il Trapianto: Poster III
• Abstract # 2698
Uno studio di fase 2 su Tosedostat (TST) somministrato in combinazione con Citarabina o Decitabina in pazienti anziani a cui è stata appena diagnostica una leucemia mieloide acuta (LMA) o una sindrome mielodisplastica ad alto rischio (SMD)
• Autore principale: Dr. Raya Mawad, Fred Hutchinson Cancer Research Center, Università di Washington, Seattle, WA • Data/Ora: Lunedi, 9 Dicembre 2013, 18:00-20:00 CT
• Luogo: Sala E
• Presentazione Poster: 615, Leucemia Mieloide Acuta: La Terapia, escludendo il Trapianto: Poster III
• Abstract # 3926
Analisi del rapporto esposizione/risposta per Pacritinib (SB1518), un nuovo inibitore orale della JAK2/FLT3, in pazienti affetti da mielofibrosi
Autore principale: Dr. Suliman Al-Fayoumi, Cell Therapeutics, Inc., Seattle, WA
Data/Ora: Lunedi 9, Dicembre 2013, 18:00-20:00 CT
Luogo: Sala E
Presentazione Poster: 634, Sindromi Mieloproliferative: Clinico: Poster III
Abstract # 4080
Informazioni su Pacritinib
Pacritinib è un inibitore orale della tirosina chinasi (tyrosine kinase inhibitor -TKI) con duplice attività contro JAK2 e FLT3. Gli enzimi della famiglia JAK sono una componente centrale nei percorsi della trasduzione del segnale, i quali sono fondamentali per la normale crescita e lo sviluppo delle cellule del sangue, nonché della sintesi delle citochine infiammatorie e delle risposte immunitarie. E’ stato dimostrato che le mutazioni in queste chinasi sono direttamente legate allo sviluppo di una varietà di tumori nel sangue, comprese neoplasie mieloproliferative, la leucemia e il linfoma. Pacritinib può offrire un vantaggio rispetto ad altri inibitori della JAK attraverso un trattamento efficace dei sintomi e causando minor trombocitopenia e anemia rispetto agli inibitori JAK attualmente approvati e in sviluppo. Attraverso la svolgimento di due studi clinici di Fase 3, CTI sta seguendo un approccio ampio nel processo di sviluppo di pacritinib in pazienti con mielofibrosi: lo studio PERSIST-1 è condotto su un variegato campione di pazienti, senza limitazioni nella conta piastrinica, e lo studio PERSIST-2, condotto in pazienti con basso numero di piastrine, che dovrebbe iniziare nel quarto trimestre del 2013. Nello scorso mese di ottobre, CTI ha raggiunto un accordo con la US
Food and Drug Administration (FDA) su uno Special Protocol Assessment (SPA), per lo studio clinico pivotale
PERSIST-2. Uno SPA è un accordo scritto tra CTI e la FDA per quanto riguarda il disegno, gli endpoint e l’approccio previsto per l’analisi statistica dello studio clinico che sarà di supporto all’eventuale richiesta di New Drug Application (NDA).
Informazioni su Tosedostat
Tosedostat è un inibitore orale dell’aminopeptidasi che, nel corso di sperimentazioni cliniche di fase 1-2, ha evidenziato significative risposte antitumorali nei tumori del sangue e nei tumori solidi. CTI ha diritti esclusivi di marketing e co-sviluppo per il Nord, Centro e Sud America su tosedostat, un farmaco candidato di Chroma Therapeutics Ltd.

Voglio un nuovo thread.....:angry:

:D
 
BREVI CONSIDERAZIONI INIZIALI:
l'esposizione a dosi cumulative della doxorubicina, un'antraciclina contenuta in questo regime, è associata all’aumento dell'incidenza di cardiotossicità irreversibile, severa e sintomatica. L'associazione con il danno cardiaco limita l'uso della doxorubicina e di altre antracicline oltre la terapia di prima linea e nei pazienti con malattia cardiaca preesistente
Lo studio del Prof. Giorgio Minotti, MD presso il CIR e Scienze del Farmaco, Università Campus Bio-Medico di Roma, Italia, ha dimostrato che in un modello di tessuto cardiaco umano, trattato o non trattato in precedenza con la doxorubicina, Pixuvri non ha formato specie reattive dell'ossigeno nè idrossimetaboliti di lunga durata. Nei campioni cardiaci pretrattati con la doxorubicina, Pixuvri ha inoltre inibito la formazione dell’idrossimetabolita di lunga durata della doxorubicina. Questi risultati suggeriscono i meccanismi della bassa incidenza di cardiotossicità osservati negli studi clinici di Pixuvri in pazienti non pretrattati o già trattati con doxorubicina.

E' VERO,O,FALSO?
Università di Bologna, Istituto di Ematologia e Oncologia Medica LA Seragnoli,
Via Massarenti 9, 40138 Bologna
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Opinione degli esperti: La logica dietro lo sviluppo preclinico di pacritinib nelle neoplasie linfoproliferative è forte, come la deregolamentazione del pathway JAK / STAT è coinvolto nella patogenesi di molteplici sottotipi di linfoma, anche se con meccanismi diversi. Pacritinib ha dimostrato sicurezza ed efficacia clinica precoce in una varietà di tipi istologici di linfoma, fornendo la prima prova di principio del potenziale valore clinico di ottimizzazione JAK / STAT nel linfoma
E' VERO,O. FALSO?


Linfomi, al via sperimentazione con farmaco made in Italy
12 settembre 2013


Pier Luigi Zinzani, dell'Istituto di Ematologia e Oncologia 'Seragnoli' dell'Università di Bologna a un incontro con i giornalisti, promosso in occasione della Giornata Mondiale di sensibilizzazione sul Linfoma, che cade il 15 settembreZinzani ha sottolineato che, nonostante i recenti successi della ricerca, che hanno portato alla guarigione del 50% dei casi di NHL di tipo aggressivo, attraverso terapie a base di retuximab in combinazione con chemioterapia tradizionale (laddove solo 10 anni fa le guarigioni non superavano il 5-10%) la ricerca continua a fornire nuove armi.

E' il caso del pixantrone, chemioterapico di nuova generazione 'cugino' delle antracicline ma meno cardiotossico, frutto della ricerca di Novuspharma, azienda italiana poi acquistata e incorporata nell'americana Cell Therapeutics. Un chemioterapico di nuova generazione, frutto della ricerca italiana, associato a un anticorpo monoclonale: è partita da poco la sperimentazione di una terapia a base di pixantrone e retuximab per verificare la disponibilità di un'arma in più contro il Linfoma Non Hodgkin (NHL), un tumore del sistema linfatico che in Italia colpisce da 2500 a 3000 persone ogni anno, con età media di 65 anni.


''E' proprio partendo da questi risultati, guardando ai pazienti 'non responders', che e' stato impostato un nuovo trial appena partito – conclude l'oncoematologo bolognese - che vede associato il pixantrone con il retuximab, i cui risultati saranno noti fra circa 18 mesi''
E' VERO,O, FALSO?
 
Secondo uno studio recentemente pubblicato dall’Ematologia di Pavia sulla più ampia
casistica finora riportata di pazienti con mielofibrosi post-Policitemia, è da considerare
fattore prognostico negativo alla diagnosi di mielofibrosi post-Policitemia avere un valore di
emoglobina inferiore a 10 g/dL. Mentre sono fattori negativi durante il follow-up
un’emoglobina inferiore a 10 g/dL, piastrine inferiori a 100.000, o leucociti superiori a
30.000.
I criteri standard di diagnosi della mielofibrosi post-trombocitemia essenziale
La Mielofibrosi può svilupparsi come evoluzione tardiva anche nel corso della
trombocitemia essenziale, con un intervallo che supera in genere i 15 anni. Si manifesta
con la comparsa di sintomatologia sistemica (che è rara nella trombocitemia essenziale) e
con una progressiva citopenia trilineare (riduzione di leucociti, emoglobina e piastrine)
associata ad incremento della splenomegalia. I criteri per porre diagnosi di Mielofibrosi
post-Trombocitemia essenziale sono stati recentemente definiti dal IWG-MRT.
Per la diagnosi sono necessari i due Criteri principali e almeno due dei Criteri addizionali
sotto riportati.
Criteri IWG-MRT per la diagnosi di Mielofibrosi post-trombocitemia essenziale
Criteri principali
1. Precedente diagnosi di Trombocitemia Essenziale (criteri WHO)
2. Fibrosi midollare di grado II-III (criteri europei, EUNMET)
Criteri addizionali
1. Anemia; oppure riduzione dell’emoglobina di almeno 2 g/dL rispetto al valore
riscontrato alla diagnosi di trombocitemia essenziale
2. Leucoeritroblastosi sullo striscio di sangue periferico
3. Splenomegalia (alla visita: incremento della milza di 5 cm dall’arcata costale,
oppure comparsa di splenomegalia)
4. Incremento della latticodeidrogenasi (LDH) serica
5. Comparsa di almeno 1 sintomo sistemico (calo di peso, sudorazioni notturne,
febbre)
Quali esami occorre eseguire in un paziente con sospetto di mielofibrosi
idiopatica?
esame emocromocitometrico:
I valori emocromocitometrici al momento della diagnosi sono estremamente variabili.
Emoglobina:
in circa la metà dei pazienti è presente anemia a genesi multifattoriale (emopoiesi
inefficace, fibrosi midollare, ipersplenismo).
Globuli bianchi:
in circa la metà dei casi è presente leucocitosi (10.000-14.000/μl); in alcuni casi è presente
invece leucopenia.
Piastrine:
il valore delle piastrine può essere aumentato (nel 30% dei casi) o ridotto (nel 35% dei
casi) rispetto al range di normalità.
I valori di leucociti e piastrine sono il risultato del bilancio tra mieloproliferazione con
tendenza a leucocitosi ed a piastrinosi da un lato, e fibrosi midollare e sequestro splenico
con tendenza a leucopenia e piastrinopenia dall'altro. Nelle forme con piastrinosi è
necessario porre attenzione alla diagnosi differenziale con la trombocitemia essenziale.
Striscio di sangue periferico:
la valutazione morfologica del sangue periferico documenta tipicamente la presenza di
precursori mieloidi ed eritroidi (screzio leucoeritroblastico) e di eritrociti a lacrima
(dacriociti) nelle forme fibrotiche, mentre nelle prefibrotiche non vi sono atipie
caratteristiche.
lattico deidrogenasi (LDH):
Nella maggior parte dei pazienti si riscontra un incremento dei valori di LDH, dovuto
all'emopoiesi inefficace
acido urico:
Può essere elevato a causa dell'aumentato turnover delle nucleoproteine e si correla con
l'intensa attività proliferativa midollare
funzionalità epatica, fosfatasi alcalina:
Per valutare lo stato del fegato
dosaggio dell'eritropoietina sierica:
il livello di eritropoietina sierica nei pazienti con mielofibrosi primaria è in genere adeguato
al grado di anemia
valutazione test di autoimmunità:
anticorpi anti-nucleo, ENA, anticorpi anti-DNA, fattore reumatoide, test di Coombs. In
alcuni casi di mielofibrosi primaria si verificano alterazioni dei meccanismi dell'immunità
umorale, quali la comparsa di anticorpi anti-eritrociti, di anticorpi antinucleo ecc. In genere,
tali alterazioni non danno manifestazioni evidenti a livello clinico
valutazione dei precursori emopoietici nel sangue periferico:
mediante valutazione citofluorimetrica delle cellule CD34-positive. Nella mielofibrosi
primaria le cellule CD34-positive sono in genere aumentate rispetto al sano ed alle altre
malattie mieloproliferative croniche (cut-off 10/μl). Nelle mielofibrosi secondarie la conta
delle cellule CD34 è sempre superiore a quella delle due malattie (policitemia vera e
trombocitemia essenziale) in fase cronica. Il test si effettua su sangue periferico
valutazione della mutazione V617F del gene JAK2
Il test si effettua su sangue periferico
crescita in coltura delle colonie eritroidi:
Nelle malattie mieloproliferative croniche è possibile la crescita in vitro di colonie eritroidi
"spontanee", cioè in assenza di eritropoietina. Tale test può essere effettuato sul sangue
periferico con risultati attendibili
biologia molecolare per bcr/abl:
nei pazienti con mielofibrosi primaria non è presente il riarrangiamento bcr/abl tipico della
leucemia mieloide cronica. Tale indagine, eseguibile anche su sangue periferico, è quindi
di fondamentale importanza per la diagnosi differenziale tra mielofibrosi primaria e
leucemia mieloide cronica
biopsia osteomidollare:
consente di definire la cellularità midollare, le atipie morfologiche dei megacariociti, il
grado di fibrosi midollare e l'eventuale osteosclerosi. E' una procedura fondamentale per
una corretta diagnosi differenziale con le altre malattie mieloproliferative croniche in
particolare con la trombocitemia essenziale
cariotipo:
Per la ricerca di eventuali alterazioni cromosomiche. Il test si effettua su sangue midollare
e richiede quindi il mieloaspirato. Bisogna tener conto che il midollo, a causa della fibrosi
midollare, spesso non è aspirabile.
ecografia addominale:
Per la valutazione di milza e fegato.
radiografia del torace:
per escludere un'eventuale interstiziopatia da metaplasia mieloide polmonare. Nel
sospetto di emopoiesi extramidollare polmonare è indicato procedere con indagini di
secondo livello (TC torace ad alta risoluzione, scintigrafia con anticorpo monoclonale anti-
CD66 marcato con 99mTc).
Quali patologie bisogna escludere per la diagnosi di mielofibrosi primaria?
Leucemia mieloide cronica
Nella leucemia mieloide cronica alla diagnosi, in genere la leucocitosi è più elevata e non
vi è fibrosi midollare di rilievo. Il cromosoma Philadelphia con il riarrangiamento bcr/abl,
tipicamente presente nella leucemia mieloide cronica e non nella mielofibrosi primaria,
consente la diagnosi differenziale tra le due malattie.
Trombocitemia esenziale
La forma prefibrotica della mielofibrosi, con elevato numero di piastrine ed assenza di
fibrosi midollare, pone spesso problemi di diagnosi differenziale con la trombocitemia
essenziale, caratterizzata anch'essa da piastrinosi. In tali casi lo studio morfologico con
biopsia osteomidollare delle atipie megacariocitarie è di fondamentale importanza per
differenziare le due forme.
Sindrome mielodisplastica
La mielofibrosi con pancitopenia pone problemi di diagnosi differenziale con le sindromi
mielodisplastiche associate a fibrosi midollare. L'assenza di splenomegalia e di
leucoeritroblastosi orienta in genere per una mielodisplasia.
Leucemia a cellule capellute (Hairy-cell leukemia)
La mielofibrosi con pancitopenia può porre problemi di diagnosi differenziale con la
leucemia a cellule capellute, caratterizzata anch'essa da pancitopenia, splenomegalia,
fibrosi midollare con midollo non aspirabile. La valutazione immunofenotipica consente di
discriminare le due malattie.
Metastasi ossee di tumori solidi
Le localizzazioni midollari di tumori solidi si associano alla comparsa nel sangue periferico
di leucoeritroblastosi con dacriociti ed allo sviluppo di fibrosi midollare. L'identificazione
delle cellule neoplastiche metastatiche nella biopsia ossea consente la diagnosi di
certezza.
Il decorso della malattia
Nell'ambito delle malattie mieloproliferative croniche Philadelphia-negative, la mielofibrosi
primaria ha in generale un andamento più progressivo.
Vi sono molti pazienti in cui l’andamento è torpido e la malattia resta a lungo asintomatica.
Tuttavia, la sopravvivenza è estremamente variabile in rapporto ad una serie di parametri
clinici e laboratoristici che comprendono: l’età, anemia, piastrinopenia, leucocitosi o
leucopenia, sintomi sistemici, anomalie del cariotipo, presenza di blasti nel sangue
periferico, evoluzione leucemica.
Uno dei modelli prognostici più utilizzati è il cosiddetto Lille scoring system che stratifica i
pazienti in tre categorie di rischio in base ai seguenti valori di emoglobina e di leucociti,
considerandoli fattori di prognosi negativi
· emoglobina <10 g/dl
· leucociti <4.000/mmc
· leucociti >30.000/mmc
Numero di fattori Categoria a rischio
0 Basso
1 Intermadio
2 Alto
Terapia della mielofibrosi primaria
La terapia della mielofibrosi primaria deve mirare a riportare i valori di emoglobina,
piastrine e leucociti entro i limiti di normalità ed a ridurre la splenomegalia ed i sintomi
sistemici. L'approccio terapeutico è variabile e va dalla sola osservazione nel paziente in
fase iniziale asintomatico, alla terapia di supporto, oppure alla citoriduzione.
Osservazione clinica
I pazienti con valori emocromocitometrici nella norma, senza splenomegalia progressiva, e
senza sintomi sistemici non necessitano di terapia ma solo di osservazione in un
programma di follow-up clinico e molecolare con periodici controlli ematologici.
Terapia di supporto
L'anemia può essere corretta con il supporto trasfusionale, con la terapia corticosteroidea
(prednisone), o con gli androgeni (danazolo). Il danazolo (Danatrol, compresse da 100-
200 mg), utilizzato alla dose di 200-400 mg/die, richiede un monitoraggio frequente della
funzionalità epatica. La risposta necessita comunemente di qualche mese.
Terapia citoriduttiva
Una chemioterapia citoriduttiva che agisca sulla mieloproliferazione a livello midollare è
indicata qualora siano presenti:
· leucocitosi
· piastrinosi
· splenomegalia progressiva
· sintomi sistemici
Idrossiurea
Il farmaco di scelta è rappresentato dall'idrossiurea (Oncocarbide, capsule da 500 mg). E'
un antimetabolita che viene somministrato alla dose iniziale di 500-1000 mg al giorno. La
posologia viene poi modulata in base ai valori emocromocitometrici
Busulfano
In alcuni pazienti la citoriduzione può essere effettuata con il busulfano (Myleran,
compresse da 2 mg), un alchilante impiegato in genere alla dose iniziale di 4 mg al giorno.
Può causare prolungate citopenie per cui richiede frequenti controlli emocromocitometrici
sotto la direzione di ematologi esperti
Trattamenti di impiego meno frequente
Talidomide
La dimostrazione di un'aumentata angiogenesi a livello midollare e splenico nella
mielofibrosi ha suggerito la potenziale efficacia terapeutica di farmaci antiangiogenetici
come la talidomide. La talidomide è in grado di migliorare l'anemia (nel 22-62% dei casi a
seconda degli studi), la piastrinopenia (nel 22-75% dei casi) e meno frequentemente la
splenomegalia (nel 19% dei casi). L'uso della talidomide in monoterapia a dosi comprese
tra 100 e 400 mg/die è gravato da frequenti effetti collaterali. I principali effetti collaterali
sono rappresentati da costipazione, sedazione, parestesie, edemi periferici. Più raramente
sono state riportate trombosi o reazioni mieloproliferative inattese.
In alcuni centri Ematologici la Talidomide viene somministrata a basso dosaggio (50-100
mg/die). La Lenalidomide (derivato dalla talidomide) ha documentato in uno studio
americano un buon profilo di efficacia e tollerabilità.
Splenectomia
La splenectomia trova indicazione solo in particolari condizioni:
1. splenomegalia sintomatica non responsiva al trattamento standard
2. anemia con importante fabbisogno trasfusionale o piastrinopenia severa
3. ipertensione portale
L'intervento comporta una mortalità del 10% ed un'elevata morbidità (30%). L’opportunità
della splenectomia deve essere decisa solo da ematologi esperti. Le principali
complicanze sono rappresentate dall'insorgenza di piastrinosi spiccata, dallo sviluppo di
insufficienza epatica e dall'aumentato rischio di evoluzione in leucemia acuta. Pazienti con
indicazione alla splenectomia ma non passibili di intervento chirurgico per le scadenti
condizioni generali, sono stati a volte sottoposti a radioterapia splenica a basso dosaggio.
Si tratta di una procedura che può causare grave citopenia e conseguentemente un
elevato rischio infettivo. L'effetto, se presente, è per lo più transitorio.
Trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche
E' finora l'unica procedura potenzialmente in grado di guarire la malattia. Può essere però
effettuata solo in casi selezionati. In particolare, in soggetti giovani ad alto rischio con
donatore HLA identico. Tale scelta deve essere discussa in modo approfondito facendo un
bilancio dei possibili vantaggi e dei potenziali rischi della procedura.
Radioterapia
Nei rari casi di metaplasia mieloide non epatosplenica è possibile utilizzare la radioterapia
a basso dosaggio con buone risposte.
Nuove prospettive di terapia
Le nuove conoscenze sui meccanismi patogenetici delle malattie mieloproliferative
croniche Ph-negative (policitemia vera, trombocitemia essenziale, mielofibrosi primaria) tra
cui in primo piano la scoperta della mutazione del gene JAK-2, stanno aprendo la strada a
terapie con farmaci molecolari in grado di agire direttamente sul bersaglio genetico. Alcuni
studi su nuovi farmaci inibitori selettivi di JAK-2 hanno superato la fase preclinica. Sono
ora in corso sperimentazioni cliniche su pazienti con malattia mieloproliferativa cronica in
fase avanzata i cui primi risultati sembrano promettenti. Se i risultati di tali ricerche
saranno confermati, nuovi farmaci più specifici ed attivi rispetto a quelli ora in uso potranno
essere disponibili.
Le più comuni domande dei pazienti affetti da mielofibrosi
Che tipo di malattia è la mielofibrosi primaria?
1. è una malattia mieloproliferativa cronica
2. è caratterizzata anemia e splenomegalia
3. comporta un aumentato rischio di evoluzione in leucemia
Quali sono le cause della mielofibrosi primaria?
1. un danno genetico acquisito della cellula staminale emopoietica
2. uno stimolo proliferativo primitivo sui precursori midollari che si traduce inizialmente
in una produzione eccessiva di piastrine e globuli bianchi, e uno stimolo proliferativo
secondario sui fibroblasti che si traduce in un aumento della fibrosi midollare
La mielofibrosi primaria ha un rischio di trasmissione genetica?
1. esistono casi familiari
Come si può sospettare la mielofibrosi primaria?
1. da un alterazione dell'emocromo
2. dal riscontro di epato-splenomegalia all'esame obiettivo o all'ecografia
3. dalla presenza di sintomi sistemici (astenia, febbre, sudorazioni notturne, dolori
articolari, calo di peso)
4. dall’aumento dell’enzima sierico LDH
Quali sono gli accertamenti da eseguire per valutare meglio questa malattia?
1. conta delle cellule CD34-positive circolanti
2. studio della mutazione V617F del gene JAK2
3. biopsia osteomidollare
4. esame del midollo con analisi cromosomica
5. nelle femmine, studio della clonalità
Quando controllare la milza con l’ecografia?
1. per la valutazione della milza è sufficiente la visita ematologica; in alcuni casi è
indicata l’ecografia
2. l’ecografia consente di valutare una eventuale ipertensione portale
Tutti i pazienti con mielofibrosi idiopatica devono ricevere un trattamento?
1. no
Quando è indicato l'impiego della terapia citoriduttiva?
1. nei pazienti con leucocitosi e/o piastrinosi e/o sintomi sistemici e/o splenomegalia
progressiva
Come si esegue la terapia citoriduttiva con Idrossiurea?
1. lo scopo della chemioterapia citoriduttiva con Idrossiurea è quello di controllare la
piastrinosi e l’incremento del globuli bianchi e di ridurre o controllare la
splenomegalia
2. è indicato controllare l’emocromo ogni mese per valutare il valore di piastrine (Plt),
emoglobina (Hb, Hgb), ematocrito (Hct) e leucociti (WBC, GB)
3. se si riducono troppo leucociti o emoglobina è indicato ridurre il dosaggio dei
farmaci
Quando iniziare la terapia trasfusionale?
1. quando l’emoglobina scende al di sotto di 8 o 9 g/dL, o in caso di sanguinamento
Quando è indicato l'impiego della terapia antiaggregante?
1. in caso di precedenti problemi vascolari
Quando è controindicato l'impiego della terapia antiaggregante?
1. in caso di precedenti problemi emorragici, o per valori estremamente alti di piastrine
Il trapianto di midollo osseo è da considerare un opzione terapeutica?
1. si, in casi selezionati

.
 
avete rievocato il cimitero?
azz quanti morti seminati ...una strage:rolleyes:
 
e mentre certi falliti guardano....

;):clap:

CTI.jpg
 
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...sicuro per del coronavirus


Thread aperto a fine 2013 inizio 2014 col titolo @ area 23$

solo dall'anno 2006 scende da 20000$ di quotazione ..
last Nasdaq a ieri sera = 1.40$ (andando + a ritroso scende da 90000$ di quotazione .... con 6 raggruppamenti )

un'ecatombe senza nessun virus a corona
 
Ultima modifica:
Thread aperto a fine 2013 inizio 2014 col titolo @ area 23$

solo dall'anno 2006 scende da 20000$ di quotazione ..
last Nasdaq a ieri sera = 1.40$ (andano + a ritroso scende da 90000$ di quotazione .... con 6 raggruppamenti )

un'ecatombe senza nessun virus a corona
;) hai ragione, sarebbe ora che tornasse a 90000$ :yes:OK!
 
;) hai ragione, sarebbe ora che tornasse a 90000$ :yes:OK!


con miliardi di azioni diluite sul mercato in ADC (che "non si vedono" solo grazie al trucco dei 6 reverse split:D) nemmeno quando per le future generazioni terrestri noi saremo come gli Egizi di oggi ... ovvero nemmeno x quando avrà chiuso baracca e burattini:D
 
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