Oggi, 27 maggio 2010, si è svolto all’Università di Catania, presso la Facoltà di Farmacia, un seminario relativo al Dottorato Internazionale di Scienze Farmaceutiche dal titolo “A multidisciplinary approach to target beta-amyloid aggregation in Alzheimer’s disease” tenuto dal Prof. Angelo Carotti docente dell’Università di Bari.
Il seminario è stato incentrato sullo sviluppo di nuovi farmaci in grado di agire sulle cause principali della patologia dell’Alzheimer, malattia purtroppo ad oggi senza una vera e propria cura.
I nuovi approcci alla cura si sono incentrati sull’inibizione dell’aggregazione di monomeri peptidici denominati β-Amiloide che sono alla base della patogenesi.
Uno dei farmaci più promettenti, che può mirare a questo specifico target molecolare è il Pixantrone, composto in via di sviluppo come antitumorale, derivato da un farmaco già in commercio noto come Mitoxantrone.
Il Mitoxantrone è un farmaco dotato di una buona attività antitumorale, ma tossico a livello cardiocircolatorio; il suo derivato Pixantrone ha mostrato avere una minore tossicità.
La linea di ricerca seguita per il Pixantrone come farmaco per la cura dell’Alzheimer, è stata motivata dal fatto che se questo composto è in grado di intercalarsi tra le catene di DNA disposte ad α-elica ed impedirne la replicazione durante un processo cancerogenetico, lo stesso poteva avvenire nella β-Amiloide.
Le placche amiloidi sono costituite da aggregazioni di peptidi che hanno una disposizione a β-sheet e possono aggregarsi in polimeri che hanno svariati pesi molecolari.
È stato osservato che aggregati superiori a dodici monomeri (quindi ad alto peso molecolare) hanno una neurotossicità maggiore di quelle con un numero minore di monomeri, quindi sono maggiormente responsabili della formazione di placche che poi porteranno ad una neurodegenerazione che sarà in parte responsabile della patogenesi dell’Alzheimer.
Sono stati testati sia il Mitoxantrone che il Pixantrone ed entrambi si sono mostrati attivi nell’impedire l’aggregazione e nello distruggere la disposizione ordinata dei monomeri nella struttura β-sheet.
Il Mitoxantrone è attivo a concentrazioni di 200µM; il Pixantrone è stato testato a concentrazioni di 50µM, 100µM e 200µM e si è mostrato attivo (con un crescendo di attività all’aumentare della concentrazione) in tutti e tre i casi.L’inibizione si svolgeva soprattutto verso l’aggregazione dei polimeri a più alto P.M. e le placche tendevano a diminuire notevolmente dopo trattamento con Pixantrone.
Successivamente si è volti alla ricerca di modifiche che diminuivano la tossicità del farmaco. Si sono testate delle associazioni con peptidi che hanno portato ad una diminuzione della tossicità.
Attualmente sono in corso degli studi in relazione alla struttura-attività, incentrati alla ricerca di modifiche alla molecola che permettano da una parte di diminuirne la tossicità e dall’altra di migliorarne le caratteristiche farmaco-cinetiche per permettere una migliore veicolazione nel SNC.
Tutte le persone affette da questa terribile patologia hanno grandi aspettative da questo farmaco.