Letture di fine anno...
ItaliaOggi, del Gruppo Class, ma si, quello di Paolo Panerai, ha assegnato i Media Awards 2008 e nella categoria Mensili, per il Mensile Cibo & Vino è stato premiato il Gambero Rosso.
Cioè, hanno premiato il mensile che ha diretto Stefano Bonilli fino al 12 settembre 2008?
Ma no, il fatto è che nel corso del 2008 il Gambero Rosso ha espresso più innovazione e qualità rispetto agli altri mensili del settore e quindi la giuria, che ha esaminato con pignoleria caso per caso, si è vista costretta a premiare il Gambero Rosso nonostante il suo direttore sia stato licenziato il 12 settembre dopo avere dato il visto anche al numero 10, quello di ottobre.
Si, è vero, c'è chi ha dei dubbi sull'attuale composizione proprietaria del Gambero Rosso ma io esulto perché per 10/12 il premio è stato dato anche a me
) è quasi un Pulitzer.
http://blog.paperogiallo.net/2008/12/quasi_un_pulitzer_-.html
Gambero rosso in scatola (cinese) Nessuna risposta agli interrogativi di Carlo Macchi
Mi ha stupito molto, anche se non essendo di primo pelo sono abituato e conosco molto bene certi muri di gomma, determinati meccanismi di ignoranza e rimozione che vengono innescati nei confronti di argomenti sgraditi, che vengono sistematicamente ignorati come se non esistessero e come se per il semplice fatto di ignorarli venissero in questo modo “esorcizzati”, il silenzio (imbarazzato) che ha accolto lo splendido, appuntito e puntuale articolo di Carlo Macchi, apparso su Wine Surf, intitolato Gambero rosso in scatola (leggi qui).
Proprio come avevo fatto io, leggete qui, dopo la cacciata di Stefano Bonilli dal ponte di comando del Gambero rosso editore e l’arrivo al suo posto dal suo ex collega (e a quanto pare anche ex amico) Daniele Cernilli, marito di Marina Thompson, alias Thompson International Marketing, anche il buon Macchi, toscano di Poggibonsi, e compagno di fede nerazzurra (ma da sponde un po’ diverse, essendo Macchi orgoglioso membro del club degli… Interisti leninisti…), si era posto alcune domande molto precise su conflitti d’interessi e dintorni relativi a Gambero rosso e capataz e proprietari gamberisti vari, ad esempio “usciti di scena soci storici come Bonilli e sua moglie, chi
è divenuto proprietario del pacchetto di maggioranza del Gambero?”.
E ancora: “Perché non si deve sapere, aldilà di ogni ragionevole dubbio, la composizione azionaria della più importante rivista enogastonomica italiana?
Quali segreti mai si nasconderanno dentro a quella “scatola” con sei milioni di azioni? Anche se risultassero proprietari dei produttori di vino, cosa mai potrà accadere?”
Macchi aveva ricordato che “
da un anno girano voci su famosi produttori che, senza risultare ufficialmente (Panerai, Zonin), sono divenuti possessori del pacchetto di maggioranza.
Queste voci sono state regolarmente smentite, l’ultima volta proprio pochi giorni fa da Paolo Cuccia. nuovo proprietario (così si è dichiarato) di GRH (Gambero Rosso Holding).
In un’intervista al Corriere della Sera diceva che dietro di lui non c’era nessuno, tantomeno Panerai o Zonin e che lui era a tutti gli effetti proprietario del gruppo editoriale, pallino che aveva sempre avuto sin da piccolo… etc. etc.”. Però, “in definitiva possiamo affermare che la
composizione del pacchetto azionario di GRH è ancora avvolta da mistero e ciò non può che portare acqua al mulino delle illazioni che girano da circa un anno”.
Così Macchi, in beata innocenza, era arrivato a formulare le sue domande, chiedendosi “in un mondo dove si parla di un prodotto che nasce grazie alla luce del sole, perché non mantenersi sotto questa luce anche in altri casi?
Non essendo arrivato nemmeno lo straccio di una risposta, e avendo i diretti interessati dribblato abilmente, manco fossero gli Jair di quarant’anni fa, o dei Garrincha, ho pensato di segnalare anche ai lettori di Vino al Vino l’articolo di Macchi ed il comportamento, inqualificabile, del management e della direzione del Gambero rosso editore, invitandovi a dire come la pensate e facendo miei gli interrogativi del collega toscano.
Sono perfettamente d’accordo con lui: “a questo punto tacere o dare delle mezze verità è forse la strada peggiore”, anche se viene da pensare che questa sia la “strategia” decisa ai piani alti di via Bargoni a Roma…
http://vinoalvino.org/blog/2008/09/...posta-agli-interrogativi-di-carlo-macchi.html
Buon Anno!!!
Salvador