Claudio Olivieri

Archiviazione opere di Claudio olivieri

Buonasera a tutti,posseggo 2 opere di olivieri ho mandato foto e documentazione alla galleria di riferimento Claudio poleschi di Lucca più di un anno fa per l archiviazione e nonostante l invio di innumerevoli mail non mi hanno fatto sapere nulla,qualcuno di voi ha il mio stesso problema?grazie
 
Si con Olivieri in vita rispondevano dopo tre anni, adesso non immagino ... non mi pare abbiano molto interesse e passione nel gestire la cosa
Poi si sono trasferiti alle falde del Titano
 
Approfitto della presenza di un'opera "monumentale" di Olivieri in asta alla Meeting che ha fatto la Biennale del '90 per vedere se c'è voglia di riprendere un po' di dibattito sugli artisti associati alla Pittura Analitica, che quasi tutti in realtà hanno disconosciuto, oltre che sullo stesso Olivieri. A parte Griffa qui non se ne parla molto, degli "analitici", e il punto su cui vorrei dei pareri riguarda proprio la distanza tra i diversi degli artisti che sono stati "apparentati" un po' a forza sotto quella bandiera. Forse è anche per questo che a livello mercantile i loro destini non sembrano particolarmente legati? (se non forse un po' Griffa / Guarneri)
 
Grazie eSide. Avevo cercato di fare altrettanto con Cacciola ma senza esito. Magari questo invito più articolato e mirato riaprirà le danze!
 
Grazie eSide. Avevo cercato di fare altrettanto con Cacciola ma senza esito. Magari questo invito più articolato e mirato riaprirà le danze!
Cacciola ho avuto il piacere di conoscerlo un annetto e mezzo fa, insieme a Marchegiani, e contrariamente a quest'ultimo che ha espressamente detto di non riconoscersi affatto nella definizione della Pittura Analitica, è tra quelli che invece ci si riconosce. In generale ho la sensazione che per diversi di loro sia stato un modo per avere attenzione e spazio espositivo in un momento in cui erano stati fin lì per lo più trascurati dal mercato, ma a parte questo nessuno si è sentito particolarmente vicino alla ricerca degli altri del "gruppo". Mi sembra tanto più forzato l'accostamento di Olivieri a quell'impianto critico, ma magari sbaglio.
Certo Cacciola ha di recente beneficiato dell'attenzione di diverse gallerie, televendite, ecc., anche se i prezzi sono si saliti, ma nella misura di poche migliaia di euro. Ho visto di recente una certa presenza anche di Zappettini negli stessi ambiti. Caso un po' a parte direi è Paolo Masi che mi sembra sia stato un po' "paracadutato" in quel mondo per cavalcare l'onda dell'attenzione generale agli anni '70 (secondo quella narrazione semplicistica giustamente criticata anche qui che dopo gli anni '60 e l'arte povera era tempo di rivalutare gli anni '70 e la pittura analitica, e chiunque fosse stato attivo in quegli anni sia destinato a costare cifre ragguardevoli, sulle orme di Griffa).
 
Approfitto della presenza di un'opera "monumentale" di Olivieri in asta alla Meeting che ha fatto la Biennale del '90 per vedere se c'è voglia di riprendere un po' di dibattito sugli artisti associati alla Pittura Analitica, che quasi tutti in realtà hanno disconosciuto, oltre che sullo stesso Olivieri. A parte Griffa qui non se ne parla molto, degli "analitici", e il punto su cui vorrei dei pareri riguarda proprio la distanza tra i diversi degli artisti che sono stati "apparentati" un po' a forza sotto quella bandiera. Forse è anche per questo che a livello mercantile i loro destini non sembrano particolarmente legati? (se non forse un po' Griffa / Guarneri)
Provo a risponderti io.
Come dissi presentandomi qui, ho incominciato la mia collezione nel 2006, proprio a partire dalla Pittura Analitica. È un tipo di ricerca che trovavo molto interessante, essendo di Torino mi era facile vedere opere di artisti come Griffa, Gastini o De Alexandris, inoltre i prezzi erano molto popolari (l’Arte Povera l’ho sempre considerata come un treno già partito). All’epoca non c’erano tutti i libri sulla Pittura Analitica che sono spuntati dopo. La mia onesta impressione è che gli artisti non si riconoscano sotto questa etichetta, perché non c’è mai stato molto di più. È un tentativo, anche comprensibile, di valorizzare e rendere identificabile un gruppo di bravi artisti. Non so se, ai prezzi di oggi di alcuni di questi, farei lo stesso percorso; probabilmente no. Olivieri, di cui pure ho un’opera, è uno di quelli che non ha goduto di grandi vantaggi da certe operazioni e costa ancora relativamente poco. La mia impressione è che l’etichetta “Pittura Analitica” scelta per il nome del gruppo, su cui in precedenza non c’era accordo in letteratura, abbia penalizzato proprio Olivieri, che meglio avrebbe rappresentato l'altra dicitura, la “Nuova Pittura”. Credo, comunque, che in generale per il gruppo sarebbe stato un nome meno efficace rispetto a quello che è stato comunemente accettato.
Quella di Olivieri resta una pittura difficile, raffinata, ma un po’ ripetitiva. Se piace e si ha lo spazio, l’enorme tela della Meeting credo si possa prendere senza correre grossi rischi.
 
Anche io, come Stefano, ho gettato le basi della mia collezione con molto degli artisti citati. Al di là delle differenze del supporto impiegato (di per se’ già un distinguo di non poco conto), mi sembra abbiano in comune un rigoroso tratto che ambisca as raffinata essenzialità - per non dire di un “minimalismo mediterraneo”, lontano dalle freddure degli antenati americani. Che questa raffinata ma variegata ricerca possa bastare per raggruppare artisti così diversi sotto l’ombrello di una “scuola” mi è sempre sembrata operazione forzata…
 
Provo a risponderti io.
Come dissi presentandomi qui, ho incominciato la mia collezione nel 2006, proprio a partire dalla Pittura Analitica. È un tipo di ricerca che trovavo molto interessante, essendo di Torino mi era facile vedere opere di artisti come Griffa, Gastini o De Alexandris, inoltre i prezzi erano molto popolari (l’Arte Povera l’ho sempre considerata come un treno già partito). All’epoca non c’erano tutti i libri sulla Pittura Analitica che sono spuntati dopo. La mia onesta impressione è che gli artisti non si riconoscano sotto questa etichetta, perché non c’è mai stato molto di più. È un tentativo, anche comprensibile, di valorizzare e rendere identificabile un gruppo di bravi artisti. Non so se, ai prezzi di oggi di alcuni di questi, farei lo stesso percorso; probabilmente no. Olivieri, di cui pure ho un’opera, è uno di quelli che non ha goduto di grandi vantaggi da certe operazioni e costa ancora relativamente poco. La mia impressione è che l’etichetta “Pittura Analitica” scelta per il nome del gruppo, su cui in precedenza non c’era accordo in letteratura, abbia penalizzato proprio Olivieri, che meglio avrebbe rappresentato l'altra dicitura, la “Nuova Pittura”. Credo, comunque, che in generale per il gruppo sarebbe stato un nome meno efficace rispetto a quello che è stato comunemente accettato.
Quella di Olivieri resta una pittura difficile, raffinata, ma un po’ ripetitiva. Se piace e si ha lo spazio, l’enorme tela della Meeting credo si possa prendere senza correre grossi rischi.
Non avevo mai riflettuto sul nome come "vestito" più o meno adatto al singolo artista (mentre ho certamente pensato più volte al fatto che il nome scelto per certi gruppi - non mi riferisco a questo - sia stato davvero poco felice in generale). Non ho difficoltà a concordare sul fatto che quel "tentativo" non abbia dato sufficiente spinta per creare un orizzonte comune più importante (in base a quel che vedo oggi e che ho sentito dire direttamente dagli artisti dal vivo o in video).
Reindirizzo quindi la mia domanda chiedendo opinioni se ci sia ancora qualcosa da riscoprire e rivalutare (per il mercato) di quella esperienza dopo che, mi sembra, lo si sta facendo ormai da alcuni anni a questa parte - a livello nazionale, di "insistere" su certi artisti - e più che altro, direi, per provare ad approfittare della "fortuna" di Griffa partita dall'America.
O alla fine ognuno (o chi li gestisce) dovrà cercare fortuna per conto proprio sperando di riuscire ad aprirsi al mercato internazionale?
 
Non avevo mai riflettuto sul nome come "vestito" più o meno adatto al singolo artista (mentre ho certamente pensato più volte al fatto che il nome scelto per certi gruppi - non mi riferisco a questo - sia stato davvero poco felice in generale). Non ho difficoltà a concordare sul fatto che quel "tentativo" non abbia dato sufficiente spinta per creare un orizzonte comune più importante (in base a quel che vedo oggi e che ho sentito dire direttamente dagli artisti dal vivo o in video).
Reindirizzo quindi la mia domanda chiedendo opinioni se ci sia ancora qualcosa da riscoprire e rivalutare (per il mercato) di quella esperienza dopo che, mi sembra, lo si sta facendo ormai da alcuni anni a questa parte - a livello nazionale, di "insistere" su certi artisti - e più che altro, direi, per provare ad approfittare della "fortuna" di Griffa partita dall'America.
O alla fine ognuno (o chi li gestisce) dovrà cercare fortuna per conto proprio sperando di riuscire ad aprirsi al mercato internazionale?
Probabilmente siamo OT e ci dovremmo spostare su discussioni più generali sull’Analitica. Comunque, visto che li ho citati, devo dire che a mio modesto avviso non c’è un abisso tra il valore artistico di Griffa, quello di Gastini e quello di De Alexandris.
In asta Griffa ha un record di € 64.000, Gastini di € 40.000, De Alexandris di € 15.000. Non sto dicendo che costeranno uguale, ma solo che io non sarei in grado di sostenere che Griffa artisticamente valga quattro volte De Alexandris (più solitario e forse con meno mostre importanti). E posso portare anche un aneddoto: l’unica volta che ho incontrato di persona il Maestro Griffa è stata quando è venuto, apposta, ad un vernissage di una personale di De Alexandris da Giampiero Biasutti. Griffa stima e rispetta molto il lavoro dell’amico Sandro.
 
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