Provo a risponderti io.
Come dissi presentandomi qui, ho incominciato la mia collezione nel 2006, proprio a partire dalla Pittura Analitica. È un tipo di ricerca che trovavo molto interessante, essendo di Torino mi era facile vedere opere di artisti come Griffa, Gastini o De Alexandris, inoltre i prezzi erano molto popolari (l’Arte Povera l’ho sempre considerata come un treno già partito). All’epoca non c’erano tutti i libri sulla Pittura Analitica che sono spuntati dopo. La mia onesta impressione è che gli artisti non si riconoscano sotto questa etichetta, perché non c’è mai stato molto di più. È un tentativo, anche comprensibile, di valorizzare e rendere identificabile un gruppo di bravi artisti. Non so se, ai prezzi di oggi di alcuni di questi, farei lo stesso percorso; probabilmente no. Olivieri, di cui pure ho un’opera, è uno di quelli che non ha goduto di grandi vantaggi da certe operazioni e costa ancora relativamente poco. La mia impressione è che l’etichetta “Pittura Analitica” scelta per il nome del gruppo, su cui in precedenza non c’era accordo in letteratura, abbia penalizzato proprio Olivieri, che meglio avrebbe rappresentato l'altra dicitura, la “Nuova Pittura”. Credo, comunque, che in generale per il gruppo sarebbe stato un nome meno efficace rispetto a quello che è stato comunemente accettato.
Quella di Olivieri resta una pittura difficile, raffinata, ma un po’ ripetitiva. Se piace e si ha lo spazio, l’enorme tela della Meeting credo si possa prendere senza correre grossi rischi.