Cosa fanno i migliori fondi attivi? Osserviamoli

Ma che domanda semplice :D

Separerei nettamente la reazione della borsa alla trimestrale dal ragionamento sulla prospettiva.

Cominciando da quest’ultima, secondo me i motivi di ottimismo superano quelli di pessimismo. Gli investimenti annunciati in capex da Microsoft, Alphabet e co per l’anno in corso sono ingenti e i colossi hanno fatto intendere che potrebbero proseguire negli anni futuri. E questo è un primo fatto.
Che nvidia sia il leader indiscusso e con ampio vantaggio nell’accelerazione del calcolo per l’AI è un altro fatto.
Poi ci sono alcune interessanti osservazioni che ho sentito da parte di un analista intervistato da Bloomberg: ci sono molte organizzazioni che non vogliono avere un’AI che gira su un cloud che non è sotto il loro controllo: tradotto, questi vogliono farsi la loro rete chiusa e quindi si parla di una seconda fase di corsa ai chip questa volta per datacenters privati. Ancora su nvidia fuori dall’AI generativa: sta proponendo architetture integrate per l’automotive dove con meno processori andrebbe a sovraintendere ad una molteplicità di tasks: ci presto attenzione perché come sai ho una posizione in Mobileye
I motivi di cautela sono quelli che hai citato tu (veri), il fatto che poi tutta questa AI deve essere monetizzata sennò sono investimenti senza frutto, la considerazione che Ok le performance contano ma non è che se Nvidia tira fuori un processore migliore ogni anno i vari MSFT e co buttano i datacenters comprati l’anno prima e li rifanno.
Complessivamente io vedo più forze a favore che contro Nvidia per i prossimi 4-5 anni direi.

Passando alla trimestrale, sarebbe forse più salutare un po’ di delusione perché ormai c’è quasi assuefazione allo straordinario perché dal titolo si vuole sempre di più.
a proposito di quello che hai detto
 
E ne ha ampie ragioni.
Eccoti servito: Asianometry e l’illimitato potere di Carl Zeiss nell’ottica industriale!!!!

Non ho finito di vedere tutto il video.
Per quanto riguarda alcune tecnologie, come le famose lenti con trattamenti multistrato per poter gestire il fascio di ultravioletti estremi, un'università/spin off Cinese sembra sia riuscita ad ottenere risultati simili. (ora non ricordo il nome, dovrei andare a vedere..)
Un'altro componente fondamentale è l'emettitore laser Trumpf ad altissima potenza che va a colpire le gocce di stagno, in questo caso i Cinesi userebbero un ciclotrone ( ovviamente soluzione piu' complicata ma che permetterebbe anche di abbassare i nm in partenza).
 
Blue Whale Growth Fund è un fondo attivo inglese che seguo. Investe nel mercato globale ed è molto tattico, nel senso che la percentuale di azioni che smonta e acquista ogni anno è davvero elevata.

Per dire, l’anno scorso la posizione più grande se non ricordo male era ASML e quest’anno è stata praticamente liquidata al 100% e rimpiazzata da Applied Material, un’azienda per vari aspetti equivalente.

Il Blue Whale Growth Fund è stato lanciato nel 2018, investe soprattutto in large cap e sinora sta rendendo oltre il 13% CAGR, che per un fondo globale non è affatto uno scherzo!

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La rotazione degli asset è troppo elevata per me, che sono più buy and hold, ma chi opra su trade di lungo periodo potrebbe trovare qualche spunto.

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Segue qui sotto un’intervista del managwr del fondo appena pubblicata su Morningstar sul tema del momento, ovvero Nvidia :yes:

 

Allegati

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Relazioni tra ROIC e l’andamento delle azioni

Molti gestori di fondi focalizzati su aziende di “qualità” attribuiscono grande importanza al ROIC (e/o al ROCE) cioè al rendimento del capitale investito.

Questa metrica, uno dei cavalli di battaglia di Buffett (ed il defunto Munger), ha infatti influenzato il processo di investimento di tanti nel l’industria finanziaria che vedono nel ROIC una specie di quantificazione del vantaggio competitivo, oltre alla capacità dell’azienda di generare cassa.

Per carattere sono poco incline ad accettare i luoghi comuni, così mi sono messo a cercare maggiori informazioni: il mio obiettivo non era capire come calcolare il ROiC, visto che si può facilmente trovare su siti che riportano le principali metriche delle aziende, quanto capire se il mercato va a prezzare correttamente la maggior qualità delle aziende ad elevato ROIC. Se infatti adotto il ROIC come un filtro per selezionare società superiori, allora quello che mi aspetto in concreto è una sovraperformance dell’azione rispetto ai titoli di qualità inferiore.

In una lettera agli azionisti di qualche anno fa, Terry Smith del fondo Fundsmith riportava alcune informazioni utili a chi fa stock picking. Smith è un altro gestore che crede fortemente nella capacità di scrematura del ROIC tra aziende investibili e non. In questi grafici tratti dalla lettera, Smith mostra che alcuni settori sono strutturalmente caratterizzati da un elevato ROIC e questo ROIC è persistente per quel settore, ovvero se prendo lungi periodi differenti continuo a trovare ROIC simili nello stesso settore. Tra l’altro è interessante notare che per Buffett il ROIC non è sempre il parametro decisionale: il settore Energy ha in ROIC molto più basso di altri settori e anche Occidental Petroleum in cui Buffett si è posizionato largamente ha un ROCE di 7,9%. Diversamente Smith esclude a priori investimenti in Energy, Utilities, Real Estate proprio perché il ROIC è per lui un filtro sostanziale

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Non abbiamo però ancora capito se ci sono evidenze che collegano il ROIC alla performance azionaria.

Cercando in rete ho infine trovato letteratura prodotta da Morgan Stanley. L’articolo più pertinente lo trovate qui se volete leggervelo:

https://www.morganstanley.com/im/pu...icles/article_roicandtheinvestmentprocess.pdf

Per semplicità riporto qui sotto le informazioni più interessanti. Quelli di MS hanno analizzato i dati azionari americani degli ultimi 30 anni e hanno messo in relazione ROIC con il ritorno totale agli asionisti (prezzo più dividendi). Hanno diviso la aziende per quinitili ordinati per ROIC: il quintile 1 racooglie le società con il ROIC più basso, il quintile 5 quelle con il ROIC più alto. Sono poi andati a vedere la performance annua composta su 3 anni o TSR considerando dove l’azienda si è andata a posizionare al termine dei 3 anni, ossia in quale quintile. Nella tabella che segue si vede che mediamente a 3 anni il gruppo di aziende col più alto ROIC (quintile 5 di partenza) che è riuscito a restare nello stesso quintile dopo 3 anni ha espresso una performance annua composta TSR del 20%, che è ben più alta di quella storica media del mercato americano, mediamente pari a 7,53% nel lunghissimo periodo (vedi il grafico dell’ indice MSCI USA TSR). Anche scendendo di quintile, vediamo che sino al 3 quintile incluso, se l’azienda non cala di quintile si hanno buoni ritorni composti di 10%.

Nella stessa tabella è poi interessante notare come il massimo ritorno si ottenga riuscendo ad inviduare quelle società che scalano dal peggiore al miglior ROIC in 3 anni: nello stesso periodo uno si porterebbe a casa il 100% di rendimento (3 x 33%). Mentre è istruttivo osservare che scegliere un’azienda con alto ROIC ma con tendenza a calare porta a sottoperformance

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Un altro dato che ha fatto emergere MS è che il maggior ROIC nelle aziende tende mediamente a tornare alla media, ma non con la stessa velocità. In particolare le aziende del comparto staples riescono a mantenere un elevato ROIC più a lungo rispetto altri settori

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Qui sotto vi lascio le conclusioni di MS in modo integrale.

Il mio commento conclusivo, unendo quanto osservato da MS con i grafici condivisi dal fondo Fundsmith è che investire in aziende con elevato ROIC mantenuto nel tempo statisticamente è un fattore di sovraperformance delle relative azioni. In particolare Smith mostra che restando nello stesso settore il ROIC nel tempo resta mediamente alto (o basso) rispetto agli altri. Dunque investendo nelle migliori aziende appartenenti ai settori che hanno un elevato ROIC è massima la probabilità di sovraperformare, perché si mette al lavoro capitale su titoli capaci di mantenere nel tempo altissimi ROIC e quindi come mostra MS conseguenti extra-rendimenti.
Ora il mercato è efficiente e sconta queste informazioni: non ci deve quindi stupire che le azioni di altissima qualità quotino stabilmente a multipli molto alti, ben lontani dal P/E 15 medio storico di lunghissimo periodo. Comprare azioni di altissima qualità anche care statisticamente farà sovraperformare e per valutare queste ultime è meglio osservare anche altre metriche come il P/E e il P/S rispetto ai valori storici del medesimo titolo, la crescita prevista dei ricavi e degli utili, il PEG. Tutto questo sempre nel lungo periodo e diversificando in un paniere perché i ragionamenti sono statistici.

Il ROIC è quindi un parametro che continuerò a osservare, soprattutto assieme al suo andamento. Ho visto che ci sono siti che pubblicano dati regolarmente sul ROIC dei vari settori e intercettare movimenti di crescita può dare spunti anche opportunistici e non solo di buy & Hold.

Buoni investimenti :yes:

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Relazioni tra ROIC e l’andamento delle azioni

Molti gestori di fondi focalizzati su aziende di “qualità” attribuiscono grande importanza al ROIC (e/o al ROCE) cioè al rendimento del capitale investito.

Questa metrica, uno dei cavalli di battaglia di Buffett (ed il defunto Munger), ha infatti influenzato il processo di investimento di tanti nel l’industria finanziaria che vedono nel ROIC una specie di quantificazione del vantaggio competitivo, oltre alla capacità dell’azienda di generare cassa.

Per carattere sono poco incline ad accettare i luoghi comuni, così mi sono messo a cercare maggiori informazioni: il mio obiettivo non era capire come calcolare il ROiC, visto che si può facilmente trovare su siti che riportano le principali metriche delle aziende, quanto capire se il mercato va a prezzare correttamente la maggior qualità delle aziende ad elevato ROIC. Se infatti adotto il ROIC come un filtro per selezionare società superiori, allora quello che mi aspetto in concreto è una sovraperformance dell’azione rispetto ai titoli di qualità inferiore.

In una lettera agli azionisti di qualche anno fa, Terry Smith del fondo Fundsmith riportava alcune informazioni utili a chi fa stock picking. Smith è un altro gestore che crede fortemente nella capacità di scrematura del ROIC tra aziende investibili e non. In questi grafici tratti dalla lettera, Smith mostra che alcuni settori sono strutturalmente caratterizzati da un elevato ROIC e questo ROIC è persistente per quel settore, ovvero se prendo lungi periodi differenti continuo a trovare ROIC simili nello stesso settore. Tra l’altro è interessante notare che per Buffett il ROIC non è sempre il parametro decisionale: il settore Energy ha in ROIC molto più basso di altri settori e anche Occidental Petroleum in cui Buffett si è posizionato largamente ha un ROCE di 7,9%. Diversamente Smith esclude a priori investimenti in Energy, Utilities, Real Estate proprio perché il ROIC è per lui un filtro sostanziale

Vedi l'allegato 3018773Vedi l'allegato 3018774

Non abbiamo però ancora capito se ci sono evidenze che collegano il ROIC alla performance azionaria.

Cercando in rete ho infine trovato letteratura prodotta da Morgan Stanley. L’articolo più pertinente lo trovate qui se volete leggervelo:

https://www.morganstanley.com/im/pu...icles/article_roicandtheinvestmentprocess.pdf

Per semplicità riporto qui sotto le informazioni più interessanti. Quelli di MS hanno analizzato i dati azionari americani degli ultimi 30 anni e hanno messo in relazione ROIC con il ritorno totale agli asionisti (prezzo più dividendi). Hanno diviso la aziende per quinitili ordinati per ROIC: il quintile 1 racooglie le società con il ROIC più basso, il quintile 5 quelle con il ROIC più alto. Sono poi andati a vedere la performance annua composta su 3 anni o TSR considerando dove l’azienda si è andata a posizionare al termine dei 3 anni, ossia in quale quintile. Nella tabella che segue si vede che mediamente a 3 anni il gruppo di aziende col più alto ROIC (quintile 5 di partenza) che è riuscito a restare nello stesso quintile dopo 3 anni ha espresso una performance annua composta TSR del 20%, che è ben più alta di quella storica media del mercato americano, mediamente pari a 7,53% nel lunghissimo periodo (vedi il grafico dell’ indice MSCI USA TSR). Anche scendendo di quintile, vediamo che sino al 3 quintile incluso, se l’azienda non cala di quintile si hanno buoni ritorni composti di 10%.

Nella stessa tabella è poi interessante notare come il massimo ritorno si ottenga riuscendo ad inviduare quelle società che scalano dal peggiore al miglior ROIC in 3 anni: nello stesso periodo uno si porterebbe a casa il 100% di rendimento (3 x 33%). Mentre è istruttivo osservare che scegliere un’azienda con alto ROIC ma con tendenza a calare porta a sottoperformance

Vedi l'allegato 3018813
Vedi l'allegato 3018817
Un altro dato che ha fatto emergere MS è che il maggior ROIC nelle aziende tende mediamente a tornare alla media, ma non con la stessa velocità. In particolare le aziende del comparto staples riescono a mantenere un elevato ROIC più a lungo rispetto altri settori

Vedi l'allegato 3018827
Qui sotto vi lascio le conclusioni di MS in modo integrale.

Il mio commento conclusivo, unendo quanto osservato da MS con i grafici condivisi dal fondo Fundsmith è che investire in aziende con elevato ROIC mantenuto nel tempo statisticamente è un fattore di sovraperformance delle relative azioni. In particolare Smith mostra che restando nello stesso settore il ROIC nel tempo resta mediamente alto (o basso) rispetto agli altri. Dunque investendo nelle migliori aziende appartenenti ai settori che hanno un elevato ROIC è massima la probabilità di sovraperformare, perché si mette al lavoro capitale su titoli capaci di mantenere nel tempo altissimi ROIC e quindi come mostra MS conseguenti extra-rendimenti.
Ora il mercato è efficiente e sconta queste informazioni: non ci deve quindi stupire che le azioni di altissima qualità quotino stabilmente a multipli molto alti, ben lontani dal P/E 15 medio storico di lunghissimo periodo. Comprare azioni di altissima qualità anche care statisticamente farà sovraperformare e per valutare queste ultime è meglio osservare anche altre metriche come il P/E e il P/S rispetto ai valori storici del medesimo titolo, la crescita prevista dei ricavi e degli utili, il PEG. Tutto questo sempre nel lungo periodo e diversificando in un paniere perché i ragionamenti sono statistici.

Il ROIC è quindi un parametro che continuerò a osservare, soprattutto assieme al suo andamento. Ho visto che ci sono siti che pubblicano dati regolarmente sul ROIC dei vari settori e intercettare movimenti di crescita può dare spunti anche opportunistici e non solo di buy & Hold.

Buoni investimenti :yes:

Vedi l'allegato 3018836
Vedi l'allegato 3018838
Anche io spesso faccio ragionamenti su sto benedetto ROIC e sono arrivato alla mia personalissima conclusione: oltre al ROIC elevato l'azienda deve reinvestire gli utili ad un rendimento incrementale adeguato (ROIIC, anche su questo tema c'è letteratura sul web), altrimenti ciò che ti porti a casa è solo un congruo dividendo e un incremento degli eps per il riacquisto di azioni. Di conseguenza, soprattutto in caso di Small/Medium Cap, ad un ROIC elevato personalmente preferisco un tasso di reinvestmento degli utili elevato; diverso è il discorso delle aziende mature (spesso Staples), dove il ROIC la considero una delle metriche principali di scelta. Questo in linea generale e a grandi linee è ciò che mi guida, il discorso ovviamente è più ampio :) grazie come sempre per i tuoi contributi.
 
Ps spesso Buffett, soprattutto nelle lettere dei suoi primi decenni, faceva riferimento al Return on Tangible Assets..e qui si apre un altro capitolo
 
Di conseguenza, soprattutto in caso di Small/Medium Cap, ad un ROIC elevato personalmente preferisco un tasso di reinvestmento degli utili elevato
Mi pare un approccio molto logico soprattutto se il portafoglio è concentrato e dalla small cap ci si attende un futuro di crescita.

Anche per me la prospettiva di crescita è sempre importante quando osservo un’azienda: aspetti a cui attribuisco peso sono la crescita dei ricavi almeno a parità dei margini, la qualità delle acquisizioni, la presenza di trend di contesto favorevoli e strutturali, la dimensione del total addressable market e la evoluzione ipotizzata per quest’ultimo.

La cosa più difficile - almeno per me - con le small cap è concentrare su relativamente poche posizioni. Sono asset interessanti ma molto volatili
 
ho trovato per caso i rendimenti di questo fondo
mi sembrano ottimi !
voi cosa ne pensate?


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