Costruiamo un portafoglio Risk Parity?

Bel lavoro, come dicevo qualche messaggio fa un portafoglio 60% obbligazioni governative EU, scadenza 7-10 anni non lo vuole nessuno qui nel FOL...
 
Bel lavoro, come dicevo qualche messaggio fa un portafoglio 60% obbligazioni governative EU, scadenza 7-10 anni non lo vuole nessuno qui nel FOL...

Ciao Melaxxx,
si lo so, ma se vuoi controllare il rischio col Risk Parity stai + o - lì, salvo usare derivati con quel che ne consegue, nel bene e soprattutto nel male...
Poi ognuno si regola come meglio ritiene opportuno per il proprio profilo di rischio e conoscenza degli strumenti.
 
Ciao habaddon,
gli ETF/ETN li puoi trovare facendo una ricerca su JustETF (per le azioni e le obbligazioni sono ad accumulazione).
Per quanto riguarda la allocazione dei tre fondi nel corso del tempo, la trovi nello screenshot della simulazione che ho linkato nel messaggio #179 (non sono riuscito ad inserire una foto nel primo messaggio).
 

Salve a tutti.
Sono nuovo del forum e così vorrei dare il mio contributo condividende l'analisi di un semplice modello di portafoglio basato sulla metodologia Risk Parity.
Premetto che sono un estimatore delle cose semplici ed infatti ritengo che uno dei migliori portafogli per l'investitore sia il "Two-fund Portfolio" di John Bogle (nella versione un fondo per l'S&P500 ed uno per i treasury a durata intermedia): Two-fund portfolio - Bogleheads

Ovviamente questo portafoglio è valido solo per l'investitore americano; così ho pensato di fare una versione più adatta all'investitore italiano/europeo e testarlo con la metodologia Risk Parity (senza l'uso della leva).
Il portafoglio è composto da tre ETF che replicano:
- MSCI World (developed market);
- Oro, per coprire il rischio cambio EUR/USD visto che l'indice MSCI World è fortemente esposto sullo USD;
- Obbligazioni governative EU, scadenza 7-10 nanni.

Ho testato il portafoglio con la tecnica WalkForward (3 anni per l'ottimizzazione, 1 anno per la verifica) con dati mensili (presi prevalentemente da Investing o da MSCI) a partire da Gennaio 2004 a Marzo 2021 e senza tenere conto dei costi delle transazioni e delle tasse.
Vi riporto di seguito il risultato della simulazione WF:
CAGR 6,33%
Rolling CAGR min (3Y) 1,54%
Rolling CAGR min (5Y) 3,43%
Rolling CAGR min (10Y) 6,33%
Win%(monthly) 62,57%
Win%(Yearly) 93,13%
Max DD -6,25%
Max DD (monthly) -3,91%
Max DD (Yearly) -4,66%
Reward/Risk 1,20

DW05SCQ


Considerando che viene fatto un solo ribilanciamento l'anno, il modello si comporta abbastanza bene.
A parte la simulazione WF, il portafoglio è replicabile senza troppe difficoltà da chi ha un minimo di dimistichezza con un foglio di calcolo ed alcuni concetti di statistica.

Ciao a tutti.
F.

Davvero molto interessante come portafoglio, complimenti. Ciò che mi sfugge è in base a cosa vai a modificare l'asset allocation nel tempo. Ad esempio, come mai nel 2014 avevi il 30% di equity e nel 2021 soltanto il 15%?
 
Per chi fosse interessato a giocare un po' con Excel:

Risk parity portfolio

Uno dei video più interessanti che abbia visto negli ultimi tempi. Non è proprio una cosa semplice da fare, rimane però molto interessante. C'è per caso da qualche parte una guida scritta step by step?

Fra l'altro, ho provato a realizzare il ptf del video su Portfolio Visualizer e i risultati non sono per nulla male, allego la foto. Viene spontaneo chiedersi però come si possa realizzare un ptf del genere visti i tassi a zero, ed è per questo che allego anche un documento di Bridgewater in cui ne parlano. Lo studierò nei prossimi giorni

Portafoglio Risk Parity del video
Documento Bridgewater sui tassi a zero
 
Paper molto interessante di Bridgewater che spiega come investire in questa epoca di tassi a zero

In poche parole = ILB, oro, obbligazioni EM (in particolare focus su bond gov Cina)
 
Ciò che mi sfugge è in base a cosa vai a modificare l'asset allocation nel tempo. Ad esempio, come mai nel 2014 avevi il 30% di equity e nel 2021 soltanto il 15%?

La volatilità delle azioni cambia nel tempo. Più è alta la volatilità e minore sarà il peso in ptf a parità di rischio.

Nel 2020 c'è stato un aumento di volatilità e il peso dell'azionario è stato ridotto. Nel 2013 c'era stata una volatilità più bassa e il peso dell'azionario nel 2014 era stato maggiore.

Range%20of%20annual%20realized%20volatility%20for%20the%20S%26P%20500%20over%20the%20past%2090%20years.png


Il calcolo delle percentuali può essere fatto con una media opportunamente pesata.
How does Risk Parity work? – Wealthfront Support

Il problema del risk parity è che i pesi andrebbero scelti in base alla volatilità attesa e non in base a quella passata.
 
Il problema del risk parity è che i pesi andrebbero scelti in base alla volatilità attesa e non in base a quella passata.
Anche se si utilizzasse la volatilità attesa (i.e. GARCH o un qualsiasi altro approccio) il problema del risk parity rimarrebbe l'impossibilità di stimare la covarianza attesa.

Nell'articolo indicato la problematica viene banalmente liquidata con la frase: We’ll assume that the correlation between the stock and bond portfolios is 0.20.

In altre parole, anche se si utilizzasse la volatilità attesa, mancherebbe comunque un pezzo del puzzle.
 
La volatilità delle azioni cambia nel tempo. Più è alta la volatilità e minore sarà il peso in ptf a parità di rischio.

Nel 2020 c'è stato un aumento di volatilità e il peso dell'azionario è stato ridotto. Nel 2013 c'era stata una volatilità più bassa e il peso dell'azionario nel 2014 era stato maggiore.
*img*
Il calcolo delle percentuali può essere fatto con una media opportunamente pesata.
How does Risk Parity work? – Wealthfront Support

Il problema del risk parity è che i pesi andrebbero scelti in base alla volatilità attesa e non in base a quella passata.
Quindi anno dopo anno andiamo a fare nuovamente i calcoli per modificare l'asset allocation?

Anche se si utilizzasse la volatilità attesa (i.e. GARCH o un qualsiasi altro approccio) il problema del risk parity rimarrebbe l'impossibilità di stimare la covarianza attesa.

Nell'articolo indicato la problematica viene banalmente liquidata con la frase: We’ll assume that the correlation between the stock and bond portfolios is 0.20.

In altre parole, anche se si utilizzasse la volatilità attesa, mancherebbe comunque un pezzo del puzzle.
Problema non da poco in effetti. Io fino ad adesso ho sempre visto usare la volatilità storica ma in effetti sarebbe meglio usare quella attesa.
Un altro problema resta anche che cosa inserire. Ad esempio nel classico All Weather di Dalio si avevano 55% di bond, di cui 40% a lunga scadenza e 15% a breve (se non ricordo male). Lo stesso Dalio però dice che ormai i bond non rendono più niente e non sono più utili a diversificare, quindi cosa inseriamo? ILB, Bond EM e societari? In che misura? Lasciamo una parte di bond gov ig oppure li togliamo del tutto?
 
Quindi anno dopo anno andiamo a fare nuovamente i calcoli per modificare l'asset allocation?
Problema non da poco in effetti. Io fino ad adesso ho sempre visto usare la volatilità storica ma in effetti sarebbe meglio usare quella attesa.
Un altro problema resta anche che cosa inserire. Ad esempio nel classico All Weather di Dalio si avevano 55% di bond, di cui 40% a lunga scadenza e 15% a breve (se non ricordo male). Lo stesso Dalio però dice che ormai i bond non rendono più niente e non sono più utili a diversificare, quindi cosa inseriamo? ILB, Bond EM e societari? In che misura? Lasciamo una parte di bond gov ig oppure li togliamo del tutto?

Anno dopo anno o a seconda del periodo che hai deciso.

Se sostituisci tds IG con EM o corporate non hai lo stesso effetto di riduzione del rischio / bassa correlazione.
Però con i tds AAA non hai rendimento (in euro / salvo rendimento sottozero)
Il problema che evidenziavo qualche messaggio più sopra è che il Risk Parity punta a un portafoglio molto valido dal punto di vista rischio/rendimento (un po' come il portafoglio di tangenza /con sharpe massimo) ma non è detto che abbia un rendimento atteso elevato.
La soluzione accademica è di usare la leva, ma quando si passa alla pratica iniziano i problemi.
 
Anche se si utilizzasse la volatilità attesa (i.e. GARCH o un qualsiasi altro approccio) il problema del risk parity rimarrebbe l'impossibilità di stimare la covarianza attesa.

Nell'articolo indicato la problematica viene banalmente liquidata con la frase: We’ll assume that the correlation between the stock and bond portfolios is 0.20.

In altre parole, anche se si utilizzasse la volatilità attesa, mancherebbe comunque un pezzo del puzzle.

Questo è un aspetto che riguarda tutto ciò che deriva dalla teoria CAPM, che avrà vinto pure un premio Nobel ma all'aspetto pratico è di difficile applicazione.

Nel caso specifico della risk parity però, gli asset decorrelati vengono scelti solo per ridurre ulteriormente l'attività del portafoglio, ma il loro peso non dipende dalla covarianza. Si ottengono le stesse percentuali anche minimizzando le differenze fra le sole volatilità pesate.

La prospettiva della risk parity è di scegliere un livello di rischio accettabile e pesare i vari asset in modo che producano tutti quel livello di rischio.
 
Nel caso specifico della risk parity però, gli asset decorrelati vengono scelti solo per ridurre ulteriormente l'attività del portafoglio, ma il loro peso non dipende dalla covarianza. Si ottengono le stesse percentuali anche minimizzando le differenze fra le sole volatilità pesate.

Appunto, gli asset decorrelati...
il valore di "decorrelazione" tra gli asset è una costante?

Dire "il peso non dipende dalla covarianza" nel caso si utilizzi la varianza attesa significa fare l'assunzione che la covarianza rimanga costante e pari a quella storica.

...a volte ho la netta impressione che sia più una questione di dialettica che di sano confronto da queste parti. :(

Devo abbandonare anche questo thread? :rolleyes:

Ok...
 
Dire "il peso non dipende dalla covarianza" nel caso si utilizzi la varianza attesa significa fare l'assunzione che la covarianza rimanga costante e pari a quella storica.

La covarianza fornisce la quantità di volatilità complessiva, ed ha la sua importanza nel fissare una volatilità target.

Ma se si prescinde dalla volatilità target e si vogliono solo cercare i pesi che eguagliano le rischiosità dei vari asset non c'è bisogno della covarianza, basta pesare le sole volatilità.

...a volte ho la netta impressione che sia più una questione di dialettica che di sano confronto da queste parti. :(
Devo abbandonare anche questo thread? :rolleyes:
Ok...

No, non ti preoccupare... la risk parity a me non interessa... abbandono io... capisco la volontà di non avere discussioni.
 
Anno dopo anno o a seconda del periodo che hai deciso.

Se sostituisci tds IG con EM o corporate non hai lo stesso effetto di riduzione del rischio / bassa correlazione.
Però con i tds AAA non hai rendimento (in euro / salvo rendimento sottozero)
Il problema che evidenziavo qualche messaggio più sopra è che il Risk Parity punta a un portafoglio molto valido dal punto di vista rischio/rendimento (un po' come il portafoglio di tangenza /con sharpe massimo) ma non è detto che abbia un rendimento atteso elevato.
La soluzione accademica è di usare la leva, ma quando si passa alla pratica iniziano i problemi.

Tralasciando la leva, volendo fare un ptf risk parity in questo momento, cosa si può usare se i bond govt ig non rendono più niente? E soprattutto, in che percentuali?
 
Tralasciando la leva, volendo fare un ptf risk parity in questo momento, cosa si può usare se i bond govt ig non rendono più niente? E soprattutto, in che percentuali?

Se sostituisci Tds AA/AAA con qualcosa di più redditizio vai a perdere sul fronte bassa correlazione.
Questo un esempio preso da artemis capital:

Screen Shot 2021-06-06 at 20.24.48.png
 
La brutta performance dei bond penalizzano l'ETF risk parity (in USD):

Risk_parity.jpgRisk_parity.jpg
 
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