Country Risk Premium: esiste davvero?

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

Ivan787

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11/11/18
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Buongiorno a tutti,
discussione forse più accademica che altro ma è un qualcosa che mi ha ronzato in testa per tutto il weekend.
Il prof. Damodaran pone molta accezione sulla presenza di un country risk premium da inserire nel costo dell'equity. Dal suo punto di vista posso comprenderlo, un investitore che ha come base il mercato U.S. e guarda all'estero è facile debba mettere in conto un paese meno solido.

Ma qui in area Euro? Dal punto di vista puramente tecnico un Country Risk Premium esiste in quanto i CDS dicono che alcuni paesi sono più rischiosi di altri. Ma davvero si può considerare tutto così scollegato?

E se per quanto riguarda Francia, Germania, Spagna, Italia, Olanda, Belgio, ecc ecc....(la "vecchia" Europa per intenderci) questo Country Risk Premium fosse più o meno irrilevante dal momento che in caso, malaugurato, di default di uno verrebbero tirati giù anche gli altri?

Che ne pensate di questo valore? Lo utilizzate? E se si come?

Ciao
 
Buongiorno a tutti,
discussione forse più accademica che altro ma è un qualcosa che mi ha ronzato in testa per tutto il weekend.
Il prof. Damodaran pone molta accezione sulla presenza di un country risk premium da inserire nel costo dell'equity. Dal suo punto di vista posso comprenderlo, un investitore che ha come base il mercato U.S. e guarda all'estero è facile debba mettere in conto un paese meno solido.

Ma qui in area Euro? Dal punto di vista puramente tecnico un Country Risk Premium esiste in quanto i CDS dicono che alcuni paesi sono più rischiosi di altri. Ma davvero si può considerare tutto così scollegato?

E se per quanto riguarda Francia, Germania, Spagna, Italia, Olanda, Belgio, ecc ecc....(la "vecchia" Europa per intenderci) questo Country Risk Premium fosse più o meno irrilevante dal momento che in caso, malaugurato, di default di uno verrebbero tirati giù anche gli altri?

Che ne pensate di questo valore? Lo utilizzate? E se si come?

Ciao

Sì lo considero quando valuto i multipli (le medie storiche sono differenti da paese a paese sia in base a differenze settoriali interne all'indice sia per il rischio paese). E posso inserire uno sconto maggiore sulla valutazione quando faccio un Dcf.

Il "rischio paese" tra l'altro personalmente non lo considero solo correlato alla solidità finanziaria di una nazione,ma anche al livello di trasparenza della nazione, al livello di salvaguardia dell'investitore, affidabilità degli organi di controllo ed efficacia del sistema giudiziario.
 
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