Strano film, il tuo.
A me risulta.
Il cliente va alla cassa e ordina, se è un supermarket o un negozio vengono passati gli articoli.
La cassa automaticamente inserisce nel POS l'importo da pagare.
Il cassiere seleziona Carta/Bancomat ed inserisce la tessera.
Se è Bancomat il cliente digita il PIN, nel qual caso NON firma una cippalippa.
La cassa emette lo scontrino e se si trattava di carta lo 'scontrino' per la firma.
Il cliente firma (eventualmente) e la cosa finisce lì.
Il pagamento contanti tipicamente invece funziona così.
Sono 10, 77€,
Cliente tira fuori 20€ o 10€+5E.
Cassiere.... non ha i 76 centesimi???.
Cliente ravana nel borsellino, trova magari 77 centesimi, o 7 centesimi.
Cassiere si prende 15,77 e rifà un resto di 4,31 €
Il film e' un po'diverso...
mancano i titoli di testa, ovvero l'acquisto di una cassa del genere, di un magazzino gestito con codice a barre, di uno specifico contratto banca per collegare pos a cassa.
Diciamo che, ammesso che sia possibile (questa e' roba da grande distribuzione, non da ristorante indipendente, bar, negozio non di grandi catene, per i quali questi sistemi semplicemente non sono messi a disposizione da nessun istituto bancario), tra acquisto sistemi e tempo per gestire il servizio e il magazzino, ci ballano svariate migliaia di euro.
poi ci sono i titoli di coda a 'sto film.
per ogni carta si dovrebbe verificare l'identita' dell'acquirente e la firma. Controllo che e' a carico dell'esercente (come se un esercente fosse in grado di capire se un documento e'ok o no). Direi che e' una verifica ancor piu' aleatoria del controllo sulla contraffazione del contante.
la grande distribuzione ha una franchigia di "errori" che viene diluita in un grande numero di transazioni. Il piccolo e' in balia di un eventuale contenzioso con un BANCA.
infine la copia della ricevuta va conservata e archiviata per alcuni mesi (visto che ci sono poche scartoffie da gestire...).
Spesso mi arrivano richieste di verifica: una bella raccomandata dove l'istituto chiede copia della ricevuta firmata e ogni altra documentazione relativa alla transazione X del giorno Y.
se per caso non trovi la ricevuta, ti attacchi e c'e' lo storno dell'operazione.
Notare che, magari per importi un po' consistenti, accade che a volte c'e' quello che ci "ci prova" o a fregarsi anche la tua copia o semplicemente a verificare se magari e' andata persa.
io so solo che ho sempre un paio di cassetti pieni di ricevute suddivise per giorno...
Ciliegina sulla torta n.1 : se la linea telefonica ha problemi il pos non va. Se la corrente ha un problema, il pos non va. Se il cliente ha raggiunto il limite, il pos non va. Spesso, se il cliente e' straniero e quello e' il primo acquisto in italia, il pos non va... etc, etc, etc...
Ciliegina sulla torta n.2: in fase di ispezione gdf viene accettata/tollerata una minima discrepanza tra orario del registratore di cassa e dello scontrino fiscale e orario stampato sulla ricevuta del pos. Se per qualche motivo i due orari non sono sincronizzati (l'orario della cassa te lo fissi da te, quello del pos lo invia direttamente la centrale della banca al pos via tel), si viene sanzionati.
ovviamente non consideriamo quel 1-2-3-3,5% di fatturato lordissimo che si lasciano in commissioni di cui si e' gia' parlato... Con utili netti sul fatturato tra il 10 e il 15% pagare il 2% di commissioni significa mollare alla banca, solo per le commissioni, esclusi tutti gli altri costi, un quinto abbondante dei propri guadagni netti.
e ci si chiede perche' gli esercenti sono contrari a sta baggianata del pos obbligatorio?