DEA CAPITAL - Commento ai risultati della controllata Migros 12/03/2014 09:44 - WS
FATTO
Migros (controllata da Dea Capital (DEA.MI))
ha chiuso il 2013 con ricavi in linea con le attese a 1,8 miliardi di lire turche in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, Ebitda molto sopra le stime
a 127 milioni di lire turche sopra ai 102 milioni attesi (+15%) ma una perdita netta superiore alle attese pari a 156 milioni, per
effetto cambio.
Il debito ha raggiunto quota 1,87 miliardi di lire turche, sempre per effetto cambio (da 1,56 miliardi a settembre).
I target 2013 sono rispettati e le prospettive 2014 sono in linea con gli anni precedenti ovvero una crescita vicina al 10% dei ricavi, con un Ebitda margin al 6-6,5%.
EFFETTO
Il risultati organici di Migros e le prospettive sono positivi. Pesa la svalutazione della lira turca.
Confermiamo la raccomandazione INTERESSANTE su Dea Capital con target price a 1,70 euro.
confido che a fine marzo si sbloccherà la situazione "lira turca" e allora ci divertiremo
Valute dei mercati emergenti: quali opportunità dopo il recente crollo
in Analisi Forexdi Nicola D’Antuono | 10 Marzo 2014 - 06:58
Negli ultimi 2-3 mesi sul forex le valute dei mercati emergenti sono finite sotto i riflettori, rubando la scena a coppie valutarie ben più quotate come lo stesso euro/dollaro, che è tornato alla ribalta solo negli ultimi giorni a seguito del recente rally sopra 1,39. Sicuramente è stato il tapering a spostare l’attenzione du questo gruppo di valute esotiche, ovvero dal momento in cui la Federal Reserve ha deciso di avviare il piano di riduzione degli stimoli monetari dopo ben 5 anni di costanti iniezioni di liquidità a basso costo, che avevano fatto riversare nei mercati emergenti miliardi e miliardi di dollari a caccia di elevati rendimenti. Già nel corso del 2013 la situazione è peggiorata progressivamente, in particolare per quelle valute di paesi con elevati deficit delle partite correnti, come Turchia e India.
Non a caso la lira turca e la rupia indiana hanno toccato nuovi minimi storici. Negli ultimi dodici mesi la maglia nera va proprio alla moneta di Ankara, che ha registrato una flessione del 23% rispetto al dollaro e del 30% nei confronti della moneta unica. Hanno fatto molto male anche il real brasiliano, la rupia indonesiana, il rand sudafricano e il rublo russo. Per queste monete sono stati registrati nuovi minimi assoluti, o quasi, e performance negative vicine al 20%. Da inizio anno tra le valute emergenti peggiori c’è il rublo (-11%), sul quale pesa l’instabilità geopolitica in Ucraina che ha fattto crollare anche la stessa moneta di Kiev, ovvero la hryvnia (-12%). Alcune banche centrali, come quella del Sudafrica, della Turchia e della Russia, sono intervenute per fermare il deflusso di capitali esteri alzando tantissimo il livello dei tassi di interesse.
Secondo gli esperti l’innalzamento dei tassi su valori molto elevati (in Turchia addirittura al 12%) rischia di provocare forti pressioni sul debito pubblico di questi paesi e allo stesso tempo sulla bilancia commerciale dei paesi importatori netti di petrolio (come l’India). Tuttavia, gli economisti ritengono che il recente crollo delle valute esotiche dovrebbe offrire buone opportunità di investimento. Bisognerà fare un’attenta selezione, ma qualche valuta dovrebbe essere sottovalutata. Per fare questo tipo di analisi il Fmi si avvale di un indicatore chiamato “reer” (real effective exchange rate). Si tratta di un tasso di cambio reale che mette in relazione la valuta di un paese con quelle dei suoi partner commerciali più stretti. In questo modo viene considerato sia il cambio nominale sia il differenziale del tasso di inflazione.
Manik Narain, strategist per la banca svizzera Ubs, ritiene che attualmente una delle valute più sopravvalutate, nonostante il recente sell-off, sia il rublo russo, che al momento viene prezzato a un livello del 10% maggiore rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Tra le monete più sottovalutate, invece, ci sarebbero la rupia indiana e la lira turca, rispettivamente del 15% e del 20%. Bisogna comunque considerare che su queste valute pesa parecchio il rischio politico.
Proprio in Turchia sono in programma delicate elezioni amministrative a fine mese, che potrebbero segnare la sconfitta del partito dell’attuale premier Erdogan che negli ultimi mesi è stato accusato dalla popolazione e dall’opposizione a seguito di uno scandalo di corruzione nel suo esecutivo. Nel medio termine anche Société Générale consiglia di acquistare la lira turca, vendendo in cambio euro.