decreto bersani

calebu

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Ma e' vero che esiste la schedatura presso l'anagrafe tributaria di ogni cittadino che effettui qualunque operazione bancaria superiore ai 1500 Euro, dal bonifico al prelievo, passando per l'emissione di assegni e le spese effettuate tramite carta di credito?
 
In Italia Tutto E' Possibile, Cmq I Costi Sarebbero Spropositati Partendo Da Una Cifra Cosi' Bassa. Penso Di No.
 
e' presente nel decreto, ma penso proprio sia una gran ciofega.... verebbero segnalate milioni di operazioni inutili....
 
no no, sono le prime prove tecniche di prefallimento all'argentina:D:D:D


cominciano si da ora il controllo dei flussi moneteri in modo capillare per comprendere nel futuro molto prossimo come intervenire quando sarà dichiarato il crack scandalo, ma non troppo, italiano:D:D
 
A meno che lo stato, come in passato, scarichi queste incombenza sulle banche con archivi residenti presso di esse che quasi sicuramente non verranno mai consultati.
 
arbre ha scritto:
A meno che lo stato, come in passato, scarichi queste incombenza sulle banche con archivi residenti presso di esse che quasi sicuramente non verranno mai consultati.

estremamente probabile che scarichi incombenza su banche....ma secondo te chi pagherà il costo di questi archivi???
io un'idea ce l'ho :rolleyes: zizou
 
arbre ha scritto:
A meno che lo stato, come in passato, scarichi queste incombenza sulle banche con archivi residenti presso di esse che quasi sicuramente non verranno mai consultati.


Dal 1° gennaio di quest'anno tutte le operazioni bancarie, dico TUTTE le operazioni anche quelle da 1 euro, sono censite e registrate. Provate infatti a recarVi in una banca ove non siete censiti e provate a fare una operazione per cassa. Vi chiederanno estremi identificativi e codice fiscale oltre a farvi perdere un bel pò di tempo.
Ovviamente tale onere è stato posto a carico delle banche.
Ora ci si pone il problema se riesumare l'archivio storico sin dal 2001.
 
Ultima modifica:
Hohenstaufen II ha scritto:
Dal 1° gennaio di quest'anno tutte le operazioni bancarie, dico TUTTE le operazioni anche quelle da 1 euro, sono censite e registrate. Provate infatti a recarVi in una banca ove non siete censiti e provate a fare una operazione per cassa. Vi chiederanno estremi identificativi e codice fiscale oltre a farvi perdere un bel pò di tempo.
Ovviamente tale onere è stato posto a carico delle banche.
Ora ci si pone il problema se riesumare l'archivio storico sin dal 2001.


e' un discorso diverso...
in banca devono censire (identificare) tutte le PERSONE che effettuano operazioni presso gli sportelli (questo da pochi mesi), ma è ovvio che tutte le operazioni siano registrate (e lo erano già)...
il monitoraggio e la comunicazione delle operazioni oltre i 1.500 euro è estremamente diverso da un punto di vista informatico e contabile.
 
arbre ha scritto:
Cmq I Costi Sarebbero Spropositati Partendo Da Una Cifra Cosi' Bassa.
ma non diciamo baggianate

siamo nel 2006, vengono gia' archiviate tutte le telefonate, e tutti i collegamenti ad internet, che sono piu' numerosi per ordini di grandezza
E solo per scopi di marketing.
Ma la gente non dice nulla.

Pero' quando si tratta di beccare chi evade o chi ricicla, vengono fuori le difficolta' tecniche, i costi, e le la gente si lamenta del grande fratello :rolleyes:
 
bollafrolla ha scritto:
ma non diciamo baggianate

siamo nel 2006, vengono gia' archiviate tutte le telefonate, e tutti i collegamenti ad internet, che sono piu' numerosi per ordini di grandezza
E solo per scopi di marketing.
Ma la gente non dice nulla.

Pero' quando si tratta di beccare chi evade o chi ricicla, vengono fuori le difficolta' tecniche, i costi, e le la gente si lamenta del grande fratello

OK! :cool:
 
Che tutte le operazioni bancarie e postali siano registrate è vero, che tutte queste operazioni vengano trasmesse all'Agenzia delle Entrate, o anche solo quelle superiori ai 1500 euro, non mi risulta affatto, sarebbe un marasma completo e inutile.
 
Il problema è complesso. Cerco di sintetizzarlo, con qualche inevitabile approssimazione e strafalcione.

L'Agenzia delle Entrate e la GdF hanno (da una quindicina di anni) il potere di effettuare indagini bancarie su soggetti titolari di reddito di impresa e lavoro autonomo. Le indagini ovviamente devono essere "nominative" (ossia indirizzate a un preciso soggetto), e necessitano di una autorizzazione del Direttore Regionale dell'AE o del Comandante Generale della GdF.
Ovviamente, uno dei problemi di tali indagini bancarie è capire quali conti correnti (o altro dal 2005, essendo stata estesa la competenza di indagine a ogni tipo di rapporto con banche, sgr, fiduciarie, etc.) il soggetto abbia: e il sistema tradizionale per capirlo era quello di fare una serie di richieste a pioggia a tutti gli istituti di credito presenti sul territorio dove lavora il tizio "indagato". Il che è impreciso, nonché porta l'amministrazione finanziaria a perdere un mucchio di tempo, tra raccomandate, risposte, etc.
Ecco allora la duplice idea:
la prima, introdotta con la Finanziaria 2005, estendere a tutti la disciplina delle indagini bancarie, e creare una sorta di posta elettronica certificata per scambiarsi le informazioni (ma sempre dietro richiesta "generica" dei controllori);
la seconda, mandare in porto la "anagrafe dei conti" (prevista già da anni ma mai realizzata), una sorta di megarchivio di tutti i c/c, etc., italiani, direttamente collegato con l'anagrafe tributaria, in modo tale da sapere in anticipo che "quel" soggetto ha "quel" tot di conti presso il "tale" istituto e, a quel punto, chiedere i dettagli alla banca, sgr, etc.
La materia è importante perché le indagini bancarie fanno scattare delle presunzioni di evasione a carico del contribuente che non è sempre semplice vincere.
Cosa diversa, anche se complementare, è l'obbligo di registrare le operazioni, che comunque, per le operazioni sopra i € 12.500 (o anche di meno, se, ravvicinate, raggiungono quell'importo) è sempre stato presente per la legge antiriciclaggio.

Ciò premesso, il decreto Bersani prevede una cosa del tutto nuova: l'obbligo di registrare e comunicare tutte le transazioni avvenute in ambito "lavorativo", sopra i 1.500 euro, e comunicarle all'Agenzia delle Entrate tramite collegamento con l'anagrafe tributaria; non per essere usate per le indagini bancarie (che hanno una loro disciplina a parte), ma per "nonsicapiscebenecosa". Né, del resto, esiste ancora la materiale possibilità di effettuare tale comunicazione, per cui, vedremo.
 
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