zio_lele
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a stare zitto !!!
Buffon: «La Juve deve scollinare Calciopoli»
Il portiere bianconero, poi, elogia Moratti: «Inter-Napoli, polemiche esagerate. Meno male che il giorno dopo il numero uno nerazzurro le ha stemperate con signorilita»
C'è un fantasma che continua ad aggirarsi sul calcio italiano. E per chiudere definitivamente la la pagina di Calciopoli, almeno sul campo, un ritorno a pieno titolo della Juve sarebbe perfino più funzionale dello stop a qualsiasi errore arbitrale. "Le polemiche dopo Inter-Napoli sono state esagerate, ma a caldo non è facile edulcorare toni e parole: meno male che il giorno dopo lo ha fatto Moratti, con signorilita", dice Gigi Buffon, pensando a come l'errore di Rocchi aveva riaperto gli armadi dello scudetto 2006.
Otto mesi dopo il suo appello inascoltato ("basta calciopoli, voglio guardare al futuro"), Buffon resta convinto che spetti alla Vecchia Signora far dimenticare le macerie del dopo scandalo. Ma avverte, la nuova Juve "non ha ancora scollinato". "Gran partita contro il Milan, d'accordo, ma alla fine cosa ci resta? Solo i tre punti, e in più un'iniezione di fiducia. Però se non giochiamo sempre così, restiamo una buona squadra senza fare il salto di qualità". Convinto ancora che il Milan sia il favorito numero 1, non appena "recupererà gli infortunati", e che con lui ci sarà anche l'Inter, a Buffon non bastano i paragoni col passato: "Sì, Conte ricorda molto il primo Lippi. Le analogie sono tante. Era uno di personalità da capitano, in panchina ha perfino esaltato le sue caratteristiche". Nè confortano le esplosioni di Marchisio ("mai stato così decisivo come quest'anno") o il vantaggio di non aver le coppe ("non credevo incidesse tanto, ma con una settimana di preparazione 'pulità arrivi sempre al top"): la Juve, come l'Italia, deve arrivare fino in fondo per Buffon. "Guardate il caso di Chiellini: è stato criticato al primo errore - fa notare il portiere - Noi italiani siamo volubili, cambiamo idea ogni due ore e senza valutare. Guardiamo più ai demeriti che ai meriti. È anche il caso di Abbiati, una stagione alla grande e un errore contro di noi, per altro ininfluente, e si parla di crisi. Per i portieri poi - conclude - è una legge matematica, sconfitta uguale colpa. Ma chi l'ha scritta? Me lo chiedevo anche io, quando piovevano critiche". Oggi almeno in azzurro e almeno sul piano personale la svolta positiva è arrivata. "Però - conferma Buffon - anche con l'Italia vogliamo confermare che il progetto sta prendendo forma. Tempo per cambiare Prandelli non ne ha e la strada intrapresa è giusta, anche se come allenatore non uno ha dogmi: semmai ha il merito di averci messo in campo facendoci sentire sempre tutelati, tutti nelle posizioni giuste". Così, assicura il capitano azzurro, si può affrontare senza paura anche la trasferta di Belgrado. "Non ho particolari timori per l'ordine pubblico - sostiene Buffon - All'andata non fu solo violenza, ma un preciso disegno politico degli ultrà serbi. A Belgrado sarà complicato a prescindere, e dunque un bel test di personalità per noi". Mai pensare che i fantasmi siano spariti
Buffon: «La Juve deve scollinare Calciopoli»
Il portiere bianconero, poi, elogia Moratti: «Inter-Napoli, polemiche esagerate. Meno male che il giorno dopo il numero uno nerazzurro le ha stemperate con signorilita»
C'è un fantasma che continua ad aggirarsi sul calcio italiano. E per chiudere definitivamente la la pagina di Calciopoli, almeno sul campo, un ritorno a pieno titolo della Juve sarebbe perfino più funzionale dello stop a qualsiasi errore arbitrale. "Le polemiche dopo Inter-Napoli sono state esagerate, ma a caldo non è facile edulcorare toni e parole: meno male che il giorno dopo lo ha fatto Moratti, con signorilita", dice Gigi Buffon, pensando a come l'errore di Rocchi aveva riaperto gli armadi dello scudetto 2006.
Otto mesi dopo il suo appello inascoltato ("basta calciopoli, voglio guardare al futuro"), Buffon resta convinto che spetti alla Vecchia Signora far dimenticare le macerie del dopo scandalo. Ma avverte, la nuova Juve "non ha ancora scollinato". "Gran partita contro il Milan, d'accordo, ma alla fine cosa ci resta? Solo i tre punti, e in più un'iniezione di fiducia. Però se non giochiamo sempre così, restiamo una buona squadra senza fare il salto di qualità". Convinto ancora che il Milan sia il favorito numero 1, non appena "recupererà gli infortunati", e che con lui ci sarà anche l'Inter, a Buffon non bastano i paragoni col passato: "Sì, Conte ricorda molto il primo Lippi. Le analogie sono tante. Era uno di personalità da capitano, in panchina ha perfino esaltato le sue caratteristiche". Nè confortano le esplosioni di Marchisio ("mai stato così decisivo come quest'anno") o il vantaggio di non aver le coppe ("non credevo incidesse tanto, ma con una settimana di preparazione 'pulità arrivi sempre al top"): la Juve, come l'Italia, deve arrivare fino in fondo per Buffon. "Guardate il caso di Chiellini: è stato criticato al primo errore - fa notare il portiere - Noi italiani siamo volubili, cambiamo idea ogni due ore e senza valutare. Guardiamo più ai demeriti che ai meriti. È anche il caso di Abbiati, una stagione alla grande e un errore contro di noi, per altro ininfluente, e si parla di crisi. Per i portieri poi - conclude - è una legge matematica, sconfitta uguale colpa. Ma chi l'ha scritta? Me lo chiedevo anche io, quando piovevano critiche". Oggi almeno in azzurro e almeno sul piano personale la svolta positiva è arrivata. "Però - conferma Buffon - anche con l'Italia vogliamo confermare che il progetto sta prendendo forma. Tempo per cambiare Prandelli non ne ha e la strada intrapresa è giusta, anche se come allenatore non uno ha dogmi: semmai ha il merito di averci messo in campo facendoci sentire sempre tutelati, tutti nelle posizioni giuste". Così, assicura il capitano azzurro, si può affrontare senza paura anche la trasferta di Belgrado. "Non ho particolari timori per l'ordine pubblico - sostiene Buffon - All'andata non fu solo violenza, ma un preciso disegno politico degli ultrà serbi. A Belgrado sarà complicato a prescindere, e dunque un bel test di personalità per noi". Mai pensare che i fantasmi siano spariti