E-commerce in Italia

er patrizio

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Solo tre pmi su dieci vendono online, ma chi lo fa riesce a sconfiggere la crisi - Il Sole 24 ORE

Solo tre pmi su dieci vendono online, ma chi lo fa riesce a sconfiggere la crisi

Solo tre pmi italiane su dieci vendono tramite ecommerce, ma quelle che lo fanno stanno sconfiggendo la crisi, soprattutto grazie all'export internazionale. E' la scoperta di una ricerca Google-Doxa, su 5 mila pmi italiane, presentata oggi a Capri all'evento annuale di Between su telecomunicazioni e agenda digitale.

Sempre oggi, all'evento Internet Days, Roberto Liscia - presidente di Netcomm, consorzio del commercio elettronico italiano - ha presentato i dati Eurostat 2013 secondo cui solo un italiano su dieci ha comprato online. Ecommerce ed eGovernment sono i principali fronti di ritardo dell'Italia con il resto d'Europa, per utilizzo da parte dei cittadini, secondo Eurostat (mentre siamo pari per social network e solo un po' sotto per consumi di musica digitale).

Le due ricerche mostrano insomma un quadro di un problema trasversale, un ritardo culturale che va dalle imprese ai cittadini italiani. Ed è un'occasione sprecata per tutti.
Secondo la ricerca Google-Doxa, "le imprese italiane che hanno commercializzato i propri prodotti online oltre confine sono riuscite a compensare meglio la crisi o addirittura hanno ottenuto un incremento nel proprio fatturato. Al crescere del livello di maturità digitale, aumenta la percentuale di Pmi che intrattengono rapporti internazionali di vario tipo e la percentuale di imprese che fanno export, con risultati molto promettenti per le imprese di minori dimensioni".

Chi usa i canali digitali è più forte con le vendite all'estero. "La percentuale di piccole imprese che intrattengono relazioni con l'estero - grazie all'uso maturo di strumenti digitali - è quattro volte superiore alla percentuale di aziende non digitalizzate".
Maturità digitale ed export hanno un impatto diretto anche sul fatturato: le imprese digitalmente avanzate dichiarano in media che il 24% del fatturato derivante dall'export è realizzato proprio attraverso il canale digitale.

Ci sono grosse opportunità nel made in Italy, nota Google. Nel primo semestre 2013, le ricerche su Google relative al Made in Italy sono cresciute dell'8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Stati Uniti ed Europa continuano ad essere le aree geografiche con i volumi assoluti maggiori, seguiti da Giappone, Russia e India, che fanno registrare la crescita maggiore. La moda è la categoria più cercata, seguita dal settore automotive: i tassi più alti di crescita li registra però il Turismo, che sta tornando a crescere dopo il rallentamento dello scorso anno; positivamente stabile la crescita dell'alimentare.

"Con la percentuale europea più alta di utenti che non hanno mai usato internet, il 37%, e quella più bassa di acquirenti online, solo l'11%, l'Italia vanta un gap digitale che sta rallentando la diffusione dell'eCommerce", aggiunge Liscia. "La soluzione del gap, tuttavia, non passa solo da un intervento infrastrutturale sulla banda larga ma, anzitutto, da un'educazione al digitale che riduca la sfiducia nel mezzo generata da una sua limitata conoscenza".
 
io ancora sto cercando qualcosa di interessante da vendere
 
io ancora sto cercando qualcosa di interessante da vendere

Se volete iniziare da subito a guadagnare qualcosa consiglio a tutti di aprire un account ebay e iniziare con le cose che si hanno in casa. Non avete idea di quante cose non si usino piu' e come sia facile anche racimolare dopo 1 mese gia' 1000/2000 euro nette tra tutte le cose.

Esempi:

Cellulari non utilizzati
Regali non usati ancora inscatolati possibilmente di qualsiasi genere
Elettronica (wi-fi, navigatore satellitare, macchina fotografica, pezzi di pc, digitale terrestre, tv ecc)
Scarpe di marca anche usate ma tenute bene
Vestiti di marca, giubbotti
Collezionismo (miniature, giochi, monete ecc)

Il consiglio che vi do all'inizio se non avete mai usato ebay, di vendere prima gli oggetti meno costosi cosi' vi fate un po' di feedback positivi e poi iniziate a vendere i pezzi piu' grossi.
 
Se volete iniziare da subito a guadagnare qualcosa consiglio a tutti di aprire un account ebay e iniziare con le cose che si hanno in casa. Non avete idea di quante cose non si usino piu' e come sia facile anche racimolare dopo 1 mese gia' 1000/2000 euro nette tra tutte le cose.

Esempi:

Cellulari non utilizzati
Regali non usati ancora inscatolati possibilmente di qualsiasi genere
Elettronica (wi-fi, navigatore satellitare, macchina fotografica, pezzi di pc, digitale terrestre, tv ecc)
Scarpe di marca anche usate ma tenute bene
Vestiti di marca, giubbotti
Collezionismo (miniature, giochi, monete ecc)

Il consiglio che vi do all'inizio se non avete mai usato ebay, di vendere prima gli oggetti meno costosi cosi' vi fate un po' di feedback positivi e poi iniziate a vendere i pezzi piu' grossi.

Pensa che io sono talmente contrario a questo moderno accattonaggio hi tech che sto regalando a un collega la mia mercedes C180 del 94, gli faccio pagare solo il passaggio di proprietà!
 
ok pero' un paio di mila euro fanno comodo invece che buttati in casa ad ammuffire... cmq a chi interessa e' una opportunita'.
 
Se volete iniziare da subito a guadagnare qualcosa consiglio a tutti di aprire un account ebay e iniziare con le cose che si hanno in casa. Non avete idea di quante cose non si usino piu' e come sia facile anche racimolare dopo 1 mese gia' 1000/2000 euro nette tra tutte le cose.

Esempi:

Cellulari non utilizzati
Regali non usati ancora inscatolati possibilmente di qualsiasi genere
Elettronica (wi-fi, navigatore satellitare, macchina fotografica, pezzi di pc, digitale terrestre, tv ecc)
Scarpe di marca anche usate ma tenute bene
Vestiti di marca, giubbotti
Collezionismo (miniature, giochi, monete ecc)

Il consiglio che vi do all'inizio se non avete mai usato ebay, di vendere prima gli oggetti meno costosi cosi' vi fate un po' di feedback positivi e poi iniziate a vendere i pezzi piu' grossi.

Tanto facile non è. Dipende dalle cose che si vendono
 
Nella vita non esiste nulla di facile.
Bisogna impegnarsi come sempre e sono sicuro perche' parlo per esperienza che 1000 euro di roba superflua la si trova da vendere in qualsiasi casa.

Anche ebay ha una pagina a riguardo dove stanza per stanza consiglia cosa mettere in vendita. Poi un conto e' volerlo fare lo si fa, se non lo si vuole fare amen.

E-commerce in italia direi che come inizio non c'e' male, perche' partire uno con il suo sito senza mai aver venduto neanche su ebay mi sembra azzardato.

Magari vedetela come una specie di esame d'ammissione.
 
Il commercio via internet in Italia cresce con i club online e i siti di couponing - Il Sole 24 ORE

Il commercio via internet in Italia cresce con i club online e i siti di couponing

L'e-commerce italiano corre con tassi di crescita annuale a doppia cifra (+18%), le vendite tramite smartphone schizzeranno nel 2013 del 255% a quota 500 milioni e sui siti italiani comprano di più anche gli stranieri. Il divario con i principali paesi occidentali, però, si allarga, complici la scarsa rappresentanza del settore alimentare (grocery) e dei retailer specializzati nella casa (fai-da-te, arredamento e complementi di arredo).
La fotografia aggiornata sullo stato del commercio elettronico in Italia e le stime per il 2013 sono contenute nel dodicesimo rapporto annuale dell'Osservatorio eCommerce B2c che la School of management del Politecnico di Milano, in collaborazione con il consorzio Netcomm, presenta stamattina.

Le vendite. Il valore stimato per il 2013 delle vendite di prodotti e servizi da siti internet con operatività in Italia sfiora gli 11,3 miliardi di euro (clicca qui per i grafici). Il trend di sviluppo a doppia cifra prosegue dal 2009, ma gli spazi di crescita sono ancora ampissimi, visto che la penetrazione delle vendite online rispetto al totale delle vendite retail si attesta sul 3% (anche a causa del -1,5% atteso dai canali tradizionali). È sempre il turismo a farla da padrone, con un peso di circa il 45% (4,9 miliardi, +13% sul 2012) sul valore totale delle vendite online. Crescono di molto, però, anche il peso dell'abbigliamento (1,3 miliardi, +30% sul 2012) e dell'informatica/elettronica (1,2 miliardi, +20%). L'export, ovvero le vendite da siti italiani ad acquirenti esteri, supera i 2 miliardi di euro (+28%), trainato prevalentemente dal turismo (55%) e dall'abbigliamento (32%).

I fattori della crescita. Nel 2013 le vendite aumentano, in valore assoluto, di 1,7 miliardi. A determinare la crescita sono, secondo i ricercatori, la crescita strutturale sul web dei club online, dei siti di couponing, di alcune grandi Dot com e di alcuni retailer tradizionali; inoltre, il mobile commerce e i progetti multicanale di affiancamento dell'online alla rete fisica di vendita. «Tanti segnali dimostrano il crescente interesse del mondo retail tradizionale e anche dei produttori per lo sviluppo del canale dell'ecommerce – rileva Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'Osservatorio eCommerce B2c – ma ci sono ancora alcuni ostacoli, di tipo culturale oltre che logistico e organizzativo, che impediscono un decollo vero e proprio, con tassi di crescita a 3 cifre».

Gli acquisti. Sul fronte consumatori, il valore degli acquisti effettuati online da italiani, sia su siti italiani che su siti esteri, è stimato in crescita del 15%, da 11 miliardi di euro del 2012 a oltre 12,6 miliardi. L'import, ovvero gli acquisti su siti esteri effettuati dagli italiani, vale 3,45 miliardi, in crescita del 13%, sotto la spinta dei servizi di biglietteria per i trasporti. Il saldo della bilancia commerciale risulta ancora fortemente negativo (oltre 1,3 miliardi), anche se in miglioramento di circa 60 milioni.

Il confronto internazionale. I principali mercati europei sviluppati crescono con tassi compresi tra il 10 e il 12%, partendo però da un transato molto superiore a quello italiano. Le vendite online in Italia valgono infatti meno di un sesto rispetto a quelle del Regno Unito (clicca qui per i grafici), che vanta per i soli prodotti un tasso di penetrazione del 12,4%, a fronte dell'1,5% italiano. Il confronto è impietoso anche rispetto a Germania e Francia. Inoltre, in Italia il paniere di prodotti e servizi resta fortemente sbilanciato a favore dei servizi (61% contro 39% dei prodotti), al contrario degli altri mercati stranieri, nei quali il peso dei prodotti varia tra il 65 e l'80 per cento.

Il mobile. Gli acquisti dallo smartphone crescono in valore del 255%, a quota 500 milioni, e quelli dal tablet valgono un miliardo. Insieme, rappresentano meno del 15% delle vendite online, ma con un'evoluzione importante: «Se inizialmente lo smartphone veniva utilizzato soprattutto per cogliere opportunità di acquisto in cui conta molto la velocità o nelle vendite a tempo (temporary sales) – spiega Perego – ora l'attitudine all'uso del telefonino per gli acquisti online si estende anche alle altre tipologie».

I pagamenti. Oltre il 90% del valore degli acquisti online viene saldato con carta di credito o PayPal e lo scontrino medio, considerando i principali settori merceologici, è di 228 euro, leggermente in crescita rispetto al 2012 (220 euro).
Per il potenziale acquirente il tema della sicurezza dei pagamenti è fondamentale; a questo proposito il rapporto rileva che la percentuale di frodi segnalate, intese come disconoscimento della transazione da parte del titolare della carta di credito, è quasi trascurabile, nell'ordine dello 0,13% del transato.
 
Pensa che io sono talmente contrario a questo moderno accattonaggio hi tech che sto regalando a un collega la mia mercedes C180 del 94, gli faccio pagare solo il passaggio di proprietà!
:cool:
 

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