SETTORE IMMOBILIARE Stangata fiscale da 3 miliardi
La mannaia di Vincenzo Visco si abbatte sui titoli delle società immobiliari. Il bollettino delle perdite è pesante. Italease ;BIL.MI> è scesa del 12%, Beni Stabili ;BNSI.MI> del 10,5%, Risanamento ;RN.MI> dell’8%, Pirelli Re ;PECI.MI> del 10%, Aedes ;AEDI.MI> dell’11%, IGD del 3,4%. A scatenare le vendite è stato il decreto varato venerdì dal governo che abolisce il pagamento dell’Iva (20%) per le imprese che acquistano fabbricati strumentali destinati alla locazione. Lo stesso provvedimento vale anche per i contratti di leasing immobiliare. In compenso, l’acquirente dell’immobile è tenuto a pagare l’imposta di registro (10% del valore degli immobili). Se con una mano il viceministro Visco dà, con l’altra prende. Le società immobiliari e quelle di leasing dovranno infatti versare in tre rate, la prima entro il 27 dicembre, le altre nel 2007 e nel 2008, i crediti Iva già portati in detrazione ma non ancora maturati. L’operazione si estenderà per gli tutti gli acquisti dati in locazione dal 1998 al 2005. Accadeva infatti che se a livello economico il credito Iva su un immobile si maturava in dieci anni, di fatto, a livello di flussi di cassa, veniva utilizzato subito per compensare l’Iva a debito. Così se una società immobiliare acquistava, ad esempio, un immobile per 1,2 miliardi di euro, di cui 200 milioni di euro di Iva, a livello economico maturava ogni anno, per dieci anni, 20 milioni di euro di credito di Iva, ma a livello di flussi di cassa, avendo pagato tutto subito l’immobile, poteva detrarre tutti i 200 milioni di Iva per compensare l’Iva a debito. Così non appena una società si trovava dell’Iva da dover pagare nei confronti dello Stato (Iva a debito) deduceva tutto il credito Iva, senza aspettare che maturasse, per diminuire l’imposta. Ora il decreto abolisce sì il pagamento dell’Iva, ma chiede indietro quei crediti già dedotti e non ancora maturati. E’ difficile definire l’ammontare, anche se la relazione tecnica al decreto legge della manovra-bis prevede, in tre anni, un’entrata di 3.073 milioni di euro per l’Erario. Il decreto prevede la sostituzione del sistema dell’Iva con l’imposta di registro (10% deducibile solo per un terzo). Se una società immobiliare riusciva a dedurre tutta l’Iva, ora si troverà un’imposta del 6,7%. E’ ancora troppo presto per potere calcolare per singola società quali saranno gli effetti sui conti. I dettagli infatti non sono noti e i diversi fiscalisti preferiscono attendere. Bisognerà poi aspettare altri 60 giorni prima che il decreto diventi legge, c’è dunque tutto il tempo per eventuali modifiche. Una osservazione subito si può già fare: non tutti gli immobili di Pirelli Real Estate risiedono in Italia, mentre per Italease, il cui 60% di fatturato deriva dall’immobiliare, c’è la possibilità di ribaltare sul finanziato i maggiori costi derivanti da una modifica delle norme tributarie, in particolare quel 6,7% in più di tassa di registro potrà essere chiesto al cliente.
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19:09-05/07