Eni - solo news - n.3

Non mi pare, io conto tutto dicembre e tutto gennaio per gli ultimi 45 mln di azioni, se non aumentano i volumi
Diciamo che non devi guardare tanto al numero delle azioni, ma all'importo massimo spendibile pari a 1.375 M
Se ho fatto bene i conti, ad oggi, siamo già al 56%
(ed ogni settimana si spende più o meno un 5%)

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Eni: con Elis presenta iniziativa per recruiting gestione Enilive Station​

MILANO (MF-NW)--Joule, la Scuola di Eni per l'Impresa, Eni Corporate University ed Eni International Resources in partnership con Elis Innovation Hub, hanno avviato il progetto "Enilive Station Manager", un'iniziativa pensata per individuare e formare i professionisti a cui affidare la gestione dei punti vendita Enilive (hub di servizi, dedicati alla mobilita' e alla persona). I profili individuati, si legge in una nota, andranno a integrare quelli gia' identificati secondo i modelli di recruiting esistenti, prevedendo specifici corsi di formazione anche per i gestori che gia' operano nelle Enilive station. Il processo di recruiting, selezione e formazione dei nuovi Enilive station Manager, avverra' attraverso una piattaforma digitale e colloqui in video e di persona in tutto il territorio italiano. com/ann (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

12/12/2023 11:26
 
Continua il buyback, siamo a circa il 63% (BuyBack Seconda Tranche)

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in totale eni detiene al giorno 8/12 il 4,36 di azioni proprie del totale del cap. sociale, la strada per arrivare al 10% é ancora lunga.!!!!
 
Eni, i flussi di gas verso l'Italia dall'impianto libico di Mellitah riprenderanno gradualmente
Eni, i flussi di gas verso l'Italia dall'impianto libico di Mellitah riprenderanno gradualmente


Eni, i flussi di gas verso l'Italia dall'impianto libico di Mellitah riprenderanno gradualmente​

di Francesca Gerosa

I flussi di gas verso l'Italia si erano interrotti il 13 dicembre a causa di alcuni lavori di manutenzione non programmati. Prezzo del gas in leggero calo. Spunti positivi dall’incontro con il management di Plenitude e gli analisti confermano buy sul titolo Eni


I flussi di gas verso l'Italia dall’impianto di Mellitah in Libia riprenderanno gradualmente, dopo essere scesi a zero un giorno fa, secondo quanto dichiarato da Eni, che gestisce l'impianto attraverso la joint venture, Mellitah Oil & Gas, con la compagnia statale libica, National Oil Corp.

Un’interruzione dopo alcuni lavori di manutenzione non programmati

I flussi di gas verso l'Italia si erano interrotti il 13 dicembre a causa di alcuni lavori di manutenzione non programmati, ha ricordato il colosso oil guidato da Claudio Descalzi. In realtà, il numero uno di Mellitah Oil & Gas, Al-Bashir Ahmed, aveva dichiarato a Bloomberg che i flussi verso l'Italia non si erano mai interrotti e stavano procedendo normalmente. «C'era un problema di perdita di vapore d'acqua e abbiamo esaminato tutte le possibilità, compresa la riduzione della produzione, ma non siamo stati costretti a farlo», aveva precisato.

La Libia è determinata ad aumentare la produzione di greggio e gas, che non ha più toccato i 2 milioni di barili al giorno dalla fine del regime di Gheddafi. National Oil Corp vuole riportarsi a quei livelli entro il 2026, un raddoppio in meno di 3 anni. La compagnia di Stato ha fissato un possibile traguardo intermedio di 1,8 milioni di barili per fine 2024 e vuole dare impulso anche all’esplorazione di nuovi giacimenti.

Spunti positivi dall’incontro con il management di Plenitude e il titolo sale

Mentre il prezzo del gas naturale europeo scende dello 0,48% a 35,64, a Piazza Affari il titolo Eni spunta un progresso dello 0,62% a 14,842 euro all’indomani dell’incontro degli analisti con il management di Plenitude. Diversi gli spunti emersi. In primis, sottolinea Equita, una buona fiducia nel raggiungimento dei target del piano della società che prevedono, fra gli altri, un ebitda nel 2023 pari a 0,9 miliardi di euro, migliorato nel corso dell’anno da 0,7 miliardi, ed è atteso salire a 1,5 miliardi nel 2025 e a 1,8 miliardi nel 2026. Nel 2022 Plenitude aveva generato un ebitda di oltre 600 milioni, nonostante il contesto sfidante e i target fino ad ora sono stati raggiunti o migliorati.

In secondo luogo, l’integrazione della produzione rinnovabile con la commercializzazione ai clienti finali è uno dei maggiori vantaggi competitivi di Plenitude che permette di migliorare il posizionamento commerciale ed è difficilmente replicabile nei mercati di riferimento. Terzo, il segmento rinnovabili darà il maggior contributo alla crescita dell’ebitda al 2026 ed ha una capacità installata di oltre 3 GW che punta a oltre 7 GW nel 2026 (75% solare, 25% eolico) e oltre 15 GW nel 2030 tramite una pipeline di oltre 16 GW.

Quarto, il segmento retail (63% gas, 37% power) ha una base di 10 milioni di clienti e punta a oltre 11 milioni nel 2026. La marginalità è attesa rimanere solida grazie all’integrazione, alla scala dimensionale ed al contributo dei servizi accessori. Quinto, la e-mobility ha una rete di oltre 18mila punti di ricarica installati che crescerà a oltre 30mila nel 2026. Il segmento è atteso a breakeven nel 2024 per poi diventare positivo a fine piano.

Sesto, la generazione di cassa è vista diventare positiva nel 2026. Plenitude punta a generare 1 miliardo di euro di free cash flow operativo in media nel periodo di piano 2023-2026 a fronte di una spesa per capex in media da 2 miliardi. Il tutto senza superare un ratio debito netto/ebitda di 3 volte. Settimo, i ritorni della generazione rinnovabile sono attesi rimanere su livelli più che soddisfacenti. Ottavo, il piano di Plenitude non assume nessun contributo dalla liberalizzazione in Italia: al momento le aste sono in agenda il 10 di gennaio, ma la visibilità rimane bassa. Plenitude è pronta a fare le proprie offerte. «Riteniamo che questo passaggio possa rappresentare più un’opportunità che un rischio», commenta Equita.

Equita: Plenitude può ottenere un multiplo ev/ebitda ad alta singola cifra

Il modello satellitare di Eni prevede la creazione di entità indipendenti, come Plenitude e Sustainable Mobility, che possono essere valorizzate tramite cessioni di quote di minoranza liberando risorse per accelerare la transizione energetica. I satelliti possono mostrare valorizzazioni superiori a quelle di Eni e permetterebbero l’ingresso di investitori a cui è preclusa la partecipazione nel settore oil & gas. In merito, Eni sarebbe vicina a un accordo con un fondo internazionale per la cessione di una quota di minoranza di Plenitude.

«La vendita di una quota di Plenitude sarebbe accessoria all’Ipo. Riteniamo che il processo di valorizzazione, se realizzato, possa essere un catalyst positivo sul titolo in quanto Plenitude otterrebbe un multiplo ev/ebitda almeno high single digit contro le 3 volte di Eni», conclude Equita che sul titolo Eni mantiene un rating buy e un target price a 19,50 euro, lo stesso giudizio dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo (prezzo obiettivo a 19,20 euro). Invece, Mediobanca Reserach ha ribadito il rating neutral, pur apprezzando della presentazione di Plenitude la conferma degli obiettivi a medio termine, il fatto che il business retail stia registrando una crescita dell'ebitda superiore a quanto precedentemente previsto nel 2023. Inoltre, l’azienda sta accelerando la crescita della capacità rinnovabile.

Orario di pubblicazione: 14/12/2023 14:45
Ultimo aggiornamento: 14/12/2023 15:31
 
Risparmio, qual è l’impatto per gli investitori dell’accordo alla Cop28
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COP28 DUBAI, CONFERENZA ONU SUL CLIMA
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Risparmio, qual è l’impatto per gli investitori dell’accordo alla Cop28​

di Paola Valentini
tempo di lettura 4 min

L’accordo preso dopo due settimane di colloqui è stato oggetto di critiche perché manca di una roadmap certa, ma per la prima volta si indica che l’era dei combustibili fossili deve terminare. Rize e abrdn illustrano quali sono i primi impatti sui portafogli degli investitori​


Si è concluso non senza polemiche il vertice sul clima Cop28 a Dubai. Anche senza una roadmap chiara per il clima l’accordo preso dopo due settimane di colloqui chiede alle parti di ridurre gradualmente i combustibili fossili nei sistemi energetici «in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l'azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere lo zero netto entro il 2050, in linea con le conscenze scientifiche». Per Rahul Bhushan, co-fondatore di Rize Etf e managing director di Ark Invest Europe «sebbene possa sembrare una dichiarazione scontata, si tratta comunque di un fatto storico. A mio parere, per importanza questo accordo ha un valore pari a quello di Parigi 2015, quando le nazioni del mondo si sono impegnate a ridurre le emissioni di gas serra per contenere l'aumento della temperatura globale entro 2 gradi centigradi. Credo quindi che da ora in avanti sia lecito aspettarsi un forte attivismo ambientale contro qualsiasi nuova iniziativa a favore dei combustibili fossili. John Kerry, ad esempio, dovrà affrontare diversi ostacoli quando tornerà negli Stati Uniti e cercherà di gestire l'attuale espansione dell’industria del Gnl americano, che da sola dovrebbe portare a più emissioni di carbonio di Regno Unito e Germania messi insieme».

I cinque risultati positivi

Secondo Rize sono cinque i risultati positivi raggiunti alla Cop28, nonostante le opinioni contrastanti.
1. Impegno alla transizione dai combustibili fossili: L'accordo ha messo nero su bianco la transizione dai combustibili fossili per raggiungere l'obiettivo Net Zero entro il 2050, in linea con le raccomandazioni scientifiche per limitare il riscaldamento globale.
2. Grande impulso alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica: i Paesi si impegneranno per triplicare la capacità di energia rinnovabile globale entro il 2030 e raddoppiare l'efficienza energetica, con una spinta significativa verso le fonti di energia pulita.
3. Novità nella finanza climatica: il presidente degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato un fondo di 30 miliardi di dollari per le soluzioni climatiche globali, con l'obiettivo di attrarre investimenti per 250 miliardi di dollari entro il 2030. Inoltre, sono stati promessi 700 milioni di dollari per assistere i Paesi a basso reddito in caso di perdite e danni legati al cambiamento climatico.
4. Progressi nell'agricoltura e nei sistemi alimentari sostenibili: Oltre 130 Paesi hanno firmato una dichiarazione per incorporare le emissioni agricole nei loro piani climatici nazionali. È stata formata inoltre una coalizione per promuovere l'agricoltura rigenerativa su 160 milioni di ettari.
5. Impegno per la riduzione del metano: Cinquanta compagnie petrolifere e del gas si sono impegnate a raggiungere emissioni di metano prossime allo zero entro il 2030, con piani da presentare entro il 2025. È stato annunciato anche un fondo per progetti di riduzione del metano nei mercati emergenti.

Altre iniziative significative riguardano gli impegni assunti per alimentare le risorse del Fondo verde per il clima con 3,5 miliardi di dollari, l'annuncio della Banca Mondiale di un aumento di 9 miliardi di dollari all'anno per il finanziamento di progetti legati al clima per il 2024 e il 2025, e il fatto che 66 Paesi hanno sottoscritto l’impegno di ridurre l’impatto climatico del settore del raffreddamento, diminuendo le emissioni del 68% dai livelli attuali.

«Riteniamo che nel complesso la Cop28 segni un momento storico nella nostra lotta globale contro il cambiamento climatico. L'impegno ad abbandonare i combustibili fossili entro il 2050 riflette un fronte globale unito che riconosce l'urgente necessità di agire. Questo, insieme alla spinta significativa verso le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, segnala uno spostamento deciso verso pratiche sostenibili. Le iniziative finanziarie introdotte, come il fondo da 30 miliardi di dollari degli Emirati Arabi Uniti per le soluzioni climatiche e il sostegno ai Paesi a basso reddito, sottolineano l'importanza di un progresso inclusivo ed equo. Questa conferenza potrebbe essere ricordata come uno dei momenti cruciali dell'attivismo ambientale», sottolinea l’esperto di Rize.

Le conseguenze per gli investitori

Eva Cairns, head of sustainability insights and climate strategy di abrdn, riflette sui risultati e su cosa comportano per gli investitori. «Nel complesso, ritengo che la Cop28 sia stata un successo sotto molti aspetti. La presidenza ha mostrato determinazione e ambizione nell'affrontare per la prima volta il tema dei combustibili fossili nel testo finale e nell'ottenere risultati che mirano a mantenere la rotta verso l’obiettivo di 1,5°C. Se questo sia realmente possibile, dipenderà dal dopo Cop28 e da come gli impegni si tradurranno in azioni e politiche vincolanti. Tuttavia, per essere in linea con l’obiettivo di 1,5°C, dobbiamo ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 rispetto al 2019 e una valutazione iniziale degli impegni assunti dalla Commissione per la Transizione Energetica suggerisce che, anche se gli impegni della Cop28 fossero sostenuti da tutti i Paesi e attuati in toto con politiche forti, non saremmo in linea con il livello di emissioni necessario per 1,5°C entro il 2030. Occorre fare molto di più per colmare il divario di ambizione».

Il segnale lanciato dalla Cop28 agli investitori è che il traguardo di 1,5°C rimane ambizioso e che è necessaria una transizione rispetto ai combustibili fossili. «Se gli impegni assunti saranno attuati con azioni politiche credibili che stabiliscano i giusti incentivi finanziari, ad esempio per trasformare i sistemi alimentari e triplicare la capacità di energia rinnovabile, potranno emergere nuove opportunità di investimento volte a mobilitare il capitale privato», osserva Cairns. Secondo l’esperta, inoltre, un'altra opportunità potenzialmente interessante per gli investitori potrebbe emergere «nell’ambito dei mercati del carbonio una volta che si concretizzerà il meccanismo previsto per migliorare la qualità e l'efficacia dei mercati del carbonio e delle compensazioni. Sono molti gli aspetti da seguire in vista del 2024, per capire quali impegni faranno concretamente la differenza per gli investitori».

Orario di pubblicazione: 14/12/2023 11:18
Ultimo aggiornamento: 14/12/2023 11:54
 
Azioni, tra gli energetici tornano i super sconti, anche fino al 40%. Tre le occasioni di investimento secondo Morningstar
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di Francesca Gerosa

Dopo una buona performance nel terzo trimestre del 2023, da inizio ottobre il settore energetico ha sottoperformato il mercato e ora mostra valutazioni molto più convenienti, anche tra i titoli di qualità. Con l’Iran osservato speciale e il Venezuela che può allentare l’attuale crisi dell’offerta di petrolio, ecco i titoli suggeriti da Morningstar | Nel 2023 gli energetici in borsa hanno fatto +12%


Dopo una buona performance nel terzo trimestre del 2023, da inizio ottobre il settore energetico ha largamente sottoperformato il mercato e ora mostra valutazioni molto più convenienti, secondo Morningstar. Diversamente da quanto registrato nei mesi tra luglio e settembre, nei quali i titoli energetici avevano guadagnato il 13,3% (indice Morningstar Global Energy, in euro), contro il -0,78% del benchmark (indice Morningstar Global), il settore energia ha ceduto quasi l’8% negli ultimi due mesi contro il +4,3% del benchmark. Ora, circa il 31% delle azioni energy coperte dall’analisi di Morningstar sono scambiate a un tasso di sconto del 17% rispetto al fair value e non mancano le occasioni di investimento anche tra i titoli di qualità.

Le dinamiche nel mercato del petrolio

Ma quali sono stati i fattori che hanno innescato queste vendite? Il primo riguarda le aspettative relative alla domanda di petrolio nel breve. Secondo gli analisti di Morningstar, la minor domanda di benzina impatterà sulle richieste globali della materia prima nel 2024 e questo a causa dei minori consumi che verranno registrati negli Stati Uniti. Le previsioni dell'agenzia statistica e analitica del Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti (Energy Information Administration, EIA) per il 2024 sono le più basse degli ultimi 20 anni. Le ragioni sono diverse: un aumento del lavoro da remoto, il miglioramento dell’efficienza energetica delle autovetture, la maggior adozione di veicoli elettrici e i prezzi elevati della benzina. A questo, si aggiunge il fatto che la domanda cinese non è sufficiente a compensare il minor consumo di petrolio del nord America e che la futura crescita della Cina è minacciata dalla deflazione e dalla crisi del settore immobiliare.

Il ruolo del Venezuela

Il secondo riguarda il lato dell’offerta. «Entrando nel terzo trimestre, il mercato era estremamente preoccupato di rimanere a corto di offerta, considerato la riduzione di 2,3 milioni di barili al giorno delle riserve di petrolio a livello globale. Ma nell’ultimo trimestre le aspettative erano per un aumento delle scorte rispetto ai tre mesi precedenti», dice Stephen Ellis, Equities strategist di Morningstar. A questo, poi, si aggiunge una maggior chiarezza sul contributo sul lato dell’offerta da parte del Venezuela e dell’Iran. «Crediamo che il Venezuela sia una delle poche regioni ad avere il potenziale per un aumento della produzione di petrolio che possa allentare l’attuale crisi dell’offerta. In questo senso, l’attività diplomatica da parte degli Stati Uniti e dell’Unione europea sembra dare i suoi frutti».

Recentemente, il Governo venezuelano ha annunciato un accordo con i gruppi di opposizione per tenere le elezioni nel 2024. In cambio, gli Stati Uniti stanno sospendendo le restrizioni sul commercio di oro, petrolio e obbligazioni da parte del Venezuela e l’Ue sta accelerando il suo processo di revisione delle sanzioni contro lo Stato sud-americano (da ogni 12 a ogni sei mesi) in modo da poterle sospendere più facilmente, aggiunge Ellis.

Iran osservato speciale

Per quanto riguarda, invece, l’Iran, le preoccupazioni del mercato erano legate a un possibile coinvolgimento del Paese mediorientale nel conflitto tra Israele e Hamas che, ad oggi, non c’è stato. Se lo status quo dovesse resistere, dicono gli analisti di Morningstar, non dovrebbero esserci ripercussione sul mercato del greggio. L’Iran resta, comunque, un osservato speciale poiché è uno dei pochi Pin grado di aumentare l’offerta globale di petrolio.

Il prezzo del gas continuerà a essere volatile

Per quanto riguarda il mercato del gas al momento, i livelli delle scorte di gas dell’Ue sono sostanzialmente piene al 100% e dunque in grado di far fronte all’inverno, ma nonostante questo i prezzi e gli spread del gas nell’Ue hanno continuato a essere volatili. «A nostro avviso, l’impatto sul mercato del gas delle attuali tensioni in Medio Oriente è irrilevante, ma anticipiamo che il prezzo della materia prima continuerà a essere volatile fino alla fine del 2024, quando verrà introdotta la nuova offerta di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti», conclude Ellis.

Tre le occasioni di investimento secondo Morningstar

Tre le occazioni di investimento di Morningstar. Exxon Mobil (Morningstar rating: 4 stelle, fair value a 123 dollari) ha perso oltre il 6% da inizio anno e ora è scontata del 20% rispetto al fair value di 123 dollari. L’azienda prevede di raddoppiare, entro il 2027, gli utili e i flussi di cassa registrati nel 2019 grazie alla combinazione di tre fattori: riduzione strutturale dei costi operativi, miglioramento del portafoglio degli asset e crescita del fatturato. Nel corso dello scorso trimestre, ha raggiunto prima del previsto l'obiettivo di un risparmio strutturale sui costi di 9 miliardi di dollari, ha pagato dividendi per 3,7 miliardi di dollari e ha riacquistato azioni per 4,4 miliardi. Inoltre, ha aumentato la cedola del quarto trimestre del 4% a 0,95 dollari per azione e prevede di riacquistare azioni per circa 17,5 miliardi nel 2023.

Invece, nonostante Equitrans Midstreal (Morningstar rating: 4 stelle, fair value a 15 dollari) abbia guadagnato il 46% da inizio anno continua a essere scambiato a un tasso di sconto del 35% rispetto al fair value di 15 dollari. Il progetto del gasdotto Mountain Valley Pipeline (MVP) è sempre più vicino all’entrata in servizio e questo si tradurrà in significativo miglioramento dei conti dell’azienda. Gli analisti di Morningstar si aspettano un incremento dell’ebitda di circa 390 milioni di dollari e di ulteriori 55 milioni di dollari nel caso in cui l’azienda, attraverso un minimo incremento dei costi, riesca ad espandere la capacità di MVP di 500 milioni di piedi cubi al giorno.

Infine, Apa (Morningstar rating: 4 stelle, fair value a 56 dollari) è attiva nell’industria dell’esplorazione e produzione di gas e petrolio. L’azienda opera principalmente negli Stati Uniti, in Egitto, nel Mare del Nord e nel Suriname e a fine 2022 le sue riserve accertate ammontavano a 890 milioni di barili di petrolio. APA ha grosse opportunità di trivellazione nel bacino del Permiano che le permetteranno di aumentare la produzione a costi bassi. Ma, secondo Morningstar, sono soprattutto le scoperte in Suriname a rappresentare un potenziale punto di svolta per l’azienda in quanto potrebbero raddoppiare la sua produzione nei prossimi 10 anni. Il titolo ha ceduto il 20% da inizio anno e ora è scontato di circa il 40% rispetto al fair value di 56 dollari.

Orario di pubblicazione: 15/12/2023 10:04
Ultimo aggiornamento: 15/12/2023 10:26
 
Assicurazioni, Plenitude e Zurich lanciano una polizza che paga se l’impianto fotovoltaico produce meno del previsto. Ecco come funziona
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Plenitude
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di Sara Bichicchi

Il progetto si chiama Zurich Sole Protetto ed è disponibile per i clienti Plenitude che compreranno un impianto fotovoltaico domestico entro il 31 marzo 2024


Plenitude e Zurich insieme in Zurich Sole Protetto. Le due società hanno annunciato il lancio di una polizza parametrica, a disposizione dei clienti Plenitude che compreranno un impianto fotovoltaico domestico entro il 31 marzo 2024.

«La polizza parametrica rappresenta una soluzione all’avanguardia nella gestione dei rischi e garantisce una maggiore efficienza e tempestività di risposta al cliente, ma anche informazioni preziose e necessarie per la valutazione di danni eventuali, ottimizzando la gestione dei sinistri», ha commentato Alessia Truini, Head of Customer Office and Direct Channels di Zurich Italia.

Zurich Sole Protetto sarà attiva per tre anni e garantirà ai clienti un indennizzo semestrale se il rendimento dell’impianto non sarà all’altezza delle aspettative. Se, cioè, l’irraggiamento solare (l’energia che raggiunge il pannello, ndr), e quindi la produzione di energia, saranno inferiori alle attese. La polizza sfrutta un algoritmo che elabora sia i dati dell’impianto fotovoltaico sia i dati meteorologici storici (dal gennaio 2005) della località dove è installato. La misurazione sarà effettuata da Exante, società partner di Zurich, che analizzerà i dati metereologici in tempo reale. I clienti potranno monitorare le performance dell’impianto, la serie storica e gli indennizzi ricevuti tramite un portale dedicato.

«Come Plenitude siamo sempre alla ricerca di soluzioni innovative da mettere al servizio dei nostri clienti, favorendo al contempo la diffusione di una cultura dell’energia da fonte rinnovabile, obiettivo che perseguiamo anche in qualità di Società Benefit», ha detto Pasquale Cuzzola, direttore Retail Italian Market di Plenitude. «Crediamo che la polizza Zurich Sole Protetto abbia il potenziale per incentivare l’autoproduzione di energia solare, e siamo lieti di poterla includere nel nostro portafoglio di servizi per la generazione distribuita da impianti fotovoltaici di piccola taglia, settore in cui siamo tra i leader in Italia».

Orario di pubblicazione: 18/12/2023 11:43
Ultimo aggiornamento: 18/12/2023 12:14
 
Petrolio, tre motivi per cui i prezzi tornano a infiammarsi. Le nuove stime di Goldman Sachs sul Brent nel 2024
Petrolio, tre motivi per cui i prezzi tornano a infiammarsi. Le nuove stime di Goldman Sachs sul Brent nel 2024


Petrolio, tre motivi per cui i prezzi tornano a infiammarsi. Le nuove stime di Goldman Sachs sul Brent nel 2024​

di Francesca Gerosa

I prezzi del Brent si portano a ridosso di quota 80 dollari al barile, spinti non solo dagli attacchi degli Houthi alle navi nel Mar Rosso. Ecco quanto durerà la corsa dei prezzi secondo Goldman Sachs


I prezzi del petrolio schizzano violentemente verso l’alto mentre gli attacchi degli Houthi alle navi nel Mar Rosso aumentano i timori di interruzioni alle forniture e dopo il piano della Russia di ridurre le esportazioni a dicembre. Il prezzo del Wti statunitense balza del 3,87% a 74,66 dollari al barile e quello del Brent europeo del 3,83% a 79,48 dollari al barile.


Attacchi dei miliziani Houthi in Yemen alle navi commerciali nel Mar Rosso

Le aziende di navigazione mercantile, tra cui la prima azienda di gestione cargo del mondo Msc e A.P. Moller-Maersk, hanno detto nel fine settimana che avrebbero evitato il Canale di Suez a causa dell'intensificarsi degli attacchi dei miliziani Houthi in Yemen alle navi commerciali nel Mar Rosso che è «una delle sacche primarie dei flussi di greggio via mare e rappresenta circa il 10% del volume globale», sottolinea Manish Raj, amministratore delegato di Velandera Energy Partners, citato dall’agenzia Mf-Newswires. «Sebbene gli aggressori non siano molto preparati, gli equipaggi delle navi sono ancora meno esperti, il che li rende facili bersagli».

La Russia ridurrà le esportazioni a dicembre, aumentano le tensioni geopolitiche

Inoltre, ieri 17 dicembre, la Russia ha annunciato che aumenterà i tagli agli export di greggio questo mese, potenzialmente di 50.000 barili al giorno o più, prima di quanto promesso, per sostenere i prezzi. A influire sulle quotazioni dell’oro nero anche le tensioni geopolitiche, rinnovate e nuove: non solo le guerre in Ucraina e a Gaza, ma anche l’annuncio della Corea del Nord che lancerà due missili balistici nei prossimi giorni dopo lo scalpore provocato in queste ore per ripetuti lanci. Ieri, 17 dicembre, un missile balistico a corto raggio, oggi uno a lungo raggio (secondo la Corea del Sud, entrambi i missili sono finiti nel Mar del Giappone) con una portata che potrebbe coprire tutti gli Stati Uniti.

Quanto durerà la corsa dei prezzi. Le stime di Goldman Sachs aggiornate

Nonostante la corsa odierna, «è difficile pensare a prezzi in forte salita, visto il rallentamento economico in atto confermato dalla debolezza delle altre commodity e dall’aumento della produzione Usa/Venezuela», sottolinea Luca Riboldi, direttore investimenti di Banor, precisando, però, che un tail risk principale sarebbe un eventuale ingresso nel conflitto in Medio Oriente dell’Iran che farebbe schizzare all’insù il prezzo del barile.

Daan Struyven, analista di Goldman Sachs, ha rivisto le stime sul prezzo del Brent nel 2024 di 10 dollari al barile, portandolo a 70-90 dollari, poiché ora prevede solo un modesto deficit e prezzi nel lungo termine leggermente meno elevati. La ragione principale, spiega, «è che abbiamo aumentato la nostra previsione di crescita dell'offerta negli Stati Uniti nel 2024 a 0,9 milioni di barili al giorno da 0,5 milioni di barili al giorno, grazie ai continui progressi nella velocità di trivellazione e nell'intensità di completamento dei pozzi».

Complice anche una capacità di riserva più elevata e una disinflazione dei costi, «abbiamo abbassato leggermente la nostra previsione sul Brent a 36 mesi di 2 dollari a 72 dollari al barile. Ora prevediamo che il Brent raggiungerà quota 85 dollari entro giugno 2024 e viaggerà a una media di 81/80 dollari nel 2024/2025. Vediamo un potenziale di upside in futuro perché i prezzi spot sembrano bassi rispetto alle scorte, la posizione è depressa e il miglioramento delle condizioni finanziarie supporta la nostra convinzione che la domanda crescerà in modo solido nel 2024: 1,5 milioni di barili al giorno. Ci aspettiamo, inoltre, una moderata volatilità dei prezzi nel 2024. Comunque, la capacità di riserva elevata per gestire gli shock dovrebbe limitare gli aumenti dei prezzi. D’altra parte, la "put" dell'Opec, la Cina strategica e l’accumulo di scorte negli Stati Uniti e un modesto rischio di recessione dovrebbero limitare il ribasso dei prezzi».

Orario di pubblicazione: 18/12/2023 15:40
Ultimo aggiornamento: 18/12/2023 16:21
 
Continua il buyback, siamo a circa il 70% (BuyBack Seconda Tranche)
ultimamente ha accelerato un po con gli acquisti !!!

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Eni, arriva la firma con Eip per Plenitude
Eni, arriva la firma con Eip per Plenitude


Eni, arriva la firma con Eip per Plenitude​

di Nicola Carosielli

Il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha raggiunto l’accordo per cedere una quota inferiore al 10% della società delle rinnovabili al gruppo svizzero. La vendita valorizza l’intero gruppo 10 miliardi. L’operazione serve a definire il valore in vista dell’ipo in cantiere per il 2024


Pronta a chiudersi la partita per la cessione di una minoranza di Plenitude da parte di Eni. Secondo quanto appreso da milanofinanza.it, il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha raggiunto un accordo con Energy Infrastructure Partners (Eip), assistito da Rothschild, per vendere poco meno del 10% della sua controllata nelle energie rinnovabili per circa 750 milioni di euro. La firma arriverà nella giornata di oggi e dovrebbe valutare Plenitude circa 8 miliardi di euro, sulla base di un ebitda 2023 che potrebbe toccare i 900 milioni.

Quasi un anno di trattative

Le trattative tra la major e il player svizzero sono state intavolate già all’inizio di quest’anno, in seguito alla decisione presa da Eni di cercare un partner per Plenitude in vista della futura quotazione in borsa. Plenitude è attiva nella vendita energia a famiglie e imprese (con un portafoglio di circa 10 milioni di clienti retail), oltre che nella produzione di energia rinnovabile e nella gestione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici.

L’accordo cristallizza la valutazione in vista dell’ipo

Con la cessione Eni riesce in primo luogo a consolidare il valore della società, facilitando così il processo di ipo che potrebbe quindi partire già l’anno prossimo. Inoltre fornirebbe allo stesso tempo anche maggiore liquidità per gli investimenti. Come riportato da MF-Milano Finanza, il 24 ottobre, durante l’Omc Med Energy Conference a Ravenna, Descalzi aveva confermato «interlocuzioni anche avanzate con un investitore strategico», sottolineando poi che, in un mercato così agitato, «definire il floor, un punto dove ci sono investitori pronti a investire, è fondamentale. Ovviamente la strategicità di Plenitude resta quella di raggiungere i clienti con prodotti sostenibili e decarbonizzati. E non viene toccata dal fatto di avere un investitore, o che possa essere quotata». Il piano di quotazione di Plenitude era stato rinviato l’anno scorso a causa degli scossoni inflitti anche sui mercati finanziari dalla crisi energetica. A luglio Jefferies aveva sottolineato in un report come la possibile cessione di una minoranza fornirebbe «agli investitori una valutazione di riferimento per un modello di business che attualmente non ha rivali quotate pienamente comparabili», calcolando poi un valore compreso in un range tra 8 e 12 miliardi di euro.

MF - Numero 250 pag. 13 del 21/12/2023
 
ENI SI RAFFORZA QUALE PRINCIPALE OPERATORE CCS DEL REGNO UNITO

(Teleborsa) - Eni ha accolto con favorel'annuncio della strategia "CCUS Vision" da parte del Dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero del Regno Unito(DESNZ), che mira a rafforzare lo sviluppo della cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2 (CCUS) ed a renderla pienamente competitiva sul mercato entro il 2035. L'iniziativa include anche l'avvio del processo di espansione del Track-1 per un ampliamento degli emettitori industriali nel consorzio HyNet.

Il Governo britannico ha stanziato 20 miliardi di sterline per supportare lo sviluppo su scala commerciale dell'industria CCS con l'obiettivo di stoccare permanentemente 20-30 milioni di tonnellate di CO2 all'anno entro il 2030 e di creare 50.000 nuovi posti di lavoro.

In questo contesto, Eni si è affermata come un operatore di primo piano in UK per il ruolo chiave che svolge nelle attività di trasporto e stoccaggio di CO2 e di leader del consorzio alla guida del progetto HyNet.

Eni ha ottenuto una seconda licenza per lo stoccaggio della CO2 nel giacimento a gas depletato di Hewett nel Mare del Nord meridionale allo scopo di progettare un secondo hub CCS nel paese, Bacton Energy Hub, per decarbonizzare la regione del Tamigi. Gli hub CCS di HyNet e Bacton, con una capacità complessiva di stoccaggio di 500 milioni di tonnellate di CO2, consentiranno di preservare migliaia di posti di lavoro e di promuovere allo stesso tempo investimenti per lo sviluppo di nuove filiere industriali. I due progetti permetteranno in tal modo la creazione di ulteriori opportunità occupazionali nonché il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Regno Unito.

La roadmap delineata dalla "CCUS Vision" del Governo UK ha lo scopo di ridurre i costi per l'industria, accelerando la decarbonizzazione delle attività dei settori hard to abate. Nel dettaglio, come parte di questa strategia, il Governo del Regno Unito ha annunciato l'espansione del Track-1 di HyNet, invitando le aziende con progetti CCUS a presentare domanda di adesione entro il 28
marzo 2024
. Al termine di questo processo, si prevede di aumentare la capacità di stoccaggio del cluster di 1,3 -1,5 milioni di tonnellate di CO2, in aggiunta alle circa 3 milioni di tonnellate già assicurate dai 5 emettitori selezionati in Track-1 lo scorso marzo 2023. Tale ampliamento consentirà il raggiungimento della capacità di stoccaggio prevista dalla Fase 1 di HyNet al 2030.

Grazie anche all'accordo sugli Heads of Terms raggiunto a ottobre 2023 con il Governo del Regno Unito, HyNet sarà uno tra i primi cluster a basse emissioni di carbonio al mondo con una capacità di stoccaggio di circa 4,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno nella prima fase con un progressivo aumento fino a circa 10 milioni di tonnellate.

(TELEBORSA) 21-12-2023 16:48
 
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