Enzo Cacciola

Possido qualche foto che lo ritrae con diversi artisti di varie nazionalità.
Credo che qualcuna sia di Documenta Kassel.
 
il 15 gennaio presso la galleria Luca Tommasi Arte contemporanea di Milano verrà inaugurata la mostra di Enzo Cacciola " Works 1973/2015 " a cura di Alberto Fiz.
La mostra coinciderà con la presentazione di un opera editoriale di Alberto Fiz che raccoglierà inediti documenti storici, scritti dell’artista ed un dialogo‐intervista che mette in luce i presupposti teorici ai processi operativi che l’ artista pone in essere per giungere al risultato artistico.
 
il 15 gennaio presso la galleria Luca Tommasi Arte contemporanea di Milano verrà inaugurata la mostra di Enzo Cacciola " Works 1973/2015 " a cura di Alberto Fiz.
La mostra coinciderà con la presentazione di un opera editoriale di Alberto Fiz che raccoglierà inediti documenti storici, scritti dell’artista ed un dialogo?intervista che mette in luce i presupposti teorici ai processi operativi che l’ artista pone in essere per giungere al risultato artistico.
Grazie per la segnalazione
 
Credetemi:yes:

Per il FOL
l'ingresso di Emilio
sarà una piacevole sorpresa

(alcune me le ha dette oggi al telefono, ma meglio le sveli lui):p

ciao Emilio:bye:
 
Credetemi:yes:

Per il FOL
l'ingresso di Emilio
sarà una piacevole sorpresa

(alcune me le ha dette oggi al telefono, ma meglio le sveli lui):p

ciao Emilio:bye:

Bene bene, un bell'acquisto allora! Ci voleva proprio, se non altro per pareggiare qualche altro ingresso purtroppo molto scadente.
Benvenuto Emilio OK!
 
Benvenuto ad Emilio con la speranza che sia obiettivo e che non segua il gregge di qui quo qua .....
 
Accipicchia parlaci di uncini ( in precedenza hai fatto ottime presentazioni) Cacciola non mi entusiasma..lo vedo come la parte finale dell'analitica; come l'ultimo degli estroflessori, come l'ultimo degli informali..insomma sempre ultimo!) so bene delle operazioni che avverranno...sarebbe interessante sapere come relazionate Cacciola a Griffa o a Guarneri..ne ho citato 2,uno sull'onda uno dimenticato..ma secondo il mio parere 2 grandi rispetto agli....ultimi..)
 
Accipicchia parlaci di uncini ( in precedenza hai fatto ottime presentazioni) Cacciola non mi entusiasma..lo vedo come la parte finale dell'analitica; come l'ultimo degli estroflessori, come l'ultimo degli informali..insomma sempre ultimo!) so bene delle operazioni che avverranno...sarebbe interessante sapere come relazionate Cacciola a Griffa o a Guarneri..ne ho citato 2,uno sull'onda uno dimenticato..ma secondo il mio parere 2 grandi rispetto agli....ultimi..)

Permettimi di non essere d'accordo.
Cacciola non è l'ultimo di niente:
Non è l'ultimo degli estroflessori perchè non ha mai estroflesso nulla!
Non è l'ultimo degli informali perchè non ha mai avuto nulla a che fare con l'informale!
Non è l'ultimo dell'analitica anche perchè come abbiamo detto ormai tante volte l'analitica non è mai stata un movimento e tantomeno un gruppo.
Cacciola ha seguito uno dei tanti percorsi possibili in quell'ambito di ricerca. Generalizzando parecchio si può dire che un filone dell'analitica si è dedicato più al segno (Griffa), un altro al colore (Verna e Olivieri), un altro alla forma-colore (Pinelli), un altro ancora alla luce (Guarneri), un altro a una ricerca più concettuale (Carmen Gloria Morales) o più post-minimalista (Cotani).
Cacciola come ho già detto si sofferma sul processo operativo. Il suo lavoro può piacere o non piacere (certamente è un lavoro difficile da apprezzare d'intuito) ma è un lavoro in pieno spirito analitico. Pensiamo al clima degli anni 70: la sua è una ricerca molto europea, molto legata "al fare" dei colleghi analitici francesi soprattutto e tedeschi, per cui "il valore della scomposizione tende a scindere tutto il lavoro nelle sue singole parti" (cit. Cacciola)
 
Ultima modifica:
Permettimi di non essere d'accordo.
Cacciola non è l'ultimo di niente:
Non è l'ultimo degli estroflessori perchè non ha mai estroflesso nulla!
Non è l'ultimo degli informali perchè non ha mai avuto nulla a che fare con l'informale!
Non è l'ultimo dell'analitica anche perchè come abbiamo detto ormai tante volte l'analitica non è mai stata un movimento e tantomeno un gruppo.
Cacciola ha seguito uno dei tanti percorsi possibili in quell'ambito di ricerca. Generalizzando parecchio si può dire che un filone dell'analitica si è dedicato più al segno (Griffa), un altro al colore (Verna e Olivieri), un altro alla forma-colore (Pinelli), un altro ancora alla luce (Guarneri), un altro a una ricerca più concettuale (Carmen Gloria Morales) o più post-minimalista (Cotani).
Cacciola come ho già detto si sofferma sul processo operativo. Il suo lavoro può piacere o non piacere (certamente è un lavoro difficile da apprezzare d'intuito) ma è un lavoro in pieno spirito analitico. Pensiamo al clima degli anni 70: la sua è una ricerca molto europea, molto legata "al fare" dei colleghi analitici francesi soprattutto e tedeschi, per cui "il valore della scomposizione tende a scindere tutto il lavoro nelle sue singole parti" (cit. Cacciola)

Vorrei continuare il discorso.... sono pienamente d'accordo con quanto ricordato da "Accipicchia", mi si chiede di essere sincero ed imparziale, io in passato ho avuto modo di poter scambiare qualche idea e opinione attraverso qualche forum, e sono sempre stato il più corretto possibile.
Questo perchè non ho alcun unteresse di sorta. Non sono un addetto ai lavori, e non sono nemmeno un grande collezionista, sono solo spinto da forte passione, e per essere il più trasparente possibile e non avere conflitti di interesse, nel massimo anonimato dichiaro che per anni ho curato l'archivio di un pittore di Alessandria e collaborato all'ultimo testo edito da Skira su Carol Rama. Quindi giusto per non andare fuori tema, riguardo Enzo Cacciola, di cui sono un suo amico e sostenitore, sarò il più discreto possibile.
Per quanto riguarda l'opera di Cacciola posso assicurarvi che non si tratta per niente dell'ultimo filone dell'analitica.
Sicuramente sarà uno dei più giovani, e per questo consiglio di aver la pazienza di leggere i vari testi in circolazione, in particolare un piccolo testo edito dalla Fondazione Zappettini, scritto da Alberto Rigoni.... completo ma soprattutto chiaro....
Sicuramente la situazione analitica italiana è sempre stata presa sottogamba, infatti il ginepraio che ha sempre avvolto questi pittori non ha fatto altro che ogniuno seguisse la propria strada.
Sin dagli anni 70 c'è sempre stata l'esigenza da parte delle critica di poter riunire questi pittori in un gruppo o in un movimento, ma di fatto non sono nè l'uno nè l'altro, non è mai stato stilato un manifesto e tanto meno le critiche tra gli artisti hanno agevolato il tutto. Si contano numerose mostre dal 72 al 78, e discrepanze tra galleristi, artisti e collezionisti, parlerei di non chiaro orientamento, ha fatto si che l'analitica italiana non fosse valutata per ciò che manifestava.
La distinzione di artisti caldi e freddi, le varie osservazioni riguardo i percursori, la loro origine non ha fatto altro che allontanare il collezionismo d'allora.
Ma l'aspetto storiografico è molto importante, l'aspetto europeo credo si concentri soprattutto sull'Italia, aspetti favorevoli di politica e mercato e così via. I primi esponenti francesi racchiusi dallo pseudonimo BMPT e successivamente il Gruppo Suppots/Surfaces, sicuramente il più fortunato.
Addirittura la Spagna, sotto l'influenza franchista guardava come spunto ai colleghi italiani e francesi, sicuramente non del filone analitico ma Mirò e Tapies come riportato in un testo di una mostra degli anni 70 a Barcellona dichiarano questo.
Gli olandesi con basi fondate sul Neoplasticismo e da radici scritte dalla rivista De Stijl, e così via...
Per ritornare agli italiani, per riparlare di Cacciola, per riparlare non di ritrovare un grado zero della pittura che già anni prima Castellani, Dorazio, Bonalumi, Lo Savio avevano già anccentuato con le loro opere, ma un ritorno al binomio Arte/Artigianato, quel far pittura, quel forgiar pittura fatto di ricerche e manualità, propria dell'opera di Cacciola, la creazione dei telai e la ricerca dei materiali.
Dove il fine non giustifica i mezzi e dove la stesura del "cemento" non rappresenta il momento finale di un'opera ma il suo divenire, la sua nascita.
Il processo creativo dell'opera di Cacciola rappresenta un filo conduttore non dell'informale di cui non è mai stato partecipe ma bensì del concettuale, filone intellettuale ed artistico che tutt'ora detta il pensiero dell'artista con i suoi multigum.
Esistono altre opere di Cacciola degli anni 70, che appartengono a collezioni private o ad istituzione, dove più tele sovrapposte inserite una dentro l'altra formano un quadro, dove anche la parete di supporto e i suoi spazi bianchi fanno parte integrante dell'opera stessa.
Si dice che non sia tanto importante.... ma ... non saprei...
 
Sicuramente la situazione analitica italiana è sempre stata presa sottogamba, infatti il ginepraio che ha sempre avvolto questi pittori non ha fatto altro che ogniuno seguisse la propria strada.
Sin dagli anni 70 c'è sempre stata l'esigenza da parte delle critica di poter riunire questi pittori in un gruppo o in un movimento, ma di fatto non sono nè l'uno nè l'altro, non è mai stato stilato un manifesto e tanto meno le critiche tra gli artisti hanno agevolato il tutto. Si contano numerose mostre dal 72 al 78, e discrepanze tra galleristi, artisti e collezionisti, parlerei di non chiaro orientamento, ha fatto si che l'analitica italiana non fosse valutata per ciò che manifestava.
La distinzione di artisti caldi e freddi, le varie osservazioni riguardo i percursori, la loro origine non ha fatto altro che allontanare il collezionismo d'allora.
Ma l'aspetto storiografico è molto importante, l'aspetto europeo credo si concentri soprattutto sull'Italia, aspetti favorevoli di politica e mercato e così via. I primi esponenti francesi racchiusi dallo pseudonimo BMPT e successivamente il Gruppo Suppots/Surfaces, sicuramente il più fortunato.
Addirittura la Spagna, sotto l'influenza franchista guardava come spunto ai colleghi italiani e francesi, sicuramente non del filone analitico ma Mirò e Tapies come riportato in un testo di una mostra degli anni 70 a Barcellona dichiarano questo.
Gli olandesi con basi fondate sul Neoplasticismo e da radici scritte dalla rivista De Stijl, e così via...
Gentile Emilio, innanzitutto grazie per i tuoi validissimi interventi, permettimi di inserire questo tuo intervento sull'Analitica nel 3D ad essa dedicata.
Trovo molto interessante ribadire il fatto che la Pittura Analitica non è un gruppo ma un'esigenza che gli artisti del periodo percepirono.
Questo concetto risulta essere importante perché diversi artisti, utilizzando diversi linguaggi hanno seguito un percorso che ci permette di accostarli sotto il nome di Pittura Analitica ma ognuno di loro si è espresso autonomamente, con il proprio personale pensiero.
 
Piccoli cementi di Enzo Cacciola......
 

Allegati

  • image.jpg
    image.jpg
    183,2 KB · Visite: 1.025
Enzo Cacciola
Documenta Kassel.
 

Allegati

  • 1970_large.jpg
    1970_large.jpg
    97,6 KB · Visite: 1.042
grazie Emilio ... bello averti fra noi

PS rivolto a tutti gli esperti di analitica ... c'è qualche documento, intervista etc in cui Cacciola parli della ricerca di Uncini ed in qualche misura ne precisi e spieghi la distanza ? immagino che qualcuno gli abbia domandato più di una volta in cosa e come si distinguesse la ricerca dell'uno e dell'altro
 
grazie Emilio ... bello averti fra noi

PS rivolto a tutti gli esperti di analitica ... c'è qualche documento, intervista etc in cui Cacciola parli della ricerca di Uncini ed in qualche misura ne precisi e spieghi la distanza ? immagino che qualcuno gli abbia domandato più di una volta in cosa e come si distinguesse la ricerca dell'uno e dell'altro

Non so se esista un'intervista o un testo che approfondisca questo argomento. Provo a spiegare io la profondissima differenza.
Uncini come si sa "progettava" con estrema attenzione l'opera. Prima di eseguire il lavoro era solito disegnare moltissimo, e solo quando riteneva di aver ottenuto il progetto giusto, a volte ancora prima di eseguire il lavoro creava dei mockup per valutare appieno quale sarebbe stato il risultato finale.
Cacciola, come ho detto qualche post fa nella presentazione del suo lavoro, si disinteressa totalmente del risultato finale. A lui importa solo il "processo operativo", il controllo delle varie fasi della lavorazione, l'attuazione delle procedure fisiche e l'osservazione passiva delle distorsioni spontanee dei materiali.
Basterebbe solo questa enorme differenza per allontanare i due in modo totale, senza dire dei due diversissimi percorsi:
Uncini, parte da concetti costruttivisti, dal voler usare quel materiale moderno (il cemento armato) che sta dando vita alla nuova Roma della fine degli anni 50, creando con questo suo lavoro una via d'uscita drastica e originalissima dalla stagione informale ormai agli sgoccioli.
Cacciola usa il cemento come materiale di tipo industriale abitualmente usato per scopi lontanissimi dal fare Arte. Un'impostazione concettuale che sposta l'attenzione sull'artista/artigiano che non considera minimamente il senso estetico finale dell'opera. Ecco l'analisi fisica. Ecco la teoria analitica come prassi.
Due Artisti molto lontani quindi che hanno in comune solo la scelta di usare il cemento. Ma non mi pare che possano essere messi a confronto in nessun modo.
A scanso di equivoci mi pare doveroso precisare che Uncini è un vero gigante, un Artista di una forza impressionante, un innovatore e marcatore della sua epoca come pochissimi altri. Cacciola è un bravo Artista, ma obiettivamente il risultato della sua ricerca pur molto interessante, rimane ad un livello molto meno eclatante.
 
Non so se esista un'intervista o un testo che approfondisca questo argomento. Provo a spiegare io la profondissima differenza.
Uncini come si sa "progettava" con estrema attenzione l'opera. Prima di eseguire il lavoro era solito disegnare moltissimo, e solo quando riteneva di aver ottenuto il progetto giusto, a volte ancora prima di eseguire il lavoro creava dei mockup per valutare appieno quale sarebbe stato il risultato finale.
Cacciola, come ho detto qualche post fa nella presentazione del suo lavoro, si disinteressa totalmente del risultato finale. A lui importa solo il "processo operativo", il controllo delle varie fasi della lavorazione, l'attuazione delle procedure fisiche e l'osservazione passiva delle distorsioni spontanee dei materiali.
Basterebbe solo questa enorme differenza per allontanare i due in modo totale, senza dire dei due diversissimi percorsi:
Uncini, parte da concetti costruttivisti, dal voler usare quel materiale moderno (il cemento armato) che sta dando vita alla nuova Roma della fine degli anni 50, creando con questo suo lavoro una via d'uscita drastica e originalissima dalla stagione informale ormai agli sgoccioli.
Cacciola usa il cemento come materiale di tipo industriale abitualmente usato per scopi lontanissimi dal fare Arte. Un'impostazione concettuale che sposta l'attenzione sull'artista/artigiano che non considera minimamente il senso estetico finale dell'opera. Ecco l'analisi fisica. Ecco la teoria analitica come prassi.
Due Artisti molto lontani quindi che hanno in comune solo la scelta di usare il cemento. Ma non mi pare che possano essere messi a confronto in nessun modo.
A scanso di equivoci mi pare doveroso precisare che Uncini è un vero gigante, un Artista di una forza impressionante, un innovatore e marcatore della sua epoca come pochissimi altri. Cacciola è un bravo Artista, ma obiettivamente il risultato della sua ricerca pur molto interessante, rimane ad un livello molto meno eclatante.

grazie Acci
 
il 15 gennaio presso la galleria Luca Tommasi Arte contemporanea di Milano verrà inaugurata la mostra di Enzo Cacciola " Works 1973/2015 " a cura di Alberto Fiz.
La mostra coinciderà con la presentazione di un opera editoriale di Alberto Fiz che raccoglierà inediti documenti storici, scritti dell’artista ed un dialogo‐intervista che mette in luce i presupposti teorici ai processi operativi che l’ artista pone in essere per giungere al risultato artistico.

Questa mattina sono passata davanti allo spazio di Luca Tommasi a Monza (riceve su appuntamento) e all'interno aveva esposte due opere di Cacciola.
Purtroppo, essendo chiuso e in una viuzza con poca luce, non si vedevano bene.
 
La mostra verrà allestita presso lo spazio espositivo di Milano.
 

Allegati

  • 080307_Inv. CACCIOLA.pdf
    572 KB · Visite: 134
Ultima modifica:
Indietro