ETFS Corn GB00B15KXS04 e ETFS Wheat GB00B15KY765

L'importante è avere la salute, un buon lavoro e l'amore. I 4 soldi che ho investiti al limite li rifaccio.
Per l'amore pensavo di rivolgermi al mercato estero dopo i fallimenti in quello italiano

Lov, senti già la primavera?? :D
 
L'importante è avere la salute, un buon lavoro e l'amore. I 4 soldi che ho investiti al limite li rifaccio.
Per l'amore pensavo di rivolgermi al mercato estero dopo i fallimenti in quello italiano


Io ho la moglie straniera, sono risposato da 10 anni e 2 figli con la attuale, io
ti consiglio di non escludere questa possibilità:p:p:p:p:p:p:p
 
ANDAMENTO DEI PREZZI WHEAT Gennaio 2010
La stima dei prezzi nel breve e medio periodo è, alla luce del prezzo minimo di entrata a circa 155 €/t per merce extra Eu-27 resa porto europeo, sempre più influenzata dalle strategie dei principali esportatori: Canada, Usa, Messico e Australia, oltre che dalla volatilità del cambio valutario.

Se osserviamo il trend dei prezzi negli ultimi 5 anni si evince che oggi i prezzi sono pressoché allo stesso livello del dicembre 2005, ma l’apparenza inganna!

Per gli agricoltori d’oltreoceano i 130 €/t “Fob Laghi” del 2006 valevano sui 155 $/t, mentre gli stessi 130 €/t di oggi valgono sui 185 $/t. Ecco perché vorrebbero consolidare al cambio di “oggi” il valore del loro raccolto 2009/10 e sono disposti a quotare già una parte del 2010/11 (che seminaranno ad aprile 2010).

Se il cambio €/$ si manterrà a 1,40 e i prezzi mondiali gennaio-aprile 2010 sconteranno la pesantezza dell’offerta Usa e Canada, in Europa si potrebbero consolidare gli attuali prezzi. A destabilizzare la calma piatta che da settimane regna sulle piazze Ue potrebbero essere sia le variabili endogene (superfici seminate, consumi, domanda-offerta) che le ben note variabili esogene: clima, cambio €/$ e costo dei noli.


Alla luce di quanto sopra sembrerebbe che non ci sia molto margine di crescita, le quotazioni attuali sono basse ma le scorte molto alte:confused::angry:
 
Operativamente questi ribassi possono a mio avviso essere sfruttati per posizionarsi al rialzo in prossimità di supporti importanti anche se non si deve trascurare che un ruolo importante o avrà anche l’andamento del Dollaro Usa. Soybean e Corn appaiono più deboli rispetto al Wheat e questo potrebbe essere un tema operativo valido anche nei prossimi mesi per aprire posizioni in spread, Long Wheat e short Soybean e Corn, anche in considerazione della possibile riscossa del Grano, che probabilmente avrà meno acri a disposizione nel raccolto 2010-2011, in partenza dal mese di Luglio.

Per le prossime settimane comunque, dopo la sfuriata iniziale di vendite, ancora in corso questa mattina sul mercato elettronico, ritengo si resterà in ampio trading range e la volatilità potrà essere sfruttata per strategie di Put selling in opzioni, nude o in credit calendar spread, soprattutto su Soia e Corn, scegliendo come al solito strike molto out of the money
 
Wheat

Pensate che siamo in una fase di ribasso?!?! Se così fosse secondo voi 1,40 è una buona soglia di ingresso (visto che ha respinto il prezzo già due volte), Oppure viste le linee di tendenza potrebbe anche rompere il supporto a 1,40 e portarsi intorno a 1,38/37 :confused:
 

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Pensate che siamo in una fase di ribasso?!?! Se così fosse secondo voi 1,40 è una buona soglia di ingresso (visto che ha respinto il prezzo già due volte), Oppure viste le linee di tendenza potrebbe anche rompere il supporto a 1,40 e portarsi intorno a 1,38/37 :confused:

Sembra così, io però sono sul lev
 
Forse si va a ritoccare i minimi 1,26 e 2,15 per il Lev.
 
lasciate stare i lev in un'ottica di piu' di due giorni.......per carita'!!!!
 
Forse si va a ritoccare i minimi 1,26 e 2,15 per il Lev.

Scusate, motivi?
Solo Analisi Tecnica?
Secondo me no!
Gli operatori della mia zona prevedono prezzi in salita per il grano, anche perchè se non fosse così, il prossimo anno le superfici coltivate a grano sarebbero pari a ZERO!
Io quest'anno con 3 ettari a grano ho guadagnato 100 euro, mentre se avessi preso solo il contributo europeo, senza le spese del grano avrei guadagnato 1.100 euro NETTI!
Fate un pò voi.....!
Perché un contadino dovrebbe piantare grano invece di altra roba?
C'è il terzo mondo che lo pianta, d'accordo, ma le loro terre sono poco adatte, per clima e terreno, e almeno il 50% della produzione la devono fare i paesi dell'Europa e gli USA!!!
 
Scusate, motivi?
Solo Analisi Tecnica?
Secondo me no!
Gli operatori della mia zona prevedono prezzi in salita per il grano, anche perchè se non fosse così, il prossimo anno le superfici coltivate a grano sarebbero pari a ZERO!
Io quest'anno con 3 ettari a grano ho guadagnato 100 euro, mentre se avessi preso solo il contributo europeo, senza le spese del grano avrei guadagnato 1.100 euro NETTI!
Fate un pò voi.....!
Perché un contadino dovrebbe piantare grano invece di altra roba?
C'è il terzo mondo che lo pianta, d'accordo, ma le loro terre sono poco adatte, per clima e terreno, e almeno il 50% della produzione la devono fare i paesi dell'Europa e gli USA!!!

Nei miei post precedenti trovi la spiegazione del perchè è possibile, se ritorna al prezzo di carico alleggerisco per poter rientrare più basso, comunque
adotterò strategia accorta:p:p:p:p:p:p:p:p:p
 
Un commento sugli effetti del report USDA del 12/01/2010
Il report Usda

La pubblicazione di ieri del World ending stocks 2009-2010 da parte del dipartimento per l’agricoltura Usa, offre lo spunto per cercare di mettere a fuoco le prospettive del settore Grains per i prossimi mesi.

Anche su questo settore un peso consistente nella determinazione dei prezzi è ad appannagio dei giganti orientali. Se è vero infatti che la Cina è il secondo produttore mondiale di ‘grani’, è altrettanto vero che ne è anche il secondo consumatore. Un incremento del prezzo dei prodotti agricoli in Cina, rende più conveniente importare queste commodities piuttosto che trasportarle da un estremo all’altro del continente.

I dati di ieri hanno evidenziato un incremento nelle stime mondiali di produzione del Corn da 132 a 136 mln t; per la Soia un incremento da 57 a 60 mln t; per il Wheat un incremento da 191 a 196 mln t; anche i raccolti di Brasile ed Argentina sono visti in aumento. In termini percentuali gli “stocks” al primo dicembre sono in incremento tra il 9 e il 24% rispetto all’anno precedente per le stesse tre materie prime.

Il report evidenzia dunque, in maniera inequivocabile, un imponente aumento delle scorte disponibili rispetto al 2007 e 2008 e il risultato è stato un immediato sell off effettuato degli operatori, che hanno venduto al meglio migliaia di contratti futures già in apertura ieri. La mia sensazione è che le vendite siano amplificate anche dalla notizia giunta ieri, dell’aumento delle riserve obbligatorie per le Banche Cinesi che costituisce a tutti gli effetti un drenaggio di liquidità da parte delle autorità e che potrebbe preludere ad un aumento ufficiale dei tassi.
 
Appena apre il mercato sparo un maxiordine sul lev wheat.
Il bottom l'abbiamo toccato a settembre/ottobre.
Sono entrato e uscito piu volte sempre con gain buoni.
Per me, a questo prezzo il wheat è un buy long.
Appena arriva a 3,30 lo vendo e lo riaspetto a 2,90.
Secondo me, continua ad oscillare tra 1,40 e 1,60 per weat.mi e tra 2,90 e 3,70 per il lev per un po. Poi quando esce da quella fascia, parte al rialzo.
 
buongiorno a tutti, scusate se mi intrometto ancora ma le cose vanno lette e analizzate con calma

non potete quotare solo parte di un articolo, bisogna vederene il contesto, magari mettendo il link per facilitare la ricerca.

qui si parla di grano duro quello adatto alla pasta di qualità per intenderci, produttori che esportano o producono pasta per i mercati esteri spesso si accontentano di quelli di forza(da qui il sapore diverso della pasta quando siete all'estero), duro che non è quotato se non sul fisico al momento dello scambio e che ha una sua dinamica dei prezzi indipendente sia per la domanda offerta, sia per produzione, qualità e localizzazione.
tra l'altro il fatto che nell'ultima parte del 2009 il duro era offerto a prezzi più bassi dell' HRS era già un segnale strano e che segnalava una certo nervosismo degli operatori che probabilmente cercavano(scontavano) di anticipare questo calo svendendo il prodotto del mercato più piccolo.
lasciando perdere un attimo il duro, il tenero non si trova in una situazione domanda e offerta diversa, con domanda debole e offerta alta, i canadesi(quello che fanno sul duro scritto sotto è la stessa politica che attuano sui teneri) ma anche i siberiani e mar nero continuano a offrire tenero sotto i prezzi medi, proprio perchè hanno altri alti stock(dovuti in parte all'euforia del 2008 dove molti hanno conservato sperando di rivendere a quei prezzi) e non vogliono ritrovarsi oltre il limite di rischio prima del nuovo raccolto, per le aspettative sulle superfici seminate il commento di inizio anno delle stesso tipo che avete quotato ( e a suo onore spesso e volentierii inquadra bene e i problemi e il mercato) era questo....


Passano le settimane ma il mercato non cambia, con la domanda interna molto svogliata e l’offerta che preme, ma stenta a collocare il suo prodotto. Le prospettive sono per una paziente attesa del nuovo anno e per le scelte di “prezzo” dei grani extra-Eu (=Canada e Australia). Le semine restano l’argomento principale con chi dichiara cali, ma le alternative sono poche e si continua a seminare anche utilizzando semente non certificata:le aree perse sarebbero quelle più marginali. Le borse continuano a quotare invariati al Nord e il CentroSud domanda bassa qualità
http://www.agricoltura24.com/prezzi...a-confronto-dal-17-al-23-dicembre/p_1906.html

per quanto riguarda i prezzi €/$ se vi interessa che il future sul milling wheat quotato a parigi in euro, poco liquido ma il più adatto in assoluto per la copertura hedging dei produttori e trasformatori europei.

Chiaramente però tutti questi etf e prodotti di cui parlate sono linkati a chicago in $ e non a parigi

ANDAMENTO DEI PREZZI WHEAT Gennaio 2010
La stima dei prezzi nel breve e medio periodo è, alla luce del prezzo minimo di entrata a circa 155 €/t per merce extra Eu-27 resa porto europeo, sempre più influenzata dalle strategie dei principali esportatori: Canada, Usa, Messico e Australia, oltre che dalla volatilità del cambio valutario.

Se osserviamo il trend dei prezzi negli ultimi 5 anni si evince che oggi i prezzi sono pressoché allo stesso livello del dicembre 2005, ma l’apparenza inganna!

Per gli agricoltori d’oltreoceano i 130 €/t “Fob Laghi” del 2006 valevano sui 155 $/t, mentre gli stessi 130 €/t di oggi valgono sui 185 $/t. Ecco perché vorrebbero consolidare al cambio di “oggi” il valore del loro raccolto 2009/10 e sono disposti a quotare già una parte del 2010/11 (che seminaranno ad aprile 2010).

Se il cambio €/$ si manterrà a 1,40 e i prezzi mondiali gennaio-aprile 2010 sconteranno la pesantezza dell’offerta Usa e Canada, in Europa si potrebbero consolidare gli attuali prezzi. A destabilizzare la calma piatta che da settimane regna sulle piazze Ue potrebbero essere sia le variabili endogene (superfici seminate, consumi, domanda-offerta) che le ben note variabili esogene: clima, cambio €/$ e costo dei noli.


Alla luce di quanto sopra sembrerebbe che non ci sia molto margine di crescita, le quotazioni attuali sono basse ma le scorte molto alte:confused::angry:

l'articolo completo

http://www.agricoltura24.com/grano-duro-lo-scacchiere-mondiale/p_1901.html

08 gennaio 2010
Grano duro, lo scacchiere mondiale

Strategie “conservative” in Italia e nord Africa. Crescente pressione dall’offerta internazionale
Grano duro, lo scacchiere mondiale

La situazione mondiale del grano duro si sta sempre più avvicinando a quanto visto nel recente passato (2005/06). Con una produzione 2009 che, dalle ultime stime, si riporta oltre i 40milioni di t e scambi che non andranno oltre i 7 milionidi t, gli stock di riporto stimati al 31 maggio 2010 saranno prossimi ai 5milioni di t.

Quanto avvenuto a livello mondiale negli ultimi 6 anni evidenzia alcuni aspetti di rilievo: un consumo in media sui 37 milioni di tonnellate, una devastante rilevanza della variabile climatica sulle produzioni sia nel bene (2004 e 2009) che nel male (2006 e 2007) e un livello di scambi che non si discosta significativamente dai 7 milioni di t, potendo alcuni paesi utilizzare in alternativa al duro i grani teneri “vitrei” di forza.

A guardare la variabilità dei consumi e degli scambi, si ha una correlazione solo parziale dovuta essenzialmente al fatto che i principali paesi importatori dell’area Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia ... e Italia) negli ultimi anni hanno volutamente (Nord Africa) o obbligatoriamente (Italia) registrato significativi cambiamenti negli stock di riporto di fine campagna.

I paesi nord africani, importatori netti da sempre, perseguono la strategia di riempire il “granaio” nelle annate migliori per minimizzare le cicliche carestie tipiche dell’area del Magreb; l’Italia, da sempre importatrice di grani di qualità, dal giorno della “caduta dei dazi” (conseguenza delle nuove regole Pac), di fatto condivide la stessa strategia del Magreb: allungamento delle coperture dei molini nei periodi di bassi prezzi e, grazie anche al “super-euro” degli ultimi anni, pieno sdoganamento da possibili “prezzi pazzi” derivanti da annate di basse produzioni come per la campagna in corso.

Da ultimo, a completamento del quadro mondiale, è rilevante il fatto che per 3 anni consecutivi, indipendentemente dalle rese (scarse nel 2007 e ottime nel 2008 e 2009), la qualità “merceologica” media dei raccolti mondiali è stata molto vicina alla perfezione; per l’Italia non è stato “produttivamente” così, ma “commercialmente” la permeabilità dei mercati (assenza di dazi) e il cambio €/$ favorevole all’acquisto di merce estera hanno limitato al minimo gli effetti di annate negative come il 2007 e il 2009.

DISPONIBILITÀ 2009/10
Con la campagna 2009/10 possiamo dire che la crisi del 2007 è ormai lontanissima anche se ne vediamo ancora i residui psicologici. La domanda, dopo lo smacco subito, è sempre più orientata al mantenimento di un livello di coperture medio-alto ben oltre i 36 mesi (già si parla di vendite di merce estera per consegna gennaio-marzo 2011) e l’offerta, dopo la sbornia dei primi mesi del 2008, ancora spera in un ritorno dei prezzi “partenza” oltre i 200 $/t (in Usa) e i 200 €/t (in Europa e Italia). Se la domanda si è fatta fin troppo cauta, spesso pagando per coperture lunghe prezzi che alla consegna sono stati di molto superiori alle quotazioni sul pronto, l’offerta ha creduto troppo alle (tardive) sirene rialziste del 2007/08.

In Italia, le due strategie hanno portato la domanda ad approvvigionarsi all’estero (mancando l’offerta locale sul breve-medio periodo) e l’offerta a “covare” a oltranza il grano duro prodotto nel 2008 fino a doverlo (s)vendere oggi a livelli di prezzo che, al netto dei costi finanziari e di magazzinaggio accumulati, sono prossimi ai minimi del 2005.

Tornando al panorama mondiale, il 2009 ha visto problemi produttivi e qualitativi solo in Italia, mentre il resto del mondo ha conseguito per il secondo anno consecutivo raccolti record. Se al nostro bilancio, alla voce produzione, è mancato un milione di tonnellate, in Nord America si è registrata la migliore produzione degli ultimi 5 anni e in Europa e Nord Africa, per il secondo anno consecutivo, raccolti quantitativamente e qualitativamente oltre le aspettative degli operatori.

In uno scenario sempre più rassicurante, l’aumento delle scorte di inizio campagna in Nord America, dovuto alla progressiva stagnazione degli scambi sui livelli “storici”, e in Europa, soprattutto in Italia dovuto alla ritenzione dell’offerta, assieme al cambio €/$ che, “in dollari”, garantiva livelli di prezzo decorosi per gli agricoltori d’oltreoceano, hanno sì contribuito alla ripresa degli scambi mondiali, ma l’incremento dei consumi non è stato sufficiente ad assorbire l’aumento produttivo. Inesorabilmente si andrà verso un ulteriore aumento degli stock di fine campagna (maggio 2010) soprattutto in Usa e Canada molto prossime ai livelli record del 2005.

SCAMBI COMMERCIALI
Se osserviamo gli scambi commerciali, il contesto che si è finora delineato ha favorito i paesi dell’area dollaro, più tempestivi degli europei a “leggere” l’evoluzione della campagna 2009/10. Da settimane il Canada e gli Usa, si sono assicurati importanti volumi di esportazione, sfruttando al meglio la richiesta di copertura a medio termine delle domande “conservative” di Italia eMagreb e traendo massimo beneficio dall’iniziale ritenzione (fino a dopo Ferragosto) applicata dai venditori europei, speranzosi che i raccolti di Usa e Canada fossero mediocri. La volatilità del cambio €/$ degli ultimi mesi e l’aggressività commerciale e speculativa delle principali multinazionali del grano, Canada incluso, hanno fatto il resto. Ed è proprio la strategia a breve del colosso Canadian Wheat Board (CWB) che ha finora imposto le regole del gioco e presumibilmente influenzerà i prossimi 6-9mesi.

Se la volontà del CWB, come logica suggerisce, sarà quella di arrivare al 31 Luglio 2010 con stock di riporto entro i 2,7 milioni di t, nei prossimi 3-4 mesi si assisterà a una crescente pressione dell’offerta mondiale, che forzerà la mano alla domanda giocando su prezzi bassi e “finiti a tutti gli effetti” per consegne a 3-12 mesi a futuro.

ANDAMENTO DEI PREZZI
La stima dei prezzi nel breve e medio periodo è, alla luce del prezzo minimo di entrata a circa 155 €/t per merce extra Eu-27 resa porto europeo, sempre più influenzata dalle strategie dei principali esportatori: Canada, Usa, Messico e Australia, oltre che dalla volatilità del cambio valutario.

Se osserviamo il trend dei prezzi negli ultimi 5 anni si evince che oggi i prezzi sono pressoché allo stesso livello del dicembre 2005, ma l’apparenza inganna!

Per gli agricoltori d’oltreoceano i 130 €/t “Fob Laghi” del 2006 valevano sui 155 $/t, mentre gli stessi 130 €/t di oggi valgono sui 185 $/t. Ecco perché vorrebbero consolidare al cambio di “oggi” il valore del loro raccolto 2009/10 e sono disposti a quotare già una parte del 2010/11 (che seminaranno ad aprile 2010).

Se il cambio €/$ si manterrà a 1,40 e i prezzi mondiali gennaio-aprile 2010 sconteranno la pesantezza dell’offerta Usa e Canada, in Europa si potrebbero consolidare gli attuali prezzi. A destabilizzare la calma piatta che da settimane regna sulle piazze Ue potrebbero essere sia le variabili endogene (superfici seminate, consumi, domanda-offerta) che le ben note variabili esogene: clima, cambio €/$ e costo dei noli.

Stefano Serra - Terra e Vita

Scusate, motivi?
Solo Analisi Tecnica?
Secondo me no!
Gli operatori della mia zona prevedono prezzi in salita per il grano, anche perchè se non fosse così, il prossimo anno le superfici coltivate a grano sarebbero pari a ZERO!
Io quest'anno con 3 ettari a grano ho guadagnato 100 euro, mentre se avessi preso solo il contributo europeo, senza le spese del grano avrei guadagnato 1.100 euro NETTI!
Fate un pò voi.....!
Perché un contadino dovrebbe piantare grano invece di altra roba?
C'è il terzo mondo che lo pianta, d'accordo, ma le loro terre sono poco adatte, per clima e terreno, e almeno il 50% della produzione la devono fare i paesi dell'Europa e gli USA!!!

non ho capito se vi riferite al duro o al tenero.
usa + canada e europa producono circa 220mt su 660mt quindi il 30%
la cina da sola 110, l'india 77, l'australia 20 e l'argentina 10, russi kazaki e ucraini quasi 100
il duro se ci metti messico e canada si arrivano alle percentuali che dici tu

Appena apre il mercato sparo un maxiordine sul lev wheat.
Il bottom l'abbiamo toccato a settembre/ottobre.
Sono entrato e uscito piu volte sempre con gain buoni.
Per me, a questo prezzo il wheat è un buy long.
Appena arriva a 3,30 lo vendo e lo riaspetto a 2,90.
Secondo me, continua ad oscillare tra 1,40 e 1,60 per weat.mi e tra 2,90 e 3,70 per il lev per un po. Poi quando esce da quella fascia, parte al rialzo.


oggi chicago, kansas e minneapolis sono tutte chiuse quindi non cerdo che sti etf si muoveranno molto non avendo nessun riferimento, non conviene aspettare qualche ora e vedere le aperture di domani notte? anche perchè i volumi degli ultimi giorni sono tutti sulle candele rosse(vedi graf a 5 min)

tra l'altro sono andato a vedere l'etf lev i volumi sono molto altri anche li:rolleyes:


ciao :)
 

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Secondo me si va a toccare 1,38/39 questa settimana..!!
 
sul tenero oggi, i fondamentali nei primi mesi non lasciano molto spazio.

http://www.agricoltura24.com/media/agricoltura24/news/allegati/TV2010/TV2010_02_PP.pdf


18 gennaio 2010
Grano tenero, scorte ai massimi

Raggiunti i livelli degli ultimi cinque anni. Attesa, a breve, un’ulteriore contrazione dei prezzi

Grano tenero, scorte ai massimi



Lo scenario mondiale del grano tenero ha subito negli ultimi 2 anni un netto cambiamento con la produzione che eccede i consumi, un’inversione di trend che, nonostante il calo dei raccolti del 2% rispetto alle produzioni record del 2008/09 ha di fatto annullato la situazione critica vista nel 2007 ristabilendo un livello di scorte che oggi è tornato ai massimi degli ultimi 5 anni.

La produzione 2009 a 668 milioni di tonnellate, rispetto ai 687 milioni del 2008 e una media di 610 mio nel periodo 2005-2007, copre un consumo record stimabile in 643 milioni di t (639 mio t nel 2008 e una media di 618 mio t nel periodo 2005-2007). Gli stock di fine campagna sfioreranno i 200 milioni di tonnellate (rispetto ai 165 mio del 2008 ed ai 118 mio del critico 2007).

L’evoluzione degli ultimi 5 anni (Tab. 1) evidenzia che il consumo ha una sorta di minimo sui 610-615 milioni di tonnellate mentre cresce facilmente fino ad un massimo di 640 milioni di tonnellate se le quotazioni si riducono sensibilmente; al contrario se da un quinquennio le superfici seminate sono abbastanza stabili, la produzione resta molto variabile dipendendo tremendamente dalla variabile climatica (nda: la maggior parte delle aree coltivate non è irrigua).

Più in dettaglio a livello produttivo si è registrato un incremento in Europa, circa 1,7 milioni di tonnellate più del 2008, mentre nelle regioni del cosiddetto Mar Nero in Canada e in Cina si sono confermati raccolti speculari al (positivo) 2008, unica contrazione negli Usa con un meno 10% (circa 8 mio t in meno). Anche nell’emisfero Sud, ossia in Argentina, Australia e Brasile, i raccolti sono stati buoni, nonostante una partenza del ciclo colturale in regime di siccità.

La qualità media riscontrata nelle principali aree produttive, è stata buona con l’Europa che ha visto oltre il 70% della produzione con caratteristiche molitorie; qualche problema in più si è evidenziato in Francia, Italia, Polonia e Repubblica Ceca, mentre Austria, UK e le aree del Nord Europa hanno migliorato la qualità media del 2008. Nelle regioni del Mar Nero la qualità del grano “esportabile” si è confermata buona come nelle attese degli operatori, mentre per le origini Nordamericane sia il Canada che gli Usa hanno visto una qualità media inferiore al 2008. Dall’Australia le notizie non sono univoche con caratteristiche che variano sensibilmente da area ad area sulla base dell’andamento climatico occorso (piogge tardive) durante le fasi conclusive del ciclo colturale.

LO SCENARIO 2009/10
Se la situazione mondiale evidenzia chiarissimi segnali distensivi, confermati dalle ultime due annate di produzioni nettamente superiori alla media ed un livello di stock ai massimi degli ultimi cinque anni, anche nei cosiddetti principali paesi esportatori il quadro non poteva essere che rassicurante.

Nonostante un raccolto Usa a 60,3 milioni di tonnellate (68,0 mio t nel 2008), Canada a 24,5 milioni di tonnellate (28,6 mio nel 2008) ed Australia 21,6 milioni t (21,0 mio nel 2008) la domanda interna sommata alla domanda estera sono state inferiori alla produzione e le scorte di fine campagna sono stimate sui 30 milioni di tonnellate, valore prossimo al massimo degli ultimi anni registrato nel 2005. (Tab.2).

Sul fronte della domanda mondiale, stimata in 643 milioni di tonnellate, sarebbe in contrazione l’uso mangimistico a 103 milioni di tonnellate, contrastato da prezzi molto aggressivi dell’orzo foraggero e dei derivati della distillazione del mais, mentre l’utilizzo alimentare a 452 milioni di tonnellate è abbastanza stabile rispetto al 2008. Pertanto le prospettive della domanda sono per una certa stabilità sul medio periodo.

A livello di scambi si è registrata una forte attività sul finire della scorsa campagna e nei primi mesi del 2009/10, probabilmente supportata dalla volontà degli acquirenti di consolidare parte delle coperture in regime di prezzi ritenuti ormai ai minimi, pertanto nel prosieguo si prospetta un mercato con meno domanda e un volume di merce scambiata che potrebbe essere inferiore di un 18-20 milioni di tonnellate rispetto al 2008/09. In contrazione sarebbero le esportazioni degli Usa (24,5 mio versus 27,0 nel 2008) e del Canada (17,2 mio versus 18,3 nel 2008), mentre è attesa in aumento dalle origini Australi (14,3 mio versus 13,5 mio del 2008); dal Mar Nero si attende un decremento dell’esportazione di un 3 mio ton (34,2 mio versus 37,4 mio del 2008).

Per delineare l’intero scenario 2009/10, un accenno alla produzione e la domanda asiatica ove la Cina (114 mio di ton) e l’India (80 mio t) si confermano ai livelli del 2008, per contro la domanda dal continente asiatico nel suo complesso si dovrebbe attestare sui 24 milioni di tonnellate, un livello non particolarmente preoccupante e speculare al 2008/09.

LE BORSE MERCI USA
Per capire l’andamento delle borse Usa, sia con l’ottica di stimare il trend futuro dei prezzi che operativamente di prendere una posizione di vendita (o acquisto) con una controparte virtuale (cartacea), dalla scorsa crisi del 2007/08 è necessario seguire allo stesso tempo sia gli eventi endogeni (produzioni, scambi e consumi) che quelli esogeni (l’attività degli speculatori, cambi valutari...).

Analizzato produzioni e consumi, ora un breve flash sulle prospettive di scambio per capire quali saranno le direttrici che hanno influenzato o potenzialmente andranno ad influenzare i mercati a termine americani.

La prima parte della campagna (giugno-settembre 2009) ha visto le borse gradualmente “sgonfiarsi” dopo che sono venute meno le erronee aspettative di raccolti problematici nei principali paesi esportatori. Gli “speculatori” che da maggio avevano preso rilevanti posizioni di acquisto, si sono lentamente defilati a partire da giugno consolidando i guadagni. Per contro nel mercato “reale” a cavallo delle due campagne, i paesi asiatici hanno trovata pronta l’offerta e si sono finalizzati scambi con volumi ben oltre il normale livello che hanno dato ancor più equilibrio allo scenari mondiale; logica conseguenza il progressivo calo delle quotazioni sulle borse Usa fino ai primi di settembre. Mese in cui abbiamo assistito al ritorno della speculazione basata su possibili problemi qualitativi in Usa e Canada e sulla perdurante siccità nell’Emisfero Sud, ma anche questi scenari d’instabilità dei mercati sono già in fase di rientro e nel primo trimestre ci si attende un ritorno delle quotazioni ai livelli di normalità (nda. sotto ai 5,0 $/bushel). Se il trend è ribassista, non si esclude che si verifichino momenti di volatilità dovuti all’entrata o all’uscita dei “fondi” che tuttavia dovrebbero ridurre la loro presenza.

Quanto appena descritto lo si evince dall’andamento lineare delle quotazioni del Chicago board of trade (Tab. 3) ove, in aggiunta, si vede la magnitudo del crollo dei prezzi avvenuto dai primi di agosto 2008 quando il susseguirsi di positive notizie sui raccolti in tutto l’emisfero Nord hanno in poche settimane fatto rientrare definitivamente la speculazione del 2008.

PROSPETTIVE PER IL 2010
L’attuale scenario della domanda e offerta mondiale lascerebbero intendere a breve un’ulteriore contrazione dei prezzi fino al raggiungimento, in un paio di mesi, di quell’equilibrio che poi si manterrebbe fino alla conferma delle semine in Nord-america (aprile) e alle prime stime dei raccolti nell’emisfero Nord (da maggio). A supportare la previsione di una nuova contrazione dei prezzi vi è la perdurante pesantezza delle bilance commerciali di Usa e Eu-27, entrambi in sensibile ritardo rispetto alle ottimistiche stime di esportazione d’inizio campagna: i primi troppo penalizzati dall’attività speculativa dei fondi d’investimento che finora hanno contribuito a sostenere i prezzi interni oltre i valori mondiali; i secondi per l’effetto devastante del “supereuro” che di fatto li ha puntualmente penalizzati ad ogni asta di acquisto da parte dei paesi del nord Africa (a tutto vantaggio delle origini del Mar Nero).

Con il passare delle settimane la pressione dell’origine Australe si unirà a quella degli elevati stock visibili in Usa ed Europa e via via che usciranno le intenzioni di semina in Nord-america (fine marzo) e le stime dei raccolti nell’area del Mediterraneo (aprile) e in Asia (maggio), l’offerta mondiale potrebbe farsi sempre più aggressiva.

Infine non dimentichiamo che negli ultimi mesi del 2009 i principali paesi importatori hanno sensibilmente allungato le scorte con l’acquisto di grani dal Mar Nero e la loro domanda “mensile” nei prossimi mesi potrebbe drasticamente ridursi soprattutto in presenza di quotazioni che tendenzialmente saranno al ribasso.

Da maggio, il mercato sconterà altri fattori di rilievo come la conferma delle superfici seminate a grani “primaverili” in Nord America, le stime sulle produzioni e sulla qualità dei grani vernini in Usa e nel bacino del Mediterraneo, senza dimenticare il ruolo dell’offerta della Russia e dell’Ucraina oltre all’effetto indiretto dei raccolti Asiatici su un equilibrio mondiale che a detta degli operatori dovrebbe essere stabile per tutto il 2010 con un livello di prezzi molto simile a quanto già visto nel periodo 2006 (Tab. 4).

Fattori destabilizzanti o di rischio saranno principalmente quelli “esogeni” come la speculazione sulle borse Usa, dovuta alla possibilità di facili guadagni con minimo immobilizzo finanziario, e il cambio eurodollaro la cui volatilità negli ultimi anni ha spesso fatto la vera differenza, più delle decisioni degli agricoltori o delle politiche agricole.



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tra l'altro ho cercato chi è che scrive, non è il solito capoccione scaldasedie della bocconi, è un commerciante di cereali, un trader

http://www.24oreagricoltura.it/immagini/TV_09_28_PP.pdf

http://www.agriok.it/magazine/wp-content/uploads/2009/07/grano-tenero-ritorno-normalita.pdf


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a chi interessano i big del settore, dai mezzi ai fertilizzanti dell'etf MOO

http://deutsche-boerse.com/dbag/dis...lobal/Presentation_DAXglobal_Agribusiness.pdf

http://www.vaneck.com/index.cfm?cat=3192&cGroup=ETF&tkr=MOO&LN=3_02#
 
Forse forse, guardando i COT, il primo prodotto agricolo a ripartire sarà la soia:
- Soybeans: nuovo max degli ultimi 3 mesi
- Corn: sempre debole
- Wheat: scenario neutrale o debolmente short...ma con buon aumento delle posizioni long.....

VW ;)
 
Ultima modifica:
Appena apre il mercato sparo un maxiordine sul lev wheat.
Il bottom l'abbiamo toccato a settembre/ottobre.
Sono entrato e uscito piu volte sempre con gain buoni.
Per me, a questo prezzo il wheat è un buy long.
Appena arriva a 3,30 lo vendo e lo riaspetto a 2,90.
Secondo me, continua ad oscillare tra 1,40 e 1,60 per weat.mi e tra 2,90 e 3,70 per il lev per un po. Poi quando esce da quella fascia, parte al rialzo.

Siamo convinti di questo buy?
Qua da qualche giorno girano solo post dove mettono in evidenza che tra poco col grano ci mescolano il catrame per asfaltare le strade, per quanta eccedenza ce n'è nel mondo.....!!!
 
Secondo alcuni articoli citati qui sembra che il prezzo migliore di ingresso sia 1,20 :clap: :clap:
 
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