toledo100
Brioches salate
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Rivediamo Cipriano a MF
Nel 2018 fatturava9,2 milioni di euro,a stretto giro (forse anche fine2023) punta a quota 300. Una crescita che sembra inarrestabile quella di Sciuker Frames, società di infissiquotata all’Egm che di recenteha festeggiato una doppia acquisizione e ha lanciato un nuovo marchio federativo, Dewolindustries, che raggrupperà ibrand Sciuker Frames, Ecospace, Teknika e Gc infissi a cui siaggiungono le neoacquisiteDqg e D&V.Nata 27 anni fa a Contrada, unpaese di 3 mila abitanti in provincia di Avellino, Sciuker Frames è approdata in borsa nel2018 mettendo a segno un rendimento del 450% sul prezzodell’ipo. Oggi capitalizza 140milioni di euro. Ma non ha perso la sua identità, tanto che ilsuo quartier generale è tuttoraa Contrada. «Sciuker nasce perindustrializzare la finestra, unprodotto di falegnameria», racconta a MF-Milano Finanza ilfondatore e amministratore delegato Marco Cipriano, che fa ilpunto sul senso strategico delleacquisizioni e su dove è direttala società.L’ultima mossa è stata l’acquisizione dell’intero capitaledi Diquigiovanni (Dqg) e D&VSerramenti, «un investimentodi circa 70 milioni di euro», spiega Cipriano, che riflette «la scelta strategica di integrazioneverticale» del gruppo. «Eabbiamo investito al Nord percercare un bilanciamento nelladisponibilità dei prodotti». Adoggi i sette stabilimenti sonosparsi tra Avellino, Torino, Novara, Verona e Vicenza.L’acquisizione è stata perfezionata il 3 agosto ed è stata in parte regolata, per un valore di circa 19 milioni di euro, carta contro carta: le società acquisite sono entrate nel capitale di Sciuker con l’emissione, rispettivamente, di 120.213 nuove azioniordinarie a favore di Dqg e di687.660 nuove azioni per D&V,valorizzate a 23,50 euro a fronte dell’attuale quotazione dimercato a 6,17 euro. La restante parte dell’operazione è statafinanziata tramite il canalebancario e in parte tramitel’emissione di un bond a 6 anni.Trecento milioni. Grazie allenuove acquisizioni, definite «sinergiche», il fatturato «potrebbe arrivare, pro forma, a 300milioni di euro» già nel 2023, esuperare tale soglia nei prossimi anni, dice Cipriano. Stimeal rialzo dunque rispetto ai 224milioni programmati, pre-acquisizioni, nel piano industriale 2022-24, che verrà sostituitodal nuovo piano 2024-26. A talproposito «stiamo lavorando alnuovo piano industriale», spiega Cipriano, anticipando che«sarà pronto tra novembre e lafine dell’anno».Primi in Italia.Il gruppo hamesso finora a segno anno dopoanno un fatturato sempre increscita. Dopo il 2018 da 9,2 milioni, nel 2019 è arrivato a 11,9e l’anno dopo a 19 milioni. Nulla in confronto ai 72,7 milionidi euro registrati nel 2021 eagli oltre 129 milioni del 2022.«Siamo di gran lunga il primoplayer italiano», rivendica Cipriano, sottolineando come laquota di mercato raggiunta dalgruppo sia superiore a quelladi qualsiasi altro concorrente.«In un mercato che complessivamente vale – considerandola media degli ultimi 15 anni –intorno ai 4,5 miliardi di euro,ci affermiamo con una quota intorno ai 200 milioni», ha detto.Il gruppo si inserisce in un settore, quello degli infissi, comeimpresa industrializzata in unmosaico formato da piccole emicroimprese di falegnameria.L’Italia rappresenta attualmente «circa il 98-99% del fatturato», spiega Cipriano, cheha in più occasioni dichiaratodi voler espandere il businessverso altri paesi.La crisi non fa paura. La possibilità che la crisi dell’immobiliare contagi l’Italia non spaventa Cipriano, che sottolineacome il business sia in costantecrescita in linea «con il megatrend della transizione ecologica. Il nostro business è solidoperché gli infissi riguardanol’onda lunga della transizioneverde», e sottolinea come «l’obbligo di efficientare gli immobili in classe E entro il 2030 e inclasse D entro il 2033» abbia dato una spinta importante al business. Un trend, quello dellatransizione verde, che «passaattraverso la finestra», e cheSciuker ha cavalcato grazieagli investimenti in tema sostenibilità su cui l’azienda è tra ipionieri.Passaggio di listino. Con questi numeri in bilancio, con unacapitalizzazione in crescita eun flottante del 40% u passoche appare obbligato è quellodel passaggio dall’Egm al listino principale e al segmentoStar di Piazza Affari. «Ci abbiamo pensato, e penso che lo faremo», spiega Cipriani, precisando che «è una scelta di markettiming. Stiamo aspettando ilmomento giusto, non vogliamoassumere ora dei costi importanti che non porterebbero adun beneficio significativo»
Nel 2018 fatturava9,2 milioni di euro,a stretto giro (forse anche fine2023) punta a quota 300. Una crescita che sembra inarrestabile quella di Sciuker Frames, società di infissiquotata all’Egm che di recenteha festeggiato una doppia acquisizione e ha lanciato un nuovo marchio federativo, Dewolindustries, che raggrupperà ibrand Sciuker Frames, Ecospace, Teknika e Gc infissi a cui siaggiungono le neoacquisiteDqg e D&V.Nata 27 anni fa a Contrada, unpaese di 3 mila abitanti in provincia di Avellino, Sciuker Frames è approdata in borsa nel2018 mettendo a segno un rendimento del 450% sul prezzodell’ipo. Oggi capitalizza 140milioni di euro. Ma non ha perso la sua identità, tanto che ilsuo quartier generale è tuttoraa Contrada. «Sciuker nasce perindustrializzare la finestra, unprodotto di falegnameria», racconta a MF-Milano Finanza ilfondatore e amministratore delegato Marco Cipriano, che fa ilpunto sul senso strategico delleacquisizioni e su dove è direttala società.L’ultima mossa è stata l’acquisizione dell’intero capitaledi Diquigiovanni (Dqg) e D&VSerramenti, «un investimentodi circa 70 milioni di euro», spiega Cipriano, che riflette «la scelta strategica di integrazioneverticale» del gruppo. «Eabbiamo investito al Nord percercare un bilanciamento nelladisponibilità dei prodotti». Adoggi i sette stabilimenti sonosparsi tra Avellino, Torino, Novara, Verona e Vicenza.L’acquisizione è stata perfezionata il 3 agosto ed è stata in parte regolata, per un valore di circa 19 milioni di euro, carta contro carta: le società acquisite sono entrate nel capitale di Sciuker con l’emissione, rispettivamente, di 120.213 nuove azioniordinarie a favore di Dqg e di687.660 nuove azioni per D&V,valorizzate a 23,50 euro a fronte dell’attuale quotazione dimercato a 6,17 euro. La restante parte dell’operazione è statafinanziata tramite il canalebancario e in parte tramitel’emissione di un bond a 6 anni.Trecento milioni. Grazie allenuove acquisizioni, definite «sinergiche», il fatturato «potrebbe arrivare, pro forma, a 300milioni di euro» già nel 2023, esuperare tale soglia nei prossimi anni, dice Cipriano. Stimeal rialzo dunque rispetto ai 224milioni programmati, pre-acquisizioni, nel piano industriale 2022-24, che verrà sostituitodal nuovo piano 2024-26. A talproposito «stiamo lavorando alnuovo piano industriale», spiega Cipriano, anticipando che«sarà pronto tra novembre e lafine dell’anno».Primi in Italia.Il gruppo hamesso finora a segno anno dopoanno un fatturato sempre increscita. Dopo il 2018 da 9,2 milioni, nel 2019 è arrivato a 11,9e l’anno dopo a 19 milioni. Nulla in confronto ai 72,7 milionidi euro registrati nel 2021 eagli oltre 129 milioni del 2022.«Siamo di gran lunga il primoplayer italiano», rivendica Cipriano, sottolineando come laquota di mercato raggiunta dalgruppo sia superiore a quelladi qualsiasi altro concorrente.«In un mercato che complessivamente vale – considerandola media degli ultimi 15 anni –intorno ai 4,5 miliardi di euro,ci affermiamo con una quota intorno ai 200 milioni», ha detto.Il gruppo si inserisce in un settore, quello degli infissi, comeimpresa industrializzata in unmosaico formato da piccole emicroimprese di falegnameria.L’Italia rappresenta attualmente «circa il 98-99% del fatturato», spiega Cipriano, cheha in più occasioni dichiaratodi voler espandere il businessverso altri paesi.La crisi non fa paura. La possibilità che la crisi dell’immobiliare contagi l’Italia non spaventa Cipriano, che sottolineacome il business sia in costantecrescita in linea «con il megatrend della transizione ecologica. Il nostro business è solidoperché gli infissi riguardanol’onda lunga della transizioneverde», e sottolinea come «l’obbligo di efficientare gli immobili in classe E entro il 2030 e inclasse D entro il 2033» abbia dato una spinta importante al business. Un trend, quello dellatransizione verde, che «passaattraverso la finestra», e cheSciuker ha cavalcato grazieagli investimenti in tema sostenibilità su cui l’azienda è tra ipionieri.Passaggio di listino. Con questi numeri in bilancio, con unacapitalizzazione in crescita eun flottante del 40% u passoche appare obbligato è quellodel passaggio dall’Egm al listino principale e al segmentoStar di Piazza Affari. «Ci abbiamo pensato, e penso che lo faremo», spiega Cipriani, precisando che «è una scelta di markettiming. Stiamo aspettando ilmomento giusto, non vogliamoassumere ora dei costi importanti che non porterebbero adun beneficio significativo»