Fondi mediolanum, cosa fare?

se hai meno di 8-10 mln conviene fare il dipendente, soprattutto se lavori stile mediolanum, se devi usare prodotti spazzatura almeno hai la scusa che te lo impone la banca che ti da lo stipendio
 
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"Nonostante la ricchezza finanziaria accumulata e la capacità di accantonare il 15% del reddito lordo, gli italiani hanno rivalutato il loro capitale dal 2010 ad oggi solo del 32%, contro il 118% degli americani"
Siamo d'accordo
Chissà come mai c'è questa differenza abissale?
 
Chiaramente i motivi sono molti, l’inefficienza del sistema distributivo italiano è evidente, ma in questo caso i principali motivi sono altri.
Sono gli stessi che hanno portato negli ultimi 20 anni a mantenere fermi gli stipendi medi italiani senza consentire aumenti in termini reali. Se le grandi aziende italiane non sono competitive sul mercato in fase di rinnovo dei contratti il ricatto sarà sempre: preferite aumenti minori o preferite rischiare che le imprese lascino l’Italia?
 
basta vedere di quanto è salita la borsa americana e di quanto quella italiana (controllando per se gli indici sono total return o calano allo stacco del dividendo).
Non credo che la questione sia riconducibile alla borsa italiana o americana.
Si parlava di rivalutazione da investimenti
 
Chiaramente i motivi sono molti, l’inefficienza del sistema distributivo italiano è evidente, ma in questo caso i principali motivi sono altri.
Sono gli stessi che hanno portato negli ultimi 20 anni a mantenere fermi gli stipendi medi italiani senza consentire aumenti in termini reali. Se le grandi aziende italiane non sono competitive sul mercato in fase di rinnovo dei contratti il ricatto sarà sempre: preferite aumenti minori o preferite rischiare che le imprese lascino l’Italia?
Qui si parla di investimenti, non di salari
Ok, comincio io: Blog | Quanti soldi state perdendo (senza saperlo) investendo in fondi comuni
e qui i costi dei fondi comuni USA
"The average expense ratio for actively managed mutual funds is between 0.5% and 1.0%. They rarely exceed 2.5%. For passive index funds, the typical ratio is about 0.2%."
What Is a Good Expense Ratio for Mutual Funds?.
 
Grazie per il link!
molto chiaro e diretto.
mi meraviglia molto che sia stato pubblicato sul sole24.
a volte noto che nascondono volutamente i difetti dei fondi.
Qui si parla di investimenti, non di salari
Ok, comincio io: Blog | Quanti soldi state perdendo (senza saperlo) investendo in fondi comuni
e qui i costi dei fondi comuni USA
"The average expense ratio for actively managed mutual funds is between 0.5% and 1.0%. They rarely exceed 2.5%. For passive index funds, the typical ratio is about 0.2%."
What Is a Good Expense Ratio for Mutual Funds?.
 
@geppotga ormai l'ignoranza finanziaria sta lentamente soccombendo alla cultura, quindi negare l'evidenza, oggi, diventa controproducente alla faccia degli editori.

Solo i vecchietti ed i "legati" dalla famiglia non riescono a svincolarsi.
 
@geppotga ormai l'ignoranza finanziaria sta lentamente soccombendo alla cultura, quindi negare l'evidenza, oggi, diventa controproducente alla faccia degli editori.

Solo i vecchietti ed i "legati" dalla famiglia non riescono a svincolarsi.
Purtroppo i vecchietti e i legati alla famiglia, nel 2024 , sono la stragrande maggioranza della popolazione.
Le giovani generazioni, generalmente, hanno il problema do di non diventare indigenti e non quello di come investire.
Purtroppo aggiungerei
 
Video interessante, consiglio il minuto 8:30
 
@geppotga ormai l'ignoranza finanziaria sta lentamente soccombendo alla cultura, quindi negare l'evidenza, oggi, diventa controproducente alla faccia degli editori.

Solo i vecchietti ed i "legati" dalla famiglia non riescono a svincolarsi.
In questa categoria appartengono anche professionisti con i contro.
Diciamo un 95 % di coloro che investono ( mi sto tenendo basso)
 
Qui si parla di investimenti, non di salari
Ok, comincio io: Blog | Quanti soldi state perdendo (senza saperlo) investendo in fondi comuni
e qui i costi dei fondi comuni USA
"The average expense ratio for actively managed mutual funds is between 0.5% and 1.0%. They rarely exceed 2.5%. For passive index funds, the typical ratio is about 0.2%."
What Is a Good Expense Ratio for Mutual Funds?.
Probabilmente sono stato troppo "sintentico" nella risposta e non mi sono fatto capire.
Quando si confrontano i rendimenti avuti da un'investitore Usa e da uno italiano è necessario capire perché i due mercati
hanno avuto rendimenti tanto differenti.
Nelle medie (queste sono le statistiche) tutto contribuisce a fornire il risultato finale, è del tutto evidente che la quota
di risparmio investita in azioni Italiane da un'italiano (sia direttamente sia indirettamente con i fondi) è 20/50 volte
superiore alla quota investita in azioni italiane da un'investitore a stelle e strisce.
Se la borsa italiana è ancora lontana dai massimi del 2007 ci sarà un motivo, quindi dire che le performance finanziarie
non hanno nulla a che vedere con le quotazioni di borsa e quindi di conseguenza con i rendimenti degli investimenti è
come credere che le previsioni metereologiche vengano ancora fatte con le cipolle.
 
Probabilmente sono stato troppo "sintentico" nella risposta e non mi sono fatto capire.
Quando si confrontano i rendimenti avuti da un'investitore Usa e da uno italiano è necessario capire perché i due mercati
hanno avuto rendimenti tanto differenti.
Nelle medie (queste sono le statistiche) tutto contribuisce a fornire il risultato finale, è del tutto evidente che la quota
di risparmio investita in azioni Italiane da un'italiano (sia direttamente sia indirettamente con i fondi) è 20/50 volte
superiore alla quota investita in azioni italiane da un'investitore a stelle e strisce.
Se la borsa italiana è ancora lontana dai massimi del 2007 ci sarà un motivo, quindi dire che le performance finanziarie
non hanno nulla a che vedere con le quotazioni di borsa e quindi di conseguenza con i rendimenti degli investimenti è
come credere che le previsioni metereologiche vengano ancora fatte con le cipolle.
secondo investing la borsa è sopra ai massimi del 2007 (senza togliere che la borsa americana nel contempo abbia fatto meglio)
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"Nonostante la ricchezza finanziaria accumulata e la capacità di accantonare il 15% del reddito lordo, gli italiani hanno rivalutato il loro capitale dal 2010 ad oggi solo del 32%, contro il 118% degli americani"
Siamo d'accordo
A parte il fatto che questa chiaramente è la media del pollo perché a quanto so in USA è pieno di gente che continua a tirare avanti con le carte di credito revolving, questi dati non sono figli solo dei prodotti finanziari brutti e cattivi ma anche delle scelte finanziarie, che per molti italiani significano conto corrente o "capitale garantito" (sic) e null'altro.
 
Se le grandi aziende italiane non sono competitive sul mercato in fase di rinnovo dei contratti il ricatto sarà sempre: preferite aumenti minori o preferite rischiare che le imprese lascino l’Italia?
ma questa tendenza , c'è sempre stata o e' iniziata in un certo periodo storico, per certi tipi di politiche; qualcuno ne beneficera' immagino.....
 
ma questa tendenza , c'è sempre stata o e' iniziata in un certo periodo storico, per certi tipi di politiche; qualcuno ne beneficera' immagino.....
Questa tendenza è iniziata ad inizi anni 80 per poi aggravarsi negli anni 90 e successivi.
Negli anni 60/70 l'italia era il "terzo mondo di Europa" e cresceva a ritmi superiori alla media, purtroppo
aumentando anche il debito pubblico a dismisura.
Ad Inizi anni 80 la Fiat aveva superato la Volkswagen per auto prodotte.
Poi progressivamente il sistema paese ha iniziato a perdere colpi, molte le concause, a mio avviso la principale
è stata la modesta competitività delle imprese che si sono rette negli anni 80 grazie alle svalutazioni della Lira.
Negli anni 90, con la progressiva introduzione dei meccanismi del Sistema Monetario Europeo, l'Italia ha perso la possibilità di
svalutare la lire ed ha accettato norme di bilancio più stringenti.
Ultima svalutazione della lira nel '92 coincise con la temporanea sospensione dell'Italia dallo Sme ed è la data che individuo come spartiacque, tra la fase post bellica e quella attuale.
Dal 92, pur con alti e bassi, la produttività italiana è andata via via peggiorando.
 
Questa tendenza è iniziata ad inizi anni 80 per poi aggravarsi negli anni 90 e successivi.
Negli anni 60/70 l'italia era il "terzo mondo di Europa" e cresceva a ritmi superiori alla media, purtroppo
aumentando anche il debito pubblico a dismisura.
Ad Inizi anni 80 la Fiat aveva superato la Volkswagen per auto prodotte.
Poi progressivamente il sistema paese ha iniziato a perdere colpi, molte le concause, a mio avviso la principale
è stata la modesta competitività delle imprese che si sono rette negli anni 80 grazie alle svalutazioni della Lira.
Negli anni 90, con la progressiva introduzione dei meccanismi del Sistema Monetario Europeo, l'Italia ha perso la possibilità di
svalutare la lire ed ha accettato norme di bilancio più stringenti.
Ultima svalutazione della lira nel '92 coincise con la temporanea sospensione dell'Italia dallo Sme ed è la data che individuo come spartiacque, tra la fase post bellica e quella attuale.
Dal 92, pur con alti e bassi, la produttività italiana è andata via via peggiorando.
NO
Dobbiamo essere precisi e basta con questa panzana della produttivita o competività.
Il disastro del debito pubblico ha una data e un responsabile ben preciso: 1981 e Andreatta.
Sblocco un ricordo: Il Debito Pubblico Italiano. La Verità poco conosciuta – servizilegali.org
Come sempre: se c'è un debito c'è un creditore.... è chiaro chi ci mangia dal 1981 sugli interessi.
Nota: il saldo primario è positivo, quindi gli italiani danno più di ricevere da decenni...

Per completare il disastro: con l'introduzione dell'euro abbiamo perso la sovranita monetaria. Siamo nelle mani di altri che ci stanno spolpando passo a passo, addio a sanità pubblica, pensioni, scuole....perchè non conta il quanto possiamo risparmiare anno dopo anno, ma rientrare nel 60% debito/PIL
Controverifica: il Giappone viaggia a 250% debito/PIL, quarta economia mondiale e non gliene frega niente a nessuno.....nessuno!!!
 
NO
Dobbiamo essere precisi e basta con questa panzana della produttivita o competività.
Il disastro del debito pubblico ha una data e un responsabile ben preciso: 1981 e Andreatta.
Sblocco un ricordo: Il Debito Pubblico Italiano. La Verità poco conosciuta – servizilegali.org
Come sempre: se c'è un debito c'è un creditore.... è chiaro chi ci mangia dal 1981 sugli interessi.
Nota: il saldo primario è positivo, quindi gli italiani danno più di ricevere da decenni...

Per completare il disastro: con l'introduzione dell'euro abbiamo perso la sovranita monetaria. Siamo nelle mani di altri che ci stanno spolpando passo a passo, addio a sanità pubblica, pensioni, scuole....perchè non conta il quanto possiamo risparmiare anno dopo anno, ma rientrare nel 60% debito/PIL
Controverifica: il Giappone viaggia a 250% debito/PIL, quarta economia mondiale e non gliene frega niente a nessuno.....nessuno!!!
se la produttività non conta nulla, potremmo pagare un debito anche superiore, che ci importa!
Purtroppo il debito è un cappio al collo che penalizzerà sempre le nostre imprese.
Lo stesso Mef dice ogni giorno che è nostro compito trovare tutti i giorni chi ci compra il debito.
Debito che costa interessi superiori in % sul pil a qualsiasi paese Ue e del G20.
Questi interessi costringono il paese a pagare più tasse, avere meno spesa pubblica e minore investimenti.
Peggiorando ulteriormente la competitività del paese.
 
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