Fondi Pensione Vol.17

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Per non correre il rischio di perdere la grande quantità di conoscenza elargita gratuitamente dagli amici del FOL, di seguito alcuni link notevoli sull'argomento Fondo Pensione:
  • Link alle FAQ: 1
  • Tool Fondo Pensione versus ETF: 1 - 2 - 3
  • Fondo Pensione Negoziale (FPN) vs Fondo Pensione Aperto (FPA): 1
  • Rendita vs Capitale: 1
  • Su FPN con contribuzione minima + FPA + FPA + ... : 1
  • TFR in azienda versus TFR nel Fondo Pensione: 1 - 2 - 3
  • Anticipazione: 1 - 2 - 3 - 4
  • Data di adesione unica per più Fondi Pensione?: 1
  • Calcolatore rendita fondo pensione: 1
  • Un possibile miglioramento: la RITEP (Rendita Integrativa TEmporanea Posticipata) : 1 - 2 - 3
  • Politica e Fondi Pensione: 1
  • Progressività deduzioni ed effetto framing: 1
 
rieccoci...con questa paventata novità restrittiva sulla RITA ci sarà da stare con gli occhi aperti

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Fisco, verso la revisione di Irpef e Ires: premi produttività fino a 3 mila euro tassati al 10%
 
Non penso che lo scopo dei fondi pensione sia mai stato quello di dare una buona occasione di investimento ai lavoratori.
Senza le pesanti forzature fiscali da parte dello stato sarebbero semplici fondi comuni di investimento.
In cambio di queste forzature posso capire che lo stato chieda regole particolari per l'erogazione, in modo da ottenere il risultato voluto (alleviare il fallimento del sistema pensionistico pubblico).

Attualmente i FP sono molto allettanti, ma non sono obbligatori per tutti.
Io ho sempre pensato che una volta che "tutti sono dentro" si sarebbe iniziato a vedere il vero volto dei fondi pensione, cioè essere una "INPS", ma privata.
In linea con sistema sanitario e di istruzione.

Tolta la RITA efficace, il prossimo passo è il cumulo dei montanti tra fondi.
 
Se la gestione delle rendite fosse uniforme e rimanesse a carico dei gestori dei FP non ci sarebbe bisogno di nessuna RITA.
La fase di accumulo è ok ma quando poi si tratta di passare il montante alle compagnie assicuratrici che gestiscono le
rendite diventa una bolgia. Ognuna applica i coefficienti a modo suo e con carichi esosi.
Pertanto il principio del terzo pilastro previdenziale viene meno e con questo sistema risulta svantaggioso per il contribuente.
 
Ciao a tutti, ho letto un bel po’ di pagine delle precedenti discussioni ma non ho le idee chiarissime.

Da qualche mese sto provando a dare un po’ di senso ai miei risparmi, che erano sempre rimasti fermi in conto corrente.

Ho 43 anni, sposato con figlia di 5 anni. Lavoro come impiegato in impresa edile. Il lavoro è stabile ma in un’impresa piccola, anche se in crescita, e in un settore che ha oscillazioni importanti.

La maggior parte dei miei risparmi è attualmente su due conti deposito, in minor parte vincolati, ma per lo più svincolabili. Faccio un pac mensile di qualche centinaio di euro in ETF.

Per molte ragioni, per lo più genetiche, non credo di poter campare fino a 100 anni godendomi la pensione. Ma nella vita non si sa mai. Mi interessa lasciare qualcosa a mia figlia e godermi qualche viaggio, se dovessi arrivare in buona salute alla pensione.

Non ho mai aderito ad un fondo pensione. I TFR maturati nei precedenti 2 rapporti lavorativi mi sono stati liquidati. Il TFR maturato nella azienda attuale è “in azienda”. Vorrei valutare il da farsi.

Il mio fondo negoziale è Prevedi che però ritengo poco aggressivo (linea bilanciata 33% azionario). Per un esposizione azionaria maggiore ha più senso aderire unicamente a un fondo aperto tipo Amundi seconda pensione, versando li TFR e contributi volontari o utilizzare anche Prevedi per il contributo del datore di lavoro? Grazie per i suggerimenti
 
Se la gestione delle rendite fosse uniforme e rimanesse a carico dei gestori dei FP non ci sarebbe bisogno di nessuna RITA.
La fase di accumulo è ok ma quando poi si tratta di passare il montante alle compagnie assicuratrici che gestiscono le
rendite diventa una bolgia. Ognuna applica i coefficienti a modo suo e con carichi esosi.
Pertanto il principio del terzo pilastro previdenziale viene meno e con questo sistema risulta svantaggioso per il contribuente.
Più che altro, io posso anche raggiungere un bel montante, ma se vado in pensione a 70 anni e passa (ora ne ho 32), per semplicemente riprendere i miei soldi con la rendita dovrei vivere fino ai 100? Ai 110? E il montante se lo pappano loro quando muoio?
Lasciarlo in "eredità" anche è molto sconveniente
 
Non ho mica capito la novità sulla Rita, o spero di aver capito male. Non si potrà più usare per anticipare la pensione? :confused:

Da quello che ho capito io, ma posso sbagliarmi, oggi puoi chiedere la RITA se, IN QUEL PRECISO MOMENTIO, non lavori e ti mancano meno di 5 anni dalla pensione di vecchiaia, quindi a 62 anni.
Con la modifica se, in quel momento, oltre a non lavorare tu potessi accedere ad un qualsiasi tipo di pensione (quota 103, anticipata, opzione donna ecc.) non potrai più chiedere la RITA.
 
Non ho mica capito la novità sulla Rita, o spero di aver capito male. Non si potrà più usare per anticipare la pensione? :confused:

Comunque la RITA non anticipa la pensione, ti viene erogata semplicemente una rendita temporanea che va a scalare dal TUO montante.
Quello che hanno tolto (sembra, pare, si mormora) e' la possibilita' di usufruire della RITA quando si e' gia' in pensione INPS. Chi aveva un montante alto e intendeva usufruirne rimane incastrato dalla rendita.
 
Comunque la RITA non anticipa la pensione, ti viene erogata semplicemente una rendita temporanea che va a scalare dal TUO montante.
Quello che hanno tolto (sembra, pare, si mormora) e' la possibilita' di usufruire della RITA quando si e' gia' in pensione INPS. Chi aveva un montante alto e intendeva usufruirne rimane incastrato dalla rendita.
Esatto, da come ho capito questo per via della tassazione di favore della RITA rispetto agli altri anticipi ( es. anticipo senza nessuna motivazione viene tassato al 23% )..
 
Chi aveva un montante alto e intendeva usufruirne rimane incastrato dalla rendita.
non necessariamente.

Ricordatevi che la rita è una rendita temporanea e che potrei tornare a lavorare e revocarla.

E che il fatto che io abbia diritto ad una anticipata non significa che io voglia prenderla.


In altri termini, l'ipotesi di provvedimento sancirebbe la incompatibilità fra rita e pensione anticipata, non fra rita e diritto all'anticipata.

Chi ha un montante alto si licenzia, e, non essendo automaticamente in pensione anticipata, chiede la rita. Poi bussa a inps a 67 anni, però.


Chi ha un montante alto si licenzia, e, non essendo automaticamente in pensione anticipata, chiede la rita.


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se mi licenzio perché non sopporto il mio capo, la causa non è il raggiungimento del requisito. Anche a 65 anni.
 
Ultima modifica:
Ma quindi uno potrebbe chiedere la RITA un anno prima di avere diritto alla pensione contributiva anticipata (ammesso che il montante INPS lo permetta)?
 
Mi viene la tachicardia solo a leggere il titolo del thread. Sono abbastanza ignorante in materia economica/finanziaria.
8 anni fa son caduto in un fondo pensione trappola (non facciamo nomi che è meglio). Per fortuna ci son dentro solo poche migliaia di euro. Poi l'ho bloccato.

Si parla tanto di fondi pensione, investimenti sicuri eccetera....sarà anche vero ma fino ad oggi, avendo investito anche in azioni ed etf per conto mio e dall'alto della mia ignoranza in materia... le sturate più grandi le ho prese col fondo pensione. Certi prodotti dovrebbero essere illegali. La colpa é la mia che ho firmato, resta il fatto che secondo me é quasi criminale offrire certi prodotti...da allora l'unico contatto che ho con la banca é il portale online e faccio tutto per conto mio.
 
Ciao a tutti, ho letto un bel po’ di pagine delle precedenti discussioni ma non ho le idee chiarissime.

Da qualche mese sto provando a dare un po’ di senso ai miei risparmi, che erano sempre rimasti fermi in conto corrente.

Ho 43 anni, sposato con figlia di 5 anni. Lavoro come impiegato in impresa edile. Il lavoro è stabile ma in un’impresa piccola, anche se in crescita, e in un settore che ha oscillazioni importanti.

La maggior parte dei miei risparmi è attualmente su due conti deposito, in minor parte vincolati, ma per lo più svincolabili. Faccio un pac mensile di qualche centinaio di euro in ETF.

Per molte ragioni, per lo più genetiche, non credo di poter campare fino a 100 anni godendomi la pensione. Ma nella vita non si sa mai. Mi interessa lasciare qualcosa a mia figlia e godermi qualche viaggio, se dovessi arrivare in buona salute alla pensione.

Non ho mai aderito ad un fondo pensione. I TFR maturati nei precedenti 2 rapporti lavorativi mi sono stati liquidati. Il TFR maturato nella azienda attuale è “in azienda”. Vorrei valutare il da farsi.

Il mio fondo negoziale è Prevedi che però ritengo poco aggressivo (linea bilanciata 33% azionario). Per un esposizione azionaria maggiore ha più senso aderire unicamente a un fondo aperto tipo Amundi seconda pensione, versando li TFR e contributi volontari o utilizzare anche Prevedi per il contributo del datore di lavoro? Grazie per i suggerimenti
Ciao
Anche io ho prevedi.
Quello da te suggerito è uno dei classici metodi per sfruttare il contributo del datore di lavoro e parallelamente investire in un fondo potenzialmente più redditizio (amundi). Il ragionamento per me fila, poi dipende molto dalla propria situazione
 
non necessariamente.

Ricordatevi che la rita è una rendita temporanea e che potrei tornare a lavorare e revocarla.

E che il fatto che io abbia diritto ad una anticipata non significa che io voglia prenderla.


In altri termini, l'ipotesi di provvedimento sancirebbe la incompatibilità fra rita e pensione anticipata, non fra rita e diritto all'anticipata.

Chi ha un montante alto si licenzia, e, non essendo automaticamente in pensione anticipata, chiede la rita. Poi bussa a inps a 67 anni, però.


Chi ha un montante alto si licenzia, e, non essendo automaticamente in pensione anticipata, chiede la rita.


Vedi l'allegato 3008586

se mi licenzio perché non sopporto il mio capo, la causa non è il raggiungimento del requisito. Anche a 65 anni.

Capisco la ratio e fino a qualche anno anche io pensavo non fossero compatibili.
Fatto sta che piu' di qualcuno qui ne ha usufruito regolarmente e alla luce del sole, lo stesso fondo ti conferma che puoi attivarla e si trovano varie testimonianze su Internet.
Quindi se cambiano le regole evidentemente qualcuno ne rimane fuori: se oggi vado in pensione a 60 anni potevo usare la RITA, nel 2025 non posso piu'. E il 2025 e' dietro l'angolo, se uno si sta organizzando con la rendita a volte non puoi tornare indietro. Anche il fatto di rinunciare al pensionamento e' un po' utopistico a una certa eta'.
Poi per carita', a chi tocca non se ngrugna: per me quando toccano le regole in corsa non e' mai una buona cosa, anche perche' vedo un progetto che spinge verso la rendita da usufruire tout court e mi pare un regalo alle compagnie assicuratrici.
 
Mi viene la tachicardia solo a leggere il titolo del thread. Sono abbastanza ignorante in materia economica/finanziaria.
8 anni fa son caduto in un fondo pensione trappola (non facciamo nomi che è meglio). Per fortuna ci son dentro solo poche migliaia di euro. Poi l'ho bloccato.

Si parla tanto di fondi pensione, investimenti sicuri eccetera....sarà anche vero ma fino ad oggi, avendo investito anche in azioni ed etf per conto mio e dall'alto della mia ignoranza in materia... le sturate più grandi le ho prese col fondo pensione. Certi prodotti dovrebbero essere illegali. La colpa é la mia che ho firmato, resta il fatto che secondo me é quasi criminale offrire certi prodotti...da allora l'unico contatto che ho con la banca é il portale online e faccio tutto per conto mio.
Puoi sempre cambiare il fondo pensione mica sei obbligato a rimanere se sono improduttivi e pure esosi? Scegline un altro e almeno puoi ottimizzare. Poi se proprio ne vuoi fare meno puoi sempre trovare un modo per uscirne.
 
Da quello che ho capito io, ma posso sbagliarmi, oggi puoi chiedere la RITA se, IN QUEL PRECISO MOMENTIO, non lavori e ti mancano meno di 5 anni dalla pensione di vecchiaia, quindi a 62 anni.
Con la modifica se, in quel momento, oltre a non lavorare tu potessi accedere ad un qualsiasi tipo di pensione (quota 103, anticipata, opzione donna ecc.) non potrai più chiedere la RITA.
Se così fosse (e non come dice marble: incompatibilità con il diritto alla pensione), allora avrei fatto bene a non riscattare la laurea. Ma bisogna leggere il testo di legge.:asd:
 
non necessariamente.

Ricordatevi che la rita è una rendita temporanea e che potrei tornare a lavorare e revocarla.

E che il fatto che io abbia diritto ad una anticipata non significa che io voglia prenderla.


In altri termini, l'ipotesi di provvedimento sancirebbe la incompatibilità fra rita e pensione anticipata, non fra rita e diritto all'anticipata.

Chi ha un montante alto si licenzia, e, non essendo automaticamente in pensione anticipata, chiede la rita. Poi bussa a inps a 67 anni, però.


Chi ha un montante alto si licenzia, e, non essendo automaticamente in pensione anticipata, chiede la rita.


Vedi l'allegato 3008586

se mi licenzio perché non sopporto il mio capo, la causa non è il raggiungimento del requisito. Anche a 65 anni.
Per come è scritta può voler dire un sacco di cose. Ci tocca aspettare per capire dove hanno messo i paletti
 
Per come è scritta può voler dire un sacco di cose. Ci tocca aspettare per capire dove hanno messo i paletti
Quello che è piuttosto chiaro mi sembra sia che quelli come il sottoscritto in pensione anticipata (61 anni) la RITA non possono più richiederla :tapiro:
 
Buongiorno a tutti, chiedo in merito alle news sulla RITA.
Vado al sodo, mia suocera dovrebbe andare in pensione dal 1 Gennaio, e aveva intenzione di richiedere la RITA.
A quanto pare, non sarà piu' possibile.

Corretto?
Se invece usufruisse di uno 'scivolo' proposto dall'azienda, e andasse in questi mesi, sarebbe possibile usufruirne come prima?
Ultima domanda, ma è una proposta di legge, un decreto, un pour parler, o cosa altro?
Grazie a tutti.
 
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