Folio
Uomo
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Questa discussione non serve a niente ma vorrei ascoltare delle opinioni altrui anche se so già che queste opinioni saranno necessariamente sbagliate non avendo un quadro completo della situazione.
Mi sono trasferito dalla città A alla città B.
Nella città A ho una casa di proprietà. Una famiglia (cugini, zii etc) con cui non c'è un rapporto fantastico e un fratello disabile. Il fratello disabile purtroppo è incarognito ed odia tutto e tutti, me compreso. Incapace di essere razionale è un oceano di emozioni e tormenta i miei genitori facendoli sentire in colpa per ogni minima scemenza.
Lui è infelice. I miei genitori sono infelici. Io ero infelice.
Ora sono nella città B sto meglio. Sia a livello lavorativo sia a livello emotivo. Lontano dalla famiglia e da queste lotte interne.
A breve avrò la possibilità di trasferirmi nuovamente nella città A, con lo stesso contratto lavorativo.
Pro: casa di proprietà, quindi smetterei di pagare l'affitto e non dovrei fare un mutuo per comprarne un'altra. Comodità della famiglia.
Contro: ambiente lavorativo peggiore, vita emotiva probabilmente peggiore a causa della famiglia. Città peggiore in tutto.
Di mio rimarrei nella città B. Ma mi sento quasi costretto a fare ritorno alla città A.
I miei genitori si avvicinano ai 70 anni, quindi tra 10 anni ci sarà da tener bada sia a loro sia a mio fratello.
Sto meglio senza di loro ma non li odio. Anzi, gli voglio bene. È solo che la disabilità di mio fratello scatena delle dinamiche di risentimento e senzi di colpa che avvelenano il tutto.
C'è chi mi dice giustamente (anche i miei genitori) che devo pensare a me e farmi la mia vita. Purtroppo questo è facile a dirsi ma poco a farsi. Se rimango nella città B, mi inserisco ancora di più nel lavoro, mi compro casa magari mi faccio una famiglia e poi tra 10 anni? Devo vendere tutto e ricominciare da 0 nella città A?
Voi che fareste nella mia situazione?
Magari qualcuno ha esperienze a riguardo.
Mi sono trasferito dalla città A alla città B.
Nella città A ho una casa di proprietà. Una famiglia (cugini, zii etc) con cui non c'è un rapporto fantastico e un fratello disabile. Il fratello disabile purtroppo è incarognito ed odia tutto e tutti, me compreso. Incapace di essere razionale è un oceano di emozioni e tormenta i miei genitori facendoli sentire in colpa per ogni minima scemenza.
Lui è infelice. I miei genitori sono infelici. Io ero infelice.
Ora sono nella città B sto meglio. Sia a livello lavorativo sia a livello emotivo. Lontano dalla famiglia e da queste lotte interne.
A breve avrò la possibilità di trasferirmi nuovamente nella città A, con lo stesso contratto lavorativo.
Pro: casa di proprietà, quindi smetterei di pagare l'affitto e non dovrei fare un mutuo per comprarne un'altra. Comodità della famiglia.
Contro: ambiente lavorativo peggiore, vita emotiva probabilmente peggiore a causa della famiglia. Città peggiore in tutto.
Di mio rimarrei nella città B. Ma mi sento quasi costretto a fare ritorno alla città A.
I miei genitori si avvicinano ai 70 anni, quindi tra 10 anni ci sarà da tener bada sia a loro sia a mio fratello.
Sto meglio senza di loro ma non li odio. Anzi, gli voglio bene. È solo che la disabilità di mio fratello scatena delle dinamiche di risentimento e senzi di colpa che avvelenano il tutto.
C'è chi mi dice giustamente (anche i miei genitori) che devo pensare a me e farmi la mia vita. Purtroppo questo è facile a dirsi ma poco a farsi. Se rimango nella città B, mi inserisco ancora di più nel lavoro, mi compro casa magari mi faccio una famiglia e poi tra 10 anni? Devo vendere tutto e ricominciare da 0 nella città A?
Voi che fareste nella mia situazione?
Magari qualcuno ha esperienze a riguardo.