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Sono pienamente d'accordo sull'analisi. Sarko e Merko perdono voti se aiutano ancora la Grecia, che viene considerata insolvente e ciucciasangue, mentre darle i soldi indirettamente passando attraverso le banke (che possono restituire perché guadagnano, oppure possono venir cedute agli stati) fa fare bella figura, sia come buoni amministratori, sia come concreti patrioti. E qui mi stimoli a tornare su un discorso rimasto incompleto. Dici bene: si cambia moneta. Ma chi decide a priori se la nuova è più forte o più debole? Torno ad un esempio che non ha avuto risposta, estremizzandolo in questa ipotesi: tutti gli stati escono insieme dall'euro, salvo la Grecia, e tutti insieme creano la nuova moneta comune, l'Eurone. Che vale il doppio (1 E.ne = 2 €). Tutti questi stati allora risponderanno alle loro obbligazioni in € ripagando con valuta greca. Ci guadagnano loro, ci perde il risparmiatore, formalmente tutto è a posto - almeno questo ricavo da:
Si trattò di valute e obbligazioni trasformate con cambio fissato di comune accordo, ma anche con perdita da parte di chi aveva il suo "eguale", l'ECU, perché prima nell'ECU c'era anche la sterlina. In pratica, nel passaggio tra ECU e EURO avvenne, in senso inverso, ciò che avverrebbe se la Grecia tornasse alla dracma. Essendo la differenza minima, si lasciò stare, fosse stata maggiore vedevi tu ...
Ora
bisognerebbe evitare anche affermazioni intempestive. Le "elucubrazioni" sono talora necessarie perché solo estremizzando un ragionamento si può talora comprenderlo. E qui non mi ha ancora convinto nessuno, anche se ho stima e rispetto per quanto mi fu replicato.
Per chiudere: l'uscita della Grecia dall'€ equivale all'uscita dell'Eurone dall'€ rimasto alla sola Grecia, è la stessa cosa, solo che il nome rimane appiccicato ora all'una ora all'altra moneta. Poiché è evidente che non solo una obbligazione, ma anche i contanti sono l'equivalente di un impegno da parte di una banca sostenuta da dei beni (in questo caso: paesi) ecco perché avviene la lamentata confusione tra moneta ed obbligazioni. La chiave è dunque in quel con cambio fissatoequivalente nelle intenzioni a non a una piu' debole. e nella realtà a cambio concordato. Infatti si intende parità concordata tra le parti sia in caso di entrata (Slovenia, Estonia) sia in caso di uscita (Grecia). E le parti sono i governi, che rappresentano i cittadini e i loro interessi.
Se la Grecia decidesse di rimborsare in dracme, modificherebbe il patto con il risparmiatore, ma romperebbe automaticamente anche gli accordi con gli altri paesi dell'euro.
Mi sembra che stiamo inutilmente complicando le cose.
La Grecia ha emesso bond in Euro, USD e CHF (forse anche altre valute, carib è ben informato sull'argomento).
Indipendentemente dalla valuta adotta all'interno della Grecia, tali bond dovranno essere rimborsati in Euro, USD e CHF.
Ovviamente se domani l'USD sparisse e venisse sostituito dal Doblone americano, allora si porrà il problema di come rimborsare i bond in USD, visto che l'USD non esisterebbe più.
Ma fino a che queste valute esistono non vedo il problema.
A meno di modifiche al regolamento dei bond, sempre con la consapevolezza che attualmente da un punto di vista formale non c'è differenza tra cambiare la valuta di rimborso o cambiare p.e. il nominale: scatterebbe in entrambi i casi il credit event.