I Volumi della Dadamaino

Di ritorno da Verona confermo quanto detto da Varoon... Un "volume" non si negava a nessuno.

Sarà tutta roba buona ma si tratta di opere così facilmente riproducibili e così remote nel tempo che purtroppo devono giocoforza essere trattate con estrema prudenza.
E' un po' come se adesso saltassero fuori una cinquantina di tagli di Fontana "inediti" senza nemmeno le frasette sul retro e senza la presenza di una catalogazione autorevole. :rolleyes:




I VOLUMI esposti non erano più di 10.
Come ben sai sono lavori giovanili e , secondo me, importanti perché iniziati nel 1957, prima dei più famosi ed importanti 'tagli'. Avevano un costo minimo di realizzazione, telaio, tela vinavil per indurire la tela, tempera nera o bianca e un paio di forbici! Penso che l'artista ne abbia potute realizzare almeno 400 in quasi 4 anni (meno di 10 opere al mese).
Trovo assolutamente normale che di questa artista , in cui importanti collezionisti e galleristi hanno sempre creduto, siano circolate poche opere in passato, infatti il Suo nome era legato ad un collezionismo di nicchia.
E' scontato che appena il mercato dà qualche scossa si moltiplichino i pezzi a parete.
Se sia una bolla di sapone o meno, questo lo decreterà il mercato fatto da collezionisti e dalla loro volontà o meno di mettere mano alla tasca.
Così come è sempre stato per tutti gli artisti che per tantissimi anni sono stati risucchiati in un cono d'ombra.



Ciao



P.s.: le autentiche vengono rilasciate da Flaminio Gualdoni, il massimo esperto al mondo dell'artista. A breve so che dovrebbe partire la Fondazione, sempre con Gualdoni responsabile autentiche.



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I VOLUMI esposti non erano più di 10.
Come ben sai sono lavori giovanili e , secondo me, importanti perché iniziati nel 1957, prima dei più famosi ed importanti 'tagli'. Avevano un costo minimo di realizzazione, telaio, tela vinavil per indurire la tela, tempera nera o bianca e un paio di forbici! Penso che l'artista ne abbia potute realizzare almeno 400 in quasi 4 anni (meno di 10 opere al mese).

Ok, però dato che se non sbaglio negli ultimi cinque anni di questi lavori ne sono passati in asta (tutte le aste) solo 3 di cui
uno quello "rigido" ricordato da Varoon e gli altri due erano lavori di grandi dimensioni venduti da Farsetti e esposti e pubblicati nella mostra del 2000 a Bochum, quindi con artista vivente e quindi ragionevolmente certi.

Adesso se anche fossero solo 10 (e non li ho contati ma secondo me erano di piu' e solo oggi che era l'ultimo giorno, quindi si esponeva quello che rimaneva) ce n'erano sempre troppi per la "normalità"...

Poi, ripeto, magari può anche capitare che tutti i galleristi e i collezionisti abbiano sempre gelosamente custodito i volumi senza farli vedere a nessuno e si siano svegliati adesso tutti insieme peraltro senza alcun fattore "scatenante", tipo che so, un aggiudicazione monstre a Londra che ha fatto dire "toh, ma allora 'sto buco vale un sacco di soldi, aspetta che se insistono lo vendo"...
Puo' capitare dicevo... ma non mi sembra così ovvio...
 
Come si fa a vendere un lavoro storico di Dadamaino a poco,
come quello di qualsiasi artista nel quale hai sempre creduto e vedere i sorrisi quando ti dicono “collezioni il nicchione” !!!

L’artista credo non si discuta (almeno questo è il mio personalissimo pensiero), poi quello che conta in arte è sempre la provenienza delle opere …….. e non la pubblicazione (in vita) :eek: ,Gualdoni mi risulta essere persona corretta e perbene e …… gestisce l’archivio.
Collezionare è una cosa seria , non è per affaristi o per improvvisati che non distinguono un assegno a vista da un post datato !!! :rolleyes:

Non sono stato a Verona, quindi, non ho avuto modo di vedere le opere proposte, ma è stato sempre difficile trovare i suoi lavori e li hanno mai regalati.

I volumi, volumi a moduli sfasati e alcuni lavori cinetici rappresentano il meglio della sua produzione, preferisco Dada a molti altri Azimuth …. ma mi scuserete perché …. ne capisco poco/niente !!! :cool:
 
Ok, però dato che se non sbaglio negli ultimi cinque anni di questi lavori ne sono passati in asta (tutte le aste) solo 3 di cui
uno quello "rigido" ricordato da Varoon e gli altri due erano lavori di grandi dimensioni venduti da Farsetti e esposti e pubblicati nella mostra del 2000 a Bochum, quindi con artista vivente e quindi ragionevolmente certi.

Adesso se anche fossero solo 10 (e non li ho contati ma secondo me erano di piu' e solo oggi che era l'ultimo giorno, quindi si esponeva quello che rimaneva) ce n'erano sempre troppi per la "normalità"...

Poi, ripeto, magari può anche capitare che tutti i galleristi e i collezionisti abbiano sempre gelosamente custodito i volumi senza farli vedere a nessuno e si siano svegliati adesso tutti insieme peraltro senza alcun fattore "scatenante", tipo che so, un aggiudicazione monstre a Londra che ha fatto dire "toh, ma allora 'sto buco vale un sacco di soldi, aspetta che se insistono lo vendo"...
Puo' capitare dicevo... ma non mi sembra così ovvio...






Scusami , ma trovo gli argomenti messi in campo un po' deboli.
Quante opere importanti di Carolrama, di Badiali, di De Luigi, .................. sono passate in asta? Nonostante ciò, se adesso provassi a comprarne una la pagherei tanto! Le aste muovono il sottobosco, non i livelli un po' più alti.
Però non mi sottraggo al Tuo quesito.
Secondo me il riconoscimento per alcuni artisti è dovuto essenzialmente alla forte crisi economica, che di fatto sta facendo pulizia.
Mi spiego meglio, se fino a qualche mese fa trovavi un collezionista disposto a spendere 10.000 euro per un'opera di tanti giovani e meno giovani, di cui leggo spesso qui, adesso si vuole mettere a parete o in deposito solo pezzi che rappresentino un 'rischio minore'. Infatti c'è sempre il rischio di vedere andare in fumo i propri soldi. Però almeno te li giochi sul rosso e nero (50% - lo 0) e non su un singolo numero 1/36 (+ lo 0).
Perché Dadamaino? perché la Sua ricerca è affine a tanti altri che hanno raggiunto cifre notevoli.
Si può obiettare che non vale gli altri, altrimenti già costerebbe tanto.
Di certo, costando un 40*30 quanto un 100*100 di tanti pittori da ultima bilennale , non ho dubbi. Ma questo è il campo delle scelte personali.






Ciao







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I VOLUMI esposti non erano più di 10.
Come ben sai sono lavori giovanili e , secondo me, importanti perché iniziati nel 1957, prima dei più famosi ed importanti 'tagli'. Avevano un costo minimo di realizzazione, telaio, tela vinavil per indurire la tela, tempera nera o bianca e un paio di forbici! Penso che l'artista ne abbia potute realizzare almeno 400 in quasi 4 anni (meno di 10 opere al mese).
Trovo assolutamente normale che di questa artista , in cui importanti collezionisti e galleristi hanno sempre creduto, siano circolate poche opere in passato, infatti il Suo nome era legato ad un collezionismo di nicchia.
E' scontato che appena il mercato dà qualche scossa si moltiplichino i pezzi a parete.
Se sia una bolla di sapone o meno, questo lo decreterà il mercato fatto da collezionisti e dalla loro volontà o meno di mettere mano alla tasca.
Così come è sempre stato per tutti gli artisti che per tantissimi anni sono stati risucchiati in un cono d'ombra.



Ciao



P.s.: le autentiche vengono rilasciate da Flaminio Gualdoni, il massimo esperto al mondo dell'artista. A breve so che dovrebbe partire la Fondazione, sempre con Gualdoni responsabile autentiche.



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Lunedì mi hanno detto che ce n'erano molte di più. Diverse gallerie ne avevano 3/4, oltre a quelle che ne esponevano una. A me stupisce molto sentire che sono apparse ex abrupto e contemporaneamente in molte gallerie tutti questi volumi su tela. Mi chiedevo se qualcuno fosse a conoscenza della provenienza.
 
Quante opere importanti di Carolrama, di Badiali, di De Luigi, .................. sono passate in asta? Nonostante ciò, se adesso provassi a comprarne una la pagherei tanto! Le aste muovono il sottobosco, non i livelli un po' più alti.

No, forse non mi sono spiegato... Lo so benissimo che se uno vuole DeLuigi lo deve pagare (figurati, con me sfondi una porta STRA spalancata :D) e non si discuteva del fatto che Dadamaino costi o debba costare una qualsiasi cifra. Però, rimanendo a Deluigi, se DI COLPO andassi ad una fiera d'arte e trovassi cinque gallerie che contemporaneamente espongono un sacco di grattages mai visti prima qualche domanda me la farei...
 
No, forse non mi sono spiegato... Lo so benissimo che se uno vuole DeLuigi lo deve pagare (figurati, con me sfondi una porta STRA spalancata :D) e non si discuteva del fatto che Dadamaino costi o debba costare una qualsiasi cifra. Però, rimanendo a Deluigi, se DI COLPO andassi ad una fiera d'arte e trovassi cinque gallerie che contemporaneamente espongono un sacco di grattages mai visti prima qualche domanda me la farei...




Non mi meraviglierei più di tanto, infatti sono opere che per 40/45 anni sono state in collezioni private e su cui solo da qualche anno si sono tuffati alcuni galleristi. Conosco privati che hanno seguito il lavoro dell'artista fin dagli albori, e che fino a qualche anno fa avevano anche 10 opere della Dadamaino. E' normale che dopo 40 anni ne vendi/permuti qualcuna per rifarti dell'investimento iniziale o per alzare il livello della propria collezione.



Ciao



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poi quello che conta in arte è sempre la provenienza delle opere …….. e non la pubblicazione (in vita) :eek:

Dipende... dato che non ne hanno fatte poi tantissime di retrospettive totali di Dadamaino in museo internazionale presente l'artista... a occhio... circa una :D
Mi risulta difficile pensare che un opera esposta a Bochum fosse falsa...
Quindi dato che i due volumi di farsetti erano stati esposti e pubblicati in e per quella mostra diciamo che secondo me "conta" piu' quello anche se è una semplice asta che un volume spuntato dal nulla con provenienza galleria prestigiosa...
 
Quante opere importanti di Carolrama, di Badiali, di De Luigi,


Ecco, comunque colgo l'occasione perche' il parallelo mi sembra azzeccato... per il mio umilissimo parere Dadamaino era un po' la Carla Badiali di azimut e di nuove tendenze... una donna con grandi occhi che aveva la fortuna di frequentare dei geni assoluti e ne copiava le idee mettendoci una sensibilità propria. Ma pur sempre di copie o di "ispirazioni dirette" (almeno inizialmente) si trattava. I quadri della Badiali sono deliziosi, ma era pur sempre una che aveva studiato da Manlio Rho e l'aveva copiato...

(qui lo racconta Radice)
Mario Radice - Conversazioni - Del gruppo dell'astrattismo comasco hanno...

Quindi secondo me Dadamaino in una collezione a tema anni '50 '60 non puo' mancare, ma deve necessariamente essere considerata un gradino, forse due più in basso degli altri, tenuto presente poi che la Badiali magari copiava lo stile ma poi il quadro doveva ben dipingerlo... nel caso Dadamaino invece si trattava di situazioni in cui l'aspetto concettuale era fondamentale e avendo davanti agli occhi Fontana che bucava la tela direi che la cosa era piu' di un aiutino.
Non per niente gli stessi artisti del gruppo che frequentava la consideravano se non erro un po' una "allieva del gruppo" piu' che una loro pari, tant'e' vero che se non erro non è presente in nessuno dei due numeri di "azimuth". Ci pensa l'amico Manzoni poi a presentarla a Padova con dignità di artista autonoma a quelli del gruppo N che pero' era già costituito da circa due anni e da cui comincia anche li' a copiare e a reinterpretare secondo la sua grande sensibilità.
 
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Ecco, comunque colgo l'occasione perche' il parallelo mi sembra azzeccato... per il mio umilissimo parere Dadamaino era un po' la Carla Badiali di azimut e di nuove tendenze... una donna con grandi occhi che aveva la fortuna di frequentare dei geni assoluti e ne copiava le idee mettendoci una sensibilità propria. Ma pur sempre di copie o di "ispirazioni dirette" (almeno inizialmente) si trattava. I quadri della Badiali sono deliziosi, ma era pur sempre una che aveva studiato da Manlio Rho e l'aveva copiato...

(qui lo racconta Radice)
Mario Radice - Conversazioni - Del gruppo dell'astrattismo comasco hanno...

Quindi secondo me Dadamaino in una collezione a tema anni '50 '60 non puo' mancare, ma deve necessariamente essere considerata un gradino, forse due più in basso degli altri, tenuto presente poi che la Badiali magari copiava lo stile ma poi il quadro doveva ben dipingerlo... nel caso Dadamaino invece si trattava di situazioni in cui l'aspetto concettuale era fondamentale e avendo davanti agli occhi Fontana che bucava la tela direi che la cosa era piu' di un aiutino.
Non per niente gli stessi artisti del gruppo che frequentava la consideravano se non erro un po' una "allieva del gruppo" piu' che una loro pari, tant'e' vero che se non erro non è presente in nessuno dei due numeri di "azimuth". Ci pensa l'amico Manzoni poi a presentarla a Padova con dignità di artista autonoma a quelli del gruppo N che pero' era già costituito da circa due anni e da cui comincia anche li' a copiare e a reinterpretare secondo la sua grande sensibilità.

Claudio sei un grande:clap: Grazie mille per la spiegazione.:bow: I tuoi post sugli astrattisti me li sono salvati tutti:yes: E' molto importante tenere a mente la storia degli artisti.
Leggendo sui vari forum e parlando con alcuni galleristi mi ero fatto l'impressione (a questo punto direi sbagliata) che negli anni '50 e '60 la Dadamaino fosse al livello di Castellani e Bonalumi, ma per qualche strano motivo il mercato se la fosse dimenticata e fosse in attesa di essere riscoperta e decollare.
Vale sempre la regola che ricordo a tutti i nuovi amici: mai essere precipitosi con gli acquisti in arte...:wall:
 
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Ecco, comunque colgo l'occasione perche' il parallelo mi sembra azzeccato... per il mio umilissimo parere Dadamaino era un po' la Carla Badiali di azimut e di nuove tendenze... una donna con grandi occhi che aveva la fortuna di frequentare dei geni assoluti e ne copiava le idee mettendoci una sensibilità propria. Ma pur sempre di copie o di "ispirazioni dirette" (almeno inizialmente) si trattava. I quadri della Badiali sono deliziosi, ma era pur sempre una che aveva studiato da Manlio Rho e l'aveva copiato...Quindi secondo me Dadamaino in una collezione a tema anni '50 '60 non puo' mancare, ma deve necessariamente essere considerata un gradino, forse due più in basso degli altri, tenuto presente poi che la Badiali magari copiava lo stile ma poi il quadro doveva ben dipingerlo... nel caso Dadamaino invece si trattava di situazioni in cui l'aspetto concettuale era fondamentale e avendo davanti agli occhi Fontana che bucava la tela direi che la cosa era piu' di un aiutino.Non per niente gli stessi artisti del gruppo che frequentava la consideravano se non erro un po' una "allieva del gruppo" piu' che una loro pari, tant'e' vero che se non erro non è presente in nessuno dei due numeri di "azimuth". Ci pensa l'amico Manzoni poi a presentarla a Padova con dignità di artista autonoma a quelli del gruppo N che pero' era già costituito da circa due anni e da cui comincia anche li' a copiare e a reinterpretare secondo la sua grande sensibilità.
Il parallelo invece non c’entra niente !!!
La storia dell’arte è piena di queste situazioni che possono sembrare aiutini !!!
Shimamoto realizza i primi Hole (buchi) negli anni 40, questo di sotto è datato 1946.
Burri realizza i Gobbi (rilievi) agli inizi degli anni 50 quello sotto è del 52 esposto a Milano.
Potrei fare innumerevoli altri esempi, anche con gli astrattisti ma non è questo il punto.
La ricerca di Shimamoto è diversa da Fontana, il buco parte da un presupposto diverso, come i gobbi (rilievi) di Burri partono da un presupposto diverso rispetto a Castellani.
Perché quindi scrivere che copiava le idee e paragonarla alla Badiali?
Rispondo con uno stralcio di Gualdoni: L’achrome manzoniano come i volumi che Dadamaino vuole “in attesa di qualcosa” – e in quell’“attesa” è l’amore e il patrocinio tutto di Lucio Fontana – sono una sorta di azzeramento della nozione codificata d’opera, anzitutto, sono non retoricamente un “grado zero”: ciò rende le loro opere, al di là delle vicende biografiche, le protagoniste complici di una faglia decisiva nell’arte del secondo dopoguerra.

Un saluto :cool:

Poi per chi è interessato sotto c'è una parte del testo critico.
L’accoppiata scelta per questa mostra non è solo ricostruzione di due figure eminenti in seno al clima vivissimo di dibattito, dai portati decisivi, sulla discontinuità rispetto alla natura stessa dell’opera e del fare, né mera vicenda di affinità personale, complicità, amicizia. Essa consente anche di svolgere riflessioni più ampie, che sono alla base stessa del progetto espositivo complessivo di questo nuovo spazio bolognese.Il Novecento tutto è stato il secolo in cui l’opera, sottoposta a plurime azioni critiche in chiave di identità disciplinare, di idea del fare e del perficere, di rapporto di fruizione, sempre più ha visto il proprio baricentro concettuale spostarsi ai margini della formulazione fisica, rendendo essenziale e non più transitorio, complemento necessario e non più accessorio, lo spettro di strumenti significativi, e comunicativi, e di senso stessi, che ne accompagnavano la messa al mondo. Ovvero: se il Journal di Delacroix o le lettere di Van Gogh e di Cézanne sono fondamentali per comprenderne l’opera, ma permangono estranei ad essa, che nella sua plenitudine sarebbe comunque altrimenti auscultabile, dalle avanguardie storiche in poi la diminuzione programmatica del tasso di fisiologia artistica convenzionale di ciò che chiamiamo opera, correlato al prevalere dell’aspetto ideologico, concettuale, di snudata esperienza intellettuale, ha reso quegli stessi strumenti elementi integrati e non disgiungibili, pena la mutilazione della pienezza del senso cercato. Una lettura del futurismo, del dadaismo, delle avanguardie sovietiche, del surrealismo, persino dell’iperfabrile Bauhaus, ad esempio, affrontata in assenza di manifesti, fogli volanti, riviste, libretti, proclami, cataloghi, pubblicazioni militanti, fotografie eccetera non sarebbe solo monca o insufficiente: si priverebbe di una componente essenziale del progetto artistico stesso e delle sue modalità di oggettivazione significativa e di comunicazione. Non solo ne risulterebbe, in altre parole, limitata la quantità di informazioni, ma la sostanza estetica e concettuale stessa. Ebbene, è proprio con le neoavanguardie di fine anni ’50 e dei primi ’60, e in Italia specificamente con Manzoni e compagni, che il “non fare l’opera” della vicenda informale recupera quelle forme, quelle modalità, quella trasparenza intellettuale rispetto all’agire materiale. Mentre oltreoceano Cage e i suoi sodali fanno rivivere l’indifferenza, l’indeterminazione e l’anesteticità duchampiana, Manzoni decide un fare che non è fare d’opere, ma agire per picchi concettuali divenuti eventi: cose e immagini e discorsi, epifanie comunque dell’intelletto.
“Alludere, esprimere, rappresentare, astrarre, sono oggi problemi inesistenti. Forma, colore, dimensioni, non hanno senso: vi è solo per l’artista il problema di conquistare la più integrale libertà: le barriere sono una sfida, le fisiche per lo scienziato come le mentali per l’artista”, scrive Manzoni. Dunque, non la fattualità e l’oggettività sola dell’opera, ma anche, e soprattutto, la sua identità stessa è in gioco. L’achrome manzoniano come i volumi che Dadamaino vuole “in attesa di qualcosa” – e in quell’“attesa” è l’amore e il patrocinio tutto di Lucio Fontana – sono una sorta di azzeramento della nozione codificata d’opera, anzitutto, sono non retoricamente un “grado zero”: ciò rende le loro opere, al di là delle vicende biografiche, le protagoniste complici di una faglia decisiva nell’arte del secondo dopoguerra.
 

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Ecco, comunque colgo l'occasione perche' il parallelo mi sembra azzeccato... per il mio umilissimo parere Dadamaino era un po' la Carla Badiali di azimut e di nuove tendenze... una donna con grandi occhi che aveva la fortuna di frequentare dei geni assoluti e ne copiava le idee mettendoci una sensibilità propria. Ma pur sempre di copie o di "ispirazioni dirette" (almeno inizialmente) si trattava. I quadri della Badiali sono deliziosi, ma era pur sempre una che aveva studiato da Manlio Rho e l'aveva copiato...

(qui lo racconta Radice)
Mario Radice - Conversazioni - Del gruppo dell'astrattismo comasco hanno...

Quindi secondo me Dadamaino in una collezione a tema anni '50 '60 non puo' mancare, ma deve necessariamente essere considerata un gradino, forse due più in basso degli altri, tenuto presente poi che la Badiali magari copiava lo stile ma poi il quadro doveva ben dipingerlo... nel caso Dadamaino invece si trattava di situazioni in cui l'aspetto concettuale era fondamentale e avendo davanti agli occhi Fontana che bucava la tela direi che la cosa era piu' di un aiutino.
Non per niente gli stessi artisti del gruppo che frequentava la consideravano se non erro un po' una "allieva del gruppo" piu' che una loro pari, tant'e' vero che se non erro non è presente in nessuno dei due numeri di "azimuth". Ci pensa l'amico Manzoni poi a presentarla a Padova con dignità di artista autonoma a quelli del gruppo N che pero' era già costituito da circa due anni e da cui comincia anche li' a copiare e a reinterpretare secondo la sua grande sensibilità.

però dal link che hai postato, Radice considera molto la Badiali, inserendola subito dopo Rho!:mmmm:
 
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Il parallelo invece non c’entra niente !!!
La storia dell’arte è piena di queste situazioni che possono sembrare aiutini !!!
Shimamoto realizza i primi Hole (buchi) negli anni 40, questo di sotto è datato 1946.
Burri realizza i Gobbi (rilievi) agli inizi degli anni 50 quello sotto è del 52 esposto a Milano.
Potrei fare innumerevoli altri esempi, anche con gli astrattisti ma non è questo il punto.
La ricerca di Shimamoto è diversa da Fontana, il buco parte da un presupposto diverso, come i gobbi (rilievi) di Burri partono da un presupposto diverso rispetto a Castellani.
Perché quindi scrivere che copiava le idee e paragonarla alla Badiali?

Innanzitutto non mi sembra opportuno essere cosi' drastici. Qualche "secondo me" nelle frasi migliora il tono della discussione ed evita di intimorire chi vuole scrivere. Qui si discute da anni a mente aperta e senza piedistalli e il successo del forum sta appunto nel clima di condivisione. Gradirei che venisse rispettato perchè ho una certa esperienza di forum e quando si comincia con questi toni poi la gente smette di scrivere perchè ha paura di dire sciocchezze e di essere segnata a dito.

Detto questo lo so benissimo che i precedenti sparsi per il mondo ci sono per chiunque, ma i buchi di shimamoto penso fossero noti a fontana quanto i quadri astratti di Romani lo fossero a Kandinsky... cioè zero. Quindi si entra nel mondo sterile dell' "io l'avevo fatto prima peccato che nessuno se ne fosse accorto" che di certo non puo' essere preso a modello esclusivamente per meriti temporali.

Nel caso di Dadamaino invece l'influenza è diretta, palese ed ammessa dalla stessa artista che racconta che nel 1952 (quindi a diciassette anni :rolleyes:) vide in una vetrina un Concetto Spaziale con buchi di Fontana e racconta: "Scesi dal tram, ritornai a guardare il quadro. Non riuscivo a staccare lo sguardo dalla tela. Non capivo ancora che cosa significasse, ma sentivo che era qualcosa di assolutamente nuovo, di straordinariamente intenso".
Quindi onorissimo al merito della Maino che ha avuto la sensibilità di capire che quello era un genio quando altri passavano via schifati, ma la "copiatura" a mio parere è assolutamente palese e di conseguenza diretta.

Del resto, ripeto, non ha firmato i manifesti dello spazialismo (e te credo, dato che era ancora una "bambina", non viene menzionata in Azimuth, ma frequenta quel gruppo di artisti e quindi mi sembra difficile dire che l'ispirazione non sia diretta ed immediata.

Secondo me si fa piu' giustizia a Dadamaino considerando la varietà del suo percorso e magari le opere più originali dal 1970 in avanti che voler forzare la mano e farla passare per una Fontanina, una Castellanina o una Biasina... A mio parere era ancora giovane, guardava, copiava ed imparava, ma per quell'epoca poco di più.
 
però dal link che hai postato, Radice considera molto la Badiali, inserendola subito dopo Rho!:mmmm:

Anch'io considero molto la Badiali e la inserisco subito dopo Rho! :D

Pero' secondo me ci sono pochi dubbi che la gerarchia sia Rho e Radice capiscuola. Badiali e Galli allievi. Prina allieva di "secondo giro".

Cioè, per intendersi... Rho nel '36 dipingeva questo (che poi si è "evoluto" nel quadro che ho come simbolino)

14a.jpg


poi la sua allieva Badiali arriva nel suo studio per imparare e nel '38 dipinge questo

badiali.jpg


Me lo metterei DI CORSA in collezione, ma NON al prezzo di un Rho, per motivi direi chiari...




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Secondo me si fa piu' giustizia a Dadamaino considerando la varietà del suo percorso e magari le opere più originali dal 1970 in avanti che voler forzare la mano e farla passare per una Fontanina, una Castellanina o una Biasina... A mio parere era ancora giovane, guardava, copiava ed imparava, ma per quell'epoca poco di più.

Effettivamente nella Collezione Guggenheim di Venezia c'è un Alfabeto dell'80.

Guggenheim
 

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Effettivamente nella Collezione Guggenheim di Venezia c'è un Alfabeto dell'80.

Ecco, quelle sono belle... un po' boettiche così come i "movimenti delle cose" (per intendersi le classiche carta trasparente) ma almeno la citazione è meno evidente rispetto alla produzione giovanile.
 
Innanzitutto non mi sembra opportuno essere cosi' drastici. Qualche "secondo me" nelle frasi migliora il tono della discussione ed evita di intimorire chi vuole scrivere.
Mi spiace se ti ho intimorito !!! :eek: :D:D:D

Vedi caro Claudio la copiatura, l’aiutino, la palese influenza degli altri come hai ben scritto di Dadamaino… sono pareri del tutto personali ed hai fatto benissimo ad inserire “secondo il mio modestissimo parere” in verità non ho capito bene perché sono drastico e mi chiedi di fare la stessa cosa …

Il mio non è un discorso/parere ….. soggettivo/personale,
ho postato per questo una parte di un testo critico …. quanto hai palesato...quindi....è una tua "personalissima" interpretazione …….
ma fra il tuo personal-parere e quanto ho riportato io, c’è una piccola ma enorme differenza ….le tue affermazioni non trovano riscontro in nessun testo critico/di storia dell’arte …. quello che ho scritto io ... si !!! :censored:

I tuoi giudizi su un artista hanno una valenza diversa di un utente "normale" perchè alcuni potrebbero lasciarsi influenzare :bow::bow::bow:
quindi quando scriviamo di grossi artisti (secondo me) solo un pò più d'attenzione !!! :yes::yes::yes:

In ogni modo aspetto tuoi successivi interventi sull’artista slegati da tuoi "secondo me" ....:p:p:p

Un saluto:cool:
 
Il mio non è un discorso/parere ….. soggettivo/personale,
ho postato per questo una parte di un testo critico …. quanto hai palesato...quindi....è una tua "personalissima" interpretazione …….
ma fra il tuo personal-parere e quanto ho riportato io, c’è una piccola ma enorme differenza ….le tue affermazioni non trovano riscontro in nessun testo critico/di storia dell’arte …. quello che ho scritto io ... si !!! :censored:

I tuoi giudizi su un artista hanno una valenza diversa di un utente "normale" perchè alcuni potrebbero lasciarsi influenzare :bow::bow::bow:
quindi quando scriviamo di grossi artisti (secondo me) solo un pò più d'attenzione !!! :yes::yes::yes:


Di sicuro non intimorisci me :D ma, ripeto, per esperienza so che questo atteggiamento da "ma che sciocchezze dici" puo' disincentivare la gente a scrivere perchè uno vorrebbe poter dire la sua senza essere rimbeccato.
Ripeto ancora una volta, qui si fa così DA ANNI :rolleyes: e mi piacerebbe mantenere lo stesso spirito costruttivo e rispettoso di ogni opinione che ha fatto il successo di questo luogo virtuale.

Poi du dici: i miei giudizi su un artista hanno valenza diversa da un utente normale? :eek:

O sono un utente normale (ed è così) e allora le mie opinioni valgono quanto quelle di un altro e proprio non capisco perchè dovrei stare "attento a quello che scrivo" :eek: oppure sono considerato uno studioso della materia, quindi "non normale", e allora la mia opinione è qualificata e da considerarsi valida tanto quanto quella di un altro critico e da prendersi quindi come fonte. Con l'addizionale vantaggio di non essere in conflitto di interessi in quanto non gallerista e nemmeno curatore dell'archivio come il buon Gualdoni che, ovviamente, rientra nella categoria dell' "oste, è buono il vino?" :)


Se cominciamo a dire che valgono solo le citazioni dei testi critici ti saluto spazio creativo di discussione :rolleyes:, mi piace pensare che la nostra opinione di appassionati d'arte abbia pari dignità di quella di tanti dispensatori professionisti di frittate di parole :yes:

Detto questo, se ti piacciono i testi critici e, a tuo dire, "nessuno" la pensa come me anche se io mi sono limitato a citare una frase della stessa Dadamaino (evidentemente non la pensano nemmeno come lei :eek:) ti ricordo che il Barilli nella "storia dell'arte contemporanea in Italia" nemmeno la nomina e Adachiara Zevi, che pure ne apprezza molto il lavoro, ricorda che: "nonostante figuri fra i protagonisti della mostra del 1995 a Esslingen, il ruolo di Dadamaino nel contesto di Azimuth è marginale. Vive a stretto contatto con gli artisti, frequenta il loro stessi luoghi intorno a Brera, stringe amicizia soprattutto con Manzoni, ma è assente in entrambi i fascicoli della rivista e non partecipa alla mostra "la nuova concezione artistica". Volumi, dunque condividono più la spinta al rinnovamento di concetti spaziali che i mezzi per conseguirlo".

Nota a margine: ecco le conseguenze di voler attribuire meriti esagerati ad una brava artista... la si espone a critiche anche da chi, come me, è ottimamente disposto verso la persona che, tra l'altro, essendo milanese mi è particolarmente cara... :rolleyes:
 
Poi du dici: i miei giudizi su un artista hanno valenza diversa da un utente normale? :eek:
O sono un utente normale (ed è così) e allora le mie opinioni valgono quanto quelle di un altro e proprio non capisco perchè dovrei stare "attento a quello che scrivo" :eek: oppure sono considerato uno studioso della materia, quindi "non normale", e allora la mia opinione è qualificata e da considerarsi valida tanto quanto quella di un altro critico e da prendersi quindi come fonte. Con l'addizionale vantaggio di non essere in conflitto di interessi in quanto non gallerista e nemmeno curatore dell'archivio come il buon Gualdoni che, ovviamente, rientra nella categoria dell' "oste, è buono il vino?" :)
Se cominciamo a dire che valgono solo le citazioni dei testi critici ti saluto spazio creativo di discussione :rolleyes:, mi piace pensare che la nostra opinione di appassionati d'arte abbia pari dignità di quella di tanti dispensatori professionisti di frittate di parole :yes: [/I]:

Meno male non t’ho intimorito !!! :D:D:D

Sai benissimo a cosa mi riferisco quando t’ho apostrofato come “anormale” di dada non ha scritto solo Gualdoni ed in tutti i cataloghi di mostre e di musei …. alle retrospettive alle quali ha partecipato non c’è nessun riferimento alle tue personalissimi affermazioni….. poi posso scrivere come appassionato che Fontana ha urtato sulla tela è l’ha tagliata ….o che internazionalmente De Lutti è riconosciuto fondamentale/importante.

Ma questo non ha nessun riscontro storico/critico …. sono solo personalissime impressioni !!! :p:p:p

bibliografia

Il giudizio dei collezionisti preparati non può avvalersi di semplici impressioni …. altrimenti,con le impressioni mi piace Frisoni e lo giudico il nuovo fenomeno d’occidente !!! :eek::eek::eek:

Un saluto :cool:

ps.Ho postato Gualdoni perchè era l'unico disponibile con una veloce ricerca in rete !!! :yes::yes::yes:;)
 
Ho controllato e la Dadamaino non è citata nella parte curata da Argan del volume "L'arte moderna 1770-1970. L'arte oltre il duemila".

La cita poi ABO nella parte aggiunta da lui curata.
 
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