da quello che estraggo dalle info su wikipedia:
il 22/23 febbraio 2014 avvennero manifestazioni con alcune decine di migliaia di persone, infiltrate da agitatori russi (bikers Lupi notturni). Nessun intervento da parte dei militari Ucraini. Nessun bagno di sangue.
il 26 febbraio, 4 giorni dopo l'inizio di manifestazioni con alcune decine di migliaia di persone, i soldati e i paramilitari russi (omini verdi) hanno assunto il controllo della regione.
Il 28 febbraio i parlamentari che votarono per indire il referendum sull'indipendenza lo fecero sotto minaccia.
La parte tatara della popolazione si è dichiarata contraria al referendum previsto.
da quanto leggo dal report di Amnesty international del 2015, le violenze in crimea sono iniziate dopo il referendum e hanno riguardato la minoranza tatara e l'identità ucraina
A un anno dall'annessione della Crimea - Amnesty International Italia
Annessione della Crimea alla Russia - Wikipedia
Il 23 febbraio a
Sebastopoli, ci fu una manifestazione filorussa con
decine di migliaia di persone protestarono contro le nuove autorità e deliberarono di istituire un'amministrazione parallela e squadre di protezione civile realizzate con i
l sostegno dei bikers russi Lupi Notturni. Lo stesso accadde il 22 febbraio a
Sinferopoli, dove circa
5.000 persone si riunirono in tali squadre. I manifestanti sventolarono bandiere russe e cantarono "Putin è il nostro presidente" e sostennero che si sarebbero rifiutati di pagare ulteriori tasse allo Stato.
[7]
Il 26 febbraio,
le forze filorusse a poco a poco presero il controllo della penisola di Crimea. La Russia inizialmente sostenne che gli uomini in uniforme senza insegne, erano forze locali di autodifesa, ma in seguito ammise che tra loro c'erano militari russi, e divennero noti col nomignolo di "omini verdi"[8] confermando i rapporti dei media non russi.
[9][10][11][12][13][14][15][16]
La mattina del 27 febbraio, unità
Berkut della Crimea e di altre regioni d'Ucraina (sciolte con il decreto del 25 febbraio) catturarono i posti di blocco sull'
istmo di Perekop e sulla
penisola di Čonhar.
[17][18] Secondo il parlamentare ucraino
Hennadiy Moskal, ex capo della polizia della Crimea, avevano
veicoli trasporto truppe,
lanciagranate,
fucili d'assalto, mitragliatrici e altre armi.
[17] Da allora controllano tutto il traffico terrestre tra la Crimea e l'Ucraina continentale.
[17]
Anche a Simferopoli, capitale della
Repubblica Autonoma di Crimea,
uomini armati sequestrarono la sede parlamentare di Crimea e la sede del Consiglio dei ministri la mattina presto del 27 febbraio, e sostituirono la bandiera ucraina con la bandiera russa accanto a quella della Crimea;
la polizia non intervenne e non ci fu alcun ferito.
[19][20] Spodestarono il primo ministro nominato dal Presidente dell'Ucraina e installarono un politico filorusso,
Sergej Aksënov, come Primo Ministro di Crimea.
[21] Aksёnov illegalmente si è dichiarato responsabile delle forze militari e delle forze dell'ordine locali.
[22] Il 1º marzo, il presidente in carica dell'Ucraina, Oleksandr Turčynov, decretò la nomina di Aksёnov da parte del legislatore della Crimea come incostituzionale, in quanto la posizione di primo ministro viene eletta dal presidente dell'Ucraina, e non dal parlamento.[
senza fonte] Il legislatore della Crimea dichiarò la sua intenzione di indire u
n referendum per una maggiore autonomia da Kiev il 25 maggio 2014, una mossa che Hatidzhe Mamutova, il capo della Lega di Crimea-Donne Tatar, definì illegale.
[23] Questo referendum venne poi spostato al 16 marzo.
I consiglieri nella città crimeana di Sebastopoli, sede delle flotte navali del Mar Nero russa e ucraina, scelsero il cittadino russo
Aleksej Čalyj come sindaco, mentre i manifestanti filorussi cantavano "un sindaco russo per una città russa". Inoltre, il capo della polizia di Sebastopoli disse che avrebbe rifiutato ordini da Kiev.
[24] A Sebastopoli,
Kerč', e in altre città della Crimea, i manifestanti pro-russi tirarono giù la
bandiera dell'Ucraina e la sostituirono con la
bandiera della Russia negli scontri con i funzionari della città.
[25][26]
Unità russe cominciarono a muoversi in Crimea quasi subito dopo la conferenza stampa dell'ex presidente Janukovyč tenutasi il 28 febbraio 2014 a
Rostov sul Don, nei pressi del
confine orientale dell'Ucraina, dove chiese a Putin di "ristabilire l'ordine" in Ucraina. Durante la conferenza Janukovyč insistette che l'azione militare era "inaccettabile" e che non si sarebbe chiesto l'intervento militare russo.
[27][28] Il 4 marzo 2014 il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite,
Vitalij Čurkin, presentò una fotocopia di una lettera firmata da Viktor Janukovyč il 1º marzo 2014 che chiedeva di utilizzare le forze armate russe per "ripristinare lo Stato di diritto, la pace, l'ordine, la stabilità e la protezione della popolazione dell'Ucraina".
[29] Anche Aksёnov fece appello al presidente russo Vladimir Putin a fornire assistenza nel garantire la pace nella
Repubblica Autonoma di Crimea. Entrambe le camere della legislatura russa (Assemblea federale) votarono il 1º marzo 2014 per dare a Vladimir Putin il diritto di utilizzare le truppe russe in Crimea.
[30][31]
Il 27 febbraio truppe senza insegne conquistarono la sede del Consiglio supremo della Repubblica autonoma di Crimea (il parlamento regionale) e l'edificio del Consiglio dei Ministri a
Simferopoli.
[32] Unità
Berkut, miliziani locali e truppe di autodifesa catturarono posti di blocco sull'
istmo di Perekop e sulla
penisola di Čonhar.
[17][33][34] Da allora controllano tutto il traffico per via terrestre tra la Crimea e l'Ucraina continentale.
[17][34]
Il 28 febbraio, mentre uomini armati occupavano l'edificio, il
Consiglio supremo tenne una sessione di emergenza.
[35][36] E votò per porre fine al governo di Crimea, e sostituire il primo ministro
Anatolij Mohyl'ov con
Sergej Aksënov.[13][37] Aksёnov apparteneva al partito Unità Russa, che ricevette il 4% dei voti alle ultime elezioni.
[36] Esso inoltre deliberò d'indire un referendum su una maggiore autonomia il 25 maggio. Gli uomini armati tagliarono tutte le comunicazioni del palazzo e presero i telefoni dei parlamentari mentre entravano.
[35][36] Non furono ammessi giornalisti indipendenti all'interno dell'edificio, mentre i voti erano in corso.
[36] Alcuni parlamentari affermarono di essere stati minacciati e che i voti vennero espressi per loro e altri parlamentari, anche se non erano nella camera.
[36]