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Fare debito Pubblico è cosa sbagliata ma sbagliato è fissare un limite secco, che era quello del 3% nominale sul pil lo è altrettanto come veniva indicato nel vecchio PSC.
Averlo rimosso e sostituito con i controlli della Commissione, come sta cercando di fare la Commissione europea stessa attribuendosi ampi spazi di discrezionalità, non è cosa negativa per me, che pertanto apre ampi spazi a tutte le differenziazioni sul debito pubblico che lo fanno diverso da nazione a nazione e quindi da trattare diversamente nazione per nazione.
Capisco chi definisce ciò il parto del topolino, ma cosa ci si aspettava mi sembra francamente ancora meno chiaro.
Forse si richiedeva di fissare una regola per cui le spese pubbliche in deficit per spese di investimento o in conto capitale dovrebbero essere autorizzate automaticamente da parte della commissione escludendole dal computo del deficit dichiarato ?
Ma questa è una follia.Si capisce benissimo che possono esistere, eccome, dei casi in cui finanziariamente per uno Stato, in evidenti difficoltà il deficit non è accettabile a prescindere.E poi non esiste nessun automatismo per cui una spesa pubblica sia veramente fatta bene e produca in futuro una diminuzione dell'indebitamento pubblico seppur qualificabile come spesa di investimento.
Infine e concludo.
Sarà pur vero che sbagliate e velleitarie erano in passato prima della sospensione del PSC le considerazioni matematico-statistiche sul calcolo del pil potenziale e di conseguenza gli effetti automatici dell'output gap sui tagli ai deficit richiesti agli Stati, in aggiunta al tetto del 3 % nominale. Però resta il fatto indiscusso che il pil potenziale esiste comunque, nella misura in cui esiste una capacità di produzione del sistema paese che non può esser trascurato in alcun modo da parte della Commissione.
Difatti se si vuole rilanciare una crescita per un paese ma il deficit concesso eccede le sue possibilità di produzione reale è naturale che si vada incontro ad effetti inflazionistici per quel paese per cui non è accettabile.
Averlo rimosso e sostituito con i controlli della Commissione, come sta cercando di fare la Commissione europea stessa attribuendosi ampi spazi di discrezionalità, non è cosa negativa per me, che pertanto apre ampi spazi a tutte le differenziazioni sul debito pubblico che lo fanno diverso da nazione a nazione e quindi da trattare diversamente nazione per nazione.
Capisco chi definisce ciò il parto del topolino, ma cosa ci si aspettava mi sembra francamente ancora meno chiaro.
Forse si richiedeva di fissare una regola per cui le spese pubbliche in deficit per spese di investimento o in conto capitale dovrebbero essere autorizzate automaticamente da parte della commissione escludendole dal computo del deficit dichiarato ?
Ma questa è una follia.Si capisce benissimo che possono esistere, eccome, dei casi in cui finanziariamente per uno Stato, in evidenti difficoltà il deficit non è accettabile a prescindere.E poi non esiste nessun automatismo per cui una spesa pubblica sia veramente fatta bene e produca in futuro una diminuzione dell'indebitamento pubblico seppur qualificabile come spesa di investimento.
Infine e concludo.
Sarà pur vero che sbagliate e velleitarie erano in passato prima della sospensione del PSC le considerazioni matematico-statistiche sul calcolo del pil potenziale e di conseguenza gli effetti automatici dell'output gap sui tagli ai deficit richiesti agli Stati, in aggiunta al tetto del 3 % nominale. Però resta il fatto indiscusso che il pil potenziale esiste comunque, nella misura in cui esiste una capacità di produzione del sistema paese che non può esser trascurato in alcun modo da parte della Commissione.
Difatti se si vuole rilanciare una crescita per un paese ma il deficit concesso eccede le sue possibilità di produzione reale è naturale che si vada incontro ad effetti inflazionistici per quel paese per cui non è accettabile.