Il “patto” Monti-Bersani spiegato in modo semplice

ceck78

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I giornali di oggi danno conto di un incontro avvenuto ieri tra Pier Luigi Bersani e Mario Monti e di un possibile patto di cui i due capi della coalizione di centrosinistra e di centro avrebbero discusso in vista della prossima legislatura, quando Bersani, nel caso in cui non dovesse avere una maggioranza stabile al Senato, sarà costretto a chiedere una mano al Centro di Monti per non fare la stessa fine che fece Romano Prodi cinque anni fa.

Dico “costretto” ma forse il verbo non è esatto, perché nel Partito democratico, in realtà, sono moltissimi gli esponenti di primo piano che – al netto della normale e a volte aspra dialettica elettorale che ha portato spesso a criticare anche con durezza il presidente del Consiglio uscente (moralmente discutibile, sleale, integralista etc) – si augurano che Monti non vada troppo male per avere la certezza che il prossimo governo di centro-sinistra (col trattino, a questo punto) possa essere messo nelle condizioni di governare senza essere ricattato dalla sinistra sinistra.

Qualche tempo fa ne abbiamo scritto sul Foglio, qui trovate il link, e conversando con alcuni dirigenti del Pd (Enrico Letta, Dario Franceschini) emergeva con chiarezza che il sogno di una buona parte del Partito democratico è che nella prossima legislatura ci possa essere di fatto una grande coalizione tra il Pse italiano e il Ppe (buono) italiano che abbia i numeri per governare (anche da sola, nel caso) e metta Bersani nelle condizioni di essere indipendente dalla sinistra-sinistra (e cioè, da Vendola e dalla Camusso).

In che senso? Enrico Letta e Dario Franceschini tempo fa lo hanno spiegato bene, proprio parlando con il Foglio. Per Franceschini, “la nascita di un’area pro Monti che possa governare con noi sul modello della grande coalizione tedesca, e che si spenda per trasformare il centrodestra italiano in un soggetto a vocazione europea, sinceramente non ci preoccupa affatto: in campagna elettorale saremo avversari ma sappiamo che nel futuro dovremo governare insieme, soprattutto al Senato”. Per Letta, “il tema di fondo è che sempre difficile capire qual è la soglia che differenzia un centro non troppo debole e uno troppo forte; ma di sicuro posso dire che un centro non asfittico aiuta il Pd in termini di allargamento della maggioranza. E lo aiuta per una ragione precisa: perché un centro non debole che si allea con il Pd ci mette al riparo da possibili ricatti futuri”. Chiaro no?
Il “patto” Monti-Bersani spiegato in modo semplice - [ Il Foglio.it › Cerazade ]
 
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