Illimity, la banca a servizio delle pmi fondata da Corrado Passera, finisce l’era degli investimenti diretti in portafogli di crediti in sofferenza e si focalizza ancora di più sul servizio alle pmi. L’istituto milanese ha registrato profitti per 10,8 milioni nel primo trimestre, in rialzo del 38% anno su anno su ricavi per 74,4 milioni (+3%). II margine di interesse a 39,6 milioni risulta in flessione del 18% per l’aumento (previsto) del costo del funding ma anche per la riduzione degli investimenti diretti nei crediti in sofferenza. Per contro, corrono le commissioni nette (+19%) e l’attività del Corporate & Investment banking con un utile prima delle imposte per 23,1 milioni (+13%), grazie a ricavi in aumento del 23% e a una leva operativa con un rapporto costi/ricavi molto basso, del 21%.
La solidità di
Illimity è confermata da un Cet 1 ratio phased-in al 14,9% che comprende un ampio cuscinetto di 530 punti base rispetto al requisito minimo (Srep) dalla Bce del 9,60%. E da un miliardo di liquidità. La raccolta totale per 6,3 miliardi di euro cresce del 27%, trainata dalla componente retail (3,9 miliardi) legata alla piattaforma illimitybank.com.
L’ad Passera: andiamo controcorrente e cresciamo nei crediti alle imprese
Il ceo Corrado Passera ricorda a
MF-Milano Finanza che «siamo nati cinque anni fa specializzandoci su tre temi: credito alla crescita delle imprese, di ristrutturazione e deteriorati. Quest’ultimo segmento è diventato sempre meno importante, per contro ci stiamo concentrando sul grande mercato delle pmi, con volumi di erogazione in crescita in doppia cifra ogni anno nel momento in cui il sistema bancario registra un segno negativo sul credito alle imprese. Certamente i tassi alti non aiutano, ma noi percepiamo una richiesta notevole di credito non soddisfatto. Per intervenire, soprattutto nei casi di risanamento e rilancio aziendale, oltre agli esperti del credito, coinvolgiamo quelli di settore in cui operano le pmi, i tutor, che ci aiutano nella valutazione e aiutano le aziende a elaborare un piano di sviluppo. Per noi è un po' come diventare soci delle imprese, vanno seguite nel pre e affiancate nel tempo».
L’amministratore delegato ricorda che
Illimity «va incontro alle società e alla forte domanda non soddisfatta dal mercato dedicando per esempio una piattaforma per il credito, b-ilty, alle imprese più piccole e spesso senza un punto di riferimento dopo la chiusura di molte filiali bancarie. b-ilty in poco più di un anno ha già un portafoglio di crediti di circa 420 milioni. In questa tipologia di credito, molto basata sui dati, vengono sempre più utili le tecnologie di machine learning e in prospettiva di intelligenza artificiale».
Ci vogliono almeno 3 trilioni di eurobond...
Chiaramente i tassi alti non aiutano le imprese che devono sostenere un costo del debito più alto. In questo senso l’ad Passera si aspetta che la Bce invii un segnale concreto verso l’estate «di taglio dei tassi, a indicare che l’inflazione, come abbiamo visto in Eurozona, è rientrata. Nel frattempo la crescita langue e la riduzione del costo del denaro è diventata più urgente. Rimandare il taglio dei tassi per seguire l’esempio americano potrebbe dimostrarsi un grave errore: l’economia di oltreoceano è in piena espansione a differenza della nostra».
Passera, però, ritiene che la sola componente tassi non sia sufficiente a far ripartire la crescita delle pmi in Europa: «Da sempre ripeto che vanno fiscalmente premiati e in maniera strutturale i comportamenti virtuosi che creano sviluppo sostenuto e sostenibile: gli investimenti in innovazione e tecnologia – troppe pmi non sono ancora sul cloud -, in transizione energetica, gli investimenti nelle risorse umane, gli aumenti di capitale, le aggregazioni societarie». Secondo Passera, per uscire da una (lunga) fase di crescita bassa in Europa «servirebbero investimenti comuni nell’ordine di tre, fino a cinque trilioni nei prossimi anni finanziati con eurobond come abbiamo fatto durante il Covid. Una cifra che dovrebbe aggiungere risorse agli esausti bilanci pubblici di quasi tutti i Paesi per promuovere progetti strategici di ricerca a lungo termine, infrastrutture comuni, costruzione di campioni europei di statura globale come abbiamo saputo fare con
Airbus. Cifra che includerebbe anche il settore della Difesa nel quale l’Ue dovrebbe giocare un ruolo più importante di quello attuale all’interno della Nato».
Un dividendo che rende il 4,8% e batte il Btp
La banca prevede una distribuzione fra il 20% e il 30% dell’utile in dividendo, che per il 2024 è stato fissato nella parte bassa della forchetta (20%) a 0,2488 euro per azione. Al prezzo di venerdì 10 di 5,16 euro del titolo, corrisponde a un dividend yield attorno al 4,8% (il Btp decennale, per fare un esempio, rende il 3,8%). La cedola verrà staccata il 20 maggio.
L’assetto azionario: Banca Sella, Ion e Passera
Quanto alla struttura societaria, non ci sono azionisti di maggioranza, i due soci significativi sono Banca Sella con il 10% e il gruppo Ion di Andrea Pignataro al 9,4%, mentre Corrado Passera è al 4%. La banca deriva da una Spac, un veicolo speciale quotato a 9 euro nel 2019, che ha registrato il picco a 13,7 euro circa a ottobre 2021 per poi calare ai 5,16 euro attuali. «Su di noi ha pesato l’associazione del mercato all’attività degli Npl con i tassi in aumento, un business profittevole che però ora è chiuso», riprende Passera. «Quanto all’azionariato, non ci sono accordi fra i soci, ma azionisti istituzionali che ci accompagnano da tempo e che credono nel valore della banca. Un valore intrinseco ben superiore a quello di mercato, dal mio punto di vista».
Gli analisti dopo i conti
Come hanno reagito gli analisti ai conti di
Illimity? Secondo Bloomberg, la banca «si colloca bene all’interno delle attuali sfide macro grazie a una solidità di capitale e a una forte posizione di liquidità». Banca Akros ha confermato il prezzo obiettivo a 5,7 euro portando il giudizio da buy ad accumulate in seguito ai conti «in linea». Il rating scende dopo «il recente rally dell'azione, con un potenziale di rialzo più limitato rispetto al target price». I risultati sono «leggermente migliori delle attese», spiega
Equita (hold, 5,5 euro), secondo cui «non è stata fornita una guidance quantitativa sul 2024». Il margine di interesse, pur impattato dall’aumento del costo del funding, «dovrebbe beneficiare dell’incremento dei volumi e delle commissioni».