Tante cose non sono giuste: ad esempio il Sostegni-bis per gli under-36 senza un tetto massimo e dall'altra parte il fatto che sia dipendente dal reddito del nucleo familiare, a sua volta derivante dal fatto che si è rimasti a vivere con i genitori; l'aliquota IVA al 4% sul prezzo per le vendite da costruttore e al 2% per giunta sul (quasi sempre) minor valore fiscale; l'imposta sulla caparra anche nei preliminari IVA, dove poi non puoi detrarla, ecc...
Non saranno il 19% sul montante massimo di 1.000 euro, e cioè 190 euro, o sulla fattura del mutuo del notaio (1.500*19% = 285) a fare la differenza. Sono tutti aiutini. La verità è che la prima casa è aiutata molto, e non solo economicamente; ad esempio:
- aliquota agevolata;
- esenzione da IMU;
- esenzione da imposta sulla plusvalenza nel caso di vendita infraquinquennale;
- non soggezione a revocatoria fallimentare;
- relativa impignorabilità;
- e poi la detraibilità della fattura del mediatore (quella del notaio è solo sul mutuo).
Le imposte sulla registrazione invece o non sono scomputabili (es.: l'imposta fissa sul preliminare) o si scomputano a prescindere dal forfettario o meno (es.: l'imposta sulla caparra e sugli acconti nelle vendite fra privati).
Quindi, a conti fatti, benefici di quasi tutte le più importanti "agevolazioni" e sconti un'aliquota agevolata sulle imposte dirette, a fronte di quella di circa il 50% di molti altri (come me, ad esempio). Mi accontenterei, quindi.
Però sono d'accordo che andrebbero previste delle agevolazioni flat per tutti coloro che abbiano certi requisiti, ma con un limite massimo. Non è logico che io debba pagare una seconda casa al 9% e le tasse IRPEF al 50% per finanziare chi acquista TUTTA la prima casa al 2%, quando il valore di questa magari è di 1 milione di euro.