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Tav, M5s preme per stop, Salvini vuole andare avanti
ROMA, 27 luglio (Reuters) - Il governo italiano sta facendo un'analisi costi benefici sulla linea ad alta velocità
Torino-Lione e ha "contatti continui" con la Francia, ma l'esecutivo che non ha ancora preso una decisione sull'opera,
anche se il M5s sta esercitando un forte pressing per fermarla.
Lo riferisce una fonte governativa, dopo che questa mattina il vice premier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, che è
anche segretario della Lega, ha detto che l'opera deve andare avanti.
Una seconda fonte governativa dice che "a breve il governo darà la linea" sulla vicenda, senza specificare però i tempi.
"Occorre andare avanti e non tornare indietro", ha detto Salvini parlando a Radio24.
"L'opera serve e se per caso da un'analisi attualizzata del 2018 non serve, costa di più bloccarla che non proseguirla?
Questo è il ragionamento che varrà su tutto, analisi costi 'scritto e questo faremo. C'è l'analisi costi-benefici, non è
che faccio pagare agli italiani miliardi", ha aggiunto il ministro.
Oggi i quotidiani "La Stampa" e "La Repubblica" hanno scritto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe
deciso di porre fine alla Tav Torino-Lione, da sempre contestata dal M5s, ma confermerebbe invece il Tap, il gasdotto che viene
dall'Azerbaigian e che attraversa l'Adriatico, sia pur modificando il punto di approdo.
La fonte governativa dice che il governo non ha ancora preso una decisione, ma conferma il pressing M5s."Con la Francia ci
sono contatti continui", dice la fonte, spiegando che c'è una verifica in corso, nell'ambito dell'analisi costi-benefici, per
capire quali sarebbero i costi per rinunciare all'opera.
Una fonte vicina a Salvini mette in dubbio che la notizia sull'orientamento da parte di Conte sia vera. La fonte
governativa dice che "si discute" con la Lega e che la situazione si sta ricomponendo.
Nei giorni scorsi il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva parlato di "scandalose
scelte precedenti" sulla Tav, bloccando per il momento qualsiasi avanzamento dei lavori in attesa dei risultati della verifica
sugli "impatti sociali, ambientali ed economici" dell'opera.
Secondo i media, il rinuncio unilaterale da parte dell'Italia all'opera potrebbe avere un costo di 2 miliardi di multe.
(Massimiliano Di Giorgio, Valentina Consiglio)
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