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Messina (Intesa): il Pnrr non è morto con la guerra, ma ora si lavori su crescita sostenibile
Per il ceo l'Italia dovrà lavorare su indipendenza energetica, alimentare, digitale e finanziaria, con un focus prioritario su inclusione e sostenibilità sociale. Con un'avvertenza: il governo non può fare tutto questo da solo
di Marco Capponi 03/05/2022 18:23
Il Pnrr non è morto con la guerra in Ucraina: la sua validità industriale rimane immensa, ma prima di tutto è necessario garantire "una crescita sostenibile del pil, unico modo per ridurre le disuguaglianze e fronteggiare il debito pubblico, che in Italia rimane importante". Così Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, confermato nel suo incarico dall'assemblea della banca, lo scorso venerdì, a larghissima maggioranza, si è espresso nel corso di un colloquio con il segretario della Cgil, Maurizio Landini, nell'ambito dell'evento "I dati sono tutto? Per una digitalizzazione sostenibile".
Il ceo dell'istituto di credito ha rimarcato poi le priorità da affrontare nel brevissimo periodo. Su tutte, l'indipendenza "energetica, digitale e alimentare, oltre che quella finanziaria". Senza contare "l'inclusione sociale, sulla quale deve essere aperto un grande capitolo". Attenzione però: per Messina questi compiti non devono essere lasciati soltanto in mano al settore pubblico. "Non possiamo pensare che sia chi ci governa a fare tutto il lavoro, soprattutto in un Paese come l'Italia".
Il manager ha infine confermato che, anche con la guerra, il piano industriale di Intesa Sanpaolo rimane valido: "Ciò che abbiamo delineato rimane valido, ve lo garantisco: tutte le azioni industriali che dobbiamo fare, ad esempio per la gestione dei rischi e la sostenibilità, hanno una validità assoluta". Quello che contestualmente deve essere accelerato, però, è ancora una volta la priorità assoluta dell'agenda del ceo: il lavoro sulla sostenibilità sociale", ha concluso.
Per il ceo l'Italia dovrà lavorare su indipendenza energetica, alimentare, digitale e finanziaria, con un focus prioritario su inclusione e sostenibilità sociale. Con un'avvertenza: il governo non può fare tutto questo da solo
di Marco Capponi 03/05/2022 18:23
Il Pnrr non è morto con la guerra in Ucraina: la sua validità industriale rimane immensa, ma prima di tutto è necessario garantire "una crescita sostenibile del pil, unico modo per ridurre le disuguaglianze e fronteggiare il debito pubblico, che in Italia rimane importante". Così Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, confermato nel suo incarico dall'assemblea della banca, lo scorso venerdì, a larghissima maggioranza, si è espresso nel corso di un colloquio con il segretario della Cgil, Maurizio Landini, nell'ambito dell'evento "I dati sono tutto? Per una digitalizzazione sostenibile".
Il ceo dell'istituto di credito ha rimarcato poi le priorità da affrontare nel brevissimo periodo. Su tutte, l'indipendenza "energetica, digitale e alimentare, oltre che quella finanziaria". Senza contare "l'inclusione sociale, sulla quale deve essere aperto un grande capitolo". Attenzione però: per Messina questi compiti non devono essere lasciati soltanto in mano al settore pubblico. "Non possiamo pensare che sia chi ci governa a fare tutto il lavoro, soprattutto in un Paese come l'Italia".
Il manager ha infine confermato che, anche con la guerra, il piano industriale di Intesa Sanpaolo rimane valido: "Ciò che abbiamo delineato rimane valido, ve lo garantisco: tutte le azioni industriali che dobbiamo fare, ad esempio per la gestione dei rischi e la sostenibilità, hanno una validità assoluta". Quello che contestualmente deve essere accelerato, però, è ancora una volta la priorità assoluta dell'agenda del ceo: il lavoro sulla sostenibilità sociale", ha concluso.