IntesaSanpaolo: solo NEWS n° 2

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Da ultimo la tabella del conto economico consolidato depurata dei dati UBI:


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chiedo : che fine ha fatto il dividendo non pagato da intesa lo scorso anno?

Sempre bloccato, ma.... leggi la parte che ho evidenziato in grassetto qui sotto

Questo il report di MF sui dati:

Intesa fa 3,27 miliardi di utile. Messina: ora 700 milioni di dividendo a maggio

Il gruppo ha battuto il consenso per il 2020 e chiuso l'ultimo trimestre con una perdita di 3 miliardi dovuta a oneri di integrazione. Il rapporto cost/income è al 52,4%, fra i migliori d'Europa. Npl ai minimi dal 2007. Prima cedola in contanti fra 3 mesi, poi l'interim dividend. Kbw conferma outperform. Titolo in spolvero​

di Elena Dal Maso 05/02/2021 14:28

Questa mattina Intesa Sanpaolo, poco prima della pubblicazione dei conti, è balzata del 3,5% a 2,08 euro sfondando i 40 miliardi di capitalizzazione, mentre il Ftse Mib guadagna l'1,27%. Dopo i conti, il titolo sfiora il +4%. Il gruppo milanese, guidato dal ceo Carlo Messina, ha chiuso il 2020 battendo le attese del consenso Bloomberg e di Banca Akros con ricavi per 19,023 miliardi, costi operativi per 9,971 miliardi, un margine operativo lordo per 9,052 miliardi e un utile netto per 3,277 miliardi.

Le attese del consenso Bloomberg erano per 18,776 miliardi di ricavi e 2,621 miliardi di utile netto rettificato. Banca Akros si aspettava 18,557 miliardi di entrate, costi operativi per 9,737 miliardi, un margine operativo lordo per 8,820 miliardi, rettifiche sui prestiti per 6,043 miliardi e 3,2 miliardi di profitti netti. Il quarto trimestre dell'anno, come atteso dagli analisti, ha chiuso invece con un rosso per 3,099 miliardi dovuto soprattutto agli oneri di integrazione in seguito all'opas, lo scorso anno, su Ubi banca.

Il gruppo milanese ha raggiunto un rapporto cost/income al 52,2% nel 2020 escludendo l'apporto di Ubi e al 52,4% includendolo, tra i migliori in Europa. Il costo del rischio si è attestato a 50 punti base escludendo l’impatto delle rettifiche per i futuri impatti di Covid-19 (pari a 54 punti base), inferiore ai 53 del 2019. Quanto ai coefficienti di solidità patrimoniale, il Cet 1 ratio post dividendi proposti è del 15,4% pro-forma a regime (16,9% escludendo Ubi), 15,9% includendo l'acquisizione di Ubi ma non le attività da cedere a Bper.

La remunerazione degli azionisti resta una priorità per la banca: a maggio Intesa intende distribuire circa 700 milioni di dividendi in contanti (pari a 3,57 euro per azione, rappresenta un dividend yield dell'1,7% ai prezzi attuali), il quantitativo massimo stabilito dalla Bce per ora, ma una volta superate le restrizioni di Francoforte, dopo il 30 settembre 2021, il gruppo chiederà l'autorizzazione a distribuire in contanti, dalle riserve, la parte restante del payout ratio previsto, pari complessivamente al 75% di 3,5 miliardi di utile netto normalizzato 2020.

Intesa conferma inoltre l’impegno a erogare dividendi per un payout ratio del 70% rispetto all’utile netto 2021, parzialmente attraverso un interim dividend nel corso di quest’anno, soggetto all’approvazione della modifica statutaria da parte della Bce e dell'assemblea straordinaria.

L'ad Carlo Messina ha spiegato che "in questo contesto di straordinaria complessità, nel 2020, superando il nostro obiettivo, abbiamo conseguito un utile netto pari a 3,1 miliardi di euro, escludendo l’impatto contabile della combinazione con UBI Banca e dell’impairment dell’avviamento della Banca dei Territori ed il contributo di 5 mesi delle attività di Ubi Banca. Includendo il contributo di 5 mesi delle attività di Ubi, l’utile netto normalizzato è di 3,5 miliardi di euro, senza considerare l’impatto contabile derivante dalla combinazione con Ubi e dall’impairment dell’avviamento".

Nel 2020, ha proseguito Messina, "abbiamo ottenuto il miglior risultato di sempre nel settore assicurativo, con i ricavi dal ramo danni non motor in crescita a 500 milioni. Le commissioni hanno mostrato una significativa ripresa nel secondo semestre e in particolare nell’ultimo trimestre del 2020. Il margine di interesse è tornato a crescere annualmente dopo 5 anni consecutivi di calo. I costi nel 2020 segnano una riduzione del 3%".

Nell’ultimo trimestre dello scorso anno la banca ha ulteriormente accelerato la riduzione dello stock di crediti deteriorati, infatti nel corso del 2020 è stata pari a 10,8 miliardi di euro. Grazie a ciò "abbiamo superato con un anno di anticipo l’obiettivo di riduzione di crediti deteriorati previsto dal Piano d’Impresa 2018-2021 e abbiamo raggiunto i più bassi livelli di Npl ratio dal 2007 con un Npl ratio lordo del 3,7%, includendo Ubi, e un Npl ratio netto del 2,3%, sempre includendo Ubi", ha proseguito Messina. Il manager ha poi sottolineato il Common Equity ratio al 15,4% e, considerando la riduzione degli asset ponderati per il rischio (Rwa) dovuto alla cessione di filiali a Bper, si colloca al 15,9% pro forma.

Messina ha poi spiegato che la banca ha allocato oltre 6 miliardi di euro dell’utile pre-tasse del 2020 all’ulteriore rafforzamento: 2,2 miliardi ad accantonamenti per futuri impatti della pandemia, 2,1 miliardi per accantonamenti addizionali su crediti deteriorati e in bonis di Ubi e 2 miliardi ai costi di integrazione.

Quanto al risparmio gestito, cavallo di battaglia del gruppo, ora la banca gestisce oltre 1.200 miliardi di euro, mentre l'offerta digitale ha raggiunto oltre 12 milioni di clienti multicanale e 7 milioni di clienti che utilizzano le App.

Secondo gli analisti di Kbw (rating outperform, target price 2,3 euro) l'utile è stato migliore del previsto grazie alle commissioni. Anche il coefficiente Cet 1 ha battuto le attese e si attesta ora al 15,9% al netto degli asset che saranno trasferiti a Bper nel corso del primo semestre 2021. Le prospettive per le sinergie con Ubi sono state aumentate da 700 milioni a 1 miliardo entro il 2024, di cui oltre 700 milioni da opex (spese operative), sostanzialmente in linea con le attese dei broker.
 
Sempre bloccato, ma.... leggi la parte che ho evidenziato in grassetto qui sotto

ma una volta superate le restrizioni di Francoforte, dopo il 30 settembre 2021, il gruppo chiederà l'autorizzazione a distribuire in contanti, dalle riserve, la parte restante del payout ratio previsto, pari complessivamente al 75% di 3,5 miliardi di utile netto normalizzato 2020.

Intesa conferma inoltre l’impegno a erogare dividendi per un payout ratio del 70% rispetto all’utile netto 2021, parzialmente attraverso un interim dividend nel corso di quest’anno, soggetto all’approvazione della modifica statutaria da parte della Bce e dell'assemblea straordinaria.

Dice che nel migliore dei casi, se verranno eliminate le restrizioni, ci daranno complessivamente il 75% dell'utile dell'anno scorso ed il 70% dell'utile di quest'anno.
Quindi, il dividendo 2020, a valere sull'utile 2019, più che bloccato mi sembra definitivamente perso.:(
 
Dice che nel migliore dei casi, se verranno eliminate le restrizioni, ci daranno complessivamente il 75% dell'utile dell'anno scorso ed il 70% dell'utile di quest'anno.
Quindi, il dividendo 2020, a valere sull'utile 2019, più che bloccato mi sembra definitivamente perso.:(

Beh! quello del 2019 finito tutto a riserva penso che sia servito per coprire le spese dell'operazione UBI. Non ne fanno menzione e quindi credo che sia da dimenticare.
Pensiamo al futuro. Ciao.
 
Questa comunicazione confermerebbe quanto sopra detto sull'utile 2019. L'importo di 1,9 mld di euro indicati sarebbe a valere sull'utile 2020:

Intesa Sanpaolo: Ceo, fiducioso di poter distribuire tutti e 3 step cedole

MILANO (MF-DJ)--"Non abbiamo l'approvazione formale oggi (sarebbe impossibile averla) per la distribuzione di tutti e tre gli step di cedole. Pero' sono fiducioso che l'impegno che mi sto prendendo col mercato adesso possa essere rispettato nella parte finale del 2021. Non c'e' niente che mi fa pensare che non potremo distribuire tutti i dividendi una volta caduto il divieto Bce". Lo ha affermato il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, intervenendo in conference call con gli analisti. "L'atteggiamento di Intesa Sanpaolo e quello mio personale e' per distribuire dividendi cash; e' la nostra priorita'. Dare tre step diversi di dividendi serve a rispondere alle nostre intenzioni. Vogliamo distribuire l'importo 'obbligatorio' di 700 mln e finito il divieto sulle cedole daremo altri 1,9 mld di cedole e poi nell'ultima parte dell'anno il dividendo interim sul risultato netto 2021, soggetto alla decisione della Bce e dell'assemblea straordinaria. Queste sono le intenzioni della banca. Dal punto di vista della supervisione bancaria la visione formale positiva e' quella relativa alla distribuzione di 700 mln di dividendi, questo e' quanto gia' approvato. Il resto e' soggetto alla loro approvazione. Ma se il divieto venisse rimosso saro' piu' facile distribuire tutte le cedole". cce MF-DJ NEWS

05/02/2021 15:42
 
Intesa Sanpaolo: S&P, ora e' piu' forte per resistere a deterioramento attivi

MILANO (MF-DJ)--"I risultati annuali di Intesa Sanpaolo per il 2020 rafforzano la nostra opinione che il merito creditizio della banca beneficia del suo approccio conservativo e proattivo alla gestione del rischio e dei punti di forza del suo modello di business rispetto ai suoi concorrenti domestici". Lo afferma S&P. Nel quarto trimestre del 2020, Intesa ha ulteriormente rafforzato le riserve per perdite su crediti, riportando infine accantonamenti per perdite su crediti di 104 punti base (bps) per l'intero anno, sostanzialmente in linea con le aspettative. Di tali accantonamenti, 54 punti base sono attribuibili all'impatto futuro della pandemia di Covid-19. Allo stesso tempo, Intesa ha ulteriormente accelerato il risanamento delle proprie esposizioni deteriorate (Npe) legacy. "A nostro avviso, questo mette il bilancio della banca in una posizione migliore per resistere a un probabile deterioramento della qualita' degli attivi quest'anno. Inoltre, il maggior ammontare di badwill rispetto a quanto inizialmente annunciato le ha consentito di coprire in gran parte i costi di integrazione una tantum a seguito dell'acquisizione di Ubi Banca lo scorso anno, e di aumentare sostanzialmente la copertura delle Npe legacy di Ubi". cce MF-DJ NEWS

05/02/2021 18:56
 
Intesa, sul triplo dividendo arrivano le promozioni degli analisti

Il titolo corre anche oggi a Piazza Affari, dopo i conti di venerdì. La pulizia di bilancio preventiva sui crediti, che ha inciso per il 16% della capitalizzazione di mercato, è una mossa molto apprezzata da BofA, Barclays, Equita e Bestinver, perché lo stress test dell'Eba farà riferimento ai conti di dicembre 2020

di Elena Dal Maso 08/02/2021 12:40

Il titiolo Intesa Sanpaolo oggi sale del 3,01% a 2,123 euro per 41,24 miliardi di capitalizzazione, rispetto al +1,52% dell'indice Ftse Mib. Il gruppo milanese guidato dal ceo, Carlo Messina, ha pubblicato i conti venerdì scorso, che hanno visto il 2020 chiudere con 3,27 miliardi di utile. Equita Sim oggi nota che a livello operativo, il quarto trimestre, chiuso con 3 miliardi di perdite per oneri di integrazione con Ubi, è stato inferiore alle attese per minori margini di guadagno, trading e maggiori costi. La principale differenza con le stime della Sim è "in gran parte legata a un più alto costo del rischio, con 852 milioni accantonamenti sul credito per anticipare futuri impatti del Covid (il costo del rischio ordinario è di 65 punti base) e da 912 milioni di perdita di valore dell'avviamento legata alla Banca dei Territori".

Intesa ha proposto un dividendo per azione 3,57 centesimi, pari a un rendimento dell'1,7% da distribuire a maggio. E' previsto inoltre, dopo il via libera della Bce (dal 30 settembre), il pagamento di riserve per 10 centesimi ad azione, con uno yield del 5% a valere sugli utili 2020, nonché un interim dividend (di ammontare non specificato) sugli utili 2021 con un payout al 70%.

Equita lima le stime 2021 del -4% a 3,7 miliardi in attesa di margini (net interest income) minori, alza invece le stime 2022 del +3% a 4,7 miliardi, rimanendo al di sotto delle indicazioni della banca. Grazie al miglioramento della posizione di capitale al 2022, gli analisti alzano il prezzo obiettivo del 9% a 2,5 euro per azione, con il titolo che scambia a un p/e 2021-2022 rispettivamente di 13 e 10 volte e a un Rote del 7,3% (2021) e 9,2% (2022). Ribadiscono il giudizio buy per "l'eccellente dotazione di capitale e la qualità degli attivi, "la profittabilità nettamente superiore alla media e il maggiore spazio per tornare rapidamente ad una attraente politica di dividendo".

Gli analisti di BofA, in un report intitolato Dizzy heights (vertigini), mettono in evidenza che Intesa ha effettuato importanti accantonamenti straordinari ante imposte (6,3 miliardi di euro, pari a circa il 16% della capitalizzazione di mercato) per coprire i costi relativi alle uscite volontarie, a possibili afflussi di Npe e alla copertura sui prestiti. Decisioni che gli specialisti della banca d'affari considerano "un grande trampolino di lancio per gli utili futuri" e di conseguenza aumentano l'utile per azione del 29% nel 2021 e del 10% nel 2022, abbassando il cost of equity dal 10% al 9,5% tenendo conto di un rischio Paese più contenuto grazie all'arrivo di Mario Draghi. Il prezzo obiettivo sale da 2,5 a 2,90 euro e viene confermato il giudizio buy su Intesa.

Anche BofA sottolinea, come Equita, che alla fine di quest'anno dovrebbe arrivare "una cascata di dividendi se la Bce autorizzerà Intesa a pagare una cedola di 1,9 miliardi (parte dell'obiettivo 2020) che è stata accantonata a causa del divieto della Banca centrale europea e se quest'ultima darà il via libera sul dividere in due la cedola 2021".

Bestinver ricorda la conference call bullish post conti da parte dell'amministratore delegato, Carlo Messina, che ha ribadito la sua opinione positiva sulla possibilità "di pagare tutto ciò che è possibile oltre il 13% di Cet 1 ratio Fully loaded, prima o poi, supponendo che l'Eba sia d'accordo". Per gli specialisti, la qualità del capitale e degli attivi "sono chiaramente due leve forti che il ceo può utilizzare per persuadere i regolatori".

Barclays conferma il rating overweight e il prezzo obiettivo di 2,4 euro, sottolineando che la conference call del ceo Messina è risultata positiva per tre ragioni. La prima è che gli analisti ritengono che le decisioni (forti coperture e svalutazioni) per migliorare la qualità degli asset del quarto trimestre rendano la banca più forte, anche alla luce dello stress test atteso dell'Eba nei prossimi mesi, visto che il bilancio di dicembre 2020 sarà il punto di riferimento e questo aiuta la credibilità sul fronte dei dividendi.

In secondo luogo le prospettive sulle "commissioni sono potenti, data la comprovata capacità di Intesa di trasformare il denaro depositato in risparmio gestito, considerando anche l'incremento dei depositi di 44 miliardi di euro anno su anno". Infine, l'andamento dei costi "può essere migliore della concorrenza, grazie agli oneri di integrazione già contabilizzati e alle relative uscite".
 
Intesa Sanpaolo rileva Cargeas per 390 milioni

La banca ha acquisito da Bnp Paribas Cardif la compagnia che distribuisce polizze danni nelle filiali Ubi. Nel 2020 ha raccolto premi per 226 milioni. Confermata la strategia dell'istituto guidato da Messina che punta al controllo delle fabbriche prodotto​

di Anna Messia 08/02/2021 15:19

Intesa Sanpaolo punta ancora sulla crescita del settore assicurativo e più in particolare sullo sviluppo del rami danni e si prepara a rilevare il 100% di Cargeas Assicurazioni da Bnp Paribas Cardif per 390 milioni.

Si tratta della compagnia assicurativa danni operante nel settore della bancassicurazione, prevalentemente tramite la rete bancaria di Ubi Banca che nel 2020 ha chiuso il bilancio con una raccolta premi danni pari a circa 226 milioni, collocando polizze auto, property, salute, protezione del credito, imprese e tutela del reddito, con circa 600mila clienti in tutta Italia.

Ieri c'è stata la firma del memorandum of understanding tra Intesa Sanpaolo Vita e Bnp Paribas Cardif, mentre la sottoscrizione dell’accordo definitivo è prevista entro la fine di febbraio e il perfezionamento dell’operazione è atteso nella prima metà del 2021, subordinato ovviamente al rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità.

Il prezzo d’acquisto, pari come detto a 390 milioni, sarà interamente corrisposto al momento del perfezionamento dell’operazione."Da questa iniziativa, coerente con la strategia di crescita nel ramo danni di Intesa Sanpaolo, sono attese significative sinergie oltre che un allineamento agli standard del Gruppo Intesa Sanpaolo per quanto riguarda corporate Governance, controllo dei rischi e livelli di servizio", hanno fatto sapere dalla banca guidata da Carlo Messina.

Già lo scorso novembre Ubi Banca, passata nel frattempo sotto il controllo del gruppo Intesa Sanpaolo, aveva raggiunto un accordo con Aviva Italia Holding e Aviva Italia per l’acquisto della quota dell’80% posseduta da queste ultime nella joint venture Aviva Vita, al prezzo di circa 400 milioni di euro. Un acquisto che ha precorso di 6 mesi la scadenza naturale dell’esclusiva prevista dagli accordi di distribuzione in essere tra UBI Banca e Aviva e che ha consentito accesso immediato di Intesa Sanpaolo Vita nelle filiali di Ubi.

A dicembre c'è poi stato l'accordo tra Ubi Banca e Cattolica Assicurazioni per l’acquisto della quota del 60% posseduta da quest’ultima nella joint venture Lombarda Vita, ad un prezzo compreso tra 290 e 300 milioni di euro circa, in funzione del risultato IFRS 2020 di Lombarda Vita. Con l'operazione Cargeas viene quindi sistemato un nuovo tassello del mosaico della banca che punta ad avere il controllo sulle fabbriche prodotto assicurative, con un modello bancassicurativo completamente integrato.

La banca come noto, già ai vertici del mercato Vita in Italia, punta alla leadership anche nel settore della bancassicurazione danni (Rc auto esclusa) e in quest'ottica a maggio 2020 ha assunto anche il controllo di Rbm Assicurazione Salute, acquistando direttamente per cassa dal gruppo RBHold della famiglia Favaretto, il 50% più un'azione al prezzo di 325 milioni di euro, e dando vita a Intesa Sanpaolo Rbm Salute, la più grande compagnia specializzata nell’assicurazione sanitaria per raccolta premi.

“Nell’ultimo esercizio abbiamo ottenuto il miglior risultato di sempre nel settore assicurativo, con i ricavi dal ramo danni non motor in crescita a 500 milioni", ha dichiarato Messina la scorsa settimana presentato i conti 2020 chiusi con un l’utile netto contabile di 3,277 miliardi nonostante il la pandemia. Crescita destinata evidentemente a proseguire.
 
SPREAD TRA 50 E 60 PUNTI. BENE PER BANCHE E UE"

News Image (Teleborsa) - "Un Governo Draghi può accelerare la crescita del nostro Paese e portare lo spread a 50-60 punti". Ne è convinto il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che, in un'intervista a Bloomberg Tv, ha definito la prospettiva del nuovo esecutivo guidato dall'ex presidente della Banca centrale europea "molto positiva" non solo per l'Italia ma anche "per l'Europa intera e per il comparto bancario".

"L'Italia – ha affermato Messina – ha dei fondamentali solidi ed è un Paese forte, soprattutto se guardiamo alle esportazioni e al risparmio delle famiglie". Il Governo Draghi, secondo il banchiere, dovrà puntare soprattutto sulla crescita. "Abbiamo bisogno di un'accelerazione del PIL, di un piano per avere un giusto utilizzo dei fondi del Next Generation Eu e abbiamo bisogno di riforme. Una parte importante del lavoro – ha sottolineato l'ad – sarà ottenere una crescita inclusiva: abbiamo un numero significativo di persone che rischiano di diventare povere e dobbiamo evitare problematiche sociali. Per ora la priorità è stimolare la crescita, dal prossimo anno bisogna guardare alla sostenibilità del debito".

Messina ha detto di non essere "preoccupato" per la situazione dell'Italia e ha definito "sovrastimati" gli effetti di questa crisi sull'economia italiana. "Ci sono problemi nei settori che hanno vissuto di più il lockdown, come il turismo. Ma altri come il manifatturiero e le costruzioni stanno portando risultati positivi", aggiunge. "Credo ci possa essere rimbalzo degli investimenti nell'economia reale una volta che ci sarà un nuovo Governo. Da qui a sei mesi la situazione potrebbe essere completamente diversa".

(TELEBORSA) 09-02-2021 08:26
 
Morgan Stanley: il total cash yield delle banche europee tocca il 14,8%

Gli analisti americani hanno calcolato la somma fra dividendo atteso e buyback nel 2021 su un ampio gruppo di titoli, tenendo conto che diversi istituti intendono chiedere dopo lo stress test dell'Eba il via libera per remunerare meglio gli azionisti​

di Elena Dal Maso 09/02/2021 11:15

Il tema del dividendo è fondamentale per il settore finanziario e per le banche in particolar modo. A questo argomento Morgan Stanley dedica un report sul settore europeo, tenendo conto che gli istituti svizzeri possono già staccare la cedola senza restrizioni, al contrario di quanto avviene invece in Europa, dove la Bce ha posto un tetto importante del 20% sul Cet 1 ratio, almeno fino al 30 settembre 2021.

Gli analisti americani ritengono che il miglioramento ciclico dell'economia, un maggiore sostegno politico anche sul fronte delle moratorie con un orizzonte temporale più a lungo termine sono temi a sostegno in generale della ripresa dei dividendi quest'anno. Per questo la banca d'affari americana ha un'ottica costruttiva sul settore finanziario europeo.

Gli analisti vanno in questo senso a calcolare il total cash yield atteso per il 2021, ovvero la somma del rendimento fra potenziale cedola e buyback azionario dei titoli ai prezzi correnti. Inserendo tutte le banche dell'Europa continentale coperte dagli analisti, quindi anche quelle inglesi e le nordiche che rispondono a banche centrali proprie, la prima in classifica è NatWest Bank, con un ritorno stellare atteso del 14,8%, a seguire Nordea con il 9,9%. Il primo gruppo Ue è la francese Bnp Paribas, con l'8,1% atteso, a seguire Lloyd con l'8,1%, Svenska Handelsbanken con il 7,7% e l'austriaca Bawag con il 7,5%.

Fra le italiane, compare Intesa Sanpaolo con il 7,2% complessivo, ovvero la seconda in Unione europea dopo Bnp Paribas, Mediobanca si pone allo steso livello atteso con il 7,2%, più in là si trovano la svizzera Ubs con il 6,6%, mentre le aspettative su Banco Bpm e su Mps sono pari a zero per il 2021. I temi per questi due istituti sono spostati sul consolidamento del settore.

Morgan Stanley ricorda che le banche europee scambiano in media a 0,7 volte il rapporto price/tangible book value (diverse italiane si collocano a 0,3 volte), ragion per cui gli esperti ritengono che ci sia sufficiente capitale da impiegare per "un maggiore utilizzo dello strumento del buyback e della cedola". Diversi istituti francesi, come del resto Intesa Sanpaolo, hanno spiegato al mercato che intendono staccare subito la parte di dividendo ammessa fino al 30 settembre da Francoforte per poi aspettare l'esito dello stress test dell'Eba, a luglio, e chiedere quindi il via libera alla banca centrale europea di poter remunerare ulteriormente gli azionisti.

Le banche svizzere, nota Morgan Stanley, sono per ora "una rarità in tutta Europa dal momento che l'interruzione nel ciclo dei pagamenti era limitata alla sospensione dei programmi di riacquisto del 2020. I detentori dei titoli hanno ricevuto integralmente il dividendo 2019, anche se in due rate, mentre il ciclo delle cedole nel 2021 è tornato alla normalità, con considerevoli programmi di riacquisto di azioni proprie per tutti gli istituti, da Ubs a Credit Suisse a Julius Baer". I rendimenti impliciti del payout 2021, chiudono gli analisti, sono rispettivamente del 6,6%, 5,7% e 5,9%.
 
Intesa/Ubi: IW Bank entrera' nel gruppo e operera' con il suo marchio

MILANO (MF-DJ)--Con l'avanzamento dell'integrazione di Ubi Banca in Intesa Sanpaolo, anche le societa' controllate dall'istituto oggetto dell'offerta pubblica di acquisto e scambio entrano a far parte dal Gruppo Intesa Sanpaolo, attraverso diversi passaggi formali. Oltre alle iniziative recentemente gia' annunciate sulle attivita' assicurative di Ubi - riguardanti Aviva Vita, Lombarda Vita e Cargeas - anche per le attivita' di consulenza finanziaria e private banking e' prevista una riorganizzazione, come indicato fin dall'origine nel progetto di integrazione. IWBank entrera' a far parte della Divisione Private Banking di Intesa Sanpaolo, con autonomia societaria e commerciale, accanto alle altre reti gia' presenti in Italia: Fideuram, Sanpaolo Invest e Intesa Sanpaolo Private Banking; in quest'ultima rete confluiranno esclusivamente il personale e la clientela di Ubi Top Private, divisione della rete bancaria Ubi dedicata alla fascia di clientela private e Hnwi. Da un punto di vista societario, IW Bank sara' trasferita sotto il controllo di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking, la quale agisce come sub-holding all'interno della Divisione Private Banking. Il Patrimonio netto di Iw Bank era pari a 115 milioni di euro a settembre 2020. Il ramo Ubi Top Private, scisso da Ubi Banca, verra' invece integrato in Intesa Sanpaolo Private Banking con un valore netto patrimoniale di 21 milioni di euro. com/cce MF-DJ NEWS

10/02/2021 14:55
 
Intesa Sanpaolo: Fabi, accordo per cessione 26 sportelli Ubi a Bppb

MILANO (MF-DJ)--Fabi e le altre organizzazioni sindacali hanno firmato con Intesa Sanpaolo l'accordo sindacale relativo alla cessione di 26 sportelli di Ubi Banca alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Si tratta della vendita di un ramo di azienda di Ubi, finalizzata il 15 gennaio, prevista nella procedura Antitrust nell'ambito dell'offerta pubblica di acquisto e scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi dello scorso anno. Nel dettaglio, passano alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata 148 addetti distribuiti su 17 filiali e 9 minisportelli dislocate tra Abruzzo, Basilicata, Calabria e Molise. Alle lavoratrici e ai lavoratori che passano a Bppb viene garantita la massima tutela sia per quanto riguarda gli aspetti economici sia per quelli normativi: sono state gettate le basi per la futura contrattazione di secondo livello, in linea con l'accordo del 30 dicembre 2020, relativo al passaggio a Bper di 5.107 dipendenti di Ubi e di Intesa. L'accordo di oggi con Intesa stabilisce pure un piano di ricambio generazionale in Bppb, con 6 assunzioni e 12 uscite, tutte gestite con pensionamenti e preprensionamenti su base volontaria. Viene dunque rispettato il rapporto di una assunzione ogni due uscite definito da tempo in ambito nazionale. "L'accordo chiuso oggi con Bppb riprende nella quasi totalita' le garanzie e tutele gia' definite nell'accordo di fine anno per la cessione di' filiali Isp e Ubi a Bper. Quindi ottime garanzie e tutele per i colleghi ceduti. stato salvaguardato l'obiettivo di unaassunzione ogni due uscite. Abbiamo molto apprezzato lo sforzo di Bppbe del suo amministratore delegato,Piozzi,che pur trovandosi in una dimensione diversa rispetto la precedente cessione ha voluto dare un ottimo benvenuto ai colleghi acquisiti accogliendo le proposte sindacali", commenta il segretario nazionale della Fabie coordinatore di Intesa Sanpaolo, Giuseppe Milazzo. "Grazie all'accordo sindacale i 148 colleghi ceduti a Bppb hanno tutele di primissimo livello. Come per gli oltre 5.000 dipendenti ceduti a Bper, ogni lavoratore bancario deve sentirsi tutelato da questo lavoro fatto dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali", osserva il coordinatore Fabi di Intesa Sanpaolo/Ubi, Paolo Citterio. com/cce MF-DJ NEWS

10/02/2021 17:27
 
Sopravvissute senza cedole

Nel 2020 gli enti non hanno incassato dividendi bancari per via dello stop alla distribuzione imposto dalle autorità di fronte all’emergenza sanitaria. Ma con la diversificazione in fondi e gestioni (anche non tradizionali) hanno protetto la redditività​

di di Paola Valentini Milano Finanza - Numero 031 pag. 18 del 13/02/2021


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In banca tornano i dividendi

Dopo il digiuno forzato del 2020 gli istituti quotati a Piazza Affari rispolverano le cedole grazie all’ammorbidimento del diktat Bce. C’è chi ha deciso di remunerare gli azionisti in tre tranche, come Intesa. E chi arriva a dare un rendimento di oltre il 10%​

di di Elena Dal Maso Milano Finanza - Numero 031 pag. 16 del 13/02/2021


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Bilanci

Banche, il rosso è di 5,5 miliardi

La perdita dei 6 maggiori istituti nel 2020 si confronta con l’utile di quasi 8 miliardi del 2019. Hanno pesato maggiori rettifiche per 4,5 miliardi e poste straordinarie per 6,85. L’analisi Value Partners​

di Francesco Ninfole Milano Finanza - Numero 031 pag. 17 del 13/02/2021
 
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IntesaSanPaolo top pick di Credit Suisse. Il rating e il target price. Dividendi potrebbero stupire al rialzo: l’outlook

16/02/2021 12:03 di Laura Naka Antonelli

Le banche del Sud Europa hanno riportato con i loro bilanci livelli rafforzati di capitali, al di sopra dei target stabiliti dai vertici. E’ quanto scrivono gli analisti di Credit Suisse nel report “Southern European Banks Offence is the new defence: M&A already paying dividends, with ISP and CABK our preferred stocks”.
Tradotto: “Banche del Sud Europa: l’offesa è la nuova forma di difesa. L’M&A (leggi risiko bancario) sta pagando già i dividendi, e Intesa SanPaolo e CaixaBank sono i nostri titoli preferiti”.

Riguardo alla scelta di Intesa SanPaolo come top pick, Credit Suisse fa riferimento al fatto di anticipare per la banca guidata da Carlo Messina “sinergie incrementali dall’integrazione con Ubi Banca e un payout ratio più elevato di quello del 70% previsto per quest’anno dalla banca italiana”.
Gli analisti ribadiscono il rating sul titolo “outperform” e scrivono che, “per arrivare al nostro target price di 2,50 euro, valutiamo Intesa SanPaolo in base a una valutazione somma delle parti, presupponendo un RoTE del gruppo pari al 10,5% e un tasso di crescita dello 0,7%, senza fare alcun aggiustamento sulla posizione di capitale” dell’istituto.
“I rischi al nostro rating outperform e al target price di 2,5 euro includono: 1) una crisi economica prolungata successiva alla pandemia Covid che vada al di là dell’anno 2020 e che si traduca in rischi al ribasso sulle nostre stime di svalutazione. 2) il peggioramento della situazione politica, sia nazionale che dell’Eurozona, che rialimenti le preoccupazioni sul potenziale di una Italexit”.
Secondo i calcoli degli analisti del colosso bancario svizzero, tra le banche del Sud Europa, il rendimento da dividendo più alto sarà quello di Intesa SanPaolo, pari al 7%.
Non solo: presupponendo che alla banca verrà consentito, da parte della Bce, di pagare tutte le cedole del 2020 e l’interim del 2021, il rendimento dell’anno prossimo potrebbe essere pari a 19 centesimi di euro, praticamente un aumento del rendimento del 9,2%.
 
Intesa Sanpaolo potrebbe mettere il turbo e salire anche del 35% grazie a tre frecce al suo arco - Proiezioni di Borsa

nelle prossime settimane e mesi ha ottime potenzialità di salita. Intesa Sanpaolo potrebbe mettere il turbo e salire anche del 35% grazie a tre frecce al suo arco. Vediamo perché l’azione è da monitorare con grande attenzione

Possibili tre dividendi per gli azionisti di Intesa nel 2021

Il titolo bancario Intesa Sanpaolo (MIL:ISP) scalda i motori. L’azione inizia ad essere oggetto d’analisi da parte di molte società finanziarie che vedono potenziali rialzi anche di oltre un terzo dell’attuale valore.

Intesa Sanpaolo potrebbe mettere il turbo e salire anche del 35%, grazie a tre frecce al suo arco. Infatti, a scatenare l’interesse del mercato sono soprattutto i 3 possibili dividendi che la banca potrebbe distribuire quest’anno

La prima cedola sarà staccata il 24 maggio e sarà di 0,0357 euro. Ma sono gli altri due potenziali dividendi che scatenano gli appetiti del mercato. Se la BCE darà il suo parere favorevole, dopo settembre il titolo potrebbe pagare un dividendo dello 0,1% sugli utili 2020. Inoltre potrebbe anche pagare un anticipo di dividendo sugli utili 2021 pari al 70% dell’intera cedola.

Le potenzialità rialziste del titolo Intesa Sanpaolo

Gli analisti concordano che il titolo ha ottime potenzialità rialziste. I più prudenti puntano a un target price di 2,2 euro, oramai prossimo. Ma c’è chi valorizza il titolo a 2,4 euro ad azione. I più generosi sono gli analisti di Bank of America, che valutano Intesa Sanpaolo 2,9 euro ad azione. Dal prezzo attuale di 2,15 euro sarebbe un balzo del 35%.

Secondo l’opinione degli Analisti di ProiezionidiBorsa, l’azione, dopo avere superato lo scoglio della resistenza dei 2 euro, è in chiara tendenza rialzista. Il superamento dei 2,15 euro spingerà i prezzi a 2,25 euro, rilevante livello di resistenza. Superato questo livello, l’azione avrebbe la strada libera fino a 2,4 euro.
 
Goldman Sachs attratta dal capitale in eccesso di Unicredit, alza il target anche di Intesa

Il capitale in eccesso di Unicredit rappresenta i 2/3 della sua capitalizzazione di mercato, il target price sale a 12,3 euro. Rating buy confermato anche su Intesa Sanpaolo (nuovo target price a 2,65 euro, previsto un payout ratio dell'80%, oltre la guidance della banca), viste le interessanti prospettive a livello di rendimento del capitale, e su Bper (target a 2,50 euro) per le opzioni M&A (in tal caso può valere 3,23 euro)​

di Francesca Gerosa 19/02/2021 11:00

Forte gestione delle risorse in mezzo alla pressione sui ricavi. Così Goldman Sachs sintetizza i conti del quarto trimestre 2020 delle banche italiane, consigliando l'acquisto (buy) di Unicredit (target price alzato da 10,7 a 12,3 euro), Intesa Sanpaolo (target price alzato da 2,40 a 2,65 euro) e Bper Banca (target price invariato a 2,50 euro), mentre ha confermato un rating neutral su Banco Bpm (target price rivisto da 1,95 a 2,15 euro) e Mps (target price aggiornato da 1,35 a 1,40 euro).

Rispetto allo scorso anno, ha sottolineato Goldman Sachs, il quarto trimestre 2020 ha mostrato sollievo sul net interest margin grazie ai vantaggi del Tltro mentre sono aumentati i prestiti per tutte le banche, eccetto che per Unicredit. Le commissioni sono diminuite, ma è continuato il forte controllo dei costi. A parità di perimetro, il net interest income aggregato è diminuito del 4,5% anno su anno, con quello di Intesa Sanpaolo e Banco Bpm in crescita, viceversa quello di Mps, Bper e Unicredit è sceso.

Le commissioni sono diminuite del 3,2% anno su anno, una contrazione che ha riguardato la maggior parte delle banche. Le spese operative hanno continuato a diminuire su base annua del 3% a livello aggregato. Inoltre, come nei trimestri precedenti, e nonostante le restrizioni sulla mobilità messe in atto da marzo 2020, anche il ratio Npe lordo ha continuato a diminuire (-35% da inizio anno) per le banche coperte da Goldman Sachs, portando ad un ratio Npe ratio lordo del 4,9% grazie alle ulteriori cessioni "jumbo" in particolare nel caso di Intesa Sanpaolo.

Il costo del rischio dell'intero sistema è aumentato del 50% circa anno su anno, ma comunque, ha aggiunto Goldman Sachs, è stato migliore delle attese. E i coefficienti patrimoniali Cet1 sono aumentati di circa 30 punti base su base trimestrale e di 120 punti base nel 2020. Nel complesso, la guidance 2020 delle banche è stata raggiunta, mentre Goldman Sachs aveva aspettative più conservative.

La banca d'affari americana ha, quindi, apportato solo piccole modifiche alle sue stime dei ricavi, abbassando leggermente le previsioni sugli accantonamenti per perdite su crediti, a livelli che portano a un piccolo aumento degli utili prima delle imposte. "Le nostre stime degli accantonamenti per perdite su crediti di quest'anno implicano una riduzione del 20% su base annua", ha indicato.

Più in dettaglio, nel caso di Unicredit Goldman Sachs ha abbassato le stime sui ricavi core sia commissioni sia net interest income, mitigato da costi leggermente più bassi nel 2021-2022 e minori accantonamenti per perdite su crediti nel 2021-2024. Di conseguenza, la stima di utile per azione aumenta del 4% nel 2021, ma diminuisce del 3% a livello aggregato per il 2022-2024. La banca d'affari ha anche introdotto l'eps 2025 visto a 2,20 euro. In base alle nuove stime, il prezzo obiettivo di Unicredit sale a 12,30 euro, il che implica un potenziale upside del 48%. Un target price che incorpora un valore fondamentale basato su Rote/Coe di 11,75 euro, ponderato all'85%, e un valore M&A di 15,10 euro per azione, ponderato al 15%.

Invece, nel caso di Intesa Sanpaolo ha aumentato le previsioni di eps 2021-2024 in media del 4%, incorporando ricavi core più elevati, costi operativi più bassi nel 2022-2024 e accantonamenti per perdite su crediti leggermente inferiori nel 2021-2023. Introdotto anche in questo caso l'eps 2025, stimato a 0,34 euro. Al contempo ha aumentato la stima sul dividendo con un payout ratio visto all'80%, livello superiore a quello della guidance del management di Intesa Sanpaolo. Il prezzo obiettivo sul titolo sale a 2,65 euro (upside del 26%).

Restano invariate le stime di Goldman Sachs su Bper Banca. Il prezzo obiettivo a 2,50 euro incorpora un valore fondamentale basato su Rote/Coe di 2,20 euro per azione ponderato al 70% e un valore M&A di 3,23 euro per azione, ponderato al 30%. "Manteniamo un rating buy su Unicredit: trattando ad appena 0,3 volte il book value tangibile 2020, il capitale in eccesso di Unicredit rappresenta i 2/3 della sua capitalizzazione di mercato (18,2 miliardi di euro, ndr). Manteniamo il rating buy anche su Intesa Sanpaolo, viste le interessanti prospettive a livello di rendimento del capitale, e su Bper Banca alla luce della possibilità di future operazioni di M&A", ha concluso Goldman Sachs.
 
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