chiedo : che fine ha fatto il dividendo non pagato da intesa lo scorso anno?
Sempre bloccato, ma.... leggi la parte che ho evidenziato in grassetto qui sotto
Questo il report di MF sui dati:
Intesa fa 3,27 miliardi di utile. Messina: ora 700 milioni di dividendo a maggio
Il gruppo ha battuto il consenso per il 2020 e chiuso l'ultimo trimestre con una perdita di 3 miliardi dovuta a oneri di integrazione. Il rapporto cost/income è al 52,4%, fra i migliori d'Europa. Npl ai minimi dal 2007. Prima cedola in contanti fra 3 mesi, poi l'interim dividend. Kbw conferma outperform. Titolo in spolvero
di Elena Dal Maso 05/02/2021 14:28
Questa mattina Intesa Sanpaolo, poco prima della pubblicazione dei conti, è balzata del 3,5% a 2,08 euro sfondando i 40 miliardi di capitalizzazione, mentre il Ftse Mib guadagna l'1,27%. Dopo i conti, il titolo sfiora il +4%. Il gruppo milanese, guidato dal ceo Carlo Messina, ha chiuso il 2020 battendo le attese del consenso Bloomberg e di Banca Akros con ricavi per 19,023 miliardi, costi operativi per 9,971 miliardi, un margine operativo lordo per 9,052 miliardi e un utile netto per 3,277 miliardi.
Le attese del consenso Bloomberg erano per 18,776 miliardi di ricavi e 2,621 miliardi di utile netto rettificato. Banca Akros si aspettava 18,557 miliardi di entrate, costi operativi per 9,737 miliardi, un margine operativo lordo per 8,820 miliardi, rettifiche sui prestiti per 6,043 miliardi e 3,2 miliardi di profitti netti. Il quarto trimestre dell'anno, come atteso dagli analisti, ha chiuso invece con un rosso per 3,099 miliardi dovuto soprattutto agli oneri di integrazione in seguito all'opas, lo scorso anno, su Ubi banca.
Il gruppo milanese ha raggiunto un rapporto cost/income al 52,2% nel 2020 escludendo l'apporto di Ubi e al 52,4% includendolo, tra i migliori in Europa. Il costo del rischio si è attestato a 50 punti base escludendo l’impatto delle rettifiche per i futuri impatti di Covid-19 (pari a 54 punti base), inferiore ai 53 del 2019. Quanto ai coefficienti di solidità patrimoniale, il Cet 1 ratio post dividendi proposti è del 15,4% pro-forma a regime (16,9% escludendo Ubi), 15,9% includendo l'acquisizione di Ubi ma non le attività da cedere a Bper.
La remunerazione degli azionisti resta una priorità per la banca: a maggio Intesa intende distribuire circa 700 milioni di dividendi in contanti (pari a 3,57 euro per azione, rappresenta un dividend yield dell'1,7% ai prezzi attuali), il quantitativo massimo stabilito dalla Bce per ora,
ma una volta superate le restrizioni di Francoforte, dopo il 30 settembre 2021, il gruppo chiederà l'autorizzazione a distribuire in contanti, dalle riserve, la parte restante del payout ratio previsto, pari complessivamente al 75% di 3,5 miliardi di utile netto normalizzato 2020.
Intesa conferma inoltre l’impegno a erogare dividendi per un payout ratio del 70% rispetto all’utile netto 2021, parzialmente attraverso un interim dividend nel corso di quest’anno, soggetto all’approvazione della modifica statutaria da parte della Bce e dell'assemblea straordinaria.
L'ad Carlo Messina ha spiegato che "in questo contesto di straordinaria complessità, nel 2020, superando il nostro obiettivo, abbiamo conseguito un utile netto pari a 3,1 miliardi di euro, escludendo l’impatto contabile della combinazione con UBI Banca e dell’impairment dell’avviamento della Banca dei Territori ed il contributo di 5 mesi delle attività di Ubi Banca. Includendo il contributo di 5 mesi delle attività di Ubi, l’utile netto normalizzato è di 3,5 miliardi di euro, senza considerare l’impatto contabile derivante dalla combinazione con Ubi e dall’impairment dell’avviamento".
Nel 2020, ha proseguito Messina, "abbiamo ottenuto il miglior risultato di sempre nel settore assicurativo, con i ricavi dal ramo danni non motor in crescita a 500 milioni. Le commissioni hanno mostrato una significativa ripresa nel secondo semestre e in particolare nell’ultimo trimestre del 2020. Il margine di interesse è tornato a crescere annualmente dopo 5 anni consecutivi di calo. I costi nel 2020 segnano una riduzione del 3%".
Nell’ultimo trimestre dello scorso anno la banca ha ulteriormente accelerato la riduzione dello stock di crediti deteriorati, infatti nel corso del 2020 è stata pari a 10,8 miliardi di euro. Grazie a ciò "abbiamo superato con un anno di anticipo l’obiettivo di riduzione di crediti deteriorati previsto dal Piano d’Impresa 2018-2021 e abbiamo raggiunto i più bassi livelli di Npl ratio dal 2007 con un Npl ratio lordo del 3,7%, includendo Ubi, e un Npl ratio netto del 2,3%, sempre includendo Ubi", ha proseguito Messina. Il manager ha poi sottolineato il Common Equity ratio al 15,4% e, considerando la riduzione degli asset ponderati per il rischio (Rwa) dovuto alla cessione di filiali a Bper, si colloca al 15,9% pro forma.
Messina ha poi spiegato che la banca ha allocato oltre 6 miliardi di euro dell’utile pre-tasse del 2020 all’ulteriore rafforzamento: 2,2 miliardi ad accantonamenti per futuri impatti della pandemia, 2,1 miliardi per accantonamenti addizionali su crediti deteriorati e in bonis di Ubi e 2 miliardi ai costi di integrazione.
Quanto al risparmio gestito, cavallo di battaglia del gruppo, ora la banca gestisce oltre 1.200 miliardi di euro, mentre l'offerta digitale ha raggiunto oltre 12 milioni di clienti multicanale e 7 milioni di clienti che utilizzano le App.
Secondo gli analisti di
Kbw (rating outperform, target price 2,3 euro) l'utile è stato migliore del previsto grazie alle commissioni. Anche il coefficiente Cet 1 ha battuto le attese e si attesta ora al 15,9% al netto degli asset che saranno trasferiti a Bper nel corso del primo semestre 2021. Le prospettive per le sinergie con Ubi sono state aumentate da 700 milioni a 1 miliardo entro il 2024, di cui oltre 700 milioni da opex (spese operative), sostanzialmente in linea con le attese dei broker.