reganam
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Investire in immobili: il valore reale delle case si è dimezzato in 15 anni in Italia
Di mettere a dieta il proprio patrimonio immobiliare per renderlo un po’ meno immobile non se ne parla molto. E invece se ne dovrebbe parlare e molto. Nella conferenza organizzata quest’anno al Salone del Risparmio dalla società di gestione T. Rowe Price dedicata a “Cedola verso mattone: dove va la redditività” Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, ha mostrato l’andamento negli ultimi 15 anni dei prezzi delle case in 13 grandi città.
I numeri sono impietosi: dopo il picco del 2007-2008 quando i prezzi medi al metro quadro hanno superato i 3000 euro/mq, i valori reali delle case oggi al netto dell’inflazione sono sotto del 50% rispetto a 15 anni fa.
Ovviamente chi fa i calcoli considerando il valore nominale delle case non si accorge del depauperamento inesorabile e progressivo del proprio patrimonio di cui l’investimento in immobili è una componente importante.
Nel grafico sui prezzi medi delle abitazioni in 13 grandi città, Nomisma ha mostrato che dopo il picco del 2007-2008 quando i prezzi medi al metro quadro hanno superato i 3000 euro/mq, i valori reali delle case oggi al netto dell’inflazione sono sotto del 50% rispetto a 15 anni fa. Ovviamente chi fa i calcoli considerando il valore nominale delle case non si accorge del depauperamento inesorabile e progressivo del proprio patrimonio immobiliare.
Secondo gli ultimi dati disponibili (Bankitalia 2021) il 53% della ricchezza degli italiani poggia sul mattone. Stiamo parlando di 5.580 miliardi di euro.
Secondo Nomisma il depauperamento del valore dell’investimento immobiliare sarà lento ma inesorabile.
Nel 2023 le compravendite residenziali diminuiranno del 14,6% e nel 2024-2025 si manterranno al di sotto della soglia delle 700 mila unità (rispetto alle 784.000 transazioni immobiliari registrate nel 2022). A livello di prezzi al netto dell’inflazione il patrimonio immobiliare si svaluterà nel 2023 di quasi cinque punti percentuali: -4,8% è il dato puntuale.
La domanda di abitazioni è in contrazione rispetto al 2022, quando si è raggiunto il picco di compravendite di abitazioni in Italia: 784.000 transazioni immobiliari. Un numero di tutto rispetto e vicino al massimo storico di compravendite di case registrato nel 2006 quando 845.000 case sono passate di mano. Un dato che poi negli anni successivi è andato sempre a scendere fino ad arrivare al triennio horribilis del 2012 – 2014 quando rispetto al picco del 2006 le transazioni sono dimezzate.
INVESTIMENTO IN IMMOBILI: PERDITE REALI DEL 50%
Di mettere a dieta il proprio patrimonio immobiliare per renderlo un po’ meno immobile non se ne parla molto. E invece se ne dovrebbe parlare e molto. Nella conferenza organizzata quest’anno al Salone del Risparmio dalla società di gestione T. Rowe Price dedicata a “Cedola verso mattone: dove va la redditività” Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, ha mostrato l’andamento negli ultimi 15 anni dei prezzi delle case in 13 grandi città.
I numeri sono impietosi: dopo il picco del 2007-2008 quando i prezzi medi al metro quadro hanno superato i 3000 euro/mq, i valori reali delle case oggi al netto dell’inflazione sono sotto del 50% rispetto a 15 anni fa.
Ovviamente chi fa i calcoli considerando il valore nominale delle case non si accorge del depauperamento inesorabile e progressivo del proprio patrimonio di cui l’investimento in immobili è una componente importante.
Nel grafico sui prezzi medi delle abitazioni in 13 grandi città, Nomisma ha mostrato che dopo il picco del 2007-2008 quando i prezzi medi al metro quadro hanno superato i 3000 euro/mq, i valori reali delle case oggi al netto dell’inflazione sono sotto del 50% rispetto a 15 anni fa. Ovviamente chi fa i calcoli considerando il valore nominale delle case non si accorge del depauperamento inesorabile e progressivo del proprio patrimonio immobiliare.
INVESTIMENTO IMMOBILIARE E’ METÀ DELLA RICCHEZZA
Secondo gli ultimi dati disponibili (Bankitalia 2021) il 53% della ricchezza degli italiani poggia sul mattone. Stiamo parlando di 5.580 miliardi di euro.
Secondo Nomisma il depauperamento del valore dell’investimento immobiliare sarà lento ma inesorabile.
Nel 2023 le compravendite residenziali diminuiranno del 14,6% e nel 2024-2025 si manterranno al di sotto della soglia delle 700 mila unità (rispetto alle 784.000 transazioni immobiliari registrate nel 2022). A livello di prezzi al netto dell’inflazione il patrimonio immobiliare si svaluterà nel 2023 di quasi cinque punti percentuali: -4,8% è il dato puntuale.
La domanda di abitazioni è in contrazione rispetto al 2022, quando si è raggiunto il picco di compravendite di abitazioni in Italia: 784.000 transazioni immobiliari. Un numero di tutto rispetto e vicino al massimo storico di compravendite di case registrato nel 2006 quando 845.000 case sono passate di mano. Un dato che poi negli anni successivi è andato sempre a scendere fino ad arrivare al triennio horribilis del 2012 – 2014 quando rispetto al picco del 2006 le transazioni sono dimezzate.