MILANO (MF-DJ)--Wall Street ha virato in negativo dopo l'intervento di
Janet Yellen al simposio di Jackson Hole, in cui il presidente della Fed
ha espresso parole positive sull'economia ma è rimasta ambigua sul rialzo
dei tassi. I listini hanno inizialmente ampliato i guadagni per poi
ritracciare fino all'attuale inversione di rotta.
Il Dow Jones tratta in calo dello 0,28%, l'S&P 500 dello 0,16% e il
Nasdaq dello 0,02%.
Il numero uno della Fed ha affermato infatti che "alla luce delle solide
performance dell'occupazione, dell'inflazione e dell'outlook economico
credo che la possibilitá di un aumento dei Fed-fund si sia rafforzata
negli ultimi mesi". Tuttavia il presidente della Fed ha poi smorzato i
toni dicendo che "le nostre decisioni dipendono sempre da quanto i dati
futuri vanno a confermare l'outlook della Fed".
In conclusione Yellen ha sostenuto che "La Banca centrale Usa si aspetta
una crescita moderata del Pil, un ulteriore rafforzamento del mercato del
lavoro e un'inflazione al 2% nei prossimi anni". Quindi, in base a questo
outlook economico, l'Istituto "continua a ritenere appropriato un aumento
graduale dei tassi nel tempo".
Da sempre, qualsiasi azione della Fed è stata vista come "uno dei
fattori principali in grado di smuovere i mercati finanziari", commenta
Patrick Zweifel, capo economista di Pictet Asset Management. Secondo
l'esperto, gli investitori potrebbero aver prezzato una probabilitá troppo
elevata che la Fed prosegua con una politica di tassi di interesse ultra
bassi. "E' in questo contesto che il discorso della Yellen ha acquisito
una rilevanza notevole".
Oggi poi a fare eco a Yellen sono stati diversi funzionari della Fed,
che in diversa misura hanno tutti espresso un commento favorevole per un
rialzo futuro dei tassi omettendo però informazioni aggiuntivi riguardo la
tempistica e la portata, adducendo sempre ai futuri dati macroeconomici.
Per la Federal Reserve la cosa migliore sarebbe "alzare i tassi in
presenza di buone notizie" macroeconomiche e "settembre potrebbe essere un
buon momento" per farlo, ha dichiarato il presidente della Federal Reserve
di St. Louis, James Bullard, nel corso di un'intervista all'emittente
televisiva Cnbc a margine del simposio di Jackson Hole.
In generale, secondo Bullard, la Fed "sta facendo abbastanza bene" in
termini di politica monetaria. L'inflazione, ad esempio, non è molto
lontana dal target del 2% e gli Stati Uniti stanno facendo progressi sul
fronte dell'occupazione, ha precisato il governatore. Inoltre, l'Istituto
ha ancora diversi strumenti a disposizione da usare qualora fosse
necessario, ma il ricorso a tassi negativi, giá utilizzati da altre Banche
centrali, "è improbabile per gli Usa".
Per Robert Kaplan, presidente della Fed di Dallas, la strada per un
rialzo tassi della Fed sará piú lenta, perchè, nonostante "si sia
rafforzata" la possibilitá di rimozione di alcuni accomodamenti monetari,
queste azioni potrebbero essere meno ingenti delle aspettative del
mercato. Ai microfoni di Bloomberg Tv Kaplan ha specificato che "il
mercato è piú importante il ritmo che l'esatta tempistica dei
rialzi".aplan non è attualmente un membro votante del Fomc. Il banchiere
ha infine sostenuto che la Fed ha fatto "ciò che poteva" nell'usare i suoi
strumenti per generare crescita, e c'è "anche bisogno di riforme
strutturali e politiche fiscali che accompagnino la politica monetaria".
Piú falco, ma non stupisce, il presidente della Federal Reserve di
Atlanta, Dennis Lockhart per cui la politica monetaria della Fed sará
"prudente e graduale, ma vedo possibili due rialzi dei tassi di interesse"
per quest'anno". Tuttavia il banchiere ha precisato che lui e i suoi
colleghi "non hanno la pistola puntata alla testa". Per Lockhart,
l'economia Usa è sulla buona strada ed è in grado di sopportare un
ulteriore intervento di stretta monetaria.
Laconica Loretta Mester (Cleveland), per la quale sui tassi la vera
questione "non è la tempistica ma la traiettoria, e mi sembra appropriato
prenderne una rialzista ad un ritmo graduale".
Così, nonostante le numerose apparizioni, nessuno di loro ha parlato del
quando questo ipotetico rialzo avverrà e non è stato fatto nessun
riferimento a settembre. Questo d'altronde non è una sorpresa dato che
ormai i funzionari hanno abituato il mercato a non tener conto del
calendario. Tuttavia bisogna vedere quanto questa strategia sia favorevole
verso dei mercati in cerca di maggiore certezza.
Le parole di Janet Yellen "non hanno detto granchè di nuovo, ma
potrebbero aiutare il dollaro a frenare il recente declino". Questo il
commento di Lee Ferridge, head of multi-asset strategy presso State Street
Global Markets North America. Inoltre il discorso di oggi del numero uno
della Fed potrebbe "soffiare sul rally degli asset rischiosi a cui abbiamo
assistito nelle ultime settimane". Per Ferridge, mentre un rialzo a
settembre "rimane meno probabile, una mossa prima della fine dell'anno è
diventata una chiara possibilitá al netto dell'andamento dei dati Usa".
Infine, sul fronte macroeconomico, è stata pubblicato il dato sul Pil
annualizzato del secondo trimestre del 2016 che, nella seconda lettura, è
stato rivisto al ribasso dal +1,2% della stima flash al +1,1% t/t. Il dato
ha centrato le attese del consenso a +1,1% t/t. Lo ha reso noto il
Dipartimento del Commercio statunitense, puntualizzando che l'indice
prezzi Pce (deflatore consumi), sempre nel secondo trimestre, è salito del
2% t/t, mentre la lettura core è aumentata dell'1,8% t/t. La spesa per
consumi è invece salita del 4,4% t/t.
Sul valutario il cambio euro/usd tratta a 1,1233, con minimo intraday a
1,1229 e massimo a 1,1341. Sull'obbligazionario, i rendimenti dei Treasury
decennali sono all'1,57% e quelli dei titoli biennali allo 0,79%.
mac/tla
giuseppe.mangiaracina@mfdowjones.it